ESPERIENZE E RISULTATI CONSEGUITI
DAL VOLONTARIATO DEI DIRITTI DAL 1962 AL 1997
Da molti individui e gruppi il volontariato dei
diritti è ancora ritenuto poco efficace.
Riportiamo, pertanto, i risultati più
importanti conseguiti dall'ANFAA (Associazione nazionale famiglie adottive e
affidatarie) fondata nel 1962, dall'ULCES (Unione per la lotta contro
l'emarginazione sociale) funzionante dal 1965 e dal CSA (Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base) costituito nel 1970. Nel 1979 il CSA ha
creato il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, con il compito di
provvedere alla tutela dei casi individuali.
•
Campagna di informazione avviata nel 1963, diretta all'opinione pubblica, alle
autorità (parlamentari, amministratori, funzionari, ecc.) ed agli operatori
per far conoscere le gravi e spesso irreparabili conseguenze causate sullo
sviluppo dei bambini dalla carenza di cure familiari e dal ricovero in istituti
di assistenza.
Data
la scarsità della letteratura italiana in materia, I'ANFAA e I'ULCES hanno
provveduto a tradurre e diffondere studi e articoli. Fra i principali si
segnalano:
- Nicola Quemada, Cure
mateme e adozione;
- H. M. Oger 0. P., Il
problema morale dell'adozione; - H.M. Oger O.P., ]problemi morali, religiosi e
canonici dell'adozione;
- Pierre Pescatore, li
diritto naturale e l'adozione;
- M. Farges, Intervento del
servizio sociale nel settore delle adozioni;
- M. Soulè, J. Noel, F.
Bouchard, La selezione dei genitori adottivi;
- J. Bouvez, Oltre i cinque
anni... rifiuteremo d'amarli?
Altre
iniziative di informazionee di denuncia della drammatica situazione del settore
assistenziale, e delle alternative all'emarginazione sono state assunte con
interviste televisive e radiofoniche, articoli, volantini, partecipazione a
convegni, esposti all'autorità giudiziaria (1);
•
costituzione del Comitato internazionale di intesa fra le associazioni di
famiglie adottive, con l'adesione di organizzazioni della Francia, Belgio,
Lussemburgo, Svizzera, Olanda, Stati Uniti e Canada. II Comitato di intesa ha
seguito I'iter dei lavori svolti dal Consiglio d'Europa (2) ed ha inviato
una
nota al Concilio Ecumenico Vaticano II per sollecitare un riconoscimento
dell'adozione (3) e per far presente il malessere delle famiglie adottive circa
la speciale dispensa allora necessaria per l'accesso dei loro figli alla vita
religiosa e sacerdotale. Si ricorda che il decreto sull'apostolato dei laici
precisa quanto segue: «Fra le varie opere di apostolato familiare ci sia
concesso di enumerare le seguenti: adottare i bambini in situazione di
abbandono rendendoli propri figlio;
•
promozione di una nuova normativa in materia di adozione con la stesura di un
testo incentrato sul diritto alla famiglia dei bambini in situazione di
abbandono. Gli aspetti centrali del documento erano la dichiarazione di
adottabilità, l'affidamento preadottivo, l'accertamento di adeguate condizioni
degli adottanti (età, capacità educativa, ecc.), il riconoscimento della
pienezza del rapporto familiare fra i minori e la famiglia adottiva. La legge 5
giugno 1967 n. 431, istitutiva dell'adozione speciale, ha raccolto le richieste
presentate. In attuazione di detta legge, dal 1967 al 1997, sono state
realizzate oltre 60 mila adozioni di minori che erano in situazione di totale
abbandono da parte dei genitori e dei parenti tenuti agli alimenti;
•
approvazione, avvenuta con la legge 12 marzo 1968 n. 181, della proposta di
legge, presentata su iniziativa dell'ANFAA dall'On. Macchiavelli. Detta legge
modificava profondamente la situazione dei tribunali per i minorenni. Infatti
la legge n. 181/1968 prevedeva che tutti i magistrati addetti ai tribunali per
i minorenni e relative procure di Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Roma e
Torino dovessero essere a tempo pieno. Non era più consentito che detti giudici
potessero svolgere funzioni presso altri organismi. Prima della legge
suddetta, in genere, l'attività marginale era svolta presso i tribunali per i
minorenni e quella principale presso i tribunali ordinari e le corti di appello
o di assise. Per i tribunali per i minorenni di Bari, Bologna, Cagliari,
Catania, Catanzaro, Genova, Lecce e Venezia, la legge 181/1968 stabiliva che
le norme sopra indicate si applicassero solo ai presidenti dei tribunali
minorili ed ai procuratori della Repubblica e non agli altri magistrati;
• promozione del CIAI,
Centro italiano per l'adozione internazionale, avente i seguenti scopi:
a)
affermare che il fine essenziale dell'adozione è quello di dare una famiglia ai
bambini in situazione di abbandono in qualsiasi parte del mondo si trovino;
b)
svolgere ogni attività al fine di realizzare, da parte di famiglie italiane,
l'adozione di bambini stranieri in stato di abbandono;
c) studiare le situazioni di
abbandono di minori nei Paesi dove si verificano;
d) raccogliere
documentazione su esperienze di adozioni internazionali e interrazziali;
e)
sensibilizzare l'opinione pubblica, gli operatori sociali e le autorità, in
Italia e all'estero, sulla insostituibilità di una famiglia per il bambino;
•
modifica delle norme dell'ordinamento dello stato civile per quanto riguarda le
indicazioni "nato presumibilmente nel mese di ..." (il giorno non era
precisato) e "luogo di nascita: ignorarsi", indicazioni che erano
trascritte nei certificati di nascita, nelle pagelle scolastiche, nei libretti
di lavoro, nelle carte d'identità, nei passaporti e negli altri documenti rilasciati
a coloro che erano stati abbandonati in tenera età e non identificati. Con la
legge 14 marzo 1968 n. 274, il Parlamento approvava, con alcune modifiche, la
proposta di legge n. 1803 presentata, su iniziativa dell'ANFAA, dall'On.
