la relazione al parlamento sull’attuazione delle
politiche per l’handicap relativa al 1997
Anche quest’anno, come d’altronde
è previsto dalla normativa vigente, il Ministro per la solidarietà sociale ha
trasmesso al Parlamento in data 15 aprile 1998 i dati relativi allo stato di
attuazione in Italia delle politiche per l’handicap.
Nella brevissima presentazione il
Ministro Turco, ripetendo quasi alla lettera quanto aveva scritto nella
relazione riguardante il 1996, segnala che dagli elementi raccolti «emerge la necessità di un’ampia analisi dei
risultati conseguiti, ma ancor più l’esigenza di un’approfondita riflessione
sulle scelte da operare nell’ambito delle politiche per l’handicap nel nostro
paese» (1).
In concreto, nelle due relazioni
del 1996 e 1997 non compaiono valutazioni di sorta sull’attuazione della legge
104/1992 caratterizzata, com’è noto, dalla presenza di ben 22 “possono” e sulle
iniziative da intraprendere perché finalmente siano date risposte reali alle
sempre più pressanti esigenze degli handicappati.
Non si comprende per quali motivi
il Ministro Turco, nella presentazione della relazione per il 1997, dia di
fatto il suo avallo all’inefficace legge quadro sull’handicap, fra l’altro
approvata da un Parlamento diverso da quello attuale quando lei non svolgeva le
funzioni di Ministro per la solidarietà sociale, a meno che l’On. Turco voglia
porsi come continuatrice delle politiche “sociali” della prima Repubblica.
Al riguardo non si può fare a
meno di rilevare che i funzionari del Ministero della solidarietà sociale
citano come fatto positivo la legge 284/1997, che, invece, è un esempio
incontrovertibile di gestione clientelare.
In merito il notiziario “Handicap & Scuola” (n. 79,
giugno-luglio 1998) osserva quanto segue:
«Quattro articoli di legge e ben 20 miliardi di lire annui sono assegnati alle Regioni, alla “Sezione italiana dell’Agenzia
internazionale per la prevenzione della cecità” ed alla Federazione tra le
istituzioni pro ciechi, per interventi volti a costituire o potenziare centri regionali
per la prevenzione della cecità e l’integrazione sociale e lavorativa dei
ciechi pluriminorati.
«Trattasi di una delle solite leggine, molto frequenti nella “prima
repubblica”, ma che la “seconda” non smette di sfornare. Infatti il miliardo
annuo assegnato all’Agenzia per la prevenzione della cecità è la riprova del
fallimento della “prevenzione” da parte delle USL come era stato previsto dalla
L. n. 833/78. Se la L. n. 284 ha deciso di dare cinque miliardi annui alle
Regioni per questo scopo, che bisogno c’era di darne un altro alla “Sezione
italiana” dell’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità? Non
potevano le Regioni ricevere anche questo sesto miliardo e poi convenzionarsi
con centri, ivi compresa l’Unione Italiana Ciechi?
«E se le Regioni ricevono 12 miliardi annui per i
centri per pluriminorati, che bisogno c’era di regalarne altri due annui
alla Federazione degli ex istituti speciali per ciechi, oggi totalmente
privi di alunni, in quanto inseriti nelle scuole comuni? Una volta si sarebbe
definita questa federazione come “ente inutile”, perché il suo scopo, quello
della scolarizzazione dei ciechi, è stato definitivamente realizzato con
l’integrazione nella scuola. Invece, mentre si lesinano gli spiccioli per un
posto di sostegno in più, non si ha neppure un attimo di esitazione a regalare
ad un ente inutile due miliardi annui.
«E se tutte le altre associazioni di disabili chiedessero simili leggi per
le loro “categorie”, che ne sarebbe del bilancio e della politica degli
“interventi globali” e non più settoriali?».
Persone con handicap e lavoro
La relazione al Parlamento
comprende anche la situazione relativa all’inserimento lavorativo delle persone
con handicap; dagli elementi trasmessi dal Ministro del lavoro e della
previdenza sociale emerge quanto segue:
«L’andamento del collocamento obbligatorio generale, disciplinato dalla
legge 2 aprile 1968, n. 482, è indicato nelle due tabelle allegate che
contengono i dati al 30 giugno 1996 relativi agli invalidi disoccupati iscritti
negli elenchi speciali ed a quelli occupati in base alle norme sulle assunzioni
obbligatorie.
