polemica csa-medici di medicina generale sulle cure
sanitarie per i degenti NELLE rsa
Tra le
numerose involuzioni delle RSA (funzionamento affidato al settore
dell’assistenza sociale, supporti sanitari troppo spesso inadeguati, inidoneità
di parte del personale addetto, ecc.) va segnalata la sempre più consistente
presenza in dette strutture di anziani malati cronici non autosufficienti che
presentano anche patologie acute, al punto che è stato coniato per questi
soggetti il termine di «acutronici».
Riportiamo i dati relativi all’Istituto di riposo per la vecchiaia, gestito
direttamente dal Comune di Torino, dati che sono analoghi a quelli rilevati
nelle altre strutture del capoluogo piemontese.
1. Ingressi avvenuti nel 1997:
25 donne e
11 uomini - Età media 80,5 anni
2. Patologie principali all’ingresso:
Demenza..................................................... 38,9%
Vasculopatia
cerebrale cronica ..................... 25,0%
Cardiopatie ................................................. 41,7%
Osteopatie................................................... 47,2%
BPCO ........................................................ 19,4%
Neoplasie...................................................... 2,8%
Psicosi
croniche.......................................... 44,4%
Nell’80,6% dei ricoverati sono
presenti anche altre patologie. Media di patologie per paziente all’ingresso:
2,9.
3. Patologie insorte durante la degenza:
Ictus............................................................. 2,8%
Scompenso
cardiaco...................................... 5,6%
Neoplasia...................................................... 8,3%
BPCO......................................................... 13,9%
Anemia....................................................... 13,9%
Altro
(patologie urologiche, gastroenteriche,
ortopediche)................................................. 25,0%
4. Interventi medici per urgenze:
Cardiologiche............................................... 16,7%
Respiratorie................................................. 44,4%
Psichiatriche................................................ 25,0%
Neurologiche................................................. 5,6%
Altro............................................................ 33,3%
Media interventi in urgenza per
paziente: 3,7 al mese.
5. Prestazioni sanitarie:
Terapia e.v................................................... 33,3%
Medicazioni................................................. 33,3%
Emotrasfusioni............................................... 5,6%
Prestazioni
chirurgiche................................. 16,7%
Rieducazione
funzionale............................... 33,3%
RX.............................................................. 50,0%
ECG............................................................. 8,3%
ECT e TAC.................................................. 30,6%
6. Esito del ricovero:
Deceduto...................................................... 5,6%
Dimesso....................................................... 0,0%
In carico...................................................... 94,4%
Trasferito
in ospedale..................................... 0,0%
Lettera dei parenti dei ricoverati nella RSA di
Via Spalato (1)
In data 15 giugno 1998 i parenti
dei ricoverati presso la RSA di Torino, Via Spalato 14, hanno inviato alle
competenti autorità sanitarie e al CSA la seguente lettera:
«I parenti degli anziani non
autosufficienti ricoverati presso la RSA di Via Spalato 14, Torino, in
considerazione del fatto che:
a) nella RSA di Via Spalato sono
ricoverati 68 anziani non autosufficienti e la maggiore parte affetta da
malattie croniche anche di rilevante gravità;
b) nella stessa struttura sono
inseriti per finalità riabilitative altri 10 pazienti provenienti dall’ospedale
Martini;
c) non è pensabile il
trasferimento degli anziani in ospedale nei casi in cui è possibile assicurare
adeguate cure presso la strutture stessa al fine di non creare in loro
ulteriori traumi che possono alterare il loro fragile stato psico-fisico;
d) ogni ricoverato, che versa L.
50.000 giornaliere come retta alberghiera, continuerà a pagare tale retta;
«chiedono, tramite il comitato
parenti, al Direttore generale dell’ASL 2 di intraprendere presso l’Assessorato
alla sanità della Regione Piemonte le necessarie iniziative affinché:
1) venga previsto un Vice
coordinatore sanitario da affiancare all’attuale coordinatore in modo da
operare in comune e sostituirsi a vicenda in caso di malattia, ferie o aggiornamenti
scientifici. Questo serve a dare continuità alla gestione della RSA ed
assicurare nel contempo sempre la presenza di un responsabile sanitario;
2) sia garantita la presenza
fissa almeno del coordinatore o del suo vice o di uno degli altri medici che
operano nella struttura di Via Spalato nell’intera giornata compresi i giorni
festivi e prefestivi, con copertura nelle restanti ore di un servizio di
reperibilità in modo da assicurare e una copertura sanitaria nel caso
insorgessero dei problemi e sia come supporto tecnico alle unità
infermieristiche presenti presso la struttura;
3) ferma restando l’attuale
copertura infermieristica diurna, si chiede venga assicurata la presenza nelle
ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi di almeno due unità
infermieristiche. È altresì auspicabile che l’assistenza infermieristica
sanitaria sia aumentata da 24 a 40 minuti per ricoverato;
4) venga attivato con il pronto
soccorso dell’ospedale Martini un canale preferenziale per questi anziani
quando, nonostante tutto, necessitano di un ricovero ospedaliero, in quanto
queste persone non possono rimanere, causa il loro stato, abbandonate da sole
per parecchie ore su una lettiga senza che nessuno si preoccupi di loro.
