Prospettive
assistenziali, n. 127, luglio-settembre 1999
Protocollo di intesa tra
governo e forum permanente del terzo settore
Il 12 febbraio 1999, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il
Presidente del Consiglio dei Ministri Massimo D’Alema, con il Ministro per la
solidarietà sociale, Livia Turco e con il Ministro del lavoro e della
previdenza sociale, Antonio Bassolino, hanno incontrato il portavoce del Forum
permanente del Terzo Settore, Franco Marzocchi e il Segretario generale, Dott.
Nuccio Iovene, e hanno sottoscritto l’allegato “Protocollo d’intesa tra Governo
e Forum permanente del Terzo Settore”.
Il forte sviluppo del Terzo
Settore, unitamente alla molteplicità e rilevanza delle organizzazioni che lo
compongono, costituiscono una risorsa preziosa per l’Italia.
Per i valori e le finalità che
persegue, per la capacità di mobilitare le istanze di solidarietà e
partecipazione presenti nel Paese, il Terzo Settore può corrispondere in modo
efficace alla domanda insoddisfatta di servizi di interesse collettivo e al
bisogno di quei “beni relazionali” indispensabili alla convivenza civile e alla
coesione sociale.
Nello svolgimento di queste
essenziali funzioni, il Terzo Settore può offrire rilevanti opportunità
d’occupazione, nel contesto di un nuovo rapporto con le pubbliche istituzioni
fondato sui principi della complementarietà, integrazione e sussidiarietà.
Intendendo quest’ultimo termine come un forte legame fra diritti effettivamente
fruibili e adempimento dei doveri di responsabilità e di reciprocità da parte
dei cittadini, soprattutto attraverso le varie forme di autorganizzazione della
società civile.
Per queste ragioni il Governo e
il Forum permanente del Terzo Settore convengono sulla necessità di consolidare
una politica di promozione del Terzo Settore che, valida per il territorio
nazionale, preveda anche misure specifiche per il Mezzogiorno.
Una politica di promozione volta,
in particolare, ad ampliare e qualificare sia l’offerta che la domanda di
servizi dei cittadini, delle famiglie, delle comunità locali. Una politica di
promozione volta, inoltre, a incentivare correttamente l’impegno a favore
dell’occupabilità dei lavoratori svantaggiati. Una politica di promozione,
infine, volta a valorizzare tutte le esperienze dell’associazionismo, della
cooperazione sociale, del volontariato, delle organizzazioni non governative,
della mutualità e cittadinanza attiva in cui si articola il Terzo Settore.
Esperienze nate per la capacità di autogestione, autopromozione ed
autorganizzazione delle comunità locali con l’obiettivo di tutelare e
promuovere i diritti, l’ambiente, il territorio, la cultura, lo sport, per
rispondere ai bisogni e fornire servizi nel quadro di forme di gestione
innovative del welfare e del sistema economico.
Sulla base di questi obiettivi e
intenti condivisi, il Governo e il Forum permanente del Terzo Settore
sottoscrivono il seguente Protocollo
d’intesa, che integra il Patto
sociale per lo sviluppo e l’occupazione, in coerenza con gli impegni
assunti dal precedente Governo nel “Patto per la Solidarietà” stipulato a
Padova il 18 aprile 1998.
In particolare il Governo si impegna a:
• rafforzare il confronto e la
concertazione con il Terzo Settore su tutte quelle politiche che lo vedono
protagonista;
• dare rapida e piena attuazione,
alle norme che estendono le agevolazioni e gli incentivi già previsti per le
PMI (Piccole e Medie Imprese) anche alle imprese sociali senza scopo di lucro
sostenendo le “Agenzie” di promozione e sviluppo promosse dal Terzo Settore;
• valutare l’opportunità di norme
che, con riferimento al punto 3.45 del Patto
sociale per lo sviluppo e l’occupazione, introducano la deducibilità
fiscale delle spese sostenute dai singoli e dalle famiglie per l’assistenza ad
anziani, ai bambini, ai soggetti svantaggiati, nonché per i costi sostenuti per
le attività educative e di formazione professionale, di riqualificazione, di
educazione e formazione permanente, così da garantire ai lavoratori chiamati ai
sempre più frequenti periodi di aggiornamento di poterne sostenere i costi
relativi;
• convocare, come già richiesto
da altre organizzazioni, una Conferenza nazionale sui problemi della
popolazione anziana del nostro Paese nell’ambito di un adeguato programma per
la celebrazione in Italia dell’Anno mondiale delle persone anziane proclamato
dall’ONU per il 1999;
• effettuare un monitoraggio
sull’applicazione del decreto legislativo 460/97 sulle ONLUS, organizzazioni
non lucrative di utilità sociale, individuando una sede comune tra Ministero
delle finanze e Terzo Settore, teso alla correzione o integrazione della
normativa così come previsto dalla legge delega contenuta nella finanziaria
’97;
• anche in sede europea, valutare
