Prospettive
assistenziali, n. 126, aprile-giugno 1999
Specchio nero
TG1 TRASMETTE UNA NOTIZIA FALSA E
LESIVA DEL DIRITTO ALLE CURE SANITARIE, E RIFIUTA DI FORNIRE PRECISAZIONI
CORRETTE
Nel corso del TG1 delle ore 20
dell’11 aprile 1999 è stato riferito che Alessandro, di anni 28, uscito dal
coma da circa due mesi, non autosufficiente e necessitante di urgenti
interventi riabilitativi, doveva essere dimesso dall’ospedale Niguarda di
Milano in quanto per la prosecuzione delle cure non era più competente il
Servizio sanitario nazionale: pertanto doveva provvedere la famiglia del
paziente.
Preso atto che la notizia diffusa
dal telegiornale non solo era destituita di ogni fondamento, ma poteva avere
conseguenze devastanti sul piano psico-fisico ed economico dei malati non
autosufficienti e delle loro famiglie, il giorno successivo alla trasmissione,
l’Associazione promozione sociale inviava alla Direzione RAI di Roma ed alla
giornalista Lilli Gruber, conduttrice del telegiornale in oggetto, due
telegrammi così formulati: «In merito
notizie gravemente inesatte trasmesse suo telegiornale ieri ore 20 facciamo
presente che servizio sanitario nazionale est obbligato leggi vigenti
provvedere gratuitamente et senza limiti durata cure sanitarie anche pazienti
inguaribili compresi quelli in coma. Pregasi informare correttamente diretti
interessati nei prossimi telegiornali tenendo presente che sono molte decine di
migliaia i malati inguaribili tutti curabili».
Nonostante la rilevanza etica e
sociale della questione che investe decine di migliaia di persone, il TG1 non
si è preoccupato di raccogliere presso l’Associazione che aveva inviato il
telegramma informazioni sui diritti dei cittadini malati inguaribili e non ha
trasmesso alcuna precisazione in merito alla falsa notizia diffusa: un esempio
inaccettabile di inciviltà.
A sua volta, il CSA - Comitato
per la difesa dei diritti degli assistiti con lettera raccomandata R.R. del 21
aprile 1999, ha segnalato l’estrema gravità del fatto al Dr. Jader Jacobelli,
Coordinatore della Consulta sulla qualità delle trasmissioni della RAI, al
Direttore del TG1, Giulio Borrelli e alla giornalista Lilli Gruber.
Il Dr. Jacobelli ha prontamente
risposto segnalando di aver «espresso
parere favorevole alla rettifica, da Voi richiesta, per ribadire che il
Servizio nazionale sanitario è tenuto a garantire le cure del caso anche alle
persone ritenute inguaribili».
Nessuna risposta invece dal TG1
che finora non ci risulta abbia trasmesso alcuna precisazione in merito alla
falsa notizia trasmessa. E pensare che la RAI dovrebbe essere un servizio pubblico.
RICHIESTE ILLEGALI AI CONGIUNTI
DI HANDICAPPATI INTELLETTIVI E IGNOBILE RICATTO
In data 15 dicembre 1998 Lorenzo
Dani, direttore dei servizi sociali dell’ULSS 22 della Regione Veneto, ha
inviato alla famiglia di un handicappato intellettivo la lettera che riportiamo
integralmente: «Com’è noto, nello sforzo
di migliorare i servizi per i disabili, in particolare centri diurni e comunità
alloggio, la Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 22 ha stabilito delle quote di
contribuzione a carico dei familiari degli assistiti e di tale iniziativa è
stata data informazione con precedenti lettere inviate dall’ULSS nel corso
degli anni 96-97-98.
«Si richiama a tal proposito la decisione ribadita dalla Conferenza dei
Sindaci nella riunione del 27.4.98 laddove si “dà esplicito mandato all’ULSS di
gestire la riscossione delle contribuzioni degli utenti, con possibilità di
operare rivalsa nei confronti dell’utente o di sospendere dal servizio l’utente
che rifiuta il pagamento del contributo (in quest’ultimo caso si terrà conto
degli aspetti organizzativi ed economici nella gestione dei centri)”.
«Dall’esame dei dati consuntivi risulta che la S.V. non ha ancora
provveduto al pagamento delle somme dovute per lire 2.400.000.
«Nella certezza che si è trattato di una disattenzione si prega di voler
provvedere in merito attraverso l’unito bollettino di conto corrente postale,
mentre per qualsiasi informazione si rendesse necessaria è possibile contattare
il dr. ... presso gli uffici dell’ULSS ai numeri telefonici 0456769375 - 0456769357».
Fino a quando Assessori
regionali, Sindaci, Direttori generali delle ASL e funzionari dei suddetti enti
continueranno a non rispettare le leggi che non consentono agli enti pubblici
di pretendere contributi economici dai parenti di assistiti maggiorenni?
Non è profondamente immorale
ricattare i parenti degli handicappati intellettivi che rispettano le leggi
vigenti, minacciandoli di escludere i loro figli dai centri diurni e dalle
comunità alloggio?
D’ALEMA SBIRCIA LA BUSTA PAGA
DELLA MOGLIE: PERCHÉ NON GETTA L’OCCHIO SULLE PENSIONI DA FAME?
Massimo D’Alema, Presidente del
Consiglio dei Ministri (v. La Stampa
del 30 aprile 1999), sbircia la busta paga della moglie Linda e si indigna. Tre
milioni e quattrocentomila lire lordi sono pochi, secondo l’autorevole marito,
per un funzionario tecnico del Ministero dei beni culturali, nono livello,
qualifica di archivista. Non entriamo nel merito della equità della valutazione
di D’Alema, ma certamente ci farebbe molto piacere se il Presidente del Consiglio
dei Ministri esprimesse anche la propria indignazione sulla congruità dei
seguenti importi mensili: pensione di invalidità per persone non in grado di
svolgere alcuna attività lavorativa L. 395.060, pensioni sociali L. 504.400,
assegni sociali L. 615.800 e pensioni minime INPS L. 709.550.
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