Ovviamente a ciò va aggiunto il fatto che per visite specialistiche è opportuno
che sia il medico a spostarsi presso la RSA e non viceversa».
Il volantino del
CSA
Preso atto della situazione e
della mancanza di risposte alle richieste avanzate ancora prima dell’apertura
della RSA in oggetto, veniva deciso di distribuire il volantino, che
riproduciamo, sottoscritto da: AIMA, Associazione Italiana Malati Alzheimer;
CESPI, Centro Studi delle Professioni Infermieristiche; Comitati dei Parenti
dei Ricoverati presso il Convalescenziario alla Crocetta, l’Istituto di riposo
per la vecchiaia, l’Opera Pia Lotteri e RSA di Via Spalato.
LA FIMMG
(Federazione Italiana Medici di Medicina Generale) di TORINO NON RISPETTA I
DIRITTI DEI MALATI ANZIANI RICOVERATI IN RSA E STRUTTURE SIMILARI: ADESSO
BASTA!
L’accordo collettivo dei medici
di Medicina generale riconosce al cittadino la libertà di scegliere il proprio
medico di famiglia.
La FIMMG-TORINO pretende, invece,
di poter congelare tale diritto quando il paziente anziano cronico non
autosufficiente viene ricoverato in una RSA, Residenza Sanitaria Assistenziale,
come è il caso – ad esempio – di Via Spalato 14 a Torino.
Non solo: vorrebbe anche far
credere agli utenti e ai gruppi di volontariato che l’organizzazione necessaria
in una RSA (struttura che ricovera anche 60-120 pazienti gravemente malati con
una media di
2-3 patologie per ciascun soggetto) è analoga a quella del singolo malato
curato a casa sua.
La presenza di un medico
coordinatore a tempo pieno nelle RSA di 40-120 posti è validissima, ma non è
sufficiente a garantire un’adeguata organizzazione delle cure.
La FIMMG-TORINO continua a
sostenere che nelle RSA sono sufficienti le prestazioni del medico di base e
quindi nella RSA di Via Spalato 14:
– ciascuno dei 68 pazienti è
stato illegalmente costretto a scegliere uno dei quattro medici di Medicina
generale convenzionati con l’USL;
– non c’è nessuna copertura di
notte e per le 48 ore del sabato e della domenica. Il servizio della guardia
medica è inadeguato. Così, ad esempio, si verificano situazioni come quella
dell’ultimo ponte del 1° maggio: 3 giorni di seguito senza che i malati abbiano
visto i medici loro imposti dall’USL 2;
– c’è un deleterio ricorso al
Pronto soccorso per i casi che si verificano quando i medici non sono né
presenti né reperibili. Ne consegue che i ricoverati, già in gravi condizioni
di salute, vengono sballottati dalla RSA al Pronto soccorso. Di recente si è
verificato che un malato della RSA di Via Spalato, trasportato al Pronto
soccorso sia rimasto in barella senza che nessuno si occupasse di lui per più
di 6 ore. Nonostante la sua non autosufficienza e la presenza della malattia di
Alzheimer, alla moglie non è neppure stato permesso di restargli accanto!
siamo stanchi delle situazioni di sopruso
chiediamo il concreto riconoscimento delle
esigenze e dei diritti degli anziani malati cronici non autosufficienti
da due anni attendiamo dalla fimmg di torino
una risposta alle nostre richieste
In base alle leggi vigenti – che anche i medici della FIMMG-TORINO devono
rispettare – gli anziani non autosufficienti ricoverati in RSA hanno
precise esigenze e, quindi, precisi diritti:
1) diritto a cure sanitarie continuative e, quindi, diritto alle
prestazioni di un’équipe di medici, infermieri, riabilitatori e altri operatori
che garantiscano interventi per complessive 10-12 ore al giorno;
2) diritto ad avere prestazioni dei medici in servizio presso la RSA
presenti o reperibili anche nella notte, al sabato e nei giorni festivi;
3) diritto a ricevere cure sanitarie tempestive adeguate all’interno della
RSA nei frequenti momenti di crisi o acuzie evitando, salvo i casi di assoluta
necessità, inutili, dolorosi e costosi spostamenti al Pronto soccorso;
4) diritto ad avere in tutta la misura del possibile le occorrenti
prestazioni specialistiche nella RSA in cui sono ricoverati.
