Prospettive assistenziali, n. 131,
luglio-settembre 2000
REALTÀ UMANE E SOCIALI DA PREVENIRE E RISOLVERE (N. 9)
Tredicenne
minaccia di buttarsi dal 3° piano «Cerco una famiglia»
«Se non trovo famiglia mi tolgo la vita». È l’appello
disperato di un ragazzino di 13 anni, che ieri a Roma ha tentato di lanciarsi
dal terzo piano di un palazzo nel quartiere Boccea, dove sono gli uffici del
servizio sociale del Comune perché non voleva più rimanere in una
casa-famiglia. A farlo desistere è stata una pattuglia della polizia, che lo ha
convinto a scendere dal davanzale. La brutta avventura è finita con un pezzo di
pizza offerto dagli agenti ed il suo ritorno nella casa-famiglia.
Il minore, abbandonato dalla nascita dai genitori, era
ospite di una casa-famiglia del quartiere romano di Tor de’ Cenci, ma aveva più
volte mostrato insofferenza. Nel primo pomeriggio si è presentato negli uffici
del Comune in via Adriano I perché voleva essere affidato ad una famiglia vera
o a quella d’origine. Non avendo ricevuto risposte positive, il ragazzino ha
minacciato di lanciarsi dal terzo piano. A quel punto è stata la stessa
assistente sociale a chiamare il «113».
(da Il Giornale, 28 aprile 2000)
Bambini
maltrattati in un asilo nido privato di Rimini
Bambini tenuti per ore sul seggiolone a cui erano
assicurati con la chiusura di sicurezza, altri bambini che nella stessa piccola
stanza potevano solo girare attorno al tavolo, condizioni igieniche che la
stessa ordinanza di chiusura del sindaco definisce «gravi».
E poi la cucina in cattivo stato, ma anche pannolini
sporchi in giro, confezioni aperte di cibo per gatti che si trovavano sulla
dispensa insieme agli alimenti per i bimbi, i ciucci dei piccoli ospiti
appoggiati in un lavandino scrostato insieme ai tegami sporchi, gatti che
vivevano nello stesso appartamento dove venivano accuditi anche 15 o più
piccini da sei mesi a 3 anni.
È stata una telecamera piazzata dalla polizia a
registrare la situazione all’interno della piccola struttura a gestione familiare
dopo l’esposto di un genitore che aveva notato che per interi giorni al proprio
bebè non era stato cambiato il pannolino.
La titolare dell’asilo privato, una ex insegnante, 45
anni, pugliese d’origine, è ora indagata dalla Procura con l’accusa di maltrattamenti.
(da Avvenire del 20 maggio 2000)
Per
divertirsi seviziano un handicappato mentale
A Civita Castellana (Viterbo), quattro giovani sono
stati denunciati all’Autorità giudiziaria dai Carabinieri per violenza privata
e lesioni aggravate. Fra le accuse, quella di aver gettato un ragazzo colpito
da handicap mentale in un cassonetto delle immondizie. Le indagini sono partite
quando il ragazzo si è presentato al pronto soccorso: i medici hanno subito
compreso che le lesioni erano dovute a qualcosa di anormale rispetto alle
spiegazioni date dall’interessato.
(da Il Giornale, 21 maggio 2000)
Si lamenta
un benestante che riceve dalla collettività un aiuto di 15 milioni all’anno!
Nella lettera pubblicata nella rubrica di Barbara
Palombelli (la Repubblica del 6
febbraio 2000) il Sig. C.C. si lamenta di dover versare al Comune di Torino L.
750 mila mensili quale retta per la frequenza dell’asilo nido da parte del
figlioletto. Il costo dei nidi, compresi gli oneri indiretti, è di almeno 2,2
milioni al mese. La collettività, quindi, spende per il bambino dei coniugi C.
(che lavorano entrambi e sono proprietari dell’appartamento in cui vivono) 1
milione e 450 mila lire al mese. Si tratta di un intervento sociale che non
dovrebbe essere disprezzato.
Per il cantante
Ernesto Bonino è insufficiente la sua pensione di 940 mila lire mensili
Ernesto Bonino, divo della canzone negli anni
’40-’50, ha lanciato un appello: «Ho una
pensione di 940 mila lire: aiutatemi perché non riesco ad arrivare alla fine
del mese!».
Nel 1941, quando gli italiani cantavano «Se potessi avere mille lire al mese»,
Bonino ne guadagnava quasi il doppio. Adesso vorrebbe essere aiutato dallo
Stato.
Ma che cosa dovrebbero dire le persone con handicap,
impossibilitate a svolgere quasiasi attività proficua, che ricevono una
pensione di invalidità di sole 400 mila lire al mese?
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