Libri
PETER REDER, CLARE LUCEY, Cure genitoriali e rischio di abuso - Guida
per la valutazione, Edizioni Erickson, Trento, 1997, pag. 351, L. 48.000
L'incidenza
dei casi accertati di abusi fisici, emotivi o sessuali su minori è in continuo
aumento, in Italia come altrove, in tutti i Paesi industrializzati. È difficile
dire se questo fenomeno rifletta un effettivo peggioramento della condizione
umana nelle famiglie o solo un aumento statistico delle segnalazioni (e dunque
solo maggiore consapevolezza sociale, a tutti i livelli) o entrambe le
possibilità.
Sul fronte
specialistico, si è registrata una conseguente elevata crescita della domanda
di competenze professionali per le valutazioni tecniche di accertamento o di
prognosi. I Tribunali richiedono agli esperti delle scienze umane perizie o
valutazioni circa l'esistenza o meno dell'abuso, circa le sue circostanze e il
suo significato, circa il "danno significativo" che il minore può
aver ricevuto e così via. Chiedono lumi ancora sulla possibile evoluzione del
livello di rischio, la probabilità di recupero del danno, la
"trattabilità" della famiglia naturale abusante e così via. Tutte
questioni che i giudici affidano agli esperti non sempre conoscendo o
preoccupandosi di quale sia la sproporzione tra l'enormità di tali loro quesiti
e la fragilità delle basi scientifiche su cui i tecnici si appoggiano per
rispondere.
II volume è
stato realizzato sulla base delle esperienze acquisite dagli Autori nel Centro
di consulenza per il bambino e la famiglia "Wolverton Gardens" di
Londra.
GILBERTO MUSSONI, Insieme contro la depressione - Diario di un operatore volontario in
un gruppo di auto-mutuo-aiuto, Edizioni THEUT (CP 1138 Rimini), 1997, pagg.
120, L. 15.000
Nel volume è
descritta, nella forma del diario, l'esperienza di un operatore che
volontariamente accetta di supportare un gruppo di mutuo-aiuto, composto da
persone colpite da depressione.
Le esperienze
narrate dai partecipanti sono cariche di delusioni, frustrazioni,
insoddisfazione, rabbia. In un incontro si arriva a porre «il problema di individuare modi per difendersi
da medici che non ascoltano, che trattano male, sfruttano e liquidano malamente
le persone» (pag. 87).
Nelle
situazioni in cui l'utenza non riceve risposte adeguate da parte dei servizi,
due sono i percorsi possibili: agire nei confronti delle autorità competenti
affinché gli operatori siano messi in grado di intervenire (organici
sufficienti, presenza delle professionalità necessarie, locali adeguati e,
soprattutto, delibere in cui siano definite le prestazioni che devono essere
fornite ai cittadini, ecc.), oppure ripiegare sull'auto-aiuto con
l'inevitabile conseguenza di deresponsabilizzare ulteriormente gli enti
pubblici. Certamente, i gruppi di auto-aiuto non sono in grado, nel caso di
soggetti colpiti dalla depressione o da altre situazioni di grave difficoltà,
di sostituire l'intervento degli esperti. Nella migliore delle ipotesi, i
gruppi di auto-aiuto possono affiancare gli interventi degli operatori.
Un errore
molto grave che possono compiere le persone malate ed i loro congiunti è quello
di individuare come controparte gli operatori e non gli amministratori degli
enti, dimenticando i rispettivi ruoli: i responsabili dell'efficacia e
dell'efficienza dei servizi non sono gli addetti, ma coloro che governano lo
Stato, le Regioni, i Comuni, le Province e le USL.
FRANCESCO FLORENZANO, Psicoterapia della demenza - Curare e
assistere i pazienti affetti dalla malattia d'Alzheimer, Edizioni
dell'Università popolare, Roma, pp. 167, L. 20.000
II volume
affronta dal punto di vista psicologico i problemi dei malati di Alzheimer e
dei pazienti colpiti da altre forme di demenza senile.
Oltre agli
aspetti diagnostici e di valutazione complessiva della persona colpita da
demenza, vengono affrontati gli aspetti umani e quelli riabilitativi.
Come afferma
giustamente l'Autore, «la malattia di
Alzheimer colpisce tutti in maniera indiscriminata. Non è la malattia dei
ricchi, né dei poveri. Non basta studiare o aver la laurea per esserne esenti.
Non significa nulla essere uomo o donna. Puoi abitare in America, in Nord
Europa o in Italia. Nulla importa alla malattia, essa colpisce dovunque,
chiunque, senza sosta e senza pietà. Tuttavia una categoria di persone è
colpita dalla malattia in maniera privilegiata sancendone il primato assoluto.
Sono le persone anziane di tutto il mondo, le quali ad un certo punto della
loro vita, anche quando hanno superato prove straordinarie, cedono il passo
alla malattia silente, che già stava da tempo nella loro testa».
II volume di
Francesco Florenzano non avanza ipotesi fantasiose, ma illustra le concrete
possibilità dei due sistemi di valutazione descritti: RESM (Rapido esame dello
stato mentale) e ROT (Realisty Orientation Therapy), un ulteriore prezioso contributo
per intervenire adeguatamente nei confronti dei malati di Alzheimer.
NAOMI FEIL, II metodo Validation - Una nuova terapia per aiutare gli anziani
disorientati, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1996, pp. 170, L.
