Prospettive
assistenziali, n. 127, luglio-settembre 1999
Giuseppe
d’angelo (**)
Con piacere intervengo in questo
convegno organizzato dal GRH, che ringrazio, per raccontare ciò che è stato
fatto e in che modo dall’associazione UTIM (Unione per la Tutela degli
Insufficienti Mentali) nel corso degli ultimi due anni nel territorio di
Nichelino e nei confronti della Regione Piemonte.
L’attività dell’UTIM, basata
sulla tutela dei diritti e la rivendicazione dei servizi, ha contribuito a oggi
ad ottenere il progetto preliminare di un centro diurno (oltre a vincolare un
alloggio a “gruppo appartamento”) ed il consistente adeguamento dei
finanziamenti (essendo stati aumentati da 6 a 20 miliardi) in merito alla legge
regionale 43/1997 (“Promozione della rete di strutture socio-assistenziali
destinate a persone disabili”); è stato inoltre promesso dal Presidente della
Regione un ulteriore finanziamento di 7 miliardi di lire (1).
Farò una sintesi, ovviamente, per
il limitato tempo a disposizione.
Penso però sia utile prima
sottolineare che l’attività svolta (per la maggior parte portata avanti
singolarmente: lo dico soprattutto per evidenziare che per questo tipo di
attività di volontariato non è necessario essere in molti) ha avuto alcune
peculiarità:
• continuità dell’azione, della
rivendicazione (anche nei momenti di sconforto, quando ci si scontra con i
“muri di gomma”);
• scrivere (scrivere!) lettere,
richieste, articoli, volantini...;
• informarsi (ad esempio la
lettura dei giornali locali);
• l’esporsi in prima persona
(mettersi in gioco);
• il consiglio, l’appoggio,
l’aiuto di tutta l’UTIM e del CSA (Coordinamento Sanità e Assistenza) che non
ringrazierò mai abbastanza.
Situazione dei Comuni del CISA
Il CISA è il Consorzio
socio-assistenziale che raggruppa i Comuni di Nichelino, None, Vinovo e
Candiolo. Su un totale di 70.000 abitanti conta 180 persone handicappate
intellettive. Solo a Nichelino su 50.000 residenti gli handicappati
intellettivi sono 150, con un’incidenza doppia rispetto agli altri comuni. In
sintesi, funzionano un centro diurno (almeno 10 persone in lista di attesa), ed
una comunità alloggio da 8 posti (anche in questo caso con una lista di
attesa).
Attività dell’UTIM
L’attività dell’UTIM a Nichelino
inizia circa due anni fa. Il primo anno è stato principalmente dedicato alla
conoscenza delle problematiche ed il secondo soprattutto all’attività di
rivendicazione.
Maggio 1997
Dopo un’agitata assemblea tra il
neocostituito CISA ed i genitori degli utenti dell’attuale centro diurno, il
primo passo mosso dall’UTIM è quello di incontrare il CISA al quale sono
riportate le seguenti richieste:
– aumento della frequenza a 40
ore settimanali per gli utenti del centro diurno,
– un ulteriore centro diurno (si
ribadisce che il presente centro ha una lunga lista di attesa),
– un’altra comunità alloggio
(l’attuale è piena e il posto di emergenza è sempre occupato),
– necessità di realizzare i
soggiorni,
– aumento della quota destinata
al socio-assistenziale a carico dei Comuni del Consorzio ferma all’importo di £
25.000 pro-capite contro peraltro quote di Comuni vicini ben più alte.
Parallelamente l’UTIM coglie la
proposta dell’allora Direttore incaricato del CISA (pro-tempore, sino a
dicembre 1997), di riunire l’assemblea dei genitori del centro diurno ed
eleggere i rappresentanti che iniziano gli incontri periodici con il CISA.
Settembre 1997
Il CISA, ponendo attenzione alle
richieste, ridisegna il servizio relativo al centro diurno: crea un servizio
territoriale per handicappati intellettivi lievi (SET), inserisce in questo
servizio alcuni utenti dell’attuale centro diurno, che nel frattempo può
aumentare le ore di frequenza a circa 40 settimanali per alcuni utenti scelti
in base a criteri di priorità.
Novembre 1997
In prossimità della scadenza
dell’appalto relativo alla gestione del centro diurno, affidato alla
cooperativa Valdocco, l’UTIM contribuisce con proprie osservazioni alla bozza
di capitolato di appalto.
