Prospettive
assistenziali, n. 132, ottobre-dicembre 2000
Notiziario dell’Unione per la lotta contro
l’emarginazione sociale
NON DATE IL VOSTRO VOTO A LIVIA TURCO
Riportiamo il
testo del volantino predisposto e distribuito dal Csa, Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base di Torino (1).
IL VOLONTARIATO CHE OPERA PER
OTTENERE DIRITTI PER I PIÙ DEBOLI VALUTA MOLTO NEGATIVAMENTE LA LEGGE
SULL’ASSISTENZA VOLUTA DAL MINISTRO LIVIA TURCO.
SI PARLA MOLTO DI
SOLIDARIETÀ, MA IL GOVERNO E IL PARLAMENTO HANNO TOLTO DIRITTI E RISORSE AI
CITTADINI NON IN GRADO DI farsi sentire.
È necessario esaminare con attenzione tutto il testo
della legge 328/2000, “Legge quadro per
la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali” (e
non le veline del Ministro Livia Turco) per prendere coscienza delle gravi
conseguenze che si avranno per gli assistiti non in grado di difendersi.
Infatti, nella legge 328/2000:
1. Non sono
previsti diritti esigibili per i più bisognosi
È deplorevole che non sia stato riconosciuto alcun
diritto esigibile alle persone (minori, handicappati, anziani, complessivamente
il 2-3% della popolazione) che per continuare a vivere hanno bisogno di
prestazioni specifiche di assistenza sociale (sussidi economici per situazioni
di emergenza, aiuti domiciliari, accoglienza presso comunità alloggio, ecc.).
Anzi, il provvedimento in esame cancella cinicamente i diritti assistenziali
sanciti nel secolo scorso dal regio decreto 6535 del 1889 e nel periodo
fascista dai regi decreti 773 del 1931 e 383 del 1934.
L’affermazione del Ministro Livia Turco sulla presenza
di diritti esigibili è stata smentita dall’On. Gianfranco Morgando,
Sottosegretario al Tesoro che, nella seduta del Senato del 18 luglio 2000, ha
chiarito che, ad esclusione delle erogazioni di natura pensionistica, le
prestazioni previste dal disegno di legge n. 4641 (l’attuale legge 328/2000) “non formano oggetto di diritti soggettivi
per cui l’entità delle stesse sarà determinata in relazione alle disponibilità
del Fondo”.
2. Le
Regioni possono confermare l’attuale odiosa discriminazione fra minori nati nel
e fuori dal matrimonio
Nel testo suddetto, mentre sono attribuiti ai Comuni i
compiti (discrezionali) di fornire prestazioni sociali a tutti i cittadini, è
concessa alla Regioni (cfr. il 5° comma dell’art. 8) la facoltà di non affidare ai Comuni, ma alle
Province o ad altri enti locali (Consorzi fra Comuni e province o fra Province,
ecc.) il compito di assistere i minori nati fuori dal matrimonio, le gestanti e
le madri in difficoltà, nonché “i ciechi e sordi poveri rieducabili” (così
definiti dal regio decreto 383/1934).
Si torna quasi ai tempi di S. Vincenzo de’ Paoli,
quando i bambini francesi ricoverati in istituto, se nati nel matrimonio
indossavano un grembiulino blu (il colore della madonna), mentre, se erano nati
fuori dal matrimonio, la tinta era rossa (il colore del diavolo).
3. I malati
inguaribili invece di restare a carico della sanità sono trasferiti
all’assistenza
Sono presenti nel testo varato dalla Camera dei
Deputati disposizioni approvate per legittimare l’attuale illegale, massiccio e
spesso disumano trasferimento della competenza ad intervenire, nei confronti
dei malati di Alzheimer, dei pazienti psichiatrici gravi e degli anziani
cronici colpiti da malattie invalidanti (cancro, pluripatologie, ecc.) e da non
autosufficienza, dalla sanità (che deve attualmente curarli senza limiti di
durata in base a leggi vigenti dal 1955) ai servizi assistenziali (o sociali),
con la conseguente perdita del diritto esigibile alle cure sanitarie, ricoveri
compresi.