«Dai dati suddetti si rileva tra l’altro:
a) i lavoratori protetti disoccupati sono circa 255.000 (compresi circa
40.000 non invalidi). Di questi 203.000 sono gli invalidi civili, pari al
77,7%, 37.000 sono orfani e vedove, pari al 14,8%, 6.500 sono gli invalidi del
lavoro, pari al 2,5%;
b) i lavoratori protetti occupati sono circa 250.000. Di questi 133.000
sono gli invalidi civili, pari al 53,2%; 55.000 sono orfani e vedove, pari al
22%; 21.000 sono gli invalidi del lavoro, pari all’8,4%. Peraltro è utile tener
presente che, nel nostro Paese, molti invalidi sono occupati anche al di fuori
delle procedure del collocamento obbligatorio;
c) inoltre si nota: l’elevato numero di disoccupati; l’altissima
percentuale di invalidi civili tra i disoccupati (77,7%); i lavoratori protetti
non invalidi (orfani, vedove e profughi) hanno una situazione nettamente
migliore rispetto a quella degli invalidi. Infatti occupano circa il 26,6% dei
posti di lavoro mentre costituiscono circa il 15% del totale dei disoccupati».
Com’è stato giustamente osservato
(2) «nel commento dei dati
inspiegabilmente non viene fatto alcun cenno ad un calo di circa 40.000 unità
avvenuto in un solo anno, tra gli occupati inseriti ai sensi della legge
482/1968».
Il Ministero del lavoro segnala,
inoltre, che «negli elenchi del
collocamento speciale vi è un gran numero di lavoratori privi delle
qualificazioni professionali necessarie alle aziende». A nostro avviso è
deplorevole che il Ministro ed i funzionari scrivano che «per questo assume una fondamentale importanza lo sviluppo delle varie
forme di qualificazione professionale, da svolgersi possibilmente con la
collaborazione delle aziende», senza aver però messo in moto nessuna
iniziativa.
Anche in merito ad un altro
aspetto estremamente importante, il Ministero del lavoro fa una constatazione
giusta, senza però – anche in questo caso – aver preso dal 1968 ad oggi alcuna
iniziativa concreta. Segnala, infatti, fatto arcinoto, che «vi è una forte opposizione da parte dei datori di lavoro ad applicare
l’attuale sistema di assunzioni obbligatorie».
È, altresì, vero che «una delle principali carenze dell’attuale
sistema è il carattere prevalentemente assistenziale della disciplina»
della legge 482/1968, ma anche a questo riguardo il Ministero del lavoro tace
sulle numerose iniziative che i suoi predecessori e lui stesso avrebbero
potuto, anzi dovuto assumere, affinché mano a mano che emergevano difficoltà
venissero predisposte le occorrenti misure amministrative occorrenti per la
piena e tempestiva applicazione delle norme sul collocamento obbligatorio.
È troppo comodo affermare che una
legge è carente perché fondata soprattutto sull’assistenzialismo (il che non è
nemmeno vero) e stare alla finestra a guardare, magari in compagnia degli
industriali che non vogliono attuarla.
Non si può nemmeno tacere sul
fatto che finora l’attuale Ministro del lavoro e tutti quelli che l’hanno
preceduto si sono ben guardati dal dare attuazione all’art. 26 della legge
482/1968 in cui è previsto che «le
aliquote percentuali fissate negli articoli 11, 12, 13, nonché quelle stabilite
dall’art. 9 per la ripartizione dei posti riservati tra gli appartenenti alle
categorie tutelate dalla presente legge, possono essere modificate con decreto
del Presidente della Repubblica, su proposta del Ministro per il lavoro e la
previdenza sociale, sentito il parere della sottocommissione di cui all’art.
18» e cioè della sottocommissione centrale per l’avviamento al lavoro e per
l’assistenza ai disoccupati (3).
Pertanto, non c’era alcuna
esigenza di una modifica legislativa: era ed è sufficiente la buona volontà del
Ministro del lavoro per ovviare alla non rispondenza delle aliquote previste
dalla legge 482/1968 alla situazione reale.
Circa l’opposizione dei datori di
lavoro, va ricordato, ancora una volta, che la stragrande maggioranza degli
handicappati, se viene loro fornita una adeguata formazione professionale
(materia in cui il Ministero del lavoro ha competenze non trascurabili!) è in
grado di svolgere i compiti assegnati dalle imprese pubbliche e private con una
capacità lavorativa uguale a quella della media dei lavoratori senza
menomazioni.
Assunzioni obbligatorie effettuate dai Ministeri nel 1997
Dall’esame della relazione
presentata al Parlamento, risulta estremamente deludente la situazione
riguardante le assunzioni obbligatorie per legge, effettuate nel 1997 (4).
