Prospettive assistenziali, n. 121, gennaio-marzo 1998

 

 

Libri

 

 

ANDREA CANEVARO, EMANUELA COCEVER, PETRA WEIS, Le ragioni dell’integrazione - Inserimento scolastico di alunni con handicap. Una ricerca in tre aree dell’Unione Europea, UTET Libreria, Torino, 1996, pag. 213, L. 30.000

Il testo presenta una ricerca sulla realtà dell’integrazione scolastica degli alunni in situazione di handicap in alcune regioni dei paesi europei: l’Emilia Romagna per l’Italia; il Rodano per la Francia; l’Essen per la Germania.

I casi presi in esame sono quelli di bambini e bambine cerebrolesi o con sindrome down in situazioni legislative e in contesti molto diversi.

Le differenze nei vari sistemi di educazione e di istruzione, infatti, sono ancora molte.

Lo evidenziano bene le monografie che descrivono, attraverso le testimonianze dei genitori e degli insegnanti, i primi tentativi di integrazione realizzate nella scuola normale in Francia e in Germania.

Si tratta, però, ancora di progetti sperimentali e non di un diritto esigibile. Infatti, una delle famiglie francesi decide di scegliere la scuola speciale per la figlia, non avendo avuto nella scuola normale di tutti il necessario sostegno.

Per i genitori dell’Essen che, invece, avevano optato per l’inserimento del figlio nella classe normale, dopo l’esperienza nella scuola speciale, non c’è certezza di continuità, anche se ne sono entusiasti e convinti.

Non ci resta che auspicare che la costruzione dell’Unione europea, per la parte inerente l’handicap, si ispiri al testo della “Dichiarazione di Salamanca”, riportata nel libro, che al punto 3 sollecita i governi dell’Unione ad «adottare, come legge o politica, il principio dell’educazione integrata (...) e a mettere a punto progetti pilota favorendo gli scambi con i paesi in cui esiste già l’integrazione».

 

 

AA.VV., Voci di solidarietà, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1997, pag. 64, L. 20.000

Nel volume, illustrato da Gino Balzola, sono riportati testi o frasi di personaggi illustri: Norberto Bobbio, Oscar Arnulfo Romeno, Rigoberta Menchù, Jean-Paul Sartre, ecc.

Di Mons. Romero è la seguente citazione: «Se vogliamo che la violenza abbia termine e che abbiano fine tutte le pesanti sofferenze, bisogna andare alla radice. E la radice sta qui: nell’ingiustizia sociale».

Di una canzone popolare spagnola è questa affermazione: «Per diventare invisibile non c’è mezzo più sicuro che farsi povero».

Estremamente stimolante l’introduzione di Giancarlo Caselli: «La direzione della solidarietà è la giustizia. Vuol dire individuare (rileggere?) i bisogni delle persone in termini di diritti. Per costruire percorsi di uguaglianza capaci di farsi carico anche delle diversità qualitative tra gli individui. In questo senso giustizia e solidarietà sono fra loro in continuità, inestricabilmente intrecciate. Sono due facce della stessa medaglia. Senza giustizia la solidarietà diventa beneficenza che offre aiuto (anche positivamente, si badi!) a chi è nel bisogno, ma senza neppure interrogarsi sulle cause che generano squilibri, svantaggi e povertà. Senza solidarietà la giustizia smarrisce – per così dire – la direzione del suo procedere. Cerca di garantire un’equità teorica tra i diversi cittadini, ma non favorisce anche quella reciprocità responsabile che dovrebbe sussistere fra tutti. Quando invece la solidarietà assume come direzione la giustizia (a ciascuno il suo...) diventa chiaro che mai – per nessun motivo – l’altro potrà essere piegato, plasmato o strumentalizzato. Significa partire, in qualsiasi relazione e nel rapporto con qualsiasi istituzione, dall’imprescindibile centralità della persona e dei suoi diritti. Così, il binomio “giustizia e solidarietà” si trasforma nell’affermazione che “giustizia è solidarietà”: nel senso che restituisce a ogni cittadino quella dignità e possibilità di vita che non solo prevengono l’illegalità, ma sono anche base fondamentale per costruire democrazia e sviluppo nel senso effettivo dei termini».

 

 

ROSANGELA PERCOCO, Nato da un aquilone bianco, Salani Editore, Firenze, 1995, pag. 142, L. 20.000

«Sei nato la prima volta il primo novembre 1986, un giorno che io non pensavo a te. Stavo festeggiando la festa di Ognissanti, l’onomastico di tutti, senza sapere che di lì a pochi mesi sarebbe diventato il giorno del tuo compleanno. La seconda volta che sei nato era il 19 dicembre, ma anche quel giorno non ho fatto in tempo a pensare a te, perché sei entrato all’improvviso, partendo dall’ospedale per arrivare direttamente a casa, senza passare dalla mia pancia. Quando un bambino ti cresce dentro, hai tutto il tempo di inventargli una vita; quando arriva già nato, devi inventarti la tua.

«Ti sei presentato con il tuo nome, i tuoi capelli, i tuoi occhi, il tuo naso, non con gli occhi di papà, il naso della nonna e i capelli della mamma».

L’Autrice, già insegnante di scuola elementare e attualmente collaboratrice come redattore presso riviste e autrice di testi per diverse case editrici, racconta la storia sua, di suo marito, della figlia biologica e del fratello adottivo.

«Devi capire, mica si nasce madri, padri o nonni adottivi. Per diventarlo ci vuole tempo».