Il CISA, nell’ottica della
trasparenza (così come previsto anche dalla legge 241/1990, art. 9) consente la
partecipazione dei rappresentanti nella commissione aggiudicataria degli
appalti. Pur non avendo diritto di voto, i rappresentanti sono chiamati ad
esprimere un loro giudizio.
Dicembre 1997
Si svolge la gara d’appalto. Su
150 cooperative invitate a partecipare, al CISA pervengono solo due offerte!
Una palesemente fuori gara; l’altra, in regime di monopolio, chiede un aumento
del 40% rispetto alla base d’asta. Ciò manda in crisi il CISA, che inizia una
trattativa con la cooperativa. Si teme che il CISA, per accettare l’offerta
della cooperativa, tagli i servizi.
L’UTIM inizia a questo punto una
serie di contatti in Regione per chiedere una mediazione nella contrattazione
tra CISA e la cooperativa Valdocco per la salvaguardia del servizio.
La Regione rifiuta, in quanto
afferma di non avere competenze in merito e del “rischio” che poi il CISA batta
cassa alla Regione.
Rispetto alla situazione
creatasi, occorre sensibilizzare l’opinione pubblica.
Poiché si tiene un convegno
locale sulla sanità, con la partecipazione di amministratori locali, si coglie
l’occasione per distribuire un volantino che denunzia il rischio di riduzione
del servizio. S’informano anche i giornali locali; si presenta un’interpellanza
in Regione e si propone un ordine del giorno per il Consiglio comunale di
Nichelino (non presentato).
Il servizio, intanto, dal gennaio
1998 prosegue in base ad un provvedimento di proroga.
Alla fine l’accordo tra CISA e
cooperativa Valdocco giunge nel mese di marzo 1998 con il seguente compromesso:
si tengono in vita i servizi già previsti ma leggermente ridotti (in
particolare i soggiorni). Se la base d’asta era di circa 2 miliardi per due
anni e la richiesta Valdocco di 2,8, l’accordo è stipulato su 2,5 miliardi.
Aprile 1998
È evidente che affinché possano
essere soddisfatte le richieste di aumento di servizio sono necessari un nuovo
centro diurno e una nuova comunità alloggio. Pertanto inizia la sensibilizzazione
del “palazzo”.
Si scrive una lettera aperta ai
quattro Sindaci dei Comuni del CISA ed agli Assessori.
La lettera, che ha una certa eco
anche sui vari giornali locali, fa il punto della situazione e definisce
chiaramente le necessità: un centro diurno e una comunità alloggio.
Da ora in poi saranno portate
avanti queste due richieste in maniera parallela.
In merito al centro diurno, il
CISA propone di utilizzare parte dei locali di una scuola di Nichelino,
ristrutturabili utilizzando i finanziamenti della legge regionale 43/1997. Su
tali finanziamenti, peraltro, l’UTIM aveva già sollecitato il CISA ad
attivarsi. Contro questi locali, però, vi sono diverse obiezioni sollevate
dall’ente scuola (tra le quali un vincolo ventennale degli stessi).
È chiaro che senza locali, niente
centro diurno... E intanto incalza il termine (peraltro prorogato al 30 giugno
1998) per presentare i progetti per ottenere i finanziamenti dalla citata legge
regionale 43/1997.
Giugno 1998
Occorre un’altra azione di
sensibilizzazione. A tutti i Consiglieri comunali ed agli Assessori dei quattro
Comuni del Consorzio CISA, è distribuito, direttamente in sede di Consiglio
comunale, un volantino richiedente l’utilizzo dei locali della scuola.
Luglio 1998
Altra azione. In occasione della Festa dell’Unità di
Nichelino e del previsto incontro pubblico tra la Giunta e i cittadini, l’UTIM
interviene insistendo sulle necessità. Dalle risposte emerge che il mancato
utilizzo dei locali della scuola è dovuto ad un’opposizione del Consiglio di
circolo. Nell’occasione, però, si viene a conoscenza del fatto che la
Commissione affari sociali del Comune di Nichelino, anche a seguito del
volantino distribuito in Consiglio comunale, sta elaborando una mozione da
portare in Consiglio richiedente alla Giunta un maggiore impegno sull’handicap.
A seguito di quest’incontro, è
stata scritta una lettera/promemoria che faceva il punto della situazione ed è
stata distribuita agli Assessori e a diverse associazioni.
