Prospettive assistenziali, n. 128, ottobre-dicembre 1999
Specchio nero
L'OSPEDALE
CAREGGI DI FIRENZE SFRATTA UN ANZIANO TERMINALE
Sul "Messaggero" del 24 settembre 1999 è
stata resa nota la vicenda di un malato terminale allontanato dall'ospedale
Careggi di Firenze. La notizia è stata riferita dal giornale nei seguenti
termini:
Il budget a sua disposizione per le cure è finito, quindi
per favore si accomodi fuori altrimenti chiamiamo i carabinieri. Questo
sarebbe stato il comportamento di un dirigente della clinica medica universitaria
dell'ospedale fiorentino di Careggi nei confronti di un malato terminale, poi
deceduto. L'episodio è stato denunciato dai familiari dell'uomo ed è ora al
centro di una interrogazione della consigliera regionale dei Laburisti,
Mariella Zoppi. «Abbiamo superato di molto il budget di spesa assegnatoci,
abbiamo già speso 90 milioni in due mesi, mentre la somma a lei destinata non
supera i 40 milioni. Abbiamo fatto più di quanto era nostro dovere fare -
queste le parole del medico alla moglie del malato - quindi se non provvedete in
tempo utile al ritiro di suo marito, saranno i carabinieri a provvedere in tal
senso». «Ma non è l'unico episodio sconcertante in cui ci siamo imbattuti» dice
adesso il figlio dell'uomo. E racconta che negli ultimi giorni di luglio
scorso, quando il padre era ricoverato, i responsabili del reparto sostennero
la necessità di chiuderlo entro breve, dimettendo così almeno otto pazienti.
Erano tutti malati gravi, tra 130 ed i 60 anni. E sono morti tutti.
Probabilmente sarebbe andata comunque così. Ma mi ha colpito quel gesto di
voler sgomberare e mettere un cartello con scritto "chiuso per
ferie"».
UNA
ASSURDA INIZIATIVA DELL'AUSER
L'AUSER,
Autogestione servizi, organizzazione patrocinata dal Sindacato Pensionati CGIL,
ha fatto una geniale scoperta: ha individuato i motivi in base ai quali molto
spesso gli anziani verrebbero emarginati dal contesto sociale.
Non si tratta,
per carità, di ragioni politiche o economiche o sociali. La causa risiederebbe
nella Costituzione, e precisamente nel 1 ° comma dell'art. 3 che sarebbe stato
redatto in modo inadeguato.
Infatti detto
comma stabilisce quanto segue: «Tutti i
cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza
distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche,
di condizioni personali e sociali».
I giuristi,
finora, hanno sempre ritenuto che la norma sopra riportata fosse idonea per
garantire - sotto il profilo costituzionale - la pienezza dei diritti di
cittadinanza di tutti gli italiani, senza eccezione alcuna, e che fosse
necessario che questo
basilare
principio venisse introdotto nella legislazione ordinaria.
L'AUSER ha,
invece, scoperto che le cose non stanno così: la discriminazione degli anziani
trarrebbe origine dal mancato inserimento nell'articolo 3 della Costituzione
dell'età come fattore di non emarginazione, inserimento che rappresenterebbe «un mezzo essenziale per cancellare dalle
leggi e dai provvedimenti le discriminazioni oggi esistenti e per prevenirne di
ulteriori».
Quindi,
inserita la parola magica "età" nell'art. 3 della Costituzione, gli
anziani malati cronici non autosufficienti non verrebbero più espulsi dal
Servizio sanitario nazionale, l'importo delle pensioni sociali sarebbe adeguato
alle esigenze, ecc.
L'AUSER
propone, dunque, che il primo comma dell'art. 3 della Costituzione venga
redatto come segue: «Tutti i cittadini
hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione
di sesso, di razza, di età, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali».
Per
raggiungere l'obiettivo della modifica della Costituzione, I'AUSER ha promosso
la sottoscrizione di una petizione indirizzata alla Camera dei Deputati e al
Senato della Repubblica.
Gli effetti
dell'iniziativa dell'AUSER saranno straordinari. Finalmente non solo gli
Agnelli, i Ciampi, i Cuccia non saranno più socialmente emarginati, ma anche i
neonati, caduta la discriminazione dell'età, potranno, con immensa grazia dei
loro genitori, autogestirsi, andare a lavorare, portare a casa lo stipendio!
I
DIRITTI DEI MALATI DI ALZHEIMER E L'INIZIATIVA BENEFICA DELLA DIOCESI DI PADOVA
Quale
segno di solidarietà (cfr. Avvenire
dei 14 novembre 1999) la Diocesi di Padova ha varato il progetto "Casa
Teresa di Calcutta", consistente nella costruzione a Sarmeola di Rubano di
una struttura destinata a offrire «assistenza,
formazione comportamentale delle famiglie con malati di Alzheimer, accoglienza
diurna, terapia occupazionale e riabilitativa, ricoveri di sollievo e di
emergenza, accoglienza residenziale per i casi più gravi e bisognosi».
La ricettività
complessiva «sarà di circa 40-50 presenze
diurne e/o residenziali di pazienti».
Come al
solito, la Diocesi ha avviato una raccolta di fondi per la realizzazione
dell'iniziativa.
Ancora
una volta una Diocesi non interviene nei confronti del Governo, della Regione
Veneto e delle ASL affinché rispettino il diritto alle cure sanitarie dei
malati di Alzheimer stabilito dalle leggi vigenti, ma sposta il problema sulla
beneficenza privata!
Dov'è la solidarietà?
www.fondazionepromozionesociale.it