CHIEDIAMO pertanto che nelle RSA siano previsti:
a) un coordinatore ed un vice di modo che anche nei casi di assenza del
titolare per ferie, malattia o altro, sia garantita una adeguata organizzazione
delle cure;
b) gli altri medici occorrenti per la diagnosi e la cura anche nelle fasi
acute, salvo i casi in cui il paziente necessita di ricovero ospedaliero.
confidiamo che i medici, compresi quelli di medicina
generale, rispondano in modo adeguato ai bisogni degli anziani cronici non
autosufficienti.
La lettera della
FIMMG-TORINO
Al volantino rispondeva in data 7
luglio 1998 il Segretario provinciale della FIMMG-TORINO, Dottor Giacomo
Melillo, nei seguenti termini (2):
«Negli incontri intercorsi presso l’Ordine dei Medici di Torino ed in
successive occasioni, avevo avuto modo di rilevare, e Le avevo anche segnalato,
l’atteggiamento pregiudiziale Suo e del Geometra Santanera nei confronti del
Sindacato che rappresento. Il volantino che mi allega alla Sua costituisce la
prova documentale di questa mia valutazione.
«Voi sostenete che le RSA dovrebbero essere dotate di personale e
sovrastrutture analoghe a quelle di un ospedale, perché tutti gli anziani non
autosufficienti sono malati cronici che necessitano di un elevato livello di
assistenza sanitaria. In sintesi, sostenete la tesi per cui tutte le RSA
dovrebbero di fatto essere trasformate in reparti di lungo degenza, anche per
evitare che i ricoverati debbano pagare una quota di partecipazione, credo
proporzionale al reddito, per le prestazioni socio-assistenziali che non sono
fornite gratuitamente dallo Stato.
«In realtà il Piano sanitario regionale riconosce la carenza di posti letto
per lungodegenze ed infatti ne programma circa 4.500 nella Regione, contro gli
8.300 previsti per le RSA.
«La FIMMG non ha mai negato l’importanza della realizzazione di un numero
adeguato di posti letto per lungodegenti, ma sempre e solo precisato che si
tratta di una cosa diversa dalle RSA. I primi infatti richiedono servizi e
standard di assistenza infermieristica e medica decisamente superiori e
dominanti rispetto a quelli socio-assistenziali.
«Le RSA, secondo le diverse normative che ho avuto modo di esaminare
– in modo particolare quella della DGR del 9 gennaio 1995 n. 41-42433, che
non mi risulta modificata – “(...) sono deputate a ricoverare
persone non assistibili a domicilio per carenza o insufficienza di supporto
familiare o di ambiente adatto alle loro esigenze. Per quanto riguarda gli
interventi riabilitativi va precisato che:
– i trattamenti riabilitativi
nella fase acuta della malattia devono essere svolti nel presidio ospedaliero
generale o in apposito presidio ospedaliero e vengono effettuati, a seconda
della situazione, dal Servizio di R.R.F. (Recupero e Riabilitazione Funzionale,
ndr), o da altri servizi o divisioni monospecialistiche;
– i trattamenti riabilitativi cui
è deputata la RSA sono prevalentemente quelli di conservazione dello stato di
equilibrio raggiunto compatibile con l’eventuale menomazione rimasta, per
prevenire aggravamenti e il decadimento funzionale. (...)”.
«Nell’ambito di
queste normative i Medici di famiglia hanno cercato le soluzioni assistenziali
migliori – e sono impegnati, per quanto possibile, alla loro realizzazione e al
loro progressivo miglioramento – nell’interesse dei soggetti ricoverati.
«La FIMMG ritiene
che esistano due categorie fondamentali di soggetti non autosufficienti:
– la prima, affetta
da malattie croniche stabilizzate, che necessita prevalentemente di un elevato
grado di assistenza per la soddisfazione dei bisogni quotidiani della vita
(alimentazione, igiene, socializzazione, ecc.). In questi soggetti l’assistenza
sanitaria necessaria consiste soprattutto in una continua sorveglianza per
evitare peggioramenti, riacutizzazioni e complicanze delle malattie in atto.
