Libri
ANDREA
CANEVARO, EMANUELA COCEVER, PETRA WEIS, Le
ragioni dell’integrazione - Inserimento scolastico di alunni con handicap. Una
ricerca in tre aree dell’Unione Europea, UTET Libreria, Torino, 1996, pag.
213, L. 30.000
Il testo
presenta una ricerca sulla realtà dell’integrazione scolastica degli alunni in
situazione di handicap in alcune regioni dei paesi europei: l’Emilia Romagna
per l’Italia; il Rodano per la Francia; l’Essen per la Germania.
I casi presi
in esame sono quelli di bambini e bambine cerebrolesi o con sindrome down in
situazioni legislative e in contesti molto diversi.
Le
differenze nei vari sistemi di educazione e di istruzione, infatti, sono ancora
molte.
Lo
evidenziano bene le monografie che descrivono, attraverso le testimonianze dei
genitori e degli insegnanti, i primi tentativi di integrazione realizzate nella
scuola normale in Francia e in Germania.
Si tratta,
però, ancora di progetti sperimentali e non di un diritto esigibile. Infatti,
una delle famiglie francesi decide di scegliere la scuola speciale per la
figlia, non avendo avuto nella scuola normale di tutti il necessario sostegno.
Per i
genitori dell’Essen che, invece, avevano optato per l’inserimento del figlio
nella classe normale, dopo l’esperienza nella scuola speciale, non c’è certezza
di continuità, anche se ne sono entusiasti e convinti.
Non ci resta
che auspicare che la costruzione dell’Unione europea, per la parte inerente
l’handicap, si ispiri al testo della “Dichiarazione di Salamanca”, riportata
nel libro, che al punto 3 sollecita i governi dell’Unione ad «adottare, come legge o politica, il
principio dell’educazione integrata (...) e a mettere a punto progetti pilota favorendo gli scambi con i paesi in
cui esiste già l’integrazione».
AA.VV., Voci di solidarietà, Edizioni Gruppo
Abele, Torino, 1997, pag. 64, L. 20.000
Nel volume,
illustrato da Gino Balzola, sono riportati testi o frasi di personaggi
illustri: Norberto Bobbio, Oscar Arnulfo Romeno, Rigoberta Menchù, Jean-Paul
Sartre, ecc.
Di Mons.
Romero è la seguente citazione: «Se
vogliamo che la violenza abbia termine e che abbiano fine tutte le pesanti
sofferenze, bisogna andare alla radice. E la radice sta qui: nell’ingiustizia
sociale».
Di una
canzone popolare spagnola è questa affermazione: «Per diventare invisibile non c’è mezzo più sicuro che farsi povero».
Estremamente
stimolante l’introduzione di Giancarlo Caselli: «La direzione della solidarietà è la giustizia. Vuol dire individuare
(rileggere?) i bisogni delle persone in termini di diritti. Per costruire
percorsi di uguaglianza capaci di farsi carico anche delle diversità
qualitative tra gli individui. In questo senso giustizia e solidarietà sono fra
loro in continuità, inestricabilmente intrecciate. Sono due facce della stessa
medaglia. Senza giustizia la solidarietà diventa beneficenza che offre aiuto
(anche positivamente, si badi!) a chi è nel bisogno, ma senza neppure
interrogarsi sulle cause che generano squilibri, svantaggi e povertà. Senza
solidarietà la giustizia smarrisce – per così dire – la direzione del suo
procedere. Cerca di garantire un’equità teorica tra i diversi cittadini, ma non
favorisce anche quella reciprocità responsabile che dovrebbe sussistere fra
tutti. Quando invece la solidarietà assume come direzione la giustizia (a
ciascuno il suo...) diventa chiaro che mai – per nessun motivo – l’altro potrà
essere piegato, plasmato o strumentalizzato. Significa partire, in qualsiasi
relazione e nel rapporto con qualsiasi istituzione, dall’imprescindibile
centralità della persona e dei suoi diritti. Così, il binomio “giustizia e
solidarietà” si trasforma nell’affermazione che “giustizia è solidarietà”: nel
senso che restituisce a ogni cittadino quella dignità e possibilità di vita che
non solo prevengono l’illegalità, ma sono anche base fondamentale per costruire
democrazia e sviluppo nel senso effettivo dei termini».
ROSANGELA
PERCOCO, Nato da un aquilone bianco,
Salani Editore, Firenze, 1995, pag. 142, L. 20.000
«Sei nato la prima volta il primo novembre 1986,
un giorno che io non pensavo a te. Stavo festeggiando la festa di Ognissanti,
l’onomastico di tutti, senza sapere che di lì a pochi mesi sarebbe diventato il
giorno del tuo compleanno. La seconda volta che sei nato era il 19 dicembre, ma
anche quel giorno non ho fatto in tempo a pensare a te, perché sei entrato
all’improvviso, partendo dall’ospedale per arrivare direttamente a casa, senza
passare dalla mia pancia. Quando un bambino ti cresce dentro, hai tutto il
tempo di inventargli una vita; quando arriva già nato, devi inventarti la tua.
«Ti sei presentato con il tuo nome, i tuoi
capelli, i tuoi occhi, il tuo naso, non con gli occhi di papà, il naso della
nonna e i capelli della mamma».
L’Autrice,
già insegnante di scuola elementare e attualmente collaboratrice come redattore
presso riviste e autrice di testi per diverse case editrici, racconta la storia
sua, di suo marito, della figlia biologica e del fratello adottivo.
«Devi capire, mica si nasce madri, padri o nonni
adottivi. Per diventarlo ci vuole tempo».