Martuscelli in data 3 novembre 1964;
• promozione di interventi
sociali e assistenziali a favore delle gestanti, delle madri e dei loro nati;
•
azione nei confronti del Governo e del Parlamento per evitare la ratifica da
parte dell'Italia della convenzione relativa al riconoscimento della filiazione
materna dei minori nati fuori dal matrimonio, redatta dalla Commissione
internazionale dello stato civile. In base a detta convenzione, il rapporto di
filiazione, che allora - come adesso - viene stabilito mediante il
riconoscimento effettuato dalla madre, avrebbe potuto essere definito a seguito
di una semplice dichiarazione fatta da una qualsiasi persona, anche in
contrasto con la volontà della madre stessa;
•
denuncia della situazione dell'istituto di osservazione presso il Tribunale
per i minorenni di Torino, in cui venivano rinchiusi fino a 60 ragazzi che non
avevano commesso reati, ma erano ricoverati d'urgenza dai giudici per
irregolarità della condotta. A seguito di numerose proteste sulle opprimenti
condizioni di vita dei minori, il centro di osservazione veniva chiuso;
•
redazione e promozione della proposta di legge di iniziativa popolare
"Interventi per gli handicappati psichici, fisici, sensoriali e per i
disadattati sociali". La proposta di legge, presentata al Senato in data
21 aprile 1970 con oltre 220 mila firme, ha favorito l'approvazione della legge
30 marzo 1971 n. 118;
•
varie iniziative per impedire la costruzione da parte dell'Amministrazione
provinciale di Torino, prima di un "Villaggio del subnormale" con 500
posti letto, poi di un istituto per 144 insufficienti mentali. In alternativa
erano stati proposti interventi di inserimento prescolastico; scolastico e
lavorativo, assegnazione di alloggi, abbattimento di barriere architettoniche
e prestazioni assistenziali (aiuto economico e sociale, assistenza
domiciliare, adozione di minori in situazione di abbandono, affidamenti familiari
a scopo educativo di minori, comunità alloggio). I due villaggi non sono stati
realizzati mentre si è ottenuta l'attuazione di alcuni interventi alternativi;
•
attività rivolte alla creazione a Torino delle scuole per la formazione di
educatori specializzati e di terapisti della riabilitazione. Le scuole sono
state istituite dalla Provincia di Torino;
•
varie iniziative per la promozione dell'inserimento prescolastico e scolastico
degli handicappati, con particolare riguardo a quelli intellettivi, nelle normali
sezioni e classi, e conseguente soppressione delle scuole speciali e
differenziali;
•
determinazione delle piante organiche dei magistrati addetti ai tribunali e
alle Procure per i minorenni, disposta con la legge 9 marzo 1971 n. 35, che
approvava con modifiche la proposta di legge n. 210 presentata alla Camera dei
deputati i! 16 luglio 1968 dai deputati Mussa Ivaldi Vercelli e Macchiavelli su
iniziativa dell'ANFAA e dell'ULCES;
•
denuncia penale del Presidente nazionale dell'ONMI (Opera nazionale per la
protezione della maternità e dell'infanzia) e di altre autorità poiché negli
istituti di assistenza all'infanzia, quasi sempre operanti senza essere in
possesso della preventiva autorizzazione a funzionare prevista dall'art. 50 del
r.d. 15 aprile 1926 n. 718, si verificavano con preoccupante frequenza
maltrattamenti in danno dei minori ricoverati. Inoltre la denuncia metteva in
risalto che spesso i titolari degli istituti non trasmettevano i prescritti
elenchi trimestrali al giudice tutelare, togliendo così ogni possibilità di
adozione ai bambini in situazione di abbandono; veniva inoltre segnalato che
i controlli sulle istituzioni assistenziali erano scarsi e inesistenti. I
processi celebrati a Torino, Roma, Venezia e in altre città, hanno fatto conoscere
all'opinione pubblica la drammatica situazione dei bambini e degli adolescenti
ricoverati in istituti pubblici e privati di assistenza;
•
promozione del servizio di affidamento familiare a scopo educativo, deliberato
dalla Provincia di Torino in data 17 maggio 1971;
•
opposizione alla creazione dell'istituto regionale (non costruito) per
handicappati fisici, psichici e sensoriali di Sarre (Aosta), con proposta di
servizi alternativi;
•
collaborazione alla realizzazione e stesura dell'accordo Provincia di Torino -
Sindacati in materia di servizi psichiatrici di territorio, accordo firmato il
13 luglio 1973;
•
i sostegno giuridico e legale alle famiglie costituitesi parte civile nei
processi penali contro i dirigenti dell'istituto dei Celestini di Prato e della