Sono proprio questi gli anziani che, con gli opportuni supporti, dovrebbero
essere preferibilmente assistiti nell’ambito delle loro famiglie e del proprio
domicilio o ricoverati presso RSA nel caso in cui le condizioni
socio-economiche e famigliari non consentono l’assistenza domiciliare;
– la seconda è
costituita da persone non autosufficienti affette da patologie croniche
instabili o in fase di riacutizzazione. Questi pazienti necessitano invece di
un elevato grado di assistenza medica ed infermieristica e pertanto devono
essere ricoverati in strutture a carattere ospedaliero, a seconda dei casi, in
reparti per acuti o di lungodegenza.
«Pensare che tutti
gli anziani non autosufficienti siano massificabili in un’unica categoria di
problemi e di bisogni assistenziali sarebbe un tragico errore. Inoltre, dato il
minor costo della soluzione “tipo RSA” rispetto a quella “tipo lungodegenza
ospedaliera”, il riconoscimento di bisogni diversificati consente l’impiego
ottimale delle limitate risorse disponibili al fine di garantire a tutti le prestazioni di cui hanno effettivamente
necessità. Per contro ci sembra lesivo dell’interesse degli assistiti spacciare
le RSA come lungodegenze ospedaliere, semplicemente cercando di imitare i
modelli organizzativi di un ospedale.
«Comunque, la
decisione di creare lungodegenze, piuttosto che RSA, o viceversa, non dipende
dalla FIMMG, ma da livelli istituzionali completamente diversi (governo
nazionale e regionale).
«Per tali motivi
respingiamo con fermezza le affermazioni contenute nel volantino allegato alla
Sua lettera, le cui vere motivazioni continuano a sfuggirmi, e che comunque non
mi sembrano ispirate al desiderio reale di tutelare concretamente gli interessi
di chi ha bisogno di assistenza.
«Come Voi avete ritenuto
opportuno distribuire quel volantino per le strade ed in pubblici convegni, con
lo scopo primario evidente di creare difficoltà al Sindacato che rappresento ed
offrire a chi ne avesse interesse occasioni di conflitto strumentale, così mi
riservo di far pervenire la Sua lettera, il volantino e questa risposta a tutti
coloro che ritengo opportuno informare.
«Ciò perché sono
convinto che la FIMMG sia rimasta coerente ai principi cui si ispira, alla
volontà di salvaguardare e promuovere il SSN, del quale vogliamo essere parte
integrante, nell’interesse primario di tutti i cittadini, nell’ambito di livelli assistenziali uniformi ed
appropriati che, in un regime democratico, possono essere stabiliti solo dal
Parlamento e dal Consiglio Regionale attraverso il Piano Sanitario Nazionale e
Regionale».
La replica del CSA
In data 20 luglio 1998 il CSA
replicava scrivendo al Dott. Giacomo Melillo quanto segue: «In merito alla Sua lettera del 7 u.s., prot. 127/98, rilevo in primo
luogo che Lei non fa cenno alcuno al fatto da noi denunciato nel volantino del
10.6.98 e cioè che “ciascuno dei 68 pazienti (della RSA di Via Spalato) è stato
illegalmente costretto a scegliere uno dei quattro medici di medicina generale
convenzionati con l’USL”.
«È questa una delle
vere motivazioni delle nostre iniziative che spero non continuino a sfuggirle e
che da parte nostra sono “ispirate al desiderio reale di tutelare concretamente
gli interessi di chi ha bisogno di assistenza sanitaria”.
«Le preciso,
inoltre, che mai né Santanera, né io abbiamo avuto alcun atteggiamento
pregiudiziale nei confronti del Sindacato da Lei rappresentato, com’è
dimostrato dal fatto che Santanera ha avuto il 25 settembre 1996 un incontro
con Lei ed un Suo collega nella sede dell’Ordine dei Medici, allo scopo di
integrare l’intesa intervenuta il 15 maggio 1996 fra lo stesso Ordine dei
medici e il nostro Comitato, il Collegio provinciale di Torino degli infermieri
professionali e la Sezione del Piemonte e della Valle d’Aosta dell’Associazione
italiana terapisti della riabilitazione.
