Prospettive
assistenziali, n. 129, gennaio-marzo 2000
Anziani fatti morire in inghilterra
di sete e fame per avere letti liberi
Un nuovo
scandalo si abbatte sugli ospedali britannici, dove – secondo le accuse di un
noto medico di Londra – gli anziani vengono lasciati morire di fame e di
sete pur di liberare i letti.
Dopo le
rivelazioni-choc sulle collezioni di organi prelevati senza i necessari
permessi, arriva ora un’altra denuncia che allarma il Paese. Ai vecchi
ricoverati in corsia verrebbero negati non solo l’assistenza di base, ma anche
il cibo, solido e per endovena, necessario alla sopravvivenza.
L’allarme
è stato lanciato ieri dalle pagine del quotidiano Daily Telegraph, al quale il professor Adrian Treloar, gerontologo
del Greenwich Hospital, ha parlato di «vera e propria eutanasia involontaria»,
delineando una cinquantina di casi in cui pazienti ultrasettantenni sono morti
nonostante fossero stati ammessi per malanni non gravi.
Come A.M.,
84 anni, ricoverata nel 1998 al “Tameside General Hospital” di Manchester per
un’artrite e deceduta dopo tre settimane. Il figlio K. si sta muovendo per vie
legali dopo aver scoperto sulla cartella clinica della madre una nota per lui
inspiegabile dello specialista che la stava curando: «Non risuscitare». O come
W.H., 78 anni, ammesso al “Royal Oldham Hospital” per un taglio alla mano a
febbraio e morto senza mai uscire dall’ospedale dopo essersi ridotto a
scheletro.
«Ci sono
centinaia di familiari i quali temono – ha detto Treloar – che i loro anziani
siano deceduti perché privati delle cure più essenziali. Ci sono dei casi
scandalosi. Negli ospedali esiste un tacito accordo. L’anziano che non è in
grado di andarsene è un disturbo. Toglie il posto a qualcun altro, e così viene
tenuto a digiuno perché ci sono forti pressioni per liberare i letti. Non si
esagera a parlare di eutanasia involontaria».
L’associazione
per la terza età “Help the Aged” sta considerando la possibilità di portare
davanti al tribunale europeo per i diritti umani una cinquantina di casi di
anziani morti di malasanità, mentre la polizia del Derbyshire ha trasmesso alla
magistratura i risultati di un’inchiesta durata due anni su decine di
vecchietti apparentemente deceduti in ospedale per mancanza di cibo e acqua.
Secondo le
direttive della “British Medical Association”, oggi fermamente difese
dall’associazione stessa, i medici possono sospendere l’alimentazione per
endovena ai pazienti rimasti vittime di demenza o di gravi colpi apoplettici,
anche se non sono in immediato pericolo di vita. «Una regola poco chiara e
troppo permissiva», accusa Treloar, alle cui denunce hanno fatto eco quelle di
suoi illustri colleghi, come sir John Grimley Evans, professore di gerontologia
clinica presso l’università di Oxford.
(da Il Giornale del 7 dicembre 1999)
Non per tutte le asl
la salute è un bene da difendere
Su La Stampa del 19 dicembre 1999 il
Procuratore della Repubblica di Torino, Raffaele Guariniello, ha denunciato la
mancanza di controlli da parte delle ASL sui mangimi contenenti proteine di
mammiferi. Il magistrato ha precisato: «Quel
genere di catena nutrizionale è alla base della diffusione della BSE e della
sua trasmissibilità all’uomo», aggiungendo: «Se i servizi pubblici di controllo funzionano e, con essi, la
burocrazia amministrativa, non si avrebbe necessità di ricorrere alla
magistratura penale per far rigare diritto chi non rispetta né le norme
comunitarie né le direttive del nostro Ministero della sanità».
Infine, il
Procuratore della Repubblica Guariniello ha ricordato che «nella provincia di Torino abbiamo tre imprenditori già a giudizio e
altri sottoposti ad indagini preliminari per aver violato quelle disposizioni.
I controlli delle ASL? Il 23 dicembre si dovrebbe celebrare il processo M.,
produttore di mangimi per animali al quale i miei ispettori hanno contestato 23
violazioni alla legge che si vuole cancellare. Nel suo caso i tecnici dell’ASL
si erano limitati a questa sorta di controllo: “Utilizza proteine di mammiferi?”.
La risposta fu rassicurante. Peccato che nei magazzini il signor M. avesse
sacchi con la dicitura “proteine di mammiferi”».
LIVELLI
PENSIONISTICI IMMORALI
Mentre la
pensione di inabilità per soggetti totalmente e definitivamente incapaci di svolgere
qualsiasi attività lavorativa proficua è, per l’anno 1999, di L. 5.135.780, la
pensione di Carlo Azeglio Ciampi (esclusi gli emolumenti spettantigli quale
Presidente della Repubblica) è di 852 milioni, quella del Ministro degli
esteri, Lamberto Dini, supera i 650 milioni, mentre Enrico Cuccia, Presidente
onorario di Mediobanca, percepisce quasi 600 milioni.
Altri
importi pensionistici:
– L. 672
milioni per Cesare Geronzi, presidente della Banca di Roma;
– L. 539
milioni per Francesco Cingano, Presidente di Mediobanca.
È eticamente ammissibile che vi siano
differenze così forti (da 1 a 165 nel caso del Presidente Ciampi) fra gli
importi per le persone con handicap gravissimi e le autorità politiche o
economiche?
www.fondazionepromozionesociale.it