Prospettive assistenziali, n. 122, aprile-giugno 1998

 

 

Notiziario dell'Unione per la lotta contro l'emarginazione sociale

 

 

UNA SPECIALE ONORIFICENZA ALLE ASSOCIAZIONI STORICHE DI INVALIDI

 

Dai Senatori Pelella (proposta n. 983), Cortiana (n. 2312), Bianco e altri (n. 2448), Bosi e altri (n. 2510) sono stati presentati al Parlamento alcuni sconcertanti disegni di legge (praticamente identici) con lo scopo di attribuire alle associazioni storiche di invalidi il riconoscimento di «enti di interesse nazio­nale».

Di conseguenza viene chiesto che questi organi­smi siano «considerati enti interlocutori dei poteri pubblici, sia a livello centrale che territoriale, per la tutela dei diritti e degli interessi delle persone disa­bili».

AI riguardo I'ULCES ha inviato in data 14 aprile 1998 al Ministro per la solidarietà sociale Livia Turco, al Presidente del Senato Nicola Mancino ed ai suddetti presentatori la lettera che riproduciamo integralmente.

«In merito ai disegni di legge in oggetto, questa Associazione, che funziona ininterrottamente dal 1965, chiede alle S. V. di voler disporre le necessa­rie iniziative per accertare se non sia opportuno con­cedere alle organizzazioni indicate nei suddetti dise­gni di legge (Associazione nazionale mutilati e inva­lidi civili, Unione italiana ciechi, Ente nazionale sor­domuti, Unione nazionale mutilati per servizio, Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro, Associazione nazionale famiglie di fanciulli e adulti subnormali) non solo il riconoscimento di enti di inte­resse pubblico (o nazionale), ma anche una specia­le onorificenza.

«Allo scopo si chiede che venga al più presto nominata una specifica Commissione senatoriale di indagine con il compito di:

- esaminare le singole pratiche riguardanti i citta­dini nei cui confronti sono state revocate negli ultimi dieci anni le provvidenze relative all'invalidità;

- individuare le organizzazioni che avevano predi­sposto e presentato le istanze successivamente accolte dalle apposite commissioni per l'invalidità;

- accertare gli elementi in base ai quali sono state revocate le provvidenze previste per le persone invalide;

- presentare all'Assemblea plenaria del Senato le risultanze relative ai punti precedenti, unitamente ai pareri motivati in modo che siano disponibili dati oggettivi per la concessione di una speciale onorifi­cenza alle organizzazioni storiche di promozione sociale che si siano distinte nella prevenzione delle false invalidità e nella segnalazione alle competenti autorità di coloro che illecitamente erano stati giudi­cati invalidi dalle apposite Commissioni».

Ricordiamo che l'On. Di Capua ha depositato alla Camera dei Deputati la proposta di legge n. 1166, i cui contenuti sono praticamente coincidenti con le suddette iniziative presentate al Senato (1).

 

435 leggi a favore dell'Unione italiana ciechi

Oltre ai contributi dello Stato, le associazioni stori­che degli handicappati ricevono erogazioni locali; particolarmente rilevanti - e assolutamente ingiusti­ficate tenuto anche conto dei consistenti patrimoni posseduti - segnaliamo che la legge 28 agosto 1997 n. 284 ha stanziato complessivamente, con decorrenza dall'esercizio 1997, ben 18 miliardi: 5 per la realizzazione e la gestione di centri per l'edu­cazione e la riabilitazione dei non vedenti, 1 miliardo alla Sezione italiana dell'Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità e 12 miliardi (dal 1998) per «l'inserimento sociale, scolastico e lavorativo» dei privi della vista che presentino altre minorazioni.

I finanziamenti sono attribuiti alle Regioni, ma - come osserva Gianni Selleri, Presidente del­I'ANIEP - «hanno un unico ed esclusivo destinata­rio: l'Unione italiana ciechi».

AI riguardo, va precisato che la prevenzione e la riabilitazione delle minorazioni sensoriali è già finan­ziata con il Fondo sanitario nazionale.

Aggiunge Selleri: «In contrasto col principio che ad uguali bisogni devono corrispondere uguali pre­stazioni, i ciechi fruiscono di assistenza economica (indennità e pensioni) sensibilmente superiore a quella degli altri disabili, hanno condizioni di integra­zione lavorativa di gran lunga più efficaci (gli invalidi civili disoccupati sono 230 mila i ciechi 450) e sono titolari di numerosi provvedimenti come occupazioni riservate ed esclusive, pensionamento anticipato, trasporti gratuiti, ausili ad alta tecnologia, bibliote­che, ecc. Nell'arco di quarant'anni il Parlamento ha approvato 435 leggi per i non vedenti, alcune riguar­dano esigenze e bisogni reali; la maggior parte costituisce il risultato di un'azione corporativa che. ottiene e alimenta la richiesta di sempre nuove disposizioni che si configurano sostanzialmente come privilegi. Un esempio: all'Unione italiana cie­chi vengono concessi dallo Stato ogni anno 2.500 milioni come "contributo compensativo per le sop­presse targhette dei cani"».

Da notare che l'Unione italiana ciechi non sembra possedere le conoscenze di base per dare attuazio­ne alla sopra citata legge 284/1987. Infatti, in data 20 novembre 1997 la Sezione provinciale di Cuneo dell'UIC ha scritto a tutti i Sindaci della zona per avere i nominativi dei cittadini «colpiti da cecità o forte riduzione visiva o da altra menomazione quale sordità, basso quoziente intellettivo, ecc.» e, addirit­tura, per «conoscere quale istituzione gestisce l'as­sistenza sociale nel territorio di codesto Comune».

 

 

 

(1) Cfr. "L'On. Di Capua vorrebbe ricreare il monopolio delle Associazioni storiche degli handicappati", Prospettive assisten­ziali, n. 116, ottobre-dicembre 1996.

(2) Ad esempio la Regione Umbria ha erogato per l'anno 1996 i seguenti contributi: L. 87 milioni all'Associazione nazionale mutilati e invalidi civili, 60 milioni all'Associazione nazionale muti­lati e invalidi del lavoro e all'Unione italiana ciechi, 39 milioni all'Associazione mutilati e invalidi di guerra e 18 milioni all'Ente nazionale sordomuti, all'Unione mutilati per servizio e all'Associazione nazionale vittime civili di guerra.

 

 

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