struttura di Maria Diletta Pagliuca con sede a Grottaferrata;
• partecipazione alla
stesura e raccolta delle firme della proposta di legge di iniziativa popolare
"Competenze regionali in materia di servizi e scioglimento degli enti
assistenziali". La proposta (firme raccolte oltre 100.000) è stata
presentata alla Camera dei deputati in data 8 marzo 1976;
• opposizione alla
costituzione a Orio Canavese, Torino, di un ospedale per bambini lungodegenti;
•
stesura della deliberazione, approvata dal Consiglio comunale di Torino il 14
settembre 1976, tuttora in vigore, che:
a)
definisce le priorità di intervento in campo assistenziale, privilegiando le
iniziative che eliminano o riducono le cause che provocano le richieste di assistenza;
b)
unifica le linee di intervento nei confronti dei minori, degli adulti, degli
anziani, degli handicappati, ponendosi in reale alternativa ai servizi
settoriali;
c) assegna al Comune gli
interventi di competenza delle Province;
d) riconosce il ruolo del
volontariato;
• azione per il superamento
degli istituti provinciali per l'assistenza alla maternità e all'infanzia;
•
richiesta alla Provincia di Torino di assumere 18 insufficienti mentali,
assunzione deliberata in data 15 marzo 1977;
•
iniziative per la chiusura da parte della Provincia di Torino dell'istituto
Mainero di Torino e la creazione, in alternativa, di comunità alloggio (4);
•
collaborazione alla stesura delle deliberazioni del Comune di Torino
riguardanti la determinazione dei criteri generali di erogazione
dell'assistenza economica e gli interventi a favore degli handicappati di età
superiore ai 15 anni (deliberazioni del Consiglio comunale del 21 giugno e del
12 settembre 1978);
•
iniziative per la chiusura dell'ospedale di Pra Catinat (località situata a 70
km da Torino; 1800 metri di altitudine, 294 posti letto, occupati una decina)
e per evitarne la destinazione a cronicario per anziani;
•
presentazione, avvenuta il 21 luglio 1979, al Consiglio regionale piemontese
della proposta di legge regionale di iniziativa popolare (firme raccolte oltre
13 mila) "Riorganizzazione dei servizi sanitari e assistenziali e
costituzione delle Unità locali di tutti i servizi";
•
promozione dell'istituzione da parte della Regione Piemonte dell'anagrafe dei
minori ricoverati in istituto al fine di conoscere l'andamento dei fenomeno;
•
campagna, tuttora in corso, per l'attuazione dei diritto alle cure sanitarie,
comprese quelle ospedaliere, nei confronti degli anziani e adulti cronici non
autosufficienti, nei casi in cui non sia possibile provvedere con interventi
domiciliari, in particolare mediante il servizio di ospedalizzazione a
domicilio;
•
richiesta, avanzata nel 1979, alle autorità competenti che nella valutazione
della situazione economica delle persone e dei nuclei familiari richiedenti
interventi assistenziali, si tenesse conto non solo dei redditi percepiti, ma
anche dei beni immobili e mobili posseduti;
•
partecipazione all'indagine conoscitiva su adozione e affidamento svolta dalla
Commissione giustizia del Senato;
•
denuncia delle insopportabili condizioni di vita dei ragazzi rinchiusi
nell'istituto di custodia preventiva "Ferrante Aporti" di Torino;
•
organizzazione del corteo di protesta dell'11 novembre 1978 nei confronti del
Comune di Torino, a seguito del quale il Consiglio comunale, in data 27 marzo
1979, ha deciso l'assunzione nei propri ruoli di 40 insufficienti mentali;
•
stesura della deliberazione sul servizio di aiuto domestico, approvata dal
Consiglio comunale di Torino il 14 marzo 1979;
•
richiesta, rivolta alle Amministrazioni comunale e provinciale di Torino, per
il riconoscimento di una commissione di controllo sui servizi (comunità alloggio,
centri diurni, strutture residenziali), composta da rappresentanti delle
associazioni dell'utenza. L'iniziativa è stata deliberata dalla Provincia di
Torino in data 5 ottobre 1979 e in seguito anche dal Comune di Torino. Le
visite di controllo possono essere svolte, ovviamente senza alcun preavviso, in
qualsiasi ora del giorno e della notte sia nei confronti dei servizi gestiti
direttamente dal Comune e dalla Provincia di Torino (tutti), sia nei riguardi
di quelli convenzionati (solo alcuni);
•
accordo con il Comune di Torino (delibera del 2 aprile 1980) in base al quale,
per la prima volta in Italia, è stato stabilito che la retta di ricovero in
istituti di assistenza di anziani cronici non autosufficienti a carico degli