Al Consiglio comunale di fine
luglio la Commissione affari sociali, come preannunciato, presenta la suddetta
mozione che, approvata all’unanimità, impegna la Giunta ad aumentare le risorse
per l’handicap, a trovare dei locali per avviare un centro diurno, o altrimenti
a costruirne uno ex-novo. La mozione rappresenta, peraltro, un riferimento
importante, oltre che scritto, sulla quale fare leva. L’UTIM dà risalto a tale
mozione informando sia le famiglie degli utenti del centro diurno che i
giornali locali.
Settembre 1998
Nichelino è un Comune in cui si
sperimenta il Reddito minimo di inserimento (decreto legislativo
n. 237 del 18 giugno 1998). Si tratta di erogare un assegno a coloro che, in
base a certi criteri, sono considerati poveri (prioritariamente il Reddito
minimo di inserimento si rivolge a chi ha figli in minore età e/o handicappati)
e nello stesso tempo di predisporre un progetto per il loro inserimento. L’UTIM
coglie l’occasione per dichiarare al CISA ed ai giornali che il progetto di
inserimento per le famiglie con ragazzi handicappati deve riguardare la messa a
disposizione di servizi territoriali come i centri diurni e non solo palliativi
come i proposti week-end di svago per le famiglie...
Sui giornali locali appare la
notizia secondo la quale un edificio al centro di Nichelino sarà utilizzato
come sede decentrata degli uffici comunali. Si invia una lettera di dissenso al
Sindaco per ribadire le necessità del territorio in termini di centro diurno,
ricordando di tener fede alla mozione.
Sempre a settembre 1998, l’UTIM
prende un’iniziativa in merito all’assenza di posto di pronta accoglienza nella
presente comunità alloggio (per la quale peraltro nel febbraio 1998 era
segnalata al Difensore civico regionale la lungaggine del CISA nell’attivarsi
per risolvere una emergenza in merito). È inviata una lettera di richiesta per
l’attivazione di una nuova comunità alloggio al CISA, alla Regione e alla ATC
(Azienda Territoriale per la Casa) affinché siano utilizzati eventuali locali
liberi dell’edilizia popolare che per legge possono essere destinati ai casi
sociali.
Questa richiesta scritta,
peraltro, nasce dopo una serie di incontri avuti con alcune famiglie, con
operatori di cooperative sociali e con volontari, in quanto in un primo tempo,
spinti dalle necessità, era stata sondata la proposta di realizzare e gestire
indirettamente un “gruppo appartamento”. Le famiglie avrebbero preso in affitto
i locali e si sarebbe affidato l’incarico di gestire la struttura ad una
cooperativa sociale la quale si sarebbe sostenuta con la quota che avrebbe incassato
dall’ASL e dal CISA per gli utenti inseriti. Problematiche soprattutto legate
alla difficoltà di organizzazione, oltre all’esperienza negativa di altre
simili iniziative, ci ha convinto dell’opportunità di ribadire il dovere che ha
l’ente pubblico di prestare esso stesso assistenza a questi ragazzi.
A seguito della richiesta, l’ATC
dopo un mese circa segnala al CISA, al Comune di Torino (proprietario degli
alloggi) e all’UTIM, alcuni appartamenti liberi nella case popolari di
Nichelino.
Sempre a settembre continuano gli
articoli sui giornali locali, promossi dall’UTIM, sulla opportunità di
utilizzare i locali della scuola per fare il nuovo centro diurno.
I contatti con la Regione
iniziano proprio in merito al problema del centro diurno.
È contattato un ex sindaco di
Nichelino, ora Consigliere regionale, per sensibilizzarlo ad intervenire in
merito, con i mezzi che dispone. Egli, dopo qualche tempo, ci invia una lettera
ove afferma di aver presentato un ordine del giorno in Consiglio regionale in merito
alla necessità di aumentare i finanziamenti per la legge regionale 43/1997. Da
altre fonti però veniamo a sapere che l’ordine del giorno era stato presentato
da altri consiglieri.
Ottobre 1998
A seguito dell’importante mozione
presentata nel mese di luglio 1998, l’UTIM è invitata a partecipare alla
riunione della Commissione affari sociali del Comune di Nichelino, ove
all’ordine del giorno c’è proprio la discussione sul centro diurno. Con
l’occasione l’UTIM scrive un promemoria sulle necessità. Dall’incontro emerge
la sconsolante intenzione di non dare spazio alla mozione, infatti è spostata
all’ultimo punto dell’ordine del giorno, e al momento di discuterla gran parte
dei consiglieri se ne va. L’esito dell’incontro ha avuto eco sui giornali
locali.
