Prospettive assistenziali, n. 125, gennaio-marzo 1999

 

 

Libri

 

 

MARCO BOUCHARD (a cura di), Quando un bambino viene allontanato: diritti del bambino, diritti degli altri, Franco Angeli, Milano, 1997, pag. 236, L. 28.000

L’allontanamento dei minori dalle loro famiglie è un fatto che ha ripercussioni non solo sul piano individuale, ma presenta anche risvolti profondamente sociali.

Nel volume curato da Marco Bouchard, già giudice presso il Tribunale per i minorenni di Torino, il problema è analizzato secondo le prospettive del diritto, della psicologia e della sociologia, rivolgendo una particolare attenzione all’esame delle condizioni vissute dai minori dopo la separazione familiare, soprattutto nei luoghi di prima destinazione, nelle comunità e presso le famiglie affidatarie.

È bene ricordare che, nonostante il clamore di molti giornali più interessati al sensazionalismo che alla descrizione dei fatti, gli allontanamenti familiari disposti dall’autorità giudiziaria sono di gran lunga molto meno numerosi rispetto ai ricoveri in istituto disposti direttamente dai genitori.

Il volume, che fa parte della collana del­l’Associazione italiana dei giudici per i minorenni edita da Franco Angeli, contiene scritti di Marco Bouchard, Stefano Cirillo, Italo Cividali, Anna Coppola De Vanna, Annamaria Dell’Antonio, Paola de Nicola, Lucia Formica, Piero Forno, Clede Maria Garavini, Ondina Greco, Salvatore Grimaldi, Anna Ianniello, Eustacchio Loperfido, Francesco Mazza Galanti, Franca Mazzola Lomazzi, Anna Pizzo, Lamberto Sacchetti, Rosa Patrizia Sinisi, Giancri­stoforo Turri, Angelo Vancheri, Maria Rita Verardo Romano, Stefano Vitale, Monica Vitolo.

 

 

 

AA.VV., Rapporto 1998 sullo sviluppo umano - I consumi ineguali, Rosenberg & Sellier, Torino, 1998, pag. 246, L. 35.000

Come rileva James Gustave Spetch nell’introduzione, il rapporto 1998 (il nono della serie) «prende in esame il consumo all’interno della prospettiva dello sviluppo umano, concludendo che, malgrado l’impennata nel consumo in molti paesi, non tutto va bene: più di un miliardo di persone non ha l’opportunità di consumare secondo modi che permetterebbero loro di soddisfare i propri bisogni fondamentali».

Nel ventesimo secolo il consumo mondiale è cresciuto ad un tasso senza precedenti, raggiungendo nel 1998 circa 24 mila miliardi di dollari; il suo incremento non solo non ha portato alcun beneficio ad un miliardo di esseri umani, ma ha anche causato l’erosione delle risorse rinnovabili ed un preoccupante inquinamento dell’ambiente.

Ne consegue che è necessario un consumo che coinvolga anche la fascia della popolazione attualmente esclusa; occorre anche che il modello sia diverso, e cioè orientato allo sviluppo umano. Pertanto, secondo J.G. Spetch, «i poveri e i paesi poveri necessitano di accelerare l’incremento del loro consumo, ma non devono seguire i sentieri battuti dalle economie ricche e a crescita elevata». Le tecniche produttive devono essere rese compatibili con una oculata tutela dell’ambiente.

Ad avviso di Spetch «la consapevolezza degli effetti dannosi del consumo sta aumentando, e lo slancio verso il consumo per lo sviluppo umano è in crescita. La povertà è diminuita, talvolta rapidamente. Molti degli approcci e delle tecnologie necessarie per rendere il consumo più sostenibile sono già in uso o sono in via di progettazione; tuttavia, necessitano di essere applicati in misura più ampia. La sfida consiste nell’accelerare tali azioni. Si devono stabilire i modi per fornire un supporto internazionale maggiore ai paesi poveri e di moderare la diseguaglianza in aumento fra i paesi e nei paesi».

Il rapporto include un contributo di John Kenneth Galbraith, il noto autore de “La società opulenta”.

 

 

 

STANLEY I. GREENSPAN, BERYL LIEFF BENDERLY, L’intelligenza del cuore - Le emozioni e lo sviluppo della mente, Mondadori, Milano, 1997, pag. 336, L. 32.000

Forti della loro vasta esperienza di lavoro con bambini colpiti da problemi relazionali e con famiglie a rischio, gli Autori lanciano un grido di allarme: allevando i nostri figli in un mondo povero di sentimenti rischiamo di produrre nuove generazioni di uomini e donne che saranno carenti anche dal punto di vista intellettuale.

Infatti, alla base dello sviluppo dell’intelligenza, ci sono proprio quelle interazioni emotive che il neonato prima e poi il ragazzo e l’adulto vivono con le persone che li circondano.

Un ambiente ricco di affetti, insomma, non garantisce solo una crescita emotivamente equilibrata, ma anche una buona maturazione intellettiva.

Nella seconda parte del volume gli Autori propongono a tutti noi, ai singoli, alle famiglie e alle istituzioni come cambiare di segno i valori della società e dare alle esperienze emotive maggiore importanza nel progetto della nostra vita personale e sociale: «L’attenzione all’esperienza soggettiva non è un esercizio puramente umanitario o estetico, ma è cruciale per la sopravvivenza umana».

 

 

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