interessati e dei familiari è di importo uguale alla retta degli
autosufficienti. La parte restante (due terzi circa) è a carico del comparto
sanitario. Questo accordo è stato stipulato ferma restando la richiesta del CSA
circa l'esclusiva competenza del settore sanitario nei confronti degli anziani
cronici non autosufficienti;
•
azione nei confronti della Regione Piemonte per l'estinzione delle IPAB. Finora
ne sono state soppresse oltre trecento, compresa una, l'istituto di riposo per
la vecchiaia di Torino, avente un patrimonio del valore attuale di circa 1.000
miliardi;
•
redazione della bozza del programma per la deistituzionalizzazione dei minori
di età inferiore ai sei anni e la creazione di interventi alternativi. II programma
è stato approvato dal Comune di Torino nel maggio 1981;
•
assegnazione da parte del Comune di Torino di alloggi dell'edilizia economica e
popolare ad handicappati, anziani e altri casi sociali. Gli alloggi assegnati
dal 1 ° gennaio 1982 al 31 dicembre 1996 sono stati 986;
•
appropriazione da parte del Comune di Torino di una delibera per l'adattamento
di appartamenti di proprietà del Comune stesso o dell'Istituto autonomo case
popolari al fine di renderli accessibili e rispondenti alle esigenze degli
handicappati e degli anziani. Un'altra delibera prevede l'erogazione di
contributi per l'adeguamento degli alloggi di proprietà privata;
•
istituzione del servizio taxi per le persone impossibilitate a usare i mezzi
pubblici. Sono concesse fino a 120 corse mensili al prezzo corrispondente
alle tariffe dei mezzi pubblici. Un servizio del Consorzio trasporti torinesi
effettua, mediante apposito pulmino, il trasporto delle persone che non sono
in grado di utilizzare né i mezzi pubblici, né il servizio taxi;
•
stesura del testo base e azione promozionale per l'emanazione della legge della
Regione Piemonte 23 agosto 1983 n. 20 "Indirizzi e normative per il
riordino dei servizi socio-assistenziali" che prevede, fra l'altro,
l'attribuzione della gestione di tutti i servizi assistenziali, a partire dal 1
° gennaio 1985 (termine poi prorogato al 31 ottobre 1987), agli stessi organi
preposti alla conduzione dei servizi sanitari. Negativamente sono state
valutate dal CSA le norme riguardanti le case protette, in quanto strutture
emarginanti;
•
varie iniziative dirette ad ottenere che la legge 4 maggio 1983 n. 184
"Disciplina dell'adozione e dell'affidamento dei minori" contenesse
norme rispondenti ai diritti ed alle esigenze dei minori italiani e stranieri;
•
denuncia penale, a seguito delle dimissioni selvagge del sig. A.N. di 94 anni
dall'ospedale Molinette di Torino. II tribunale ha emesso sentenza di condanna
nei confronti di due operatori responsabili (un'assistente sociale e un medico
ispettore), poi assolti con una sentenza fondata sul travisamento dei fatti;
•
azione di tutela dei diritti di S.B., una bambina che esponenti del Governo
italiano volevano rinviare in Uruguay in cambio dei diari del capo della loggia
P2;
•
studio, impostazione e promozione dei corsi prelavorativi per insufficienti
mentali deliberati dalla Regione Piemonte e istituiti dal Comune di Torino. AI
riguardo sono stati stabiliti i protocolli di intesa fra il Comune di Torino,
le Organizzazioni sindacali e il CSA;
•
pressione sull'USL Torino 1-23 per l'approvazione della delibera istitutiva
del servizio di ospedalizzazione a domicilio di persone altrimenti necessitanti
di ricovero ospedaliero. II servizio funziona ininterrottamente dalla fine del
1984, purtroppo solo su una determinata parte della città;
•
promozione della costituzione di associazioni di mutua difesa, con lo scopo di
assicurare ai propri associati (15-20 al massimo) la tutela dei diritti personali
e sociali nei casi in cui essi siano violati da enti pubblici e privati, sempre
che l'associato stesso non sia in grado, per motivi di salute o di altro genere,
di provvedervi di sua iniziativa;
•
campagna per l'approvazione della legge della Regione Piemonte 3 settembre 1984
n. 54 che prevede l'abolizione delle barriere architettoniche da tutti i nuovi
alloggi costruiti dagli Istituti autonomi delle case popolari e dai Comuni;
•
promozione della delibera, approvata dal Comune di Torino in data 25 giugno
1985, in cui sono stati sostanzialmente ridotti i contributi a carico degli
utenti e dei parenti tenuti agli alimenti nei casi di inserimento in comunità
alloggio e di ricovero in istituto;
•
sollecitazioni rivolte al Comune di Torino per l'istituzione del servizio di
