Prospettive assistenziali, n. 122, aprile-giugno 1998

 

 

Libri

 

 

PETER REDER, CLARE LUCEY, Cure genitoriali e rischio di abuso - Guida per la valutazione, Edizioni Erickson, Trento, 1997, pag. 351, L. 48.000

L'incidenza dei casi accertati di abusi fisici, emoti­vi o sessuali su minori è in continuo aumento, in Italia come altrove, in tutti i Paesi industrializzati. È difficile dire se questo fenomeno rifletta un effettivo peggioramento della condizione umana nelle fami­glie o solo un aumento statistico delle segnalazioni (e dunque solo maggiore consapevolezza sociale, a tutti i livelli) o entrambe le possibilità.

Sul fronte specialistico, si è registrata una conse­guente elevata crescita della domanda di compe­tenze professionali per le valutazioni tecniche di accertamento o di prognosi. I Tribunali richiedono agli esperti delle scienze umane perizie o valutazio­ni circa l'esistenza o meno dell'abuso, circa le sue circostanze e il suo significato, circa il "danno signi­ficativo" che il minore può aver ricevuto e così via. Chiedono lumi ancora sulla possibile evoluzione del livello di rischio, la probabilità di recupero del danno, la "trattabilità" della famiglia naturale abusante e così via. Tutte questioni che i giudici affidano agli esperti non sempre conoscendo o preoccupandosi di quale sia la sproporzione tra l'enormità di tali loro quesiti e la fragilità delle basi scientifiche su cui i tec­nici si appoggiano per rispondere.

II volume è stato realizzato sulla base delle espe­rienze acquisite dagli Autori nel Centro di consulen­za per il bambino e la famiglia "Wolverton Gardens" di Londra.

 

GILBERTO MUSSONI, Insieme contro la depres­sione - Diario di un operatore volontario in un gruppo di auto-mutuo-aiuto, Edizioni THEUT (CP 1138 Rimini), 1997, pagg. 120, L. 15.000

Nel volume è descritta, nella forma del diario, l'e­sperienza di un operatore che volontariamente accetta di supportare un gruppo di mutuo-aiuto, composto da persone colpite da depressione.

Le esperienze narrate dai partecipanti sono cari­che di delusioni, frustrazioni, insoddisfazione, rab­bia. In un incontro si arriva a porre «il problema di individuare modi per difendersi da medici che non ascoltano, che trattano male, sfruttano e liquidano malamente le persone» (pag. 87).

Nelle situazioni in cui l'utenza non riceve risposte adeguate da parte dei servizi, due sono i percorsi possibili: agire nei confronti delle autorità competen­ti affinché gli operatori siano messi in grado di inter­venire (organici sufficienti, presenza delle professio­nalità necessarie, locali adeguati e, soprattutto, deli­bere in cui siano definite le prestazioni che devono essere fornite ai cittadini, ecc.), oppure ripiegare sul­l'auto-aiuto con l'inevitabile conseguenza di dere­sponsabilizzare ulteriormente gli enti pubblici. Certamente, i gruppi di auto-aiuto non sono in grado, nel caso di soggetti colpiti dalla depressione o da altre situazioni di grave difficoltà, di sostituire l'intervento degli esperti. Nella migliore delle ipotesi, i gruppi di auto-aiuto possono affiancare gli inter­venti degli operatori.

Un errore molto grave che possono compiere le persone malate ed i loro congiunti è quello di indivi­duare come controparte gli operatori e non gli ammi­nistratori degli enti, dimenticando i rispettivi ruoli: i responsabili dell'efficacia e dell'efficienza dei servizi non sono gli addetti, ma coloro che governano lo Stato, le Regioni, i Comuni, le Province e le USL.

 

FRANCESCO FLORENZANO, Psicoterapia della demenza - Curare e assistere i pazienti affetti dalla malattia d'Alzheimer, Edizioni dell'Università popolare, Roma, pp. 167, L. 20.000

II volume affronta dal punto di vista psicologico i problemi dei malati di Alzheimer e dei pazienti colpi­ti da altre forme di demenza senile.

Oltre agli aspetti diagnostici e di valutazione com­plessiva della persona colpita da demenza, vengo­no affrontati gli aspetti umani e quelli riabilitativi.

Come afferma giustamente l'Autore, «la malattia di Alzheimer colpisce tutti in maniera indiscriminata. Non è la malattia dei ricchi, né dei poveri. Non basta studiare o aver la laurea per esserne esenti. Non significa nulla essere uomo o donna. Puoi abitare in America, in Nord Europa o in Italia. Nulla importa alla malattia, essa colpisce dovunque, chiunque, senza sosta e senza pietà. Tuttavia una categoria di persone è colpita dalla malattia in maniera privile­giata sancendone il primato assoluto. Sono le per­sone anziane di tutto il mondo, le quali ad un certo punto della loro vita, anche quando hanno superato prove straordinarie, cedono il passo alla malattia silente, che già stava da tempo nella loro testa».

II volume di Francesco Florenzano non avanza ipotesi fantasiose, ma illustra le concrete possibilità dei due sistemi di valutazione descritti: RESM (Rapido esame dello stato mentale) e ROT (Realisty Orientation Therapy), un ulteriore prezioso contribu­to per intervenire adeguatamente nei confronti dei malati di Alzheimer.

