Prospettive assistenziali, n. 130,
aprile-giugno 2000
SCOPERTA
A PALERMO UNA CLINICA PSICHIATRICA LAGER
Una
convenzione da 12 miliardi l’anno, una retta da 156 mila lire al giorno. Ma
quello scoperto in tre reparti psichiatrici di una casa di cura provata
palermitana era un vero e proprio lager finanziato dall’Azienda sanitaria
locale.
Come
riferisce La Repubblica del 15
febbraio 2000 “centonovanta ammalati
vivevano nudi, stipati fino a trenta in due cameroni, con le grate alle
finestre, la luce al neon e il pavimento pieno di escrementi. Con i bagni lerci
e senza acqua calda, i letti senza coperte, i materassi umidi di urina. Il
titolare della clinica e il direttore sanitario sono ora indagati per abbandono
di incapaci e maltrattamenti. A oltre vent’anni dalla legge 180/1978, la logica
manicomiale non è ancora stata sconfitta”.
D’altra
parte non sempre le ASL esercitano in modo valido l’attività di vigilanza ad
esse affidata: anche a Palermo solo l’intervento della Polizia ha consentito di
accertare le terribili situazioni in cui erano costretti a vivere i malati (1).
I
SOGGETTI CON SINDROME DI DOWN DEFINITI “AGONIA UMANA”
A
Messina un sacerdote nega la confessione ad un bambino con sindrome di Down; a
Torino il settimanale cattolico “Il Nostro
Tempo” commenta il fatto in prima pagina e cerca “come sempre nei momenti di smarrimento le parole che illuminano di
fede una situazione difficile da capire nell’umiliazione della ragione”.
Le
trova affermando che “l’agonia umana è
anzitutto un atto d’amore” e sostenendo addirittura che la sindrome di Down
è una «dolorosa, lunga e misteriosa
“agonia umana”».
Il
settimanale della diocesi di Torino conclude l’articolo con le parole “Che cosa importa? Tutto è grazia”.
Ma
questa non è la dimostrazione di una cinica insensibilità nei confronti delle
esigenze e dei diritti delle persone con handicap Down e dei loro congiunti?
PER
IL CIFA L’ADOZIONE NON È PIÙ ALTERNATIVA AGLI ISTITUTI
Inaudito!
Il CIFA, Centro internazionale famiglie pro adozione, vuole costruire un
istituto (sì, proprio un istituto) in Romania.
La
struttura dovrebbe comprendere: una ventina di neonati in attesa di adozione o
di affido familiare, nonché i bambini (il cui numero è imprecisato) che non
hanno la possibilità di essere adottati, 10-15 ragazze madri con i loro figli,
una comunità religiosa responsabile del funzionamento dell’opera, una scuola
materna aperta non solo ai fanciulli accolti nell’istituto, ma anche a quelli
della cittadina (Campina) in cui verrà costruito.
Ancora
una volta (2) si tratta di una iniziativa assolutamente negativa e, ancora una
volta, non riusciamo a capire per quali motivi, se l’adozione e l’affido non
sono praticabili nei paesi di origine dei minori in difficoltà, non si
costruiscono, come fa lodevolmente la comunità Papa Giovanni XXIII, comunità
alloggio di 8-10 posti in cui i fanciulli possano condurre un’esistenza di tipo
parafamiliare, usufruendo dei servizi sociali territoriali esistenti o da
creare.
IL
TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO DIMENTICA NUOVAMENTE LE ESIGENZE DEGLI
ANZIANI CRONICI NON AUTOSUFFICIENTI
Sul
n. 1, gennaio 2000, di 50 & Più,
rivista della Federazione nazionale dei commercianti, sono stati pubblicati i
14 articoli redatti dal Tribunale per i diritti del malato il cui rispetto dovrebbe “stimolare e favorire la realizzazione di
una sanità più agile, più vigile e più sicura, soprattutto più umana e attenta
alle esigenze di tutti”.
Nonostante
sia arcinota l’espulsione di decine di migliaia di malati di Alzheimer e di
anziani cronici non autosufficienti dagli ospedali e dalle case di cura private
convenzionate e il loro illegale trasferimento in case di riposo e in residenze
cosiddette protette (con rette che arrivano anche a 4-5 milioni al mese), il
Tribunale per i diritti del malato continua a tacere, pur asserendo di
avvalersi di 470 sezioni locali, nonché di 300 centri funzionanti all’interno
delle strutture ospedaliere.
(1)
Sulle violenze inflitte ai ricoverati in strutture manicomiali e assistenziali,
si vedano anche i seguenti articoli su Prospettive
assistenziali “L’inganno psichiatrico”, n. 110, aprile-giugno 1995;
“Psicofarmaci e cibi avariati in una casa di riposo della Provincia di Torino”,
n. 111; “Dagli aguzzini di Prato (1963) alle torture di Laterza (1996):
responsabilità e proposte”, n. 115; P.G. Grosso, “La violenza in istituto:
licenza di seviziare?”, n. 116; “Il manicomio lager di Agrigento: assoluzioni
sconcertanti”, n. 117; “Indagine parlamentare sulla chiusura degli ospedali
psichiatrici”, n. 119; “Pedofilia e altre violenze: chi tutela le persone
ricoverate in istituto?”, n. 120; “Perché nella casa di riposo ‘Via Roma’ di
Bologna sono ricoverati anche malati di mente?”, n. 122; “Violenze anche
sessuali negli istituti di assistenza: la testimonianza di un giudice minorile”,
n. 124; “Educatore condannato a 13 anni di reclusione per pedofilia”, n. 125.
(2)
Su Prospettive assistenziali sono
apparsi i seguenti articoli: “Inaccettabile iniziativa del Sermig” e “Perché si
costruiscono all’estero istituti di ricovero per bambini?”, n. 115; “In Italia
e all’estero non si devono più costruire istituti per minori”, n. 116; E. De
Rienzo e C. De Figueiredo, “Un progetto di solidarietà a distanza in Brasile:
una speranza e un’indicazione di lavoro”, n. 117; Coordinamento nazionale comunità
di accoglienza, “Istituti mai più” e “No all’orfanotrofio che l’Antoniano vuole
costruire in Bolivia”, n. 120; “Per quali motivi Luciano Pavarotti vuole creare
un istituto in Liberia?”, n. 123; “Le Missioni Don Bosco forniscono
informazioni corrette sulle esigenze dei bambini che assistono?”, n. 124;
“Basta con gli istituti per i bambini del Terzo Mondo: una lettera delle
Missioni Don Bosco e la nostra replica” e “L’intervento in Zambia della
Comunità Papa Giovanni XXIII a sostegno del diritto dei minori alla famiglia”,
n. 125.
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