Il Ministero per i beni culturali
e ambientali fornisce un completo quadro di riferimento, come risulta dalla
tabella che riportiamo.
Segnala inoltre che «con decreto ministeriale 22 dicembre 1997,
in corso di registrazione, è stata indetta, in ottemperanza alle disposizioni
contenute nella direttiva 1° dicembre 1993 del Presidente del Consiglio dei
Ministri, una selezione finalizzata all’assunzione a tempo indeterminato di 20
portatori di handicap da inquadrare nel profilo professionale di addetto ai
servizi ausiliari e di anticamera della III qualifica funzionale previo periodo
di tirocinio prelavorativo di mesi sei da effettuarsi presso alcuni istituti
dipendenti situati nelle regioni: Liguria, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia,
Emilia Romagna, Toscana, Marche e Lazio».
A sua volta il Ministero dei
trasporti e della navigazione, mentre riferisce che nel 1997 non sono state
effettuate assunzioni di invalidi civili, precisa che i posti riservati alle
categorie protette sono 476 così distribuiti: n. 53 di 9ª qualifica funzionale,
65 per l’8ª, 143 per la 7ª, 120 per la 6ª, 54 per la 5ª, 15 per la 4ª e 29 per
la 3ª.
Gli altri Ministeri non
presentano gli elementi necessari per conoscere il numero dei posti riservati
alle assunzioni obbligatorie ed i posti ricoperti; i dati riportati nella
relazione sono i seguenti:
– Ministero
degli affari esteri: assunzioni n. 1
– Ministero
dei lavori pubblici: non fornisce i dati richiesti (5)
– Ministero
del bilancio: non fornisce i dati richiesti (6)
– Ministero
del commercio con l’estero: assunzioni zero
– Ministero
del lavoro: assunzioni zero
– Ministero
del tesoro: assunzioni zero
– Ministero
dell’ambiente: non ha inviato il rapporto richiesto
– Ministero
dell’industria: assunzioni zero
– Ministero
dell’interno: assunzioni zero
– Ministero
dell’università: non ha inviato il rapporto richiesto
– Ministero
della difesa: assunzioni zero
– Ministero
della pubblica istruzione: non fornisce i dati richiesti
– Ministero
della sanità: non fornisce i dati richiesti
– Ministero
di grazia e giustizia: assunzioni zero
– Ministero
per le politiche agricole: assunzioni n. 1
– Ministero
per le pari opportunità: non fornisce i dati richiesti
– Ministero
della funzione pubblica: non fornisce i dati richiesti
– Dipartimento
della protezione civile: non fornisce i dati richiesti
– Dipartimento
del turismo: non fornisce i dati richiesti
– Dipartimento
per il coordinamento delle politiche comunitarie: non fornisce i dati richiesti
Relazioni delle Regioni e delle Province autonome
Anche a causa della scarsa
validità del questionario predisposto dal Ministero per la solidarietà sociale,
non si riesce a comprendere quale sia il livello di attuazione della legge
104/1992 nelle Regioni e nelle Province autonome.
Per quanto riguarda gli
stanziamenti per il 1997, essi non sono comparabili in quanto i riferimenti
(sanità, assistenza, ecc.) non sono omogenei. In ogni caso risultano essere i
seguenti:
Regione Abruzzo, 7.500 milioni;
Basilicata, 1.750; Calabria, 10.806; Campania, 17.138; Emilia-Romagna, 1.712;
Friuli-Venezia Giulia, 36.783; Lazio, 408.423; Liguria, 81.000; Lombardia,
322.293; Marche, 37.512; Molise, 1.289; Piemonte, 13.400; Puglia, dato non
trasmesso; Sardegna, dato non trasmesso (7); Sicilia, dato non trasmesso;
Toscana, 10.960; Umbria, 2.994; Valle d’Aosta, 7.461; Veneto, 86.000; Provincia
autonoma di Bolzano, 48.473; Provincia autonoma di Trento, dato non trasmesso.
Interventi economici a favore delle persone con handicap
Il rapporto del Ministero
dell’interno riferisce quanto segue: «Nel
settore della protezione economica a favore dei minorati civili il Ministero
concorre, come noto, mediante la corresponsione a carattere continuativo di
pensioni, assegni ed indennità a favore degli invalidi civili, ciechi civili e
dei sordomuti.
«Il numero degli assistiti è risultato al dicembre 1997 pari a complessive
1.386.599 unità di cui n. 1.228.989 invalidi civili, n. 117.243 ciechi civili e
n. 40.367 sordomuti.
