Prospettive
assistenziali, n. 132, ottobre-dicembre 2000
Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie
adottive e affidatarie
RICERCA SU “LE FAMIGLIE AFFIDATARIE, I SERVIZI
SOCIALI, I SERVIZI SANITARI E L’AFFIDAMENTO”
Sono stati
pubblicati nel volume “Le famiglie
affidatarie, i servizi sociali, i servizi sanitari e l’affidamento” i risultati dell’indagine promossa dal
Coordinamento regionale di tutela dei minori, condotta dall’Agenzia SWG -
Servizi Integrati di ricerca s.r.l. e realizzata con il contributo del Tutore
pubblico per i minori della Regione Friuli Venezia Giulia. Ne ha riassunto
brevemente le conclusioni Marisa Semeraro, presidente del Coordinamento.
Gli
interessati possono richiedere il volume scrivendo alla Sezione ANFAA in Via
Donatello, 3 - 34128 Trieste.
Nella ricerca sono state coinvolte tre componenti: le
famiglie affidatarie, i servizi sociali, i servizi sanitari.
Il campione di famiglie affidatarie intervistate si
connota come un gruppo con un profilo socio-economico medio alto sia per quanto
riguarda le professioni svolte che per il livello di scolarità. La maggior
parte è composta da persone laureate o diplomate. Risultano infatti possedere
diploma superiore il 44% ed un diploma di laurea il 24% il padre ed il 43% e
20% le madri.
Molto interessante il dato relativo alle motivazioni
che portano le famiglie all’esperienza di affido: esse infatti risultano essere
caratterizzate più da motivazioni di carattere ideologico-sociale (ben 61,6%),
numericamente molto significativa risulta la motivazione ideologico-religiosa
(27,4%) più che dal semplice desiderio di avere figli. Inoltre dette famiglie o
singoli risultano fortemente caratterizzate dal loro impegno nel sociale. Le
famiglie affidatarie intervistate sono perlopiù composte da coppie, nella
maggior parte con figli biologici (64,4%) e relativamente giovani se si
considera che oltre l’80% ha meno di 54 anni.
La gran parte delle persone interpellate non ha
precedenti esperienze di affido e, per più della metà, l’esperienza risulta ancora
in corso.
Più della metà degli intervistati risulta avere in
affido il minore da oltre 3 anni (50,7%), mentre si attestano al 16% gli
affidamenti avviati da alcuni mesi.
Decisamente positivo ci sembra il dato in base al
quale il 53,4% delle famiglie intervistate sia disponibile a ripetere
l’esperienza, mentre il 13% chiede un periodo di riflessione.
Deve peraltro far riflettere il fatto che il 20% non
risulta più disponibile per altri affidamenti.
Colpisce la debolezza dei canali informativi in tema
di affidamento. Infatti la maggioranza ne è venuta a conoscenza attraverso vie
amicali o parentali. Le campagne promozionali (che dovrebbero essere compito
istituzionale e che brillano per pallore) infatti raccolgono solo il 6,8%
mentre le conferenze e gli incontri (tradizionale attività delle Associazioni
di volontariato) raggiungono il 34% dell’obiettivo informativo. È evidente che
questo è un fronte ed un compito tutto da rilanciare per Enti ed Istituzioni.
Altro dato allarmante, e che purtroppo conferma ciò
che l’associazionismo da anni lamenta, è che le famiglie affidatarie sono
costrette a tempi d’attesa molto lunghi successivamente alla dichiarazione di
disponibilità, prima di avere il primo contatto con gli operatori pubblici.
Infatti oltre il 40% delle famiglie sostiene che il lasso di tempo intercorso è
stato superiore ai sei mesi, solo il 19% testimonia di contatti dopo una sola
settimana!
Per meglio capire questo dato però segnaliamo che vi
sarebbe la necessità di incrocio con un altro cioè il fatto che i primi
contatti sono attivati nel 74% degli intervistati da parte degli operatori ma
nel 23% dalle Associazioni di volontariato.
La preparazione delle famiglie affidatarie viene
svolta per lo più dagli assistenti sociali mentre intorno alla famiglia che si
appresta al percorso di affidamento convergono oltre agli operatori pubblici
anche volontari, psicologi e le famiglie che già svolgono questa attività.
Per quanto riguarda la stesura di un progetto di
affidamento non risultano definiti i tempi e la presumibile durata dello stesso
per il 67,1%, mentre gli stessi sembrano essere chiari solo per il 31,5%.
I momenti di verifica dell’affidamento in corso sono
effettuati con l’86,3% degli affidatari. Non possiamo non segnalare come dato
allarmante l’assenza degli stessi per il 13,7%.
Le verifiche effettuate hanno avuto cadenza mensile
per il 50% dei casi, con una diluizione dei tempi che arriva fino all’11% dei
casi, che usufruisce di tale fondamentale servizio solo una volta all’anno.
Il sostegno all’affidamento, che sappiamo essere
elemento chiave per il buon funzionamento dello stesso, è stato attivato per il
52% dal singolo operatore e nel 49,3% ha visto la formula dell’autoaiuto
organizzato in gruppo.
All’interno di questo dato, indubbiamente positivo si
incunea il fatto che il sostegno si è attivato solo su richiesta delle famiglie
(presumibilmente in difficoltà) per ben il 61,6% mentre solo per il 34,2% è
stato spontaneamente attivato dagli operatori.
