Prospettive assistenziali, n. 127, luglio-settembre 1999

 

 

CarenTI le relazioni sociali inviate al tribunale per i minorenni di torino: i risultati di una ricerca

ALINA BALMA (1)

 

Questo articolo riporta i risultati di una ricerca condotta su un campione delle segnalazioni relative a minorenni in situazione di presunta privazione di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a provvedervi.

La ricerca, proposta dall’ANFAA, è stata sostenuta dai docenti del diploma universitario in servizio sociale di Torino, in quanto, nel corso di vari incontri con i rappresentanti del Tribunale per i minorenni, l’inadeguatezza delle relazioni pervenute era stata segnalata come uno dei motivi del ritardo nell’assunzione di provvedimenti a favore dei minori presumibilmente dichiarabili in stato di adottabilità.

Obiettivo della ricerca è stato quello di appurare se le relazioni scelte come campione fossero complete o carenti. Con il termine “complete” sono state definite le relazioni contenenti informazioni che consentono ai giudici del Tribunale per i minorenni – attraverso la chiarezza delle argomentazioni e dei fatti riportati – di prendere una decisione. Va altresì sottolineato che la completezza di tali informazioni è la prova dell’accurato lavoro di ricerca e di rielaborazione che ogni assistente sociale è tenuto a svolgere.

 

Metodologia utilizzata (2)

– Definizione dell’ipotesi di ricerca: troppo spesso le relazioni sociali di segnalazione relative a situazioni di presunto stato di adottabilità non contengono molte delle informazioni indispensabili ai giudici del Tribunale per i minorenni per prendere una decisione in merito.

La scelta del campione è stata determinata dalla disponibilità del Tribunale per i minorenni di Torino e dalla necessità che il campione non avesse un’ampiezza eccessiva, in modo da poter essere analizzato senza particolari difficoltà. Il campione scelto comprendeva 39 relazioni sociali concernenti segnalazioni relative a minori il cui stato di adottabilità – al momento dell’inizio della ricerca – fosse già stato definito. Le relazioni sono state inviate nel 1996 da servizi sociali territoriali e ospedalieri situati in tutto il territorio di competenza del Tribunale per i minorenni di Torino, ossia in Piemonte e nella Valle d’Aosta. Non sono state prese in considerazione le segnalazioni dei minori non riconosciuti alla nascita.

La definizione del questionario è stata effettuata partendo da uno schema di relazione sociale di segnalazione tratto dal volume “Dalla parte dei bambini”, di Marisa Pavone, Frida Tonizzo e Mario Tortello, Rosenberg & Sellier, Torino, 1989, il cui testo è riportato nell’allegato 1. Le parti più significative dello schema sono state adottate per la valutazione delle relazioni. Il questionario comprendeva 31 quesiti.

La raccolta dei dati è consistita nella lettura ed analisi di ciascuna relazione in modo da poter compilare il questionario. La lettura delle relazioni si è svolta presso il Tribunale per i minorenni grazie alla collaborazione del dott. Mauro Zaffatoni, giudice onorario, che, oltre ad aver reso assolutamente anonime le relazioni, ha garantito la sua supervisione.

La codifica e analisi dei dati ha avuto luogo mediante il confronto delle relazioni con gli argomenti inseriti nel questionario. I risultati sono stati raccolti in prospetti riassuntivi. Si è inoltre costruita una serie di tabelle: alcune di esse fanno emergere con chiarezza i dati inseriti nel prospetto riassuntivo; altre confrontano le relazioni con alcune peculiarità che le caratterizzano (tipo di servizio da cui provengono, località da cui sono state inviate, nazionalità del minore in causa, ecc.). In questo articolo sono riportati i dati più significativi.

L’interpretazione dei dati  è consistita in un’analisi dei risultati ottenuti, analisi che è stata messa a confronto con l’ipotesi iniziale.

I dati emersi dalla ricerca confermano l’ipotesi iniziale, e cioè che le relazioni sociali di segnalazione sono spesso carenti delle informazioni indispensabili ai giudici per prendere sollecite e motivate decisioni.

L’illustrazione dei risultati che seguono non si pone come una critica nei confronti degli autori delle relazioni, bensì come una constatazione oggettiva di una situazione che esiste e che molto probabilmente è indicativa di una non corrispondenza dell’operato degli assistenti sociali con le esigenze dei giudici del Tribunale per i minorenni.