consulenza educativa domiciliare, attivato a partire dal settembre 1984. II
servizio, gestito dall'Assessorato all'istruzione, interviene nei confronti
delle famiglie che hanno bambini handicappati, prioritariamente quelli aventi
meno di 3 anni;
•
promozione dell'intesa sull'inserimento scolastico degli handicappati firmata
il 16 luglio 1986 dal Provveditorato agli studi di Torino, dal Presidente
dell'USL Torino 1-23 e dall'Assessore all'istruzione del Comune di Torino;
•
iniziative varie dirette a bloccare I'iter parlamentare della proposta di
legge n. 3321 presentata alla Camera dei Deputati in data 4 dicembre 1985 dagli
on. Vincenzo Mancini, Bianchi, Garocchio, Pisicchio e Rossatini della DC; Lodi
Faustini e Pallanti del PCI; Ferrari Marte del PSI; Caria e Ghinami del PSDI;
Arisio del PRI; Mancuso della Sinistra indipendente e Benedikter del Partito
popolare sudtirolese, che prevedeva la esclusione dei partiti, dei sindacati
e delle organizzazioni senza fini di lucro dall'obbligo di assumere
handicappati;
•
promozione di una causa civile dinanzi alla Pretura di Torino di tre cittadini
handicappati contro il Ministero delle poste e delle telecomunicazioni per
ottenere l'abbattimento delle barriere architettoniche dell'Ufficio postale di
Torino, Via Sospello 123 bis. La causa ha avuto esito positivo;
•
emanazione di bandi da parte dell'Istituto autonomo per le case popolari per
l'assegnazione di alloggi dell'edilizia economica e popolare ad anziani e ad
handicappati;
•
attività, ancora in corso, rivolte alla non creazione e all'abbattimento delle
barriere architettoniche negli edifici pubblici o aperti alla cittadinanza,
nelle case private, nei mezzi di trasporto e nelle altre strutture;
•
presa di posizione contro la decisione del Consiglio nazionale della pubblica
istruzione che proponeva l'istituzione di scuole e centri riservati agli
handicappati intellettivi e psichici gravi;
•
campagna, non conclusa, per il rispetto delle leggi vigenti che non consentono
agli enti pubblici di pretendere contributi economici dai parenti di assistiti
maggiorenni;
•
azione, tuttora perseguita, per il rispetto del vincolo di destinazione al
settore assistenziale dei redditi e dei beni delle IPAB, comprese quelle
disciolte (i cui patrimoni sono stati trasferiti ai Comuni) o privatizzate;
•
difesa dei diritti sanciti dalla legge 184/1983 sull'adozione e l'affido, e
opposizione alle iniziative legislative rivolte a favorire il mercato dei
bambini italiani e stranieri;
•
iniziative dirette a dimostrare l'infondatezza delle affermazioni (non
suffragate da alcun elemento concreto) tendenti a sostenere l'esistenza di
numerose situazioni di abbandono di anziani malati da parte dei loro congiunti;
•
attività, ancora in svolgimento, per l'istituzione dei posti letto di
riabilitazione. Mentre la legge 595/1985 ne prevede 56 mila in Italia, ne sono
stati creati meno di un terzo;
•
campagna, tuttora in corso, diretta ad ottenere il riconoscimento della
competenza del Servizio sanitario nazionale (e non del settore dell'assistenza
sociale) in materia di malati di Alzheimer e delle persone colpite da altre
forme di demenza senile;
•
denunce, finora senza alcun seguito, contro il ritorno in servizio degli
aguzzini della casa di riposo di Mestre;
•
azione informativa sulle nefaste conseguenze umane e sociali derivanti
dall'accettazione passiva dei falsi riconoscimenti di bambini stranieri e del
loro illegale trasferimento in Italia;
•
interventi assunti per scongiurare l'approvazione del disegno di legge n. 666,
presentato al Senato dal Sen. Covello e altri parlamentari in data 21 novembre
1987 su sollecitazione dell'Unione italiana ciechi, allo scopo di creare
istituti speciali per i ciechi sotto forma di enti regionali di diritto
pubblico;
•
promozione dell'istituzione dell'UTIM, Unione per la tutela degli insufficienti
mentali, e dell'ASVAD, Associazione solidarietà e volontariato a domicilio;
•
stesura e raccolta delle firme per la presentazione, avvenuta il 21 luglio
1991, al Consiglio regionale piemontese della proposta di legge (mai discussa)
di iniziativa popolare "Riordino degli interventi sanitari a favore degli
anziani cronici non autosufficienti e realizzazione delle residenze sanitarie
assistenziali". Identiche proposte sono state presentate da altri gruppi
di base ai Consigli regionali dell'Emilia-Romagna (che l'ha respinta) e della
Lombardia (che non l'ha presa in considerazione);
•
varie iniziative rivolte al Comune di Torino per l'approvazione (avvenuta il 6
