Prospettive assistenziali, n. 120, ottobre-dicembre 1997

 

 

Libri

 

 

 

PIERO PAJARDI - ADELE QUARONI, Famiglia, adozioni e minori nella giurisprudenza, Giuffrè Editore, Milano, 1995, pp. 625, L. 75.000

 

II desiderio di ovviare agli inconvenienti, sempre più sentiti, di una preparazione eccessivamente, se non esclusivamente teorica, da parte dei giovani che frequentano i corsi universitari della Facoltà di giuri­sprudenza, ha suggerito la pubblicazione di una rac­colta di decisioni giurisprudenziali - prevalentemen­te della Corte di Cassazione -, che può in certa guisa servire da libro di esercitazione e di lettura accanto ed a completamento dei corsi teorici.

II volume è utile specialmente in quei campi nei quali l'apporto e l'elaborazione casistica della giuri­sprudenza è particolarmente importante. Non si trat­ta quindi solo di una antologia di sentenze, ma di una esposizione sistematica nella quale il testo della sen­tenza (o di parte della sentenza) riferentesi alle varie questioni è disposto in ordine sistematico, con un collegamento di carattere teorico illustrativo, con riferimenti di dottrina e di giurisprudenza, analoga­mente a quanto si fa di solito nelle note critiche pub­blicate nelle riviste di giurisprudenza.

Nel volume sono trattati i seguenti temi: la filiazio­ne legittima, la filiazione naturale e la legittimazione, l'affidamento e l'adozione, la potestà dei genitori.

 

 

MASSIMO MENGANI, II servizio di assistenza domiciliare, II Lavoro Editoriale, Ancona, 1995, pp. 142, L. 15.000

 

In Italia il rapporto tra il numero dei cittadini di età superiore ai 65 anni ricoverati in istituti di assistenza e la popolazione totale della stessa età è del 2%, mentre è dell'8,6% in Irlanda, del 7,8% in Olanda, del 5,9% in Germania, del 5% in Danimarca e Gran Bretagna e del 2,5% in Spagna.

Vi sono, dunque, nel nostro paese le condizioni per uno sviluppo dell'assistenza domiciliare mentre attualmente è purtroppo «rivolta ad una percentuale molto bassa della popolazione anziana: 0,4-0,6%».

Ne risulta che molto spesso la famiglia italiana deve farsi carico di prestazioni che dovrebbero com­petere ai servizi.

Secondo i dati riferiti da M. Mengani «sono il 17% del totale le famiglie italiane toccate dalla presenza di un invalido, un handicappato grave, un anziano non autosufficiente da accudire. Nel 74% dei casi la cura è affidata esclusivamente alla famiglia, nel 16% dei casi alla famiglia col supporto di operatori e solo nel 10% dei casi alle istituzioni».

Pertanto «si può capire come la famiglia si senta "abbandonata dai servizi", non essendo le politiche calibrate sui nuovi bisogni e sulle situazioni di crisi, ma piuttosto concepiti per interventi settoriali».

 

 

MAURIZIO AMBROSINI (a cura di), Anziani e povertà a Milano, Vita e pensiero, Milano, 1995, pp. 228, L. 25.000

 

II volume presenta una ricerca svolta, su incarico della Fondazione Moneta, da un'équipe costituita presso il Centro sociale Ambrosiano.

II tema della povertà è stato analizzato secondo quattro dimensioni: la povertà economica in senso stretto; la povertà determinata da carenze di servizi o da difficoltà di accesso; la povertà relazionale deri­vante dalla solitudine e dalla mancanza di rapporti umani significativi; la povertà legata alla malattia e alla perdita della autosufficienza.

I risultati del lavoro pongono in evidenza innanzi­tutto la sovrapposizione delle diverse dimensioni della povertà, per cui chi è povero, rischia più degli altri di essere anche solo, malato, non curato e assi­stito in modo adeguato.

Molto deludente la trattazione della non autosuffi­cienza, poiché sono sostanzialmente ignorate le gra­vissime e molteplici violazioni del diritto alle cure sanitarie subite dagli anziani malati cronici milanesi, anche da parte - purtroppo - di nosocomi e altre strutture che dicono di essere di ispirazione cattolica, violazioni che lo stesso Cardinale Martini ha indivi­duato soprattutto nelle "dimissioni selvagge" pratica­te da molti ospedali e nell'eutanasia da abbandono.

 

 

VALERIO DIMONTE, Da servente a infermiere - Una storia dell'assistenza infermieristica in Italia, CESPI Editore (Via XX Settembre 76, Torino), 1995, pp. 266, L. 30.000

 

Negli ultimi anni si sono sviluppati interessanti filo­ni di ricerca sul fondamentale rapporto salute­società, sull'evoluzione della medicina e delle figure sanitarie. Quasi assenti, tuttavia, le analisi relative alla questione infermieristica, tema in genere trattato collateralmente alla storia dei medici.

A questa carenza sopperisce il volume di V. Dimonte che dà ampio spazio alle tematiche eviden­ziate nei primi venticinque anni di questo secolo.

II libro è diviso in tre parti. Nella prima si ripercorre lo sviluppo dei nosocomi fino alla fine dell'Ottocento, quando con la legge sulle IPAB del 1890 vengono create le premesse per il cambiamento degli scopi e dell'organizzazione ospedaliera.

La seconda parte del libro, dall'inizio dei Novecento alla vigilia della prima guerra mondiale, definisce la questione infermieristica, ricostruendo le posizioni dei diversi soggetti interessati.

La terza parte analizza il periodo che segue la prima guerra mondiale fino alla istituzione, per legge, avvenuta nel 1925, delle scuole professionali per infermiere.

Del CESPI, Centro studi delle professioni infermie­ristiche, segnaliamo, inoltre, il volume "Infermieristica e salute per tutti - Documenti fondamentali" pubbli­cato nel 1993.

 

 

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