Libri
PIERO
PAJARDI - ADELE QUARONI, Famiglia,
adozioni e minori nella giurisprudenza, Giuffrè Editore, Milano, 1995, pp.
625, L. 75.000
II desiderio di ovviare agli inconvenienti, sempre
più sentiti, di una preparazione eccessivamente, se non esclusivamente teorica,
da parte dei giovani che frequentano i corsi universitari della Facoltà di
giurisprudenza, ha suggerito la pubblicazione di una raccolta di decisioni
giurisprudenziali - prevalentemente della Corte di Cassazione -, che può in
certa guisa servire da libro di esercitazione e di lettura accanto ed a
completamento dei corsi teorici.
II volume è utile specialmente in quei campi nei
quali l'apporto e l'elaborazione casistica della giurisprudenza è
particolarmente importante. Non si tratta quindi solo di una antologia di
sentenze, ma di una esposizione sistematica nella quale il testo della sentenza
(o di parte della sentenza) riferentesi alle varie questioni è disposto in
ordine sistematico, con un collegamento di carattere teorico illustrativo, con
riferimenti di dottrina e di giurisprudenza, analogamente a quanto si fa di
solito nelle note critiche pubblicate nelle riviste di giurisprudenza.
Nel volume sono trattati i seguenti temi: la filiazione
legittima, la filiazione naturale e la legittimazione, l'affidamento e
l'adozione, la potestà dei genitori.
MASSIMO
MENGANI, II servizio di assistenza
domiciliare, II Lavoro Editoriale, Ancona, 1995, pp. 142, L. 15.000
In Italia il rapporto tra il numero dei cittadini di
età superiore ai 65 anni ricoverati in istituti di assistenza e la popolazione
totale della stessa età è del 2%, mentre è dell'8,6% in Irlanda, del 7,8% in
Olanda, del 5,9% in Germania, del 5% in Danimarca e Gran Bretagna e del 2,5% in
Spagna.
Vi sono, dunque, nel nostro paese le condizioni per
uno sviluppo dell'assistenza domiciliare mentre attualmente è purtroppo «rivolta ad una percentuale molto bassa
della popolazione anziana: 0,4-0,6%».
Ne risulta che molto spesso la famiglia italiana deve
farsi carico di prestazioni che dovrebbero competere ai servizi.
Secondo i dati riferiti da M. Mengani «sono il 17% del totale le famiglie italiane
toccate dalla presenza di un invalido, un
handicappato grave, un anziano non autosufficiente da accudire. Nel 74% dei
casi la cura è affidata esclusivamente alla famiglia, nel 16% dei casi alla
famiglia col supporto di operatori e solo nel 10% dei casi alle istituzioni».
Pertanto «si
può capire come la famiglia si senta "abbandonata
dai servizi", non essendo
le politiche calibrate sui nuovi bisogni
e sulle situazioni di crisi, ma piuttosto concepiti per interventi settoriali».
MAURIZIO AMBROSINI (a cura
di), Anziani e povertà a Milano,
Vita e pensiero, Milano, 1995, pp. 228, L. 25.000
II volume presenta una ricerca svolta, su incarico
della Fondazione Moneta, da un'équipe costituita presso il Centro sociale
Ambrosiano.
II tema della povertà è stato analizzato secondo
quattro dimensioni: la povertà economica in senso stretto; la povertà
determinata da carenze di servizi o da difficoltà di accesso; la povertà
relazionale derivante dalla solitudine e dalla mancanza di rapporti umani
significativi; la povertà legata alla malattia e alla perdita della
autosufficienza.
I risultati del lavoro pongono in evidenza innanzitutto
la sovrapposizione delle diverse dimensioni della povertà, per cui chi è
povero, rischia più degli altri di essere anche solo, malato, non curato e assistito
in modo adeguato.
Molto deludente la trattazione della non autosufficienza,
poiché sono sostanzialmente ignorate le gravissime e molteplici violazioni del
diritto alle cure sanitarie subite dagli anziani malati cronici milanesi, anche
da parte - purtroppo - di nosocomi e altre strutture che dicono di essere di
ispirazione cattolica, violazioni che lo stesso Cardinale Martini ha individuato
soprattutto nelle "dimissioni selvagge" praticate da molti ospedali
e nell'eutanasia da abbandono.
VALERIO
DIMONTE, Da servente a infermiere - Una storia dell'assistenza infermieristica in
Italia, CESPI Editore (Via XX Settembre 76, Torino), 1995, pp. 266, L.
30.000
Negli ultimi anni si sono sviluppati interessanti
filoni di ricerca sul fondamentale rapporto salutesocietà, sull'evoluzione
della medicina e delle figure sanitarie. Quasi assenti, tuttavia, le analisi
relative alla questione infermieristica, tema in genere trattato
collateralmente alla storia dei medici.
A questa carenza sopperisce il volume di V. Dimonte
che dà ampio spazio alle tematiche evidenziate nei primi venticinque anni di
questo secolo.
II libro è diviso in tre parti. Nella prima si
ripercorre lo sviluppo dei nosocomi fino alla fine dell'Ottocento, quando con
la legge sulle IPAB del 1890 vengono create le premesse per il cambiamento
degli scopi e dell'organizzazione ospedaliera.
La seconda parte del libro, dall'inizio dei Novecento
alla vigilia della prima guerra mondiale, definisce la questione
infermieristica, ricostruendo le posizioni dei diversi soggetti interessati.
La terza parte analizza il periodo che segue la prima
guerra mondiale fino alla istituzione, per legge, avvenuta nel 1925, delle
scuole professionali per infermiere.
Del CESPI, Centro studi delle professioni infermieristiche,
segnaliamo, inoltre, il volume "Infermieristica e salute per tutti -
Documenti fondamentali" pubblicato nel 1993.
www.fondazionepromozionesociale.it