marzo 1990) di una delibera per la prosecuzione, in via eccezionale, degli
affidamenti familiari a scopo educativo dopo il 18° anno di età fino al
raggiungimento dell'autonomia e, comunque, non oltre il 21° anno;
•
denuncia alla magistratura delle pensioni-lager di Torino in cui erano
abusivamente ricoverati anziani cronici non autosufficienti;
•
attuazione in numerose città italiane di corsi di preparazione all'affidamento
familiare a scopo educativo di minori;
•
promozione dell'istituzione del Gruppo nazionale Alzheimer e collaborazione
alla stesura del documento base in cui si rivendica la piena competenza del
Servizio sanitario nazionale (e non dell'assistenza sociale) per la diagnosi e
la cura di pazienti colpiti da demenza senile;
• informazioni varie sugli
affari immobiliari del Cottolengo di Torino;
•
difesa di tre figli e di due nipoti accusati ingiustamente dalla Procura di
Venezia per non aver accettato le dimissioni della madre malata cronica e non
autosufficiente dall'ospedale Fatebenefratelli di Venezia. Il tribunale ha
pronunciato I'assoluzione piena in data 1 ° giugno 1993 "perché il fatto
non sussiste";
•
collaborazione alla stesura delle proposte di legge "Istituzione del
servizio di ospedalizzazione a domicilio" e "Incentivazione delle
iniziative socioassistenziali alternative al ricovero in istituto e delle
attività di aiuto domiciliare ai nuclei familiari e ai singoli",
presentate dal Gruppo PDS al Consiglio regionale piemontese rispettivamente il
17 gennaio 1991 e il 19 marzo dello stesso anno;
•
raccolta di firme in Valle d'Aosta per l'istituzione del servizio di
ospedalizzazione a domicilio. La petizione popolare è stata respinta dalla
maggioranza del Consiglio regionale;
•
denuncia delle iniziative dell'Italsanità rivolte alla creazione di ghetti (mai
realizzati) per anziani malati e per handicappati;
•
partecipazione alla redazione della proposta di legge "Corsi prelavorativi
per insufficienti mentali" presentata al Consiglio regionale piemontese il
5 giugno 1991 da consiglieri del PDS, Verdi, PSI e DP;
•
denuncia alle Procure del Piemonte degli istituti che ricoverano abusivamente
anziani malati e che non rispettano le norme sulla prevenzione ed estinzione
degli incendi;
•
consulenza fornita in merito ad una causa promossa contro il Comune di Torino.
II giudice conciliatore, con sentenza dell'11 novembre 1991, ha condannato il
Comune di Torino stabilendo che i parenti di anziani non autosufficienti
ricoverati in strutture di assistenza sociale nulla devono versare agli enti
pubblici;
•
ridefinizione del problema handicap distinguendo fra handicappati intellettivi
e malati psichiatrici e assumendo nuovi riferimenti in materia al fine della
promozione della massima autonomia possibile dei soggetti con minorazioni fisiche,
sensoriali e intellettive;
•
collaborazione alla stesura della proposta di legge "Intervento dello
Stato a sostegno delle attività delle Regioni e delle Province autonome per il
servizio di ospedalizzazione a domicilio degli anziani" presentata in data
18 maggio 1992 alla Camera dei deputati dall'On. Salerno;
•
partecipazione (anche economica) alla difesa del diritto della Sig.ra P.F. alle
cure sanitarie contestate dall'USL 28 di Bologna Nord. Con sentenza del 21
dicembre 1992 il Pretore di Bologna ha stabilito che è legittima la richiesta
dell'anziana malata cronica non autosufficiente «di poter continuare a beneficiare di adeguata assistenza sanitaria usufruendo
delle prestazioni gratuite del Servizio sanitario nazionale presso una
struttura ospedaliera e non di generica assistenza presso istituti di riposo o
strutture equivalenti»;
•
difesa del diritto alla frequenza della scuola media inferiore dell'alunno
C.F., colpito da "lieve immaturità, con conseguente ritardo dello sviluppo
psico-motorio e manifestazioni convulsive";
•
richiesta (accolta) al magistrato di condannare l'USSL Torino VI che aveva
sospeso il versamento del sussidio terapeutico alternativo al ricovero alla
Sig.ra V.P., malata psichiatrica;
•
denuncia dell'accordo clientelare sottoscritto dal Ministro Spaventa del
Governo Ciampi in data 21 giugno 1993 per concedere all'Unione italiana ciechi,
all'Ente nazionale sordomuti e all'Associazione nazionale mutilati e invalidi
civili l'istruzione in esclusiva delle pratiche relative alle pensioni e alle
altre indennità a favore degli handicappati;
•
partecipazione alla redazione della proposta di legge "Interventi