22.500
Scopo del metodo "Validation"
non è l'autoanalisi o il confronto, perché la persona molto anziana disorientata
non è più capace di pensiero logico. Tuttavia, i principi su cui si basa
Validation - l'empatia, il calore, il rispetto, la conoscenza del proprio
paziente e la comprensione dei suoi obiettivi - possono essere di grande
aiuto.
Per applicare
Validation con efficacia, le tecniche sono secondarie. È, invece, molto
importante che l'operatore accetti il deterioramento psico-fisico delle persone
molto anziane, il cui rinchiudersi in se stessi li aiuta a sopravvivere.
Gli operatori
non devono esprimere giudizi: accettano e rispettano il comportamento del
paziente. La sensazione di insuccesso subentra quando gli operatori si
aspettano che gli anziani disorientati si comportino secondo gli standard
degli operatori stessi: parlare chiaramente, controllare le emozioni, fare
progressi quotidiani, ubbidire alle regole, ascoltare o comunicare verbalmente.
Nello stesso
tempo, coloro che applicano Validation non sono condiscendenti, fingendo di
essere d'accordo con l'anziano disorientato, sicuri della propria realtà, sono
onesti con l'individuo che ha turbe dell'orientamento oppure è del tutto
disorientato.
G. GABRIELLI (a cura di), Minori: luoghi comuni - Crescere in
comunità, Capodarco di Fermo (AP), 1996, pp. 135, L. 10.000
Ci sono molti modi per descrivere una
comunità per minori, costretti a vivere per periodi più o meno lunghi lontani
dalla loro famiglia.
Bambini o adolescenti con grandi
sofferenze e grande bisogno di "accoglienza" affettiva ed emotiva,
prima ancora che in termini di casa, di un luogo dove vivere.
Le pagine di questo piccolo, ma intenso
libro, assorbono il lettore e lo aiutano, più di tante elaborazioni teoriche,
a entrare nella vita dei protagonisti che ruotano attorno ad una comunità di
tipo familiare: quella dei minori, innanzitutto, ma anche quella degli
educatori, sovente mediatori importanti tra il bambino, la sua famiglia e i
servizi sociali.
Attraverso la semplice, ma puntuale
descrizione di momenti di vita quotidiana o di brandelli di storie personali,
sono offerti al lettore molti spunti e chiavi di lettura estendibili alle altre
situazioni analoghe.
Per questo il libro risulta alla fine
un buon manuale per chi cerca utili consigli per l'impostazione di una
accogliente comunità per minori.
FABIO
OMERO, I diritti degli omosessuali,
Marsilio Editori, Venezia, 1996, pp. 140, L. 18.000
Due uomini si
amano. Non possono sposarsi. Se uno muore senza aver redatto un testamento,
l'altro non ha alcun diritto all'eredità anche se convivono da decenni. II
superstite non può nemmeno subentrare al contratto di affitto.
Numerosi e
rilevanti sono, dunque, le limitazioni che attualmente riguardano le persone
omosessuali.
L'Autore
affronta il problema chiedendosi se «in
Italia sarebbero sufficienti delle leggi per superare lo svantaggio della
condizione omosessuale, quando lo svantaggio è determinato soprattutto da
fattori culturali».
Pertanto,
secondo Fabio Omero, «è indispensabile
promuovere una seria educazione alla tolleranza».
Questo
obiettivo sarebbe raggiungibile «anzitutto
riconoscendo alla scuola un ruolo centrale nell'elaborazione culturale».
L'Autore
ritiene, inoltre, che sia «indispensabile
ora il riconoscimento dell'associazionismo omosessuale quale soggetto politico
a tutti gli effetti».
Certamente, «il bisogno di regole comporta il bisogno
del riconoscimento pieno della diversità all'interno della società civile».
Accanto, però,
a discriminazioni assurde, vi sono anche richieste dell'Autore che, a nostro
avviso, sono inaccettabili, come la pretesa dell'adozione di minori in
situazioni di abbandono materiale e morale da parte di persone singole e di
coppie omosessuali. Questa nostra riserva non è, come insinua Fabio Omero, «un prurito dei benpensanti», ma la
giusta difesa dei più deboli (in questo caso i bambini adottabili) nei
confronti degli adulti (omosessuali o eterosessuali, celibi, nubili o
coniugati, giovani o vecchi) che considerano ancora l'adozione come un loro
diritto, che dovrebbe essere soddisfatto in tutta la misura del possibile,
anche quando contrasta con le esigenze dei fanciulli.
AA.W., Rapporto sullo sviluppo umano: sradicare la povertà, Rosenberg
& Sellier, Torino, 1997, pag. 267, L. 32.000
Nonostante i
successi registrati negli ultimi 50 anni, nei quali la povertà è diminuita più
che nei 500 anni precedenti, ancora oggi un quarto della popolazione mondiale
si trova in una situazione di indigenza assoluta. Molto spesso, oltre a
disporre di un reddito inferiore al minimo vitale, non raggiunge nemmeno le
condizioni di base indispensabili per lo sviluppo umano, quali la disponibilità
di cure sanitarie adeguate, di opportunità formative e di un accettabile
livello di vita.
L'ottava
edizione del Rapporto sullo sviluppo umano, sulla base della documentazione
raccolta, sostiene che lo sradicamento della povertà è oggi una concreta
possibilità realizzabile in meno di una generazione: non sono le risorse o le
soluzioni economiche che mancano, ma lo slancio politico necessario.
Circa 160 anni fa, il mondo si
incamminò in una campagna di successo contro la schiavitù.
Adesso, dobbiamo tutti contribuire ad
una analoga campagna contro la povertà.
www.fondazionepromozionesociale.it