Ma l’elemento che appare a noi più interessante è quello
relativo al fatto che le famiglie segnalano un atteggiamento positivo del
minore nei confronti dell’affido. Infatti si registrano il verificarsi di una
serie di modifiche positive – sia dal punto di vista cognitivo, che
relazionale, che affettivo – nel comportamento del minore.
Interessante notare che ci vengono segnalate anche
altre modifiche nel comportamento quali: la diminuzione di comportamenti
aggressivi, altrettanto per quelli violenti, una maturazione generale del
comportamento, l’acquisizione di maggior fiducia in se stesso, miglioramenti
nell’area scolastica, maggior serenità ed apertura, ed infine miglioramenti
anche nell’aspetto riguardante la pulizia personale.
È ancora opportuno mettere l’accento sul marcato senso
di responsabilità che le famiglie affidatarie dedicano al loro compito: la
maggioranza considera riuscito l’affido quando si conclude con il rientro del
minore nella sua famiglia d’origine; occorrono grandi doti di maturità e di
altruismo per riuscire a considerare come positiva questa soluzione, ben
sapendo il grande coinvolgimento emotivo che deriva dall’occuparsi di un
bambino soprattutto se con condizioni problematiche alle spalle.
CONGEDI PARENTALI E ASTENSIONE DAL LAVORO DEI GENITORI
E DEGLI AFFIDATARI
La legge 8 marzo 2000 n. 53 “Disposizioni per il
sostegno della maternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla
formazione e per il coordinamento dei tempi delle città”, ha previsto nuove
disposizioni per quanto riguarda i congedi parentali in caso di adozione e affidamento
familiare.
È necessario precisare che la legge suddetta modifica
unicamente le disposizioni in materia di astensione facoltativa e non quella in
materia di astensione obbligatoria, che continua ad essere regolamentata dalle
disposizioni di cui alla legge n. 903 del 9.12.1977.
Pertanto se entrambi i genitori adottivi o gli
affidatari lavorano, uno dei due può avvalersi dell’astensione obbligatoria dal
lavoro di tre mesi prevista dall’art. 6, 1° comma, della legge n. 903/1977 e
del trattamento economico relativo «durante
i primi tre mesi successivi all’effettivo ingresso del minore nella famiglia,
sempre che il bambino non abbia superato i sei anni di età».
Per quanto riguarda invece l’astensione facoltativa in
base all’art. 3, 5° comma, della legge n. 53/2000, i genitori adottivi e gli
affidatari hanno diritto ad usufruire della astensione nei primi otto anni di
vita del bambino alle medesime condizioni e con le stesse modalità previste per
i genitori biologici.
I genitori adottivi e gli afidatari di un minore che
all’atto dell’adozione o dell’affidamento abbia invece una età compresa tra i 6
e i 12 anni, possono usufruire dell’astensione facoltativa nei primi tre anni
dall’ingresso del minore nel nucleo familiare.
La durata massima dell’astensione facoltativa è di 6
mesi, se questa è individuale, oppure di 10 (o 11) mesi se è cumulata tra i due
genitori.
Restano, purtroppo, comunque, esclusi dalla
possibilità di usufruire dei congedi suddetti i genitori adottivi e gli
affidatari, che hanno accolto nella loro casa minori preadolescenti e
adolescenti dai 12 anni in su.
Se però si tratta di un adottato straniero, in base
all’art. 39 quater della legge 31/12/1998, n. 476 “Ratifica ed esecuzione della
Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione
internazionale, fatta a L’Aja il 29 maggio 1993. Modifiche alla legge 4 marzo
1983, n. 184, in tema di adozione di minori stranieri”, i genitori adottivi o
coloro che hanno un minore straniero in affidamento preadottivo di età superiore
ai sei anni hanno diritto al periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per
i tre mesi successivi all’inserimento in famiglia del minore indipendentemente
dall’età del minore stesso.
Purtroppo queste disposizioni valgono solo, al
momento, per i minori stranieri: per quelli italiani, adottati o affidati, in
materia di astensione obbligatoria nulla è cambiato.
L’Anfaa ha scritto nei mesi scorsi al Presidente del
Consiglio dei Ministri e al Ministro per la solidarietà sociale Livia Turco e
per le pari opportunità Katia Belillo per sottolineare la necessità che il
Governo predisponga un decreto legge per eliminare l’inaccettabile disparità di
trattamento, estendendo quindi la normativa sui congedi relativi all’astensione
obbligatoria e facoltativa ai genitori adottivi ed affidatari dei minori, senza
limiti di età.
PUBBLICATO L’ALBO DEGLI ENTI AUTORIZZATI A SVOLGERE LE
PRATICHE DI ADOZIONE INTERNAZIONALE
Sulla Gazzetta Ufficiale del 31 ottobre 2000 è stato pubblicato l’albo degli enti autorizzati a svolgere le pratiche di adozione internazionale. Ai sensi del regolamento relativo, il 16 novembre 2000 la Convenzione de L’Aja in materia di adozione internazionale è entrata pienamente in vigore e quindi le coppie in possesso del decreto di idoneità rilasciata dal Tribunale per i minorenni di loro residenza, per realizzare l’adozione di un minore straniero dovranno rivolgersi esclusivamente a uno degli Enti autorizzati iscritti all’albo. L’elenco degli Enti autorizzati è reperibile anche sul sito della nostra Associazione: www.anfaa.it.
www.fondazionepromozionesociale.it