I risultati del lavoro di ricerca non sono stati sottoposti al giudizio dei giudici minorili. Un’analisi congiunta comporterebbe certamente l’individuazione degli elementi necessari per una collaborazione più proficua.

 

Risultati della ricerca

* Dati anagrafici. Si sono riscontrate carenze concernenti i dati anagrafici relativi sia al minore, sia ai soggetti a lui legati. Alcuni esempi. In 10 relazioni su 39 manca il luogo di nascita del minore. Se si escludono 5 relazioni concernenti aggiornamenti richiesti dal Tribunale per i minorenni (3), rimangono comunque assolutamente ingiustificabili le altre informative, comprese 2 che riguardano segnalazioni relative a minori inviate nel corso del procedimento aperto per i fratelli dello stesso.

In 10 relazioni su 39 manca il nome del padre del minore. In un solo caso si tratta di un aggiornamento; negli altri la mancanza non pare essere giustificabile in alcun modo dal momento che i contenuti non presentano alcuna motivazione plausibile a sostegno di tale carenza.

In 4 relazioni su 39 non è presente il nome della madre. Di queste, una sola rappresenta un aggiornamento sulla situazione, mentre in un’altra la madre risulta essere deceduta da diversi anni. Nei restanti 2 casi appare chiaro che il servizio conosce molto bene il nucleo in questione e non si capisce pertanto come mai il nome della madre non venga chiaramente esplicitato.

In 3 relazioni si riscontra inoltre la mancanza del nome di entrambi i genitori; delle tre una sola rappresenta un aggiornamento richiesto dal Tribunale.

Un’ulteriore osservazione relativa ai dati anagrafici riguarda il fatto che nella maggior parte delle relazioni non viene indicata chiaramente la residenza di fatto del minore al momento della segnalazione.

Si ritiene invece che la suddetta informazione sia estremamente rilevante in quanto fornisce ai giudici indicazioni relative al tipo di provvedimento da adottare in prima battuta e alla necessità o meno di agire con urgenza.

* Certificazioni allegate.  In quasi l’80% delle relazioni prese in esame non è allegata alcuna certificazione (medica, psicologica, scolastica, di altro genere) a sostegno di quanto viene affermato. Ciò va rilevato come un fatto negativo, soprattutto se si considera la certificazione come una conferma per il giudice di quanto è riportato nella relazione. Tuttavia, per correttezza, occorre sottolineare che le relazioni che presentano almeno una certificazione risultano essere anche quelle meno complete di informazioni, quasi vi fosse nelle relazioni sprovviste di qualsiasi certificazione, un tentativo di compensare tale mancanza inserendo un numero maggiore di informa­zioni.

* I soggetti legati al minore  (cfr. la tab. 1). Rispetto ai soggetti legati al minore e citati nella relazione, il questionario richiedeva 8 tipi di informazioni (età, luogo di nascita, scolarità, professione, comportamento lavorativo, stato di salute fisica e psichica, eventuali ricoveri ospedalieri, eventuali istituzionalizzazioni). Nelle relazioni del campione preso in esame sono state rilevate mediamente solo 1,4 caratteristiche per ciascun soggetto. Va inoltre sottolineato come la suddetta media non aumenti per i soggetti presumibilmente più legati al minore. Per esempio: il dato riguardante la madre risulta essere di 1,09, quello del padre di 2,09. Si ricorda inoltre che tra le informazioni meno riportate compaiono la professione (26% dei soggetti citati) e il comportamento lavorativo (9% dei soggetti citati) nonostante si tratti di dati estremamente utili per comprendere come il nucleo riesca a soddisfare i bisogni materiali fondamentali del minore e quale sia l’atteggiamento e l’affidabilità dei soggetti che lo circondano.