regionali a favore di persone disabili con grave insufficienza mentale;
servizi di aiuto alla persona. Rapporti con il volontariato di promozione
sociale" presentata al Consiglio regionale piemontese il 15 giugno 1993
da Rifondazione comunista e dai Verdi;
•
interventi diretti ad evitare la creazione a Monza da parte di Telefono azzurro
di una struttura di ricovero per bambini abusati provenienti da tutta Italia;
•
analisi della ricerca realizzata dal Movimento federativo democratico -
Tribunale per i diritti del malato per conto del Ministero della sanità per
l'importo di 2 miliardi e individuazione delle gravissime carenze ivi
contenute;
•
promozione di numerosi affidi e adozioni di minori grandicelli o con handicap
fisici e sensoriali, o sieropositivi o con altre gravi difficoltà;
•
iniziative per la creazione a Torino del primo centro sanitario diurno italiano
per i malati di Alzheimer;
• promozione delle seguenti
assunzioni di handicappati intellettivi:
1979-1984: Comune di Torino
80, Provincia di Torino 4, Aziende municipalizzate 5;
1985-1991: Usi torinesi 60,
Aziende torinesi (tramite i corsi prelavorativi) 7, Comune di Torino 5;
1992-1997: Cantieri di lavoro 30, Cooperative sociali 70, Aziende
municipalizzate 5, Comune di Torino 20, Unione industriale - Associazione
piccole industrie: impegno per l'assunzione in 3 anni di 30 handicappati
intellettivi che hanno frequentato corsi prelavorativi di formazione
professionale.
È
stata, inoltre, ottenuta l'assunzione di handicappati fisici con limitata
autonomia nelle seguenti misure:
1979-1984: Comune di Torino
10, Provincia di Torino 4, Aziende municipalizzate 5;
1985-1991: Comune di Torino
100, con le assunzioni nell'ambito della legge 482/68;
1992-1997: Progetto Unione
Europea 10;
•attività
di vario genere dirette ad eliminare la piaga dei falsi handicappati e ad
introdurre modifiche sostanziali dei criteri di funzionamento delle
commissioni preposte all'accertamento dell'invalidità;
•
raccolta delle firme necessarie per la presentazione al Consiglio comunale di
Torino della proposta di deliberazione (in parte accolta) "Programma di
provvedimenti urgenti per gli anziani e adulti cronici non autosufficienti, per
gli handicappati e per altre iniziative riguardanti le attività assistenziali e
sanitarie";
•
avvio degli interventi occorrenti per ottenere la gratuità della procedura
relativa all'interdizione e all'inabilitazione;
•
segnalazione dei gravi soprusi messi in atto a Ravenna per negare il diritto di
un'anziana cronica non autosufficiente alle cure sanitarie;
•
appoggio ai due congiunti di anziani malati cronici non autosufficienti ai
quali il Comune di Torino ha disposto l'invio della cartella esattoriale,
iniziativa finalizzata a intimorire i parenti di ricoverati e a demolire
l'azione condotta dal CSA sul diritto alle cure sanitarie delle persone colpite
da malattie inguaribili e invalidanti. II giudice, dopo aver respinto le
argomentazioni difensive del Comune di Torino, ha disposto la sospensione
cautelare dell'esecutività delle cartelle esattoriali;
•
presa di posizione contro la Fondazione italiana per il volontariato che,
invece di sostenere il riconoscimento del diritto degli handicappati
all'inserimento nelle normali aziende pubbliche e private, vorrebbe che
l'unica loro collocazione lavorativa avvenisse nelle cooperative sociali, anche
per coloro che sono in grado di garantire un rendimento pieno, uguale a quello
di tutti gli altri lavoratori;
•
iniziative varie contro le residenze sanitarie assistenziali ghetto, destinate
cioè a ricoverare giovani, adulti e anziani cronici non autosufficienti,
malati psichiatrici e dementi senili, handicappati fisici, intellettivi e
sensoriali;
• promozione del
Coordinamento nazionale del volontariato dei diritti;
•
stipula dell'intesa con l'Ordine dei medici di Torino e Provincia sul diritto
alle cure sanitarie degli anziani cronici non autosufficienti;
•
denuncia della gestione illegale dei redditi pensionistici dei ricoverati in
strutture psichiatriche. Ad esempio, l'USL di Como ha trattenuto illegalmente
oltre 35 miliardi ai pazienti del locale ospedale;
•
raccolta di dati attestanti che molto scarse sono le segnalazioni di Telefono
azzurro ai servizi pubblici;
•
azione contro la Provincia di Torino, diverse USL e alcuni Consorzi di Comuni
avverso la richiesta di contributi ai parenti di handicappati ricoverati in
strutture residenziali e di quelli frequentanti i centri diurni. L'iniziativa
ha avuto ovunque esito positivo;