«A seguito
dell’incontro suddetto, come da accordi intervenuti, Le abbiamo inviato in data
30 settembre 1996 una “Bozza di protocollo aggiuntivo al documento congiunto
sottoscritto dall’Ordine dei Medici di Torino e dal CSA - Comitato per la
difesa dei diritti degli assistiti”, documento a cui, nonostante nostri
ripetuti solleciti, Lei mai ha risposto.
«Preciso, inoltre,
che in data 29 maggio 1997 ha avuto luogo, anche questa volta presso l’Ordine
dei Medici, un incontro al quale, oltre a Lei e alla scrivente, erano presenti
il Prof. Olivetti, le signore Lupano e Prandi e il Sig. Santanera, incontro che
si era concluso con l’impegno Suo e della signora Prandi di predisporre entro
30-45 giorni una bozza di documento sulle problematiche delle RSA, bozza finora
non redatta.
«Sono molto stupita
delle Sue affermazioni sulle caratteristiche degli utenti delle RSA. Se, invece
di fermarsi alle definizioni di comodo contenute nella delibera della Giunta
della Regione Piemonte, Lei avesse assunto informazioni dirette, avrebbe
accertato che gli anziani ivi ricoverati non solo sono colpiti da malattie
gravemente invalidanti, ma anche che circa il 30% di essi soffre di patologie
acute.
«Secondo i dati
forniti dalla Dott.ssa Nicoletta Aimonino a “Prospettive assistenziali” in data
21 febbraio 1995, risulta quanto segue: “Il 96% degli anziani ricoverati
presso l’IRV è non autosufficiente per ragioni mediche; il 60% è affetto da più
di tre patologie importanti sul piano clinico-terapeutico, gli altri hanno più
di quattro patologie. Attualmente circa il 30% degli ospiti è in trattamento
per gravi patologie acute (infarto miocardico acuto, ictus cerebrale,
broncopolmonite, scompenso cardiaco acuto, grave anemia, arteriopatia
obliterante arti inferiori, ecc.). Il 40% degli ospiti ha necessità di terapia
iniettiva, il 30% di terapia per via endovenosa, il 28% ha necessità di
medicazioni quotidiane. Si ribadisce pertanto che gli anziani ricoverati presso
l’IRV sono affetti da patologie molto complesse che richiedono un costante
impegno di diagnosi e terapia oltre che di assistenza infermieristica adeguata
e qualificata. La tipologia degli ospiti, il loro precario equilibrio
psico-fisico, il facile sovrapporsi di complicanze e/o il riacutizzarsi di
pregressi eventi morbosi richiedono infatti interventi spesso immediati ed
intensivi”.
«Significativi sono
anche i dati concernenti gli utenti entrati nell’IRV nel 1997, che si allegano (3).
«È importante
rilevare che questi dati sono analoghi a quelli riscontrati nella RSA di
Torino, via Spalato 14.
«Pertanto, se, come
Lei scrive, i pazienti che necessitano di “un elevato
grado di assistenza medica e infermieristica” dovessero essere “ricoverati in strutture a carattere ospedaliero,
a seconda dei casi, in reparti per acuti o di lungodegenza” dovrebbe essere chiusa la maggior parte delle strutture che
attualmente ricoverano anziani cronici non autosufficienti.
«Purtroppo, come
emerge dalla lettera del 15 giugno 1998 dei parenti dei ricoverati presso la
RSA di Via Spalato, tenuto conto del rifiuto praticato di fatto da tutti gli
ospedali di garantire le cure ai pazienti cronici non autosufficienti (ad
esempio i dementi senili) nelle fasi di riacutizzazione “non è pensabile il
trasferimento degli anziani in ospedale nei casi in cui è possibile assicurare
adeguate cure presso la struttura stessa al fine di non creare ulteriori traumi
che possono alterare il loro fragile stato psico-fisico”.
«Stante questa
situazione, dovuta all’espulsione dagli ospedali dei malati inguaribili e non
autosufficienti non curabili a domicilio, ad avviso del CSA occorre che presso
le RSA operino équipes medico-infermieristiche in grado di provvedere alla cura
dei malati cronici, per quanto possibile anche nelle fasi di riacutizzazione».
(1) Si tratta dell’unica RSA piemontese gestita
direttamente da una Azienda sanitaria locale. Questa importante innovazione
istituzionale è stata ottenuta soprattutto a seguito delle iniziative condotte
dal CSA.
(2) La lettera era indirizzata a Maria Grazia
Breda del CSA.
(3) I dati sono quelli riportati all’inizio di
questo articolo.
www.fondazionepromozionesociale.it