 

NAOMI FEIL, II metodo Validation - Una nuova terapia per aiutare gli anziani disorientati, Sperling & Kupfer Editori, Milano, 1996, pp. 170, L. 22.500

Scopo del metodo "Validation" non è l'autoanalisi o il confronto, perché la persona molto anziana diso­rientata non è più capace di pensiero logico. Tuttavia, i principi su cui si basa Validation - l'em­patia, il calore, il rispetto, la conoscenza del proprio paziente e la comprensione dei suoi obiettivi - pos­sono essere di grande aiuto.

Per applicare Validation con efficacia, le tecniche sono secondarie. È, invece, molto importante che l'operatore accetti il deterioramento psico-fisico delle persone molto anziane, il cui rinchiudersi in se stessi li aiuta a sopravvivere.

Gli operatori non devono esprimere giudizi: accet­tano e rispettano il comportamento del paziente. La sensazione di insuccesso subentra quando gli ope­ratori si aspettano che gli anziani disorientati si com­portino secondo gli standard degli operatori stessi: parlare chiaramente, controllare le emozioni, fare progressi quotidiani, ubbidire alle regole, ascoltare o comunicare verbalmente.

Nello stesso tempo, coloro che applicano Vali­dation non sono condiscendenti, fingendo di essere d'accordo con l'anziano disorientato, sicuri della propria realtà, sono onesti con l'individuo che ha turbe dell'orientamento oppure è del tutto disorien­tato.

 

G. GABRIELLI (a cura di), Minori: luoghi comuni - Crescere in comunità, Capodarco di Fermo (AP), 1996, pp. 135, L. 10.000

Ci sono molti modi per descrivere una comunità per minori, costretti a vivere per periodi più o meno lunghi lontani dalla loro famiglia.

Bambini o adolescenti con grandi sofferenze e grande bisogno di "accoglienza" affettiva ed emoti­va, prima ancora che in termini di casa, di un luogo dove vivere.

Le pagine di questo piccolo, ma intenso libro, assorbono il lettore e lo aiutano, più di tante elabo­razioni teoriche, a entrare nella vita dei protagonisti che ruotano attorno ad una comunità di tipo familia­re: quella dei minori, innanzitutto, ma anche quella degli educatori, sovente mediatori importanti tra il bambino, la sua famiglia e i servizi sociali.

Attraverso la semplice, ma puntuale descrizione di momenti di vita quotidiana o di brandelli di storie personali, sono offerti al lettore molti spunti e chiavi di lettura estendibili alle altre situazioni analoghe.

Per questo il libro risulta alla fine un buon manua­le per chi cerca utili consigli per l'impostazione di una accogliente comunità per minori.

 

FABIO OMERO, I diritti degli omosessuali, Marsilio Editori, Venezia, 1996, pp. 140, L. 18.000

Due uomini si amano. Non possono sposarsi. Se uno muore senza aver redatto un testamento, l'altro non ha alcun diritto all'eredità anche se convivono da decenni. II superstite non può nemmeno suben­trare al contratto di affitto.

Numerosi e rilevanti sono, dunque, le limitazioni che attualmente riguardano le persone omosessua­li.

L'Autore affronta il problema chiedendosi se «in Italia sarebbero sufficienti delle leggi per superare lo svantaggio della condizione omosessuale, quando lo svantaggio è determinato soprattutto da fattori culturali».

Pertanto, secondo Fabio Omero, «è indispensabi­le promuovere una seria educazione alla tolleran­za».

Questo obiettivo sarebbe raggiungibile «anzitutto riconoscendo alla scuola un ruolo centrale nell'ela­borazione culturale».

L'Autore ritiene, inoltre, che sia «indispensabile ora il riconoscimento dell'associazionismo omoses­suale quale soggetto politico a tutti gli effetti».

Certamente, «il bisogno di regole comporta il biso­gno del riconoscimento pieno della diversità all'in­terno della società civile».

Accanto, però, a discriminazioni assurde, vi sono anche richieste dell'Autore che, a nostro avviso, sono inaccettabili, come la pretesa dell'adozione di minori in situazioni di abbandono materiale e mora­le da parte di persone singole e di coppie omoses­suali. Questa nostra riserva non è, come insinua Fabio Omero, «un prurito dei benpensanti», ma la giusta difesa dei più deboli (in questo caso i bambi­ni adottabili) nei confronti degli adulti (omosessuali o eterosessuali, celibi, nubili o coniugati, giovani o vecchi) che considerano ancora l'adozione come un loro diritto, che dovrebbe essere soddisfatto in tutta la misura del possibile, anche quando contrasta con le esigenze dei fanciulli.

 

AA.W., Rapporto sullo sviluppo umano: sradi­care la povertà, Rosenberg & Sellier, Torino, 1997, pag. 267, L. 32.000

Nonostante i successi registrati negli ultimi 50 anni, nei quali la povertà è diminuita più che nei 500 anni precedenti, ancora oggi un quarto della popo­lazione mondiale si trova in una situazione di indi­genza assoluta. Molto spesso, oltre a disporre di un reddito inferiore al minimo vitale, non raggiunge nemmeno le condizioni di base indispensabili per lo sviluppo umano, quali la disponibilità di cure sanita­rie adeguate, di opportunità formative e di un accet­tabile livello di vita.

L'ottava edizione del Rapporto sullo sviluppo umano, sulla base della documentazione raccolta, sostiene che lo sradicamento della povertà è oggi una concreta possibilità realizzabile in meno di una generazione: non sono le risorse o le soluzioni eco­nomiche che mancano, ma lo slancio politico neces­sario.

Circa 160 anni fa, il mondo si incamminò in una campagna di successo contro la schiavitù.

Adesso, dobbiamo tutti contribuire ad una analoga campagna contro la povertà.

 

 

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