Prospettive assistenziali, n. 121, gennaio-marzo 1998

 

 

Specchio nero

 

 

 

DALLA CAMERA DEI DEPUTATI UN PESSIMO ESEMPIO

 

Secondo quanto pubblicato su La Stampa del 21 novembre 1997, sono state elargite dalla Camera dei Deputati liquidazioni incredibili. Un capo servizio stenografo, andato in pensione nel 1997, ha ricevu­to la bella somma di un miliardo e trecento milioni lordi, equivalenti a 992 milioni netti!

Da una lettera inviata all'On. Luciano Violante dall'On. Raffaele Costa risulta, inoltre, che «nel '97 sono andati in pensione 14 dipendenti della Camera dei Deputati di V livello (consiglieri, informatici, ste­nografi, capi servizio, tecnici); a ciascuno è stata versata una indennità media di buonuscita di 905 miliardi lordi (688 netti)».

Di fronte alle esorbitanti somme sopra ricordate, ricordiamo al Presidente della Camera dei Deputati i seguenti importi mensili relativi al 1997:

 

- pensione sociale                                    L.381.600

- pensione di inabilità                                L.381.600

- assegno sociale                                     L.498.250

- pensione minima INPS di vecchiaia          L.685.400

 

Vorremmo sapere dall'On. Violante se dall'esame delle cifre sopra riportate scorge un minimo accetta­bile di giustizia sociale e che cosa intende fare affin­ché a coloro che, totalmente incapaci di svolgere alcuna attività lavorativa proficua, non ricevono dallo Stato l'indispensabile economico per vivere.

 

 

UN NUOVO SPORT REGIONALE: VIOLARE IMPUNEMENTE LA COSTITUZIONE E LE LEGGI DELLO STATO

 

Nel numero scorso abbiamo segnalato che, in vio­lazione alle leggi vigenti (1), l'art. 6 della legge della Regione Lombardia 11 luglio 1997 n. 31 "Norme per il riordino del servizio sanitario regionale e sua inte­grazione con le attività dei servizi sociali" stabilisce che i Comuni possono «rivalersi nei confronti dei soggetti tenuti agli alimenti».

Con la legge 3 ottobre 1997 n. 72 "Organizzazione e promozione di un sistema di diritti di cittadinanza e di pari opportunità: riordino dei servizi socio-assi­stenziali e socio-sanitari integrati", la Regione Toscana ha stabilito che «gli utenti o le persone tenute al loro mantenimento concorrono alla coper­tura del costo delle prestazioni socio-assistenziali nella percentuale determinata dagli enti locali istitu­zionalmente competenti, sui quali grava l'onere della spesa, in base a criteri ed a parametri di reddi­to stabiliti dal piano sociale regionale e dai rispettivi regolamenti» (2).

Una volta si diceva che l'esempio viene dall'alto: è molto inquietante che adesso le istituzioni (tutte le Regioni e le USL, molti Comuni e altri enti locali) vio­lino impunemente le leggi vigenti. Perché i cittadini dovrebbero rispettarle? Si vuole colpire l'usura. Ma una maggior quantità di denaro è sottratto illecita­mente alle persone oneste dalle Regioni, dalle USL, dai Comuni e dalle Province!

 

 

IL NO DEGLI OSPEDALI: DAGLI ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI AI BAMBINI IN COMA

 

Come ha riferito "La Stampa" del 29 gennaio 1998; un bambino di 10 anni gravemente malato è stato rifiutato da ben 14 ospedali prima di essere ricoverato in un reparto di rianimazione.

Colpito da un tumore cerebrale, il piccolo aveva perduto conoscenza da due giorni. Dal Pronto soc­corso dell'ospedale di Martina Franca, dove era degente, è stata cercata telefonicamente una strut­tura in grado di prestargli le cure necessarie.

Una serie incredibile di no: Taranto, Acquaviva delle Fonti, Carbonara, Brindisi, Lecce, Tricase, Castellana, Bari, S. Giovanni Rotondo, Foggia, Matera e Potenza. Dopo una giornata di inutili ten­tativi, finalmente una risposta positiva dall'ospedale "Nord" di Taranto.

Ormai si sta consolidando un comportamento disumano: l'ospedale è negato ai malati in gravissi­me condizioni siano essi bambini, adulti o anziani.

Questa posizione è stata assunta anche dalla Giunta della Regione Piemonte che, con la delibera n. 93-21140 del 21 luglio 1997, ha stabilito che i malati giovani, adulti e anziani in coma devono essere allontanati dagli ospedali e inseriti nelle resi­denze sanitarie assistenziali.

Pertanto questi soggetti, pur necessitando di trat­tamenti sanitari specialistici, non avranno più le garanzie fornite dalle strutture ospedaliere (ad esempio la presenza di medici 24 ore su 24). Infatti nei reparti delle RSA in cui saranno ricoverati i sog­getti in coma apallico, è solamente prevista la pre­senza di un medico responsabile specialista in ane­stesiologia e rianimazione per 18 ore settimanali e di un internista a tempo pieno. II servizio di guardia medica è svolto tramite la pronta disponibilità da medici di cui non è indicata la specializzazione.

 

 

 

(1) Si veda nel notiziario di questo numero dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale la prima parte della nota "Illegittimi comportamenti degli assistenti sociali".

(2) Non solo la Regione Toscana impone illegittimamente ai pa­renti oneri economici, ma, in violazione dell'art. 441 del codice civi­le, stabilisce anche l'ammontare delle contribuzioni a loro carico.

 

 

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