Viste queste scarse prospettive,
proseguono le azioni di sensibilizzazione rivolte al Sindaco ed agli Assessori,
sollecitandoli a tener fede alla mozione. In altre parole si richiede
l’utilizzo dei locali della scuola come centro diurno; si sottolinea che, a
questo punto, scaduto il termine (giugno 1998) e non avendo presentato alcun
progetto in merito alla legge regionale 43/1997, non c’è più il vincolo
ventennale che poteva costituire una remora per la destinazione dei locali a
centro diurno.
Novembre 1998
In merito alla comunità alloggio,
si sollecita per iscritto il CISA a richiedere i locali segnalati dall’ATC.
Nel mese successivo, dopo ripetute insistenze il CISA si attiva, anche se in
maniera blanda e senza peraltro far riferimento alla risposta dell’ATC. In
seguito il Direttore affermerà di non averla mai ricevuta.
Dicembre 1998
Visto che la stesura del bilancio
comunale per l’anno 1999 è ormai alle porte e nessun segnale positivo si ha in
merito al rispetto della mozione, forte è il timore che nessun stanziamento
venga previsto relativamente al centro diurno.
È partita allora un’altra azione
di sensibilizzazione, questa volta più forte: è preparato un volantino di
denuncia e si è iniziato a volantinare per la città.
Si è volantinato per vari giorni:
davanti ai supermercati, nelle piazze, davanti alle chiese, al mercato, in
tutte le occasioni pubbliche. Lo stesso volantino è stato inviato a tutti i
Consiglieri comunali, Sindaco e Assessori. Inoltre, durante le vacanze di
Natale si è fatto il giro dei negozi per affiggere il volantino alle vetrine,
soprattutto di giornalai e tabaccai, cercando di coprire un po’ tutte le zone
di Nichelino.
In occasione dell’inaugurazione
ufficiale del SET (servizio socio-assistenziale per handicappati intellettivi
lievi, peraltro già avviato nell’ottobre 1997), presenti i rappresentanti
dell’amministrazione, l’UTIM interviene ribadendo le necessità e distribuendo i
volantini. È seguito il relativo articolo sui giornali locali.
È inoltre inviata una lettera ad
un mensile locale, diffuso capillarmente porta a porta, per denunciare che la
Giunta non sta tenendo fede alla mozione approvata nel luglio scorso,
chiedendone quindi il rispetto.
Altresì sullo stesso giornale,
con la collaborazione di una amica giornalista, si riesce a far pubblicare sul
numero di dicembre un articolo in prima pagina dal titolo “L’handicap chiede
spazi”, utile per sensibilizzare capillarmente tutta la cittadinanza sulle necessità
impellenti.
A seguito di queste azioni,
finalmente la Giunta esce allo scoperto ed annuncia, dapprima unicamente sui
giornali locali, l’intenzione di stanziare 1.200 milioni per realizzare un
nuovo centro diurno. Il progetto sembra però solo nelle menti degli Assessori:
l’UTIM osserva che non v’è nulla di
scritto.
Gennaio 1999
Finalmente la sospirata notizia:
è inserito a bilancio 1999 lo stanziamento di 1.200 milioni per la
realizzazione di un centro diurno da dieci posti. Il Consiglio comunale del 26
gennaio 1999 lo approva.
Per la cronaca, si è saputo che
in un primo tempo era stato deciso di finanziare la costruzione del centro
diurno mediante la vendita di alcuni
loculi cimiteriali, che peraltro dovevano essere ancora costruiti. Poi,
saggiamente, il provvedimento è stato modificato ed i soldi saranno recuperati attraverso
un mutuo.
L’UTIM, che aveva già in mente
azioni di protesta nel caso in cui non si fosse inserita nessuna voce di spesa
a bilancio, invia una lettera al Sindaco e alla Giunta per evidenziare che il
centro diurno previsto per dieci utenti soddisfa a mala pena la lista di attesa
attuale; pertanto sarebbe stato opportuno un centro per 20 utenti.
Qualche giorno dopo il vice
Sindaco, e una volta saputolo anche il Sindaco, convocano l’UTIM per riferire
quanto approvato in Consiglio (alle numerose lettere inviate dall’UTIM non era
mai stata data risposta...). Si discute
soprattutto sulla richiesta di realizzare un centro diurno da 20 anziché da 10
posti. Il Sindaco afferma che un centro diurno da 10 posti, avendo bisogno di
meno spazio, consentirà di realizzare, nello stesso lotto, una farmacia
comunale e due studi medici che faranno da traino per la realizzazione
complessiva della struttura. L’UTIM ribadisce che a questo punto occorrono due
centri da 10 anziché uno da 20.