* Le informazioni relative alla situazione economica ed abitativa (cfr. la tab. 2). Le informazioni di questa natura richieste dal questionario erano 9 (da quanto tempo la famiglia occupa l’attuale abitazione, come l’ha ottenuta, descrizione dell’abitazione, situazione economica, giudizi sul tenore di vita in rapporto al reddito, rapporti all’interno del nucleo, inserimento del nucleo nell’ambito del vicinato, atteggiamento del vicinato nei confronti del nucleo, utilizzo o meno da parte del nucleo delle risorse messe a disposizione dai servizi). Anche in questo caso la media di informazioni presenti nelle relazioni del campione è nettamente inferiore a quella attesa: infatti sono state accertate solamente 1,4 informazioni anziché 9. Tra le informazioni meno riportate vanno annoverate la descrizione dell’abitazione (presente in 7 relazioni su 39), la situazione economica (12 relazioni su 39), l’utilizzo o meno da parte del nucleo delle risorse messe a disposizione dai servizi (9 relazioni su 39). Inoltre, anche se l’informazione relativa ai rapporti all’interno del nucleo è la più riportata (19 relazioni su 39), si ritiene comunque che dovrebbe comparire in un numero maggiore di relazioni, in quanto spesso è proprio a causa della inidoneità di questi rapporti che si rende necessaria la segnalazione all’autorità giudiziaria.

* La storia del minore. Viene descritta ampiamente dal 2,57% delle relazioni del campione, schematicamente dal 43,59% e non viene descritta nel 53,84% dei casi. Inizialmente si era ipotizzato che una così bassa percentuale delle storie descritte in modo ampio potesse essere giustificata a causa dell’età piuttosto bassa dei minori costituenti il campione; di fatto questa ipotesi è stata smentita o, quantomeno, non del tutto avvalorata. Infatti, in primo luogo, l’unica relazione che descrive ampiamente la storia del minore è relativa ad un bambino compreso nella fascia d’età più bassa (0-3 anni). Inoltre si è constatato che non diminuisce con l’aumentare dell’età dei minori la percentuale delle storie non descritte ampiamente. Per correttezza va tuttavia ricordato che anche lo psicologo dovrebbe fornire al Tribunale per i minorenni dati concernenti la situazione dei minori.

Nonostante ciò va rilevato che se si volessero ridurre i tempi di sofferenza del minore, la relazione di segnalazione dovrebbe presentare il maggior numero possibile di elementi utili al giudice per decidere. Ovviamente, fra le informazioni, quelle riguardanti il minore sono le più importanti.

* Atteggiamento ed interesse dei genitori nei confronti del figlio. Traspare soltanto dal 56,11% delle relazioni analizzate. Pare plausibile ritenere che questo tipo d’informazione dovrebbe emergere chiaramente nel corso dei colloqui del nucleo con gli operatori del servizio o dall’osservazione diretta  degli stessi. Inoltre, laddove non risulti chiaro, questo importantissimo aspetto dovrebbe essere approfondito dagli operatori, in quanto rappresenta un elemento fondamentale su cui dovrà basarsi la decisione dei giudici. La mancanza di queste informazioni va rilevata come un fatto abbastanza negativo poiché è di fondamentale importanza individuare l’atteggiamento dei genitori anche al fine di valutare se possono essere responsabilizzati perché in grado di porre rimedio alla situazione di grave disagio del figlio (4).

* Proposte del servizio nei confronti del Tribunale.  Il 46,15% delle relazioni esaminate contengono indicazioni del servizio sugli interventi da assumere per aiutare il minore e la sua famiglia, nel 33,33% le proposte al Tribunale sono esplicite. Nel 10,25% sono indicati i servizi che dovrebbero essere coinvolti (5). Nel complesso sembra che il livello di responsabilità che il servizio ritiene di assumersi sia abbastanza basso. Certo non spetta al servizio decidere. Si ritiene tuttavia che il servizio, essendo a diretto contatto del minore e del nucleo in questione, potrebbe in molte occasioni suggerire interventi adeguati alla situazione. Inoltre è necessario non dimenticare che la segnalazione all’autorità giudiziaria minorile non esaurisce l’intervento di protezione e tutela del minore spettante ai servizi sociali. Proprio per tale motivo, il compito dell’operatore non termina con la segnalazione, poiché quest’ultima non è fine a se stessa, bensì deve rientrare in un progetto di aiuto o quantomeno di valutazione in cui il ruolo dell’assistente sociale risulta prioritario.