«I beneficiari dell’indennità di accompagnamento risultano, per gli
invalidi civili, in numero totale di 845.593, di cui 589.855
ultrasessantacinquenni, 34.587 minori di anni 18. Risultano n. 57.336 per i
ciechi civili.
«I beneficiari dell’indennità speciale spettante ai ciechi civili parziali
ventesimisti ammontano a 58.907, mentre i beneficiari dell’indennità di
comunicazione spettante ai sordomuti ammontano a 40.346.
«I minori beneficiari dell’indennità mensile di frequenza, prevista dalla
legge 11 ottobre 1990, n. 289, risultano essere stati in media bimestrale circa
10.000, con punta massima, nei mesi di maggiore frequenza scolastica di circa
21.952 assistiti (terzo bimestre).
«La spesa sostenuta per il 1997 è distinta come segue:
L. 14.280.403.218.095 per gli
invalidi civili
L. 238.349.177.415 per i
sordomuti
L. 1.487.729.235.690 per i
ciechi civili
Totale L. 16.006.481.631.200
«Il quadro evolutivo del numero degli ammessi all’assistenza nel periodo
conferma anche per il 1997 una leggera flessione del
numero degli assistiti per le pensioni spettanti ad invalidi civili (–2,11%),
ciechi civili (–2,41%), tutte collegate, come noto, a situazioni reddituali da
contenersi entro limiti di reddito prescritti dalla legge (per il 1997 L.
22.310.775 per le pensioni e L. 5.077.800 per l’assegno mensile).
«Per la prima volta è rilevata una flessione per i titolari di indennità di
accompagnamento (–2,75% per gli invalidi civili, –3,13% per i ciechi).
«Rimane altresì confermato che il numero più consistente dei beneficiari di
detta provvidenza riguarda la fascia relativa agli ultrasessantacinquenni, la
fascia anziana, quindi, più esposta ovviamente a rischi di invalidamento. La
percentuale di detta fascia sul totale dei titolari ammonta a circa il 68%.
«La flessione del numero dei titolari di pensione, assegno mensile ed ora
anche dell’indennità di accompagnamento può trovare giustificazione nel
potenziamento dell’attività di verifica, sia da parte del Ministero del Tesoro
- Direzione Generale dei Servizi Vari e delle Pensioni di Guerra, sia da parte
del Ministero dell’Interno (incroci effettuati a livello nazionale con banche
dati dell’INPS, INAIL, Ministero del Tesoro) nonché nella introduzione a
partire dal 1993, dell’obbligo di dichiarazione reddituale annuale da parte
delle categorie dei minorati civili e delle verifiche sullo stato di non
ricovero o di iscrizione nelle liste speciali di collocamento obbligatorio,
introdotte dalla legge 662/96 per i titolari di indennità di accompagnamento e
di assegno men-sile.
«L’indice medio nazionale del rapporto percentuale degli assistiti rispetto
alla popolazione residente è risultato per il 1997 anch’esso in flessione pari
al 2,46% rispetto all’anno precedente (2,52%), con punte massime del 3,42%
nella Regione Umbria, del 3,45% nella Regione Abruzzo, del 3,27% nella
Calabria, del 3,76% nella Sardegna, del 3,21% in Basilicata, del 3,14% nella
Sicilia».
Molto deludente la seguente parte
della relazione dello stesso Ministero dell’interno: «A seguito della proroga a tutto aprile 1997 dei termini di delega al
Governo ex art. 3 della legge 335/1995, sono proseguite, peraltro senza esito
favorevole, le riunioni a livello interministeriale presso il Dicastero del
lavoro, al fine di esaminare ulteriormente la possibilità di pervenire
all’elaborazione di criteri di valutazione dei requisiti medico-sanitari con
riferimento alla definizione di persona handicappata ex art. 3 della legge n.
104/1992, come previsto dall’art. 3 della legge 335/1995».
Infine, per la prima volta anche
il Ministero dell’interno riconosce il fallimento sostanziale della legge
104/1992. Infatti afferma che «allo stato
attuale mancano pertanto ancora criteri univoci ed omogenei di valutazione
dell’handicap e la legge-quadro n. 104 del 1992 non mostra di avere assolto
alla sua funzione giuridica di armonizzare nei vari settori delle invalidità
caratterizzati da criteri di valutazione diversi».
Speriamo che – finalmente – anche
il Ministro Livia Turco ne prenda atto!
(1) Nella relazione concernente il 1996 il
Ministro, Livia Turco, aveva riconosciuto «la
necessità di un’ampia e appropriata analisi dei risultati raggiunti per
valutare i risultati conseguiti, ma ancor più per comprendere quali siano state
in questo periodo le motivazioni principali che ne hanno limitato la sua piena
attuazione», aggiungendo che «si
impone oggi una riflessione più attenta anche al fine di offrire nuove proposte
per ridefinire le politiche per l’handicap nel nostro paese».