Febbraio 1999
Viene inviata una lettera al CISA
perché affianchi al progetto della struttura una relazione sulla situazione
handicap nel territorio, evidenziando l’urgente necessità del centro diurno al
fine di richiedere i finanziamenti alla Regione.
Alcuni consiglieri dimostratisi
più interessati alla realizzazione del progetto, invitano l’UTIM a recuperare
la relativa normativa regionale e a fare una relazione sullo stato di necessità
del centro diurno per consentire loro di appoggiare l’iniziativa. La
documentazione è prodotta ma non si è mai saputo quale utilizzo ne sia stato
fatto.
Approvato a bilancio il nuovo
centro diurno, è contattata la Regione Piemonte per ottenere i finanziamenti ai
sensi della legge regionale 43/1997. È confermato però che il termine è già
sorpassato, e che comunque a fronte di 42 miliardi circa di richieste già
avanzate da vari enti locali e soggetti privati, le disponibilità della Regione
sono limitate a 6 miliardi.
Peraltro, si ricorda che
nell’ottobre 1998 era stato presentato un ordine del giorno in Consiglio
regionale che impegnava la Giunta a reperire adeguati finanziamenti, ma a
quanto pare, nulla era stato fatto in merito.
L’UTIM, vista innanzitutto la
necessità di adeguamento dei finanziamenti regionali (si avvicinava la data per
l’approvazione del bilancio regionale 1999) invia una nota a tutti quei
Consiglieri regionali che avevano presentato l’ordine del giorno, per
sollecitare il loro interessamento in merito. Sono, altresì, inviate lettere
dello stesso tono al Presidente della Regione, al Presidente e al Vice
presidente della IV Commissione preposta ai servizi sanitari e
socio-assistenziali.
Inoltre, sono inviate, e di
seguito pubblicate, lettere a “Specchio dei tempi”, rubrica del quotidiano “La
Stampa”, e al quotidiano “Repubblica”, lettere che chiedevano l’adeguamento dei
finanziamenti regionali.
Le richieste dell’UTIM sono
sostenute anche dal Difensore civico della Regione Piemonte.
Viene anche chiesto un incontro
con l’Assessore regionale all’assistenza per segnalare le necessità più generali
relative alla legge regionale 43/1997.
A fine febbraio 1999, il bilancio
della Regione Piemonte è approvato ottenendo, come è già stato rilevato, un
incremento di 14 miliardi dei finanziamenti relativi alla legge regionale
43/1997.
Visto che l’incontro con
l’Assessore non veniva concesso, si provvede ad inviare un promemoria per
ricordare le necessità e quindi le richieste che in sintesi sono:
– no a strutture di ricovero
flessibili e cioè a contenitori di varie tipologie di persone (handicappati, anziani
malati cronici non autosufficienti, ecc.)
– no alle RAF (Residenze
assistenziali flessibili) da 20 posti (accettabili al massimo da 10);
– sì a centri diurni e comunità alloggio con una capienza massima
di 10 posti letto;
– richiesta di un tavolo di
lavoro tra Regione e associazioni per verificare le modalità di finanziamento
dei progetti, le priorità date ed una analisi della situazione nel territorio
regionale.
Marzo 1999
È spedita una lettera al
Presidente della Regione Piemonte affinché tenga fede all’impegno preso di
accogliere la proposta di variazione di bilancio 1999, al fine di adeguare i
finanziamenti alle effettive necessità.
Nel contempo si sollecitano i
Sindaci dei quattro Comuni del Consorzio CISA affinché sia aumentata
gradatamente la quota pro-capite socio-assistenziale per consentire la gestione
del centro diurno quando sarà realizzato.
Al CISA invece, è fatta
rimostranza per non aver presentato per tempo, richieste di finanziamento in
merito alla legge regionale 43/1997, finanziamenti che peraltro la Regione
Piemonte ha provveduto ad incrementare.
In merito alla comunità alloggio
di Nichelino, sono predisposte interpellanze sul caso di una persona in lista
di attesa da quasi tre anni, alla quale era stato garantito il posto per febbraio
1999, posto che gli era improvvisamente negato (il CISA non forniva spiegazioni
precise in merito). Le interpellanze riguardano sia il suddetto caso, chiedendo
come mai è stato negato l’inserimento, sia più in generale chiedendo come
s’intende risolvere il problema della comunità alloggio. Le interpellanze,
accolte da varie forze politiche, hanno soprattutto l’effetto di far conoscere
il problema: in primis ai singoli consiglieri che presentano le interpellanze
(che, con l’occasione, l’UTIM ha provveduto a sensibilizzare) oltre che
all’Assessore all’assistenza e a tutti gli altri consiglieri.