* Le fonti. Per quel che concerne la questione delle fonti delle informazioni, aspetto trasversale all’intero questionario, si sottolinea come esse non siano sempre esplicite. Nella maggior parte dei casi sono difficilmente individuabili. Invece, si ritiene opportuno – anche per facilitare la lettura della relazione a soggetti che non abbiano mai avuto a che fare con la situazione descritta e che debbano decidere sulla base di quanto leggono – che per ogni informazione di una certa rilevanza venga chiaramente specificata la provenienza. L’indicazione delle fonti delle notizie presenta il vantaggio di rendere immediatamente attendibile al giudice ciò che legge, fugando ogni dubbio rispetto alla necessità di rivolgersi al servizio per ulteriori chiarimenti.

 

Conclusioni

Alla luce dei risultati esposti, emergono svariate carenze nelle relazioni riguardanti la segnalazione dei minori in presunta situazione di privazione di cure materiali e morali da parte dei genitori e dei parenti.

Tali carenze riguardano diversi aspetti: la valutazione delle condizioni di vita del minore, i comportamenti dei genitori e degli altri soggetti con cui vive o ai quali è legato, la situazione economica e abitativa del nucleo e i rapporti delle persone coinvolte con i servizi.

Allegato 1

Schema di relazione sociale relativa ad un minore in presunta situazione di adottabilità

Data ..................................

Relazione sociale sul minore .......................................... nato a ................................................ il ............................. di .......................................... e di ...................................... residente a ......................................................................... via ...................................................................... n. ........... (eventualmente presso ....................................................).

 

Motivo della segnalazione

Se è il Tribunale per i minorenni che ha richiesto la relazione riportare la data della richiesta, la motivazione e il numero del fascicolo. Precisare se la relazione si limita a rispondere a una specifica richiesta del Tribunale per i minorenni oppure se a sua volta riguarda anche altri minori presenti nello stesso nucleo familiare.

Se la segnalazione è stata sollecitata da familiari, da autorità locali ecc. o dagli stessi operatori, spiegare i motivi per i quali si richiede l’intervento del Tribunale per i minorenni.

Fare riferimento ad eventuali precedenti esistenti presso il Tribunale per i minorenni anche se relativi a parenti del minore.

Informazioni indirette  (servizio o persone)

Specificare le fonti di informazione ed allegare eventuali certificazioni sanitarie, psicologiche, scolastiche, ecc.

Composizione familiare

Indicare da quanto tempo il caso è conosciuto dal Servizio sociale che segnala e se era già conosciuto da altri servizi (citarli):

1) padre, madre, fratelli, sorelle, nonni, persone conviventi, altri parenti.

Nella composizione familiare devono anche essere precisati tutti i parenti entro il quarto grado conosciuti dai servizi che abbiano mantenuto rapporti significativi con il minore.

2) altre persone direttamente coinvolte nella situazione del minore (esempio affidatari, ecc.).

Per ognuna delle suddette persone indicare:

parentela con il minore;

cognome - nome - data di nascita - residenza - stato civile;

scolarità;

eventuali istituzionalizzazioni;

lavoro (professione, comportamento lavorativo, ecc.);

stato di salute fisica e psichica, ricoveri ospedalieri;

3) spiegare quanti e quali sono i nuclei familiari che si prendono in considerazione (del padre, della madre, di parenti, ecc.) e indicare dati anagrafici e indirizzo (nella descrizione si darà la precedenza a quelle nel quale è vissuto prevalentemente il minore).

Iter dei trasferimenti familiari con date e motivazioni;

da quanto tempo la famiglia occupa l’attuale abitazione, come l’ha ottenuta, la descrizione dell’abitazione (il quartiere, lo stabile e la sua ubicazione nel quartiere; numero camere, arredamento, pulizia, ecc.);

informazione sulla situazione economica (chi guadagna in famiglia, a quanto ammontano i guadagni e non, eventuali elementi di giudizio sul tenore di vita in rapporto al reddito conosciuto).

Situazione familiare

Rapporti del nucleo familiare del minore e di  tutte le altre persone coinvolte (ruolo fra i componenti, atteggiamento, ...);

come il nucleo è inserito nel vicinato, nel quartiere;

utilizzo risorse di servizi sociali e dei servizi socio-assistenziali e non;

atteggiamento del vicinato e del quartiere verso il nucleo e i nuclei familiari.