I diritti d’autore sono devoluti a Emergency, l’associazione che si occupa delle vittime civili delle guerre, fornendo cure ai feriti, organizzando ospedali e centri di riabilitazione, e addestrando personale locale in modo che sia in grado di far fronte anche alle emergenze.

 

 

 

CENSIS, Home care per anziani - La mappa dell’offerta, Franco Angeli, Milano, 1996, pp. 347, senza indicazione di prezzo

Quando si parla di anziani, scrive giustamente nell’introduzione Carla Colliceli, vice-direttore del CENSIS, si tende «a sottolineare prevalentemente o esclusivamente gli aspetti di esclusione, di drammaticità, di povertà (...). Non si ricorda che una parte di questa popolazione partecipa, sempre più intensamente, anche togliendo spazio alle altre generazioni, alla vita sociale collettiva».

Per quanto riguarda gli anziani malati, la ricerca realizzata per conto della Pfizer italiana, ha effettuato una ricognizione dei servizi extraospedalieri per anziani istituiti nel nostro paese, indicando la situazione esistente, i punti avanzati ed i nodi problematici.

I dati raccolti riguardano i riferimenti normativi, il quadro demografico, l’ospedalizzazione a domicilio, l’assistenza domiciliare integrata, i centri diurni di riabilitazione, i servizi di telesoccorso e di teleassistenza, i centri unificati di prenotazione e le unità di valutazione geriatrica.

 

 

 

CORRADO BONIFAZI - ADELE MENNITI - ROSSELLA PALOMBA (a cura di), Bambini, anziani e immigrati - Le opinioni degli italiani in un’indagine dell’Istituto di ricerche sulla popolazione, La Nuova Italia Editrice, Scandicci (Firenze), 1996, pp. 265, L. 27.500

Questo volume raccoglie i principali risultati della terza inchiesta condotta dall’IRP (Istituto di Ricerche sulla Popolazione), relativa alle opinioni e atteggiamenti degli italiani verso le recenti tendenze demografiche in atto nel paese. Il forte calo della natalità, la ridotta nuzialità, il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento degli immigrati dal Terzo Mondo stanno completamente trasformando il contesto demografico italiano e le sue prospettive.

L’istituto di Ricerche sulla Popolazione sonda periodicamente l’opinione pubblica italiana per mantenere un monitoraggio continuo delle opinioni della popolazione sulle tendenze demografiche allo scopo di riuscire a disegnare uno scenario attendibile della società italiana.

La ricerca pubblicata in questo volume, che fa seguito alle inchieste del 1983-84 e del 1987-88, fa parte di un complesso di inchieste condotte con lo stesso questionario all’inizio degli anni ’90 in diversi paesi europei: Austria, Belgio, Cecoslovacchia, Germania, Olanda, Ungheria, Spagna e Svizzera.

ROBERTO TATARELLA (a cura di), Il paziente anziano - Dalla valutazione del disagio psichico all’intervento terapeutico, Franco Angeli, Milano, 1996, pp. 135, L. 28.000

Il volume propone una serie di contributi originati dall’esperienza clinico-psichiatrica con pazienti anziani. Vengono sviluppati aspetti sia teorici che pratici dell’agire diagnostico e terapeutico.

Partendo dal giusto riconoscimento che la vecchiaia è una normale anche se specifica età della vita, il libro si pone come un originale strumento di riflessione e di formazione per incontrare il paziente anziano ed offre una serie di elementi fondanti e di proposte in ordine:

– al mondo della vecchiaia e alle misure preventive da predisporre;

– alla delimitazione, distinzione e valutazione del disagio e della sofferenza psicopatologica, in particolare di quella depressiva;

– alla specificità del rapporto medico-paziente anziano;

– alle varie articolazioni degli interventi terapeutici.

 

 

 

DANTE GHEZZI, FRANCESCO VADILONGA (a cura di), La tutela del minore - Protezione dei bambini e funzione genitoriale, Raffaello Cortina Editore, Milano, 1996, pp. 415, L. 43.000

Il volume nasce dalla riflessione di un gruppo formato da terapeuti e da operatori psicosociali che lavorano nel campo minorile. È frutto, inoltre, della discussione sui temi della difesa del minore visto insieme come soggetto autonomo di diritti (che a nostro avviso sono prioritari e prevalenti rispetto agli interessi dei genitori) e come figlio, e cioè come persona particolarmente debole a cui deve essere rivolta una particolare protezione, ma anche come individuo legato alla propria famiglia (genitori, fratelli e sorelle, nonni, zii, ecc.).

Discutibile, nei casi gravi, l’affermazione degli Autori secondo cui il minore «essendo egli figlio, proprio quelli che lo danneggiano, pienamente consapevoli o meno, sono al contempo la sua fondamentale risorsa. Tutelare un minore è allora anche aiutare la sua famiglia a cambiare».

Al riguardo ci sembra equilibrata la posizione del magistrato Ada Rizzi che sostiene: «Non sarà certamente il caso che intervengano provvedimenti del giudice quando il problema del nucleo familiare potrà essere risolto con un aiuto puramente assistenziale», ma nelle situazioni di grave pregiudizio del minore (ad esempio quando i genitori commettono atti penalmente perseguibili) giustamente «la legge prevede la possibilità di rescindere definitivamente i legami con la famiglia d’origine e di inserire definitivamente il minore in un’altra famiglia».

 

 

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