Viste le imminenti elezioni
comunali, l’UTIM decide di “spingere” affinché sia redatto il progetto del
centro diurno, in modo da essere pronto per la nuova Amministrazione che si
installerà dopo le elezioni del 13 giugno 1999. Pertanto, è intrapresa
un’azione di sensibilizzazione anche scritta, in particolare modo nei confronti
di alcuni consiglieri e dell’Assessore al bilancio e lavori pubblici.
Aprile 1999
Per fine aprile, dopo un po’
d’insistenze e, a quanto pare, grazie all’impegno dell’assessorato, il progetto
preliminare del centro diurno è redatto e presentato alla Commissione
“Territorio”. Il 30 aprile, il Consiglio comunale, l’ultimo prima della
chiusura della legislatura, lo approva.
In merito alla comunità alloggio,
verso fine aprile, l’UTIM chiede di partecipare alla Commissione affari sociali
del Comune di Nichelino, sollecitando la presenza dell’Assessore all’assistenza
che aveva dato risposte poco chiare alle interpellanze presentate. È preparato
un promemoria di richieste con delle ipotesi a breve, a medio e a lungo
termine. La richiesta a breve (entro un mese) è di individuare e vincolare un
alloggio per creare un gruppo appartamento, evidenziando la possibilità di
usufruire dei contributi regionali sempre in merito alla legge regionale
43/1997, prorogata al 15 luglio 1999 per questa specifica tipologia di
struttura. L’Assessore all’assistenza contatta l’Ufficio casa del Comune ed
emerge la disponibilità di un alloggio che potrebbe essere idoneo. L’UTIM in
merito redige una nota scritta per informare l’Ufficio casa ed il CISA, e per
chiedere che sia effettuato al più presto un sopralluogo. Il sopralluogo è
effettuato alla presenza anche di un consigliere comunale: l’alloggio è
ritenuto valido e il CISA dà il proprio consenso.
Si attende che entro la fine del
1999 l’iniziativa venga realizzata.
Nonostante alcune difficoltà,
peraltro superate facilmente visto l’appuntamento elettorale (!) la Giunta
comunale ha deliberato l’assegnazione dell’alloggio al CISA qualche giorno
prima del 13 giugno 1999, così da permettere al CISA stesso di richiedere i
finanziamenti regionali in tempo per il 15 luglio 1999.
Con l’appuntamento elettorale del
13 giugno 1999 (che ha visto riconfermato a Nichelino il Sindaco uscente) si è
dovuto aspettare l’assestamento dei nuovi organi comunali (Giunta, Consiglio,
Commissioni, ...).
A settembre 1999 l’UTIM, che
nell’attesa ha istituito ufficialmente una delegazione nichelinese dell’UTIM
(rif.to UTIM - Delegazione di Nichelino - Via Verdi 13, 10042 Nichelino - c/o
G. D’Angelo -
tel. 011.680.18.58), ha riallacciato i contatti col “palazzo” riproponendo le
problematiche esistenti e ricordando i progetti in attesa di realizzazione (tra
i quali nuovo centro diurno e nuovo gruppo appartamento).
(*)
Relazione svolta al convegno: “Il ruolo
delle associazioni di tutela degli handicappati intellettivi: perché no alla
gestione dei servizi, perché sì alla promozione dei diritti esigibili - Esperienze
di contrattazione con gli enti locali e servizi ottenuti”. Druento
(Torino), 22 maggio 1999. Il convegno è stato organizzato dall’associazione GRH
- Genitori Ragazzi Handicappati di Druento (To).
(**)
Presidente dell’Associazione Tutori Volontari e componente del Consiglio
direttivo dell’UTIM.
(1) Con la determinazione del 4 maggio 1999,
prot.237/30, è stata approvata la graduatoria relativa all’assegnazione dei
finanziamenti per un importo complessivo di 20 miliardi. I contributi regionali
sono stati erogati, in particolare, per la creazione di 19 centri diurni, altri
6 centri diurni con nucleo di residenzialità da 10 posti letto, 2 comunità
alloggio da 10 posti letto e, purtroppo, anche 4 residenze assistenziali
flessibili con una capienza per 20
soggetti.
www.fondazionepromozionesociale.it