Prospettive
assistenziali, n. 130, aprile-giugno 2000
Interrogativi
PERCHÉ RENATO POZZETTO VUOLE
ADOTTARE GLI ANZIANI “A DISTANZA”
All’inizio dell’anno i giornali hanno diffuso la
notizia che Renato Pozzetto ha proposto l’adozione “a distanza” degli anziani
(cfr. La Stampa dell’8 febbraio
2000). L’attore starebbe studiando il progetto insieme all’Assessore del Comune
di Milano, Girolamo Sirchia.
Il punto della situazione è stato fatto nel convegno
“Oltre il Natale, anziani e povertà nelle metropoli italiane” al quale hanno
preso parte – insieme a Pozzetto – numerosi esponenti politici, tra cui il
Sindaco di Milano, Gabriele Albertini, e il Presidente della Regione, Roberto
Formigoni.
Nel corso della suddetta manifestazione è stato
affermato che “tra qualche anno gli
anziani non autosufficienti saranno oltre due milioni”.
A parte il fatto che il problema non ha le dimensioni
quantitative sopra riferite, è deplorevole che – ancora una volta – non venga
riconosciuta l’evidenza dei fatti, e cioè che tutti gli anziani non
autosufficienti, salvo casi assolutamente eccezionali, sono soggetti malati,
spesso colpiti da pluripatologie.
Quindi, in primo luogo, dovrebbero essere curati per
ridurre il dolore, alleviare gli effetti invalidanti delle infermità, migliorare
in tutta la misura del possibile la qualità della loro vita. Invece della
solidarietà (concetto che ci sembra essere più corretto rispetto al termine di
“adozione” che è tutt’altra cosa) a distanza, perché Renato Pozzetto non
interviene affinché sia rispettato il diritto alle cure sanitarie degli anziani
cronici non autosufficienti?
C’È COERENZA FRA i
fatti e LE PAROLE
DELL’ASSESSORE AI SERVIZI SOCIALI DI MILANO?
Sul n. 10 di Vivereoggi,
Girolamo Sirchia, Assessore ai servizi sociali del Comune di Milano, ha
dichiarato di aver capito “l’imprevidenza
del nostro Paese” e che “la maggior
parte degli anziani non dispone di risorse sufficienti proprie ed è costretta a
vivere a carico dei familiari o in assenza di questi del Comune, che a sua
volta si rivale sui cosiddetti obbligati per legge, dunque figli, fratelli o
nipoti, costretti a gravarsi di spese spesso insostenibili”. Al riguardo,
l’Assessore Sirchia ha affermato che la retta delle case di riposo, ammontante
anche a tre milioni al mese, è “un incubo
per molte famiglie”. Ha aggiunto che “a
Milano mancano quattromila posti letto” e che “molti anziani vengono ricoverati in luoghi lontani, interrompendo i
rapporti con amici e parenti”.
Non ritiene l’Assessore Sirchia di attribuire agli
altri (definizione generica che non colpisce nessuna forza politica!) le
responsabilità specifiche che competono soprattutto a lui, nonché ai suoi
predecessori?
Non sa – o non vuol sapere – che le leggi vigenti fin
dal 1955 obbligano il Servizio sanitario a fornire, gratuitamente e senza
limiti di durata, le necessarie cure anche ai vecchi colpiti da patologie
inguaribili e da non autosufficienza?
Non sa – o non vuol sapere – che i Comuni non hanno
alcuna competenza in materia di anziani malati, compresi quelli che non sono
autosufficienti perché colpiti da malattie invalidanti, e che i Comuni stessi,
quando intervengono, spesso non lo fanno per aiutare i vecchi sofferenti, ma
per scaricare le responsabilità anche economiche sui pazienti stessi e sui loro
congiunti?
Non si rende conto che la retta mensile di tre e più
milioni al mese versata per il ricovero di vecchi cronici agli istituti di
assistenza costituisce un intollerabile imbroglio per i malati ed i loro
congiunti?
L’Assessore, inoltre, non sa che fin dal 1993 la
Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Ministero dell’Interno hanno
ripetutamente emesso pareri per segnalare che i Comuni non possono imporre
alcun contributo economico ai congiunti di assistiti maggiorenni, compresi
quelli tenuti agli alimenti?
E, per finire, consigliamo l’Assessore Sirchia di
ripassare le norme vigenti in materia di assistenza: si accorgerà che da più di
un secolo i Comuni sono obbligati a fornire le prestazioni necessarie agli
anziani indigenti che non sono in grado di provvedere autonomamente alle
proprie esigenze. Ed allora: chi è l’imprevidente?
PERCHÉ LA COMUNITÀ DI CAPODARCO
CONTINUA A DIFFONDERE NOTIZIE FALSE?
Sul n. 1, gennaio 2000, di Partecipazione, trimestrale della Comunità di Capodarco, è stato
pubblicizzato il volume di Angelo Maria Fanucci, La logica dell’utopia che contiene una serie incredibile di
falsità, da noi documentate nel n. 127 di Prospettive
assistenziali. Non sarebbe eticamente corretto che il volume venisse
ritirato dal commercio?
AUMENTARE LE PENSIONI AGRICOLE
ANCHE AI PROPRIETARI TERRIERI?
La Confederazione italiana agricoltori ha lanciato una
petizione popolare perché venga elevato ad almeno un milione l’importo minimo
della pensione (attualmente di lire 720.900) percepita da 1.300.000
agricoltori. È giusto che abbiano diritto alla pensione minima,
indipendentemente dai contributi versati, anche coloro che sono proprietari di
terreni e di case?
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