la fattibilità di un trattamento fiscale agevolato in relazione all’IVA laddove
necessario;
• estendere gli impegni di
riqualificazione dei dirigenti delle pubbliche amministrazioni anche alle
modalità di relazione con i soggetti del Terzo Settore;
• in occasione della definizione
dei decreti delegati previsti dalla recente legge sulle fondazioni bancarie e
visti i risvolti potenziali che il loro intervento può determinare per lo
sviluppo delle comunità locali, tenere conto, nell’ambito della risoluzione
parlamentare, delle proposte avanzate dal Forum al momento della discussione
della legge delega, ed in particolare degli obblighi derivanti dalla legge 266/91
sul finanziamento dei centri di servizio del volontariato;
• sollecitare l’iter dei disegni
di legge sul riordino dei servizi e della protezione sociale, sulla figura del
socio lavoratore nelle cooperative, sul collocamento obbligatorio dei soggetti
svantaggiati, sulla istituzione del servizio civile nazionale, sulla riforma
dello sport dilettantistico, e provvedere rapidamente alla stesura della
relazione tecnica sull’associazionismo di promozione sociale, rivedendo
contestualmente l’elenco ed i criteri di riconoscimento delle associazioni di
promozione sociale ricomprese tra gli enti di cui all’art. 3 comma 6 lettera E
della legge 287/91, fermi restando – in ogni caso – i limiti di spesa già
previsti nella legge finanziaria;
• valorizzare l’esperienza dei
“Contratti di quartiere”;
• valutare la possibilità, nel
rispetto di quanto stabilito dal decreto legislativo 314/97, di introdurre un
trattamento fiscale specifico che permetta lo svolgimento di attività
lavorative di utilità sociale in organizzazioni del Terzo Settore da parte di
anziani pensionati detentori di redditi medio-bassi assoggettando i
corrispettivi da essi percepiti ad una tassazione ad aliquota fissa a titolo di
imposta esaustiva di ogni obbligo anche assicurativo, e senza che questi siano cumulabili
con altri redditi;
• valutare l’opportunità di
istituire una “dote” per le nuove imprese sociali sotto forma di un credito
INPS e di un credito IVA proporzionale al giro d’affari ed al numero di
occupati realizzato nel primo triennio di attività;
• riorientare, senza estenderne
l’ambito, i lavori socialmente utili o di pubblica utilità anche verso azioni
di sostegno alla crescita del Terzo Settore, al fine di determinare non una
nuova area di assistenza e di parcheggio, ma interventi flessibili e mirati
volti a un inserimento effettivo nel mercato del lavoro di disoccupati di lungo
periodo;
• istituire l’organismo di
controllo (la cosiddetta Authority del Terzo Settore) entro un mese a far data
dall’approvazione del rilevante provvedimento collegato alla legge finanziaria
per il 1999;
• favorire la predisposizione di
una normativa quadro sull’impresa sociale;
• dare piena attuazione agli
impegni ed alle indicazioni scaturite dalla Conferenza nazionale sul
Volontariato di Foligno.
Contestualmente il Forum permanente del Terzo Settore si impegna a:
• proseguire, attraverso la
propria azione, nella crescita di una cultura della responsabilità sociale dei
cittadini e delle organizzazioni del Terzo Settore, decisiva nella creazione di
coesione sociale, e per far sviluppare le capacità di autogestione,
autopromozione ed autorganizzazione dei cittadini e delle comunità locali;
• promuovere un’azione di
autoregolamentazione, anche tramite l’adozione di codici di comportamento e la
certificazione dell’attività dei volontari, in ogni campo di attività del Terzo
Settore che garantisca la trasparenza democratica delle organizzazioni e dei
loro “assetti proprietari”, la trasparenza della raccolta delle risorse (in
particolare delle donazioni dei cittadini), la correttezza della gestione
economica, la regolarizzazione delle prestazioni di lavoro e la massima
trasparenza degli assetti contrattuali che valorizzi e dia maggiore omogeneità
alle caratteristiche peculiari di flessibilità e professionalità del lavoro nei
servizi alla persona, nelle relazioni di comunità ed in generale nel Terzo
Settore. Sulla base delle condizioni di reale trasparenza di cui sopra sarà
possibile avviare un confronto sulla modalità di incentivazione di attività dei
giovani nell’ambito delle aree del Terzo Settore. A questo fine il Forum
presenterà nella sessione di verifica autunnale 1999 un rapporto sugli assetti
societari, la struttura dell’occupazione, le condizioni di lavoro e retributive
tra i suoi aderenti;
• partecipare a tutte le previste
sedi di monitoraggio sull’applicazione del presente protocollo nonché del patto
sociale per lo sviluppo e l’occupazione promuovendo inoltre autonomi momenti di
verifica e controllo.
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