Prospettive assistenziali, n. 130,
aprile-giugno 2000
REALTÀ UMANE E SOCIALI DA PREVENIRE
E RISOLVERE (N. 8)
Anche i giornalisti
dovrebbero rispettare la dignità delle persone anziane
Abbastanza sovente vi sono giornalisti che per
indicare persone anziane utilizzano i termini “nonno”, “nonnina”, “vecchietto”,
ecc.
È inutile segnalare che tali espressioni non sono mai
usate per Agnelli, Ciampi, Cuccia, Scalfaro, ecc.
Certamente i suddetti giornalisti si arrabbierebbero
se venissero chiamati “ometti” o “donnette”.
Chiediamo, dunque, il rispetto di tutti, siano essi
giovani, adulti o anziani, ricchi o poveri.
La piaga dei
baby-lavoratori italiani
Lo sfruttamento dei minori è anche una piaga italiana.
Sono più di 500 mila, secondo uno studio della CGIL, i ragazzi con meno di 15
anni che si guadagnano da vivere. In sintesi: 326 mila hanno un lavoro a tempo
pieno e 183 mila stagionale.
Inoltre, sono 130 mila coloro che ogni anno
abbandonano la scuola dell’obbligo, spesso per rimpolpare striminziti bilanci
familiari.
Le storie dei piccoli sfruttati, disseminati
nell’intera Penisola, sono descritte in un video e in un libro, commissionati
dalla CGIL, che hanno lo stesso titolo “I bambini a studiare, i grandi a
lavorare”.
(da la Repubblica
del 22 gennaio 2000)
Patenti ad
autisti quasi ciechi
La Polizia stradale di Pescara ha scoperto un traffico
di patenti di guida rilasciate da una cooperativa, operante nell’ambito delle
autoscuole, senza l’effettuazione di alcun esame, ma dietro il pagamento di una
somma di denaro che oscillava da tre fino a cinque milioni.
Gli acquirenti provenivano da tutta Italia. Dalle
indagini esperite è emerso che uno dei servizi forniti dalla cooperativa
consisteva nel sottoporre i clienti a visite mediche fasulle, che attestavano
l’assenza di patologie, in realtà esistenti, per lo più legate alla vista.
(da Avvenire,
17 marzo 2000)
Il mondo è
più povero di venti anni fa
Il presidente della Banca Mondiale, James Wolfensonh,
in una recente intervista rilasciata a Ginevra, ha ammesso la responsabilità e
anche le gravi colpe che i paesi industrializzati e le stesse organizzazioni
finanziarie mondiali hanno nei confronti dei paesi poveri. Ha affermato: “Il mondo è più povero di vent’anni fa ed è
giunto il momento di cambiare. Abbiamo sbagliato tutto, lo sviluppo va
sostenuto. Occorre al più presto ridefinire la parola sviluppo, che dovrà basarsi sul buon governo e sul
sistema legislativo, su nuove riforme sulla bancarotta e il funzionamento della
giustizia, un’efficiente vigilanza bancaria e finanziaria e la sicurezza
sociale, l’educazione e la sanità, la distribuzione di energie e le reti
fognarie”.
“Lo sviluppo - ha aggiunto - prima
era rappresentato da infrastrutture come strade e dighe; ora diventano sviluppo
anche il diritto commerciale e il trattamento dei disabili. Per questo la Banca
Mondiale continuerà a finanziare progetti, ma in un contesto differente: le
scuole per esempio, ma insieme alle strade che consentano ai bambini di
raggiungerle e all’addestramento degli insegnanti, forse affidando ai genitori
analfabeti di quei bambini la supervisione, come si è sperimentato con successo
in alcuni paesi del Centro America. È necessario pensare ora a costruire un
futuro diverso. Non ci si può più accontentare di un mondo in cui un miliardo
di uomini vive nella prosperità, mentre un altro miliardo sopravvive alla
miseria più atroce; altri quattro miliardi dispongono di redditi vicini al
minimo vitale”.
(da Conquiste del lavoro,
20 aprile 2000)
Malati del
Sud abbandonati a loro stessi
R.D.C., abitante a Riccia, un centro di 6 mila persone
a 37 chilometri da Campobasso è disperata: ha scritto al Presidente Ciampi e al
Ministro Livia Turco per segnalare la tragica situazione dellas ua famiglia
perché “nessuno fa nulla per venire
incontro ai familiari che assistono congiunti sofferenti”.
La madre da tempo è in ossigenoterapia; la sorella è “ridotta ad uno straccio: affetta da
frenastesia di alto grado con semiparesi spastica bilaterale e da una grave
forma cardiopatica, è stata operata d’urgenza per carcinoma alla mammella”.
La signora R.D.C. precisa: “Non ho bisogno delle visite di cortesia, ma di chi sappia dove mettere
le mani su una donna anziana come mia madre di 79 anni e su mia sorella che,
affidata agli oncologi di Campobasso, comincia a sentire gli effetti della
chemioterapia. Allo stipendio non posso rinunciare perché priverei la mia
famiglia, proprio ora che ne ha più bisogno, di una risorsa non solo
necessaria, ma addirittura vitale”.
(da Avvenire,
11 febbraio 2000)
C’è chi
guadagna troppo e chi troppo poco
Il 17 marzo 2000, durante l’omelia per la celebrazione
del Giubileo nel mondo del lavoro, l’Arcivescovo di Genova, Cardinale Dionigio
Tettamanzi, ha affermato che la situazione di profonda discriminazione
esistente nel campo degli stipendi e degli altri emolumenti economici “è ingiustizia che si fa insulto alla
povertà di tante persone e della stessa dignità di quanti percepiscono
retribuzioni evidentemente fuori misura”.
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