Prospettive
assistenziali, n. 126, aprile-giugno 1999
Ingannevole
informazione fornita dagli assistenti sociali dell’ospedale molinette
In data 2 dicembre 1997 il CSA - Comitato per la
difesa dei diritti degli assistiti aveva inviato ai Presidenti dei Consigli
nazionale e regionali degli Ordini degli assistenti sociali una segnalazione in
merito alle false informazioni fornite dagli assistenti sociali sui contributi
illecitamente richiesti dagli enti pubblici ai parenti di assistiti maggiorenni
e alle dimissioni ospedaliere dei pazienti anziani colpiti da malattie
invalidanti e da non autosufficienza.
Nel n. 121 avevamo pubblicato la suddetta lettera,
la (non) risposta della Presidente nazionale dell’Ordine e la replica del CSA -
Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti.
Riportiamo ora la lettera inviata il 12 maggio
1999 dallo stesso Comitato al Direttore generale e al Direttore sanitario
dell’Azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino e alla Presidente
dell’Ordine degli assistenti sociali del Piemonte.
Questo
Comitato è stato informato che è stato predisposto un modulo intestato “Azienda
sanitaria ospedaliera S. Giovanni Battista” che contiene le seguenti parole:
«Il Sig. ... dichiara di essere in grado di assicurare il trasferimento del
paziente Sig. ... al proprio domicilio / in istituto di cura, all’atto della
dimissione stabilito dai Medici della casa di cura, o qualora le condizioni del
paziente risultassero non corrispondenti a quelle segnalate nella presente
proposta».
Il modulo
suddetto viene consegnato dalle assistenti sociali ai parenti dei ricoverati;
la sottoscrizione è la condizione sine
qua non per il ricovero nelle case di cura private di persone malate
trasferite dall’ospedale per la prosecuzione delle cure.
Al riguardo
si fa presente quanto segue:
– in base
alle leggi vigenti l’obbligo di curare le persone colpite da patologie acute o
croniche non spetta ai congiunti, ma al Servizio sanitario nazionale;
– la dichiarazione sopra citata, riportata su un modulo intestato
all’Azienda ospedaliera S. Giovanni Battista, trae in inganno i parenti dei
malati ai quali viene attribuito sia l’obbligo di accettare le dimissioni dalla
casa di cura anche se il paziente continua ad avere la necessità di ricovero,
sia il compito di provvedere a tempo indeterminato alle sue necessità.
Ciò premesso, questo Comitato chiede che con la massima urgenza:
– venga ritirato il modulo in oggetto;
– i congiunti dei malati, in particolare quelli colpiti da cronicità e non
autosufficienza, siano informati per iscritto in merito al diritto dei loro
familiari di essere curati senza limiti di durata dal Servizio sanitario
nazionale come d’altra parte prevedono le leggi vigenti, confermate dalla
sentenza della Corte di Cassazione n. 10150/1996. Al riguardo, ancora una
volta, si ribadisce la necessità della predisposizione dei necessari interventi
domiciliari sanitari e dei centri diurni per i malati di Alzheimer, anche al
fine di incentivare la disponibilità dei familiari che liberamente scelgono di
curare a casa loro i congiunti malati;
– i trasferimenti dei pazienti dall’ospedale alle case di cura vengano
effettuate gratuitamente e senza chiedere ai congiunti la sottoscrizione di
impegni di sorta, ferma restando la necessità che i trasferimenti vengano
effettuati presso strutture di Torino e immediati dintorni, di modo che i
parenti (spesso si tratta di persone anche ultraottantenni) possano continuare
a fornire il maggior sostegno possibile morale e materiale ai loro congiunti
malati.
Ai sensi e per gli effetti della legge 241/1990, si chiede gentilmente una
risposta scritta.
P.S. -
Questo Comitato sarebbe molto grato se il Presidente dell’Ordine degli
Assistenti sociali volesse intervenire per evitare che la prassi illegittima
dell’Azienda Ospedaliera S. Giovanni Battista venga attuata da assistenti
sociali di altri ospedali del Piemonte.
www.fondazionepromozionesociale.it