Storia del minore dedotta dal colloquio con il genitore/i o chi in modo più continuativo si è preso cura del minore (parenti, affidatari)

La storia del minore deve tener conto degli eventi significativi per chi la racconta in quanto è attraverso questi eventi che più facilmente si mettono in luce problemi e ansie che nel tempo hanno strutturato il rapporto con il minore. Quando è possibile, e cioè se il colloquio è con i genitori, la storia deve iniziare dal concepimento, per capire la situazione familiare, socio-economica ed affettiva in cui il bambino è venuto al mondo; i problemi che eventualmente ha posto alla madre, al padre, al nucleo nel suo insieme e come si è risposto.

1) Lo sviluppo del bambino dalla gravidanza al parto, ai primi anni (Il bambino è nato a termine? Come è stato il parto? Il bambino si è fermato in ospedale e per quanto tempo? È stato allattato al seno? Ha avuto problemi di alimentazione, di sonno? Soffriva di paure, di incubi? A che età ha camminato? A che età ha detto le prime parole? A che età ha smesso di bagnare il letto? Ha avuto malattie? Quali e con che conseguenze? È stato all’asilo nido, alla scuola materna? Ha avuto problemi di inserimento?).

2) Distacchi dalla madre e dal nucleo:

È stato separato a che età e per quanto tempo? Per­ché?

In caso di affidamenti a familiari od altri, in istituto, in comunità specificare quale è stata la situazione che ha determinato il distacco (es.: malattia genitori o parenti o eventuali ricoveri ospedalieri, disinteresse dei genitori, difficoltà di rapporti in famiglia, separazione o divorzio dei genitori, mancanza o lontananza del lavoro, problemi di emarginazione, allontanamento volontario dei genitori o parenti con loro reperibilità o meno).

Chi ha richiesto l’intervento?

che cosa si aspettavano (o temevano) i genitori dall’allontanamento?

a cosa è servito;

rapporti con genitori e parenti;

visite e corrispondenza di genitori e parenti (periodicità, durata, caratteristiche);

reperibilità dei genitori durante l’affidamento ed eventuali ritardi nelle dimissioni, motivi;

fonti delle informazioni;

rientro del minore in famiglia (nei giorni festivi, durante le vacanze, ecc.; loro periodicità);

rapporto con gli affidatari o con gli educatori o con altri (insegnanti, volontari, ecc.).

3) Ricoveri in ospedale:

Dove, per quali motivi sanitari;

durata;

rapporti con genitori e parenti;

visite e corrispondenza, di genitori e parenti (periodicità, durata, caratteristiche);

reperibilità dei genitori durante il ricovero ospedaliero ed eventuali ritardi nelle dimissioni, motivi;

fonti delle informazioni.

4) Curriculum scolastico:

Scolarità raggiunta (specificando a che età) o in corso; quali classi ha ripetuto e perché (motivi di salute, trasferimento della famiglia, immaturità del ragazzo o sua scarsa preparazione, assenze immotivate, eccessiva irrequietezza, ecc.);

come è stato accettato il minore nell’ambiente scolastico, come ha vissuto o vive l’esperienza scolastica, che tipo di rapporti ha instaurato con i compagni, con gli insegnanti e sua partecipazione alle attività extrascolastiche;

rapporti scuola-famiglia;

se il ragazzo intende proseguire gli studi;

se ha abbandonato gli studi indicare i motivi.

5) Curriculum lavorativo:

Cercare di precisare a quale età il minore ha iniziato a lavorare anche se si tratta di attività lavorativa saltuaria, svolta a fianco di un familiare, con altri minori e se al minore sono richieste prestazioni nell’ambito familiare (esempio badare ai fratelli e da quando);

inizio dell’attività lavorativa presso terzi;

elencare le attività intraprese, la loro durata ed i periodi di disoccupazione;

motivazioni date dal ragazzo, dai familiari, dai datori di lavoro sulla validità delle attività intraprese, sull’interesse del ragazzo alle stesse e sull’interruzione del rapporto;

soffermarsi in particolare sull’ultimo lavoro svolto e su quello che ha maggiormente interessato il minore;

fare una valutazione di raffronto fra ciò che offre il mercato lavorativo e le aspirazioni del minore;

futuro lavorativo.

6) Problemi attuali:

Quali sono i comportamenti o i fatti che generano conflitti in famiglia e con chi in particolare.

Quali sono gli interventi disciplinari dei genitori (come cercano di controllare il comportamento del figlio: punizioni fisiche, privazioni di libertà, ecc.) e con quali risultati (come reagisce: si ribella, dice bugie, fugge, ecc.).