I diritti
d’autore sono devoluti a Emergency,
l’associazione che si occupa delle vittime civili delle guerre, fornendo cure
ai feriti, organizzando ospedali e centri di riabilitazione, e addestrando
personale locale in modo che sia in grado di far fronte anche alle emergenze.
CENSIS, Home care per anziani - La mappa
dell’offerta, Franco Angeli, Milano, 1996, pp. 347, senza indicazione di
prezzo
Quando si
parla di anziani, scrive giustamente nell’introduzione Carla Colliceli,
vice-direttore del CENSIS, si tende «a
sottolineare prevalentemente o esclusivamente gli aspetti di esclusione, di
drammaticità, di povertà (...). Non si ricorda che una parte di questa
popolazione partecipa, sempre più intensamente, anche togliendo spazio alle
altre generazioni, alla vita sociale collettiva».
Per quanto
riguarda gli anziani malati, la ricerca realizzata per conto della Pfizer
italiana, ha effettuato una ricognizione dei servizi extraospedalieri per
anziani istituiti nel nostro paese, indicando la situazione esistente, i punti
avanzati ed i nodi problematici.
I dati
raccolti riguardano i riferimenti normativi, il quadro demografico,
l’ospedalizzazione a domicilio, l’assistenza domiciliare integrata, i centri
diurni di riabilitazione, i servizi di telesoccorso e di teleassistenza, i
centri unificati di prenotazione e le unità di valutazione geriatrica.
CORRADO
BONIFAZI - ADELE MENNITI - ROSSELLA PALOMBA (a cura di), Bambini, anziani e immigrati - Le opinioni degli italiani in
un’indagine dell’Istituto di ricerche sulla popolazione, La Nuova Italia
Editrice, Scandicci (Firenze), 1996, pp. 265, L. 27.500
Questo
volume raccoglie i principali risultati della terza inchiesta condotta dall’IRP
(Istituto di Ricerche sulla Popolazione), relativa alle opinioni e
atteggiamenti degli italiani verso le recenti tendenze demografiche in atto nel
paese. Il forte calo della natalità, la ridotta nuzialità, il progressivo
invecchiamento della popolazione e l’aumento degli immigrati dal Terzo Mondo
stanno completamente trasformando il contesto demografico italiano e le sue
prospettive.
L’istituto
di Ricerche sulla Popolazione sonda periodicamente l’opinione pubblica italiana
per mantenere un monitoraggio continuo delle opinioni della popolazione sulle
tendenze demografiche allo scopo di riuscire a disegnare uno scenario
attendibile della società italiana.
La ricerca
pubblicata in questo volume, che fa seguito alle inchieste del 1983-84 e del
1987-88, fa parte di un complesso di inchieste condotte con lo stesso
questionario all’inizio degli anni ’90 in diversi paesi europei: Austria,
Belgio, Cecoslovacchia, Germania, Olanda, Ungheria, Spagna e Svizzera.
ROBERTO
TATARELLA (a cura di), Il paziente
anziano - Dalla valutazione del disagio psichico all’intervento terapeutico,
Franco Angeli, Milano, 1996, pp. 135, L. 28.000
Il volume
propone una serie di contributi originati dall’esperienza clinico-psichiatrica
con pazienti anziani. Vengono sviluppati aspetti sia teorici che pratici
dell’agire diagnostico e terapeutico.
Partendo dal
giusto riconoscimento che la vecchiaia è una normale anche se specifica età
della vita, il libro si pone come un originale strumento di riflessione e di
formazione per incontrare il paziente anziano ed offre una serie di elementi
fondanti e di proposte in ordine:
– al mondo
della vecchiaia e alle misure preventive da predisporre;
– alla
delimitazione, distinzione e valutazione del disagio e della sofferenza
psicopatologica, in particolare di quella depressiva;
– alla
specificità del rapporto medico-paziente anziano;
– alle varie
articolazioni degli interventi terapeutici.
DANTE
GHEZZI, FRANCESCO VADILONGA (a cura di), La
tutela del minore - Protezione dei bambini e funzione genitoriale,
Raffaello Cortina Editore, Milano, 1996, pp. 415, L. 43.000
Il volume
nasce dalla riflessione di un gruppo formato da terapeuti e da operatori
psicosociali che lavorano nel campo minorile. È frutto, inoltre, della
discussione sui temi della difesa del minore visto insieme come soggetto
autonomo di diritti (che a nostro avviso sono prioritari e prevalenti rispetto
agli interessi dei genitori) e come figlio, e cioè come persona particolarmente
debole a cui deve essere rivolta una particolare protezione, ma anche come
individuo legato alla propria famiglia (genitori, fratelli e sorelle, nonni,
zii, ecc.).
Discutibile,
nei casi gravi, l’affermazione degli Autori secondo cui il minore «essendo egli figlio, proprio quelli che lo
danneggiano, pienamente consapevoli o meno, sono al contempo la sua
fondamentale risorsa. Tutelare un minore è allora anche aiutare la sua famiglia
a cambiare».
Al riguardo
ci sembra equilibrata la posizione del magistrato Ada Rizzi che sostiene: «Non sarà certamente il caso che
intervengano provvedimenti del giudice quando il problema del nucleo familiare
potrà essere risolto con un aiuto puramente assistenziale», ma nelle
situazioni di grave pregiudizio del minore (ad esempio quando i genitori
commettono atti penalmente perseguibili) giustamente «la legge prevede la possibilità di rescindere definitivamente i legami
con la famiglia d’origine e di inserire definitivamente il minore in un’altra
famiglia».
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