(2) Cfr. l’articolo “Legge quadro sull’handicap:
lo stato di attuazione nel 1997”, Appunti,
n. 117, luglio-agosto 1998.
(3) Gli articoli 11, 12 e 13 indicano le aliquote di
handicappati che le aziende pubbliche e private sono obbligate ad assumere.
L’art. 9 stabilisce la ripartizione delle suddette aliquote fra le varie
categorie di riservatari e precisamente:
– invalidi di guerra................................................................. 25%
– invalidi civili di guerra......................................................... 10%
– invalidi per servizio............................................................ 15%
– invalidi del lavoro............................................................... 15%
– orfani e vedove di guerra, per servizio e per lavoro ........ 15%
– invalidi civili ....................................................................... 15%
– sordomuti ............................................................................ 5%
Precisa lo stesso articolo 9 che «in mancanza di diretti beneficiari subentrano proporzionalmente i
riservatari delle altre categorie, secondo le valutazioni della commissione
provinciale per il collocamento obbligatorio».
Vi erano, dunque, due concrete possibilità di trasferire
le aliquote inutilizzate per mancanza totale o parziale di soggetti collocabili
ai disoccupati delle altre categorie e quindi, in primo luogo, agli invalidi
civili.
(4) Nella relazione non compaiono i dati relativi
alle attività svolte dalle Presidenze della Repubblica e del Consiglio dei
Ministri, e quindi non vi sono nemmeno quelli (abbattimento barriere
architettoniche, assunzioni obbligatorie effettuate, tirocini ammessi, ecc.)
riguardanti il Ministero per la solidarietà sociale. Neppure interpellati sono
stati gli altri organi istituzionali quali la Camera dei Deputati, il Senato,
la Corte costituzionale, la Corte dei Conti, ecc.
(5) Poiché ai Ministeri ed ai Dipartimenti era
stato richiesto di segnalare anche la situazione relativa alle assunzioni, la
non trasmissione dei dati e la non presentazione del rapporto richiesto devono
essere intese, a nostro avviso, come assenza di inserimenti effettuati.
(6) Il Ministero del bilancio non fornisce alcun dato
sugli inserimenti lavorativi, ma scrive che «massima
è la sensibilità di questa Amministrazione e del personale tutto per risolvere
praticamente ogni problema, anche d’ordine materiale, che si incontra per una
piena integrazione lavorativa e la disponibilità di tutti si risolve in
completa collaborazione per ogni ausilio e assistenza per la parte relativa ad
incombenze di questa Amministrazione». Da parte nostra chiediamo: «È stata
rispettata la legge 482/1968? Se sì, perché non vengono segnalati i relativi
elementi conoscitivi?».
(7) Nella relazione della Regione Sardegna si legge –
incredibile ma vero – che «diversi uffici
e assessorati svolgono attività e promuovono iniziative in favore di soggetti
portatori di handicap. Finora non è stato realizzato un adeguato coordinamento
per cui risulta carente anche la conoscenza delle diverse iniziative».
Aliquote d’obbligo e dei posti da riservare all’assunzione dei portatori di
handicap suddivisi per profilo professionale.
Profili professionali Coadiutore Dattilografo Addetto alle lavorazioni Addetto ai servizi ausiliari e
anticamera Addetto alle attrezzature e
pulizie Totali |
Qualifica Funzionale IV IV III III II |
Organico di profili 171 1.101 560 1.221 179 – |
Percentuali art. 12 - L. 482/68 15% 15% 15% 40% 40% – |
Posti riservati assunzioni obbligatorie 26 165 84 488 72 – |
Riserva portatori di handicap (10% posti riservati) 3 16 8 49 7 83 |
Posti Ricoperti – – 1 2 2 5 |
Posti disponibili 3 16 7 47 5 78 |
Tabella 1 - Lavoratori fruenti della disciplina sulle assunzioni
obbligatorie - Disponibili (*) (di cui alla Legge 482/68 e successive
modificazioni). Rilevazione annuale - Dati al 30 giugno 1996.
(*) N.B. - Non vi sono invalidi ex militari di guerra fra i disponibili.
Tabella 2 - Lavoratori fruenti della disciplina sulle assunzioni
obbligatorie - Occupati presso aziende private ed enti pubblici (di cui alla
Legge 482/68 e successive modificazioni). Rilevazione annuale - Dati al 30
giugno 1996.
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