Cosa dice la gente: vicini, compagni, parenti e quanto a loro importa.

Quale è l’attuale interessamento per il figlio e a cosa mira. Come pensano di aiutarlo?

Chi è il minore (descrizione)

Tipo di rapporto esistente fra i familiari ed il minore (indicare se esiste un rapporto privilegiato e spiegare perché);

quale ruolo ha il minore all’interno della famiglia (dire se questo ruolo è imposto o subito dai familiari);

descrizione degli ambienti esterni frequentati dal minore (parrocchia, cinema, bar, centri di incontro, ecc.); suo ruolo in questi ambienti;

quali amicizie frequenta, suo ruolo fra i compagni.

Comportamento sociale:

Quando il minore ha iniziato a tenere un comportamento ritenuto deviante dalla famiglia e/o dall’ambiente familiare e sociale;

motivazioni sull’inizio del comportamento deviante e descrizione dei fatti ritenuti devianti (litigi con coetanei, fratelli, uno o entrambi i genitori, irrequietezza scolastica, fughe, furti, prostituzione, ecc.);

descrizione dell’iter progressivo del comportamento ritenuto deviante;

relazione della famiglia e dell’ambiente sociale al comportamento del minore (precisare se è stato abbandonato a se stesso o se gli sono stati offerti degli aiuti, di che tipo e come detti aiuti sono stati accettati dall’interessato).

Interventi sociali proposti  e/o realizzati

Valutazione degli operatori sociali sulla situazione esposta

Piano di lavoro:

Che cosa il servizio sociale (da solo, in équipe...) ritiene debba essere fatto a livello assistenziale per aiutare il minore e/o la sua famiglia e quali altri servizi, assistenziali e non, debbano essere coinvolti;

precisare se il piano di lavoro è attuabile in rapporto alle risorse esistenti ed alla collaborazione che la famiglia e/o il minore offrono.

Proposte per il Tribunale per i minorenni:

È la logica conseguenza di tutta la relazione.

 

 

(1) La ricerca è stata svolta da Alina Balma come tesi di diploma di assistente sociale; relatori Elena Allegri e Antonio Chiesi.

(2) Vedi Bailey K.D., Metodi della ricerca sociale, Il Mulino, Bologna, 1985.

(3) Nei casi in cui non è stato possibile reperire la segnalazione iniziale, è stato preso in esame il primo aggiornamento richiesto dal Tribunale; ciascuno di questi casi verrà opportunamente segnalato in questo articolo.

(4) L’assunzione di responsabilità costituisce uno dei migliori segnali della possibilità di costruire una relazione terapeutica, da T. Bertotti, “La presa in carico e le funzioni dell’assistente sociale”, in D. Ghezzi - E. Vadilonga (a cura di), La tutela del minore, Cortina, 1996.

(5) Ciascun dato percentuale fa riferimento ad una propria tabella.

 

 

Tabella 1

                          

          Tipologia dei             Numero dei       Numero medio

         soggetti citati          soggetti citati     di informazioni

                                                                            per soggetto

                                                                                   citato

                Madre                            37                          1.09

                 Padre                             31                          2.09

          Fratelli/sorelle                      20                          0.06

                 Nonni                             20                          0.85

   Parenti entro il IV grado                                               

   che abbiano mantenuto                                               

      rapporti significativi

           con il minore                       17                          0.05

      Soggetti conviventi                   3                           2.03

Altri soggetti direttamente

  coinvolti nella situazione

             del minore                          4                             1

 

 

 

Tabella 2

                          

      Informazioni rispetto alla        N° di questionari in cui

               domanda n° 13                    le informazioni sono

                                                                        riportate

      Da quando tempo la famiglia

       occupa l’attuale abitazione                             3

              Come l’ha ottenuta                                    1

       Descrizione dell’abitazione                             7

      Informazioni sulla situazione

                    economica                                         12

        Giudizi sul tenore di vita in                              

              rapporto al reddito                                    2

     Rapporti all’interno del nucleo                          19

Come il nucleo è inserito nel vicinato                     2

       Atteggiamento del vicinato

          nei confronti del nucleo                                1

Utilizzo o meno delle risorse messe a

   disposizione dai servizi da parte

                    del nucleo                                          9

                        Totale                                             56

 

 

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