•
promozione della delibera assunta dal Comune di Torino in cui è prevista la
possibilità di donazione di uno o più alloggi da destinare in futuro a comunità
alloggio per handicappati;
•
presa di posizione contro la costruzione all'estero di istituti di ricovero
per minori con le relative proposte alternative e contro una raccolta di fondi
promossa dal SERMIG di Torino;
•
predisposizione di una proposta per la modifica della legge 104/1992 per quanto
concerne la creazione obbligatoria di centri diurni e di comunità alloggio;
• varie valutazioni critiche
e proposte per la legge quadro di riforma dell'assistenza;
•
denuncia delle torture subite da tre handicappati presso l'istituto OSMAIRM di
Laterza (Taranto) a cui sono state strappate tutte le unghie delle mani e dei
piedi;
•
avvio di una causa, sottoscritta da tre aderenti del CSA, contro la Provincia
di Torino che ha trattenuto illegalmente 15-20 miliardi all'anno, somma che
doveva essere assegnata ai Comuni a seguito del trasferimento agli stessi,
previsto dalla legge 142/1990, delle funzioni relative all'assistenza degli
handicappati intellettivi;
•
creazione della Scuola dei diritti "Daniela Sessano", che ha lo scopo
di fornire un'adeguata preparazione alle persone interessate (volontari, membri
di altre associazioni, assistiti e loro familiari) in modo che essi siano in
grado di fornire risposte corrette per quanto riguarda:
a)
i diritti e le modalità per conseguirli; -
b) le norme vigenti che
regolano i rapporti dei cittadini con la pubblica amministrazione;
c) le possibilità di ricorso
alla magistratura civile, penale e amministrativa;
d) i rapporti con le
istituzioni private;
e)
la conoscenza dei principi fondamentali della legislazione esistente in materia
di adozione, affidamento familiare a scopo educativo, handicap, sanità e
assistenza;
•
pubblicazione della rivista trimestrale "Prospettive assistenziali",
che esce ininterrottamente dal 1968, e dal 1976, del notiziario
"Controcittà";
•
predisposizione delle collane editoriali:
-
"Quaderni di Prospettive assistenziali" stampata dalla Nuova Guaraldi
(4 titoli usciti nel 1982-83);
-
"Quaderni di promozione sociale" pubblicata da Rosenberg &
Sellier (18 titoli dal 1984 al 1993);
-
"Persona e società: i diritti da conquistare" edita dall'UTET
Libreria (7 titoli dal 1994 - Altri volumi sono stati programmati);
• collaborazione alla
stesura dei seguenti documenti del Gruppo "Handicappati e società":
- Quali valori, quali
diritti, quali doveri (1989); - Quali strategie per il lavoro (1991);
- I diritti irrinunciabili e
le condizioni per renderli esigibili (1992);
- Proposte per la riforma
del collocamento al lavoro (1993);
- Documento preparatorio al
convegno "II posto di lavoro: un diritto, un dovere" (1993);
- Linee guida per il nuovo
Parlamento (1994); - Quali rimedi contro i falsi invalidi (1994);
-
Almeno sette posti di lavoro per le persone handicappate ogni cento lavoratori
assunti: si deve, si può. Spunti per costruire una piattaforma operativa
(1995);
-
Principi e proposte da cui ripartire con le istituzioni - Oltre la legge-quadro
per la riforma del collocamento obbligatorio (1995).
I documenti sono stati
pubblicati su Prospettive assistenziali, numeri 88, 93, 98, 100, 106, 107,
109 e 112;
• organizzazione di numerosi convegni su adozione,
affido, riforma dell'assistenza, handicap, anziani cronici non autosufficienti,
di cui alcuni a livello internazionale.
(1) Cfr. B.
Guidetti Serra e F. Santanera, Il paese
dei celestini - Istituti di assistenza sotto processo, Einaudi, Torino,
1973.
(2) II progetto di Convenzione europea in materia di
adozione di minori è stato firmato il 24 aprile 1967 da Danimarca, Francia,
Germania occidentale, Inghilterra, Italia, Lussemburgo, Malta, Norvegia e
Svezia. La Convenzione è stata ratificata dal Governo italiano come stabilito
dalla legge 22 maggio 1974, n. 357.
(3) La nota del Comitato di intesa è stata appoggiata dalf
ANFAA che - tra l'altro - ha scritto a tutti i Vescovi ed ha incontrato varie
personalità (Card. Lercaro, Mons. Fiordelli, ecc.).
(4) L'istituto Mainero era stato predisposto nel 1972 dalla
Provincia di Torino con una spesa di oltre un miliardo per trasferirvi gli
insufficienti mentali da Villa Azzurra, reparto del manicomio di Grugliasco
(Torino). In quel periodo l'Amministrazione provinciale di Torino aveva
rifiutato di costruire le comunità alloggio richieste dal Csa e da altri
movimenti di base.
www.fondazionepromozionesociale.it