Mentre per i malati acuti ricoverati in ospedale la
degenza è totalmente gratuita, il ricovero dei malati cronici è oneroso. In
genere la quota alberghiera è di 80-100 mila lire al giorno; per i malati di Alzheimer
ricoverati al Pio Albergo Trivulzio di Milano si arriva a 143.500 lire al dì.
4. Sono
sottratte ai poveri le risorse economiche ad essi destinate dalla legge sulle
IPAB del 1890
È eticamente inaccettabile che, in base alla delega
prevista nella legge 328/2000, il Governo sia autorizzato a:
a) abrogare le norme vigenti che destinano
esclusivamente alla fascia più bisognosa della popolazione (bambini senza
famiglia, handicappati intellettivi con limitata o nulla autonomia, genitori e
figli in gravi difficoltà socio-economiche) i patrimoni delle IPAB (Istituzioni
pubbliche di assistenza e beneficenza) valutati in ben 37 mila miliardi ed i
relativi redditi. Secondo la rivista IpabOggi,
n. 6, 1996, l’ammontare dei suddetti patrimoni è di oltre 50 mila miliardi.
Abrogando le norme vigenti che destinano solamente ai bisognosi i patrimoni ed
i redditi delle IPAB, la legge 328/2000
permette l’utilizzo dei suddetti beni (alloggi, negozi, terreni, titoli di
Stato, ecc.) anche a favore delle persone abbienti;
b) sopprimere le disposizioni della legge 6972/1890 in
base alle quali i patrimoni delle IPAB non potevano finora essere utilizzati
per le spese di gestione (consulenze, stipendi del personale, acquisto
materiali di consumo, ecc.). Queste disposizioni hanno consentito alle IPAB di
mantenere il possesso dei rilevanti beni sopra indicati;
c) mettere a gratuita disposizione i patrimoni delle
IPAB ad associazioni e fondazioni private, che potranno utilizzarli anche per
coprire le spese di gestione (quali stipendi per i dirigenti, consulenze
esterne, ecc.). Questo favoloso regalo può spiegare l’appoggio di molti gruppi
privati alla legge approvata dal Parlamento;
d) nulla è previsto per la conservazione della
destinazione ai poveri dei patrimoni trasferiti ai Comuni a seguito dello
scioglimento delle IPAB e di migliaia di enti assistenziali (ECA, ONMI, ONPI,
ENAOLI, ecc.) il cui importo può essere calcolato in 40-50 mila miliardi. Solo
al Comune di Torino sono stati assegnati beni del valore di 1.000 miliardi, attualmente
vincolati alle esigenze delle persone più bisognose;
e) nulla è stato stabilito per il mantenimento del
vincolo a favore dei più deboli delle proprietà delle ex IPAB, proprietà che, a
seguito della sconcertante sentenza della Corte costituzionale n. 396/1988,
sono state messe a gratuita disposizione di organizzazioni private; il loro
valore può essere stimato in 30-40 mila miliardi.
PER QUESTE RAGIONI CHIEDIAMO
AI CITTADINI CHE STANNO DALLA PARTE DELLE PERSONE PIÙ DEBOLI (MINORI,
HANDICAPPATI INTELLETTIVI, SENZA FISSA DIMORA, RAGAZZE MADRI IN DIFFICOLTÀ,
ANZIANI MALATI NON AUTOSUFFICIENTI) DI NON DARE IL LORO VOTO ALL’ON. LIVIA
TURCO.
Torino, 1° dicembre 2000
(1) Aderiscono
al CSA le seguenti organizzazioni: Associazione GEAPH, Genitori e Amici dei
Portatori di Han-
dicap di Sangano (To); Associazione Genitori Fanciulli Handicappati di
Orbassano (To); Associazione Italiana Assistenza Spastici sez. di Torino;
Associazione Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie; Associazione “La
Scintilla” di Collegno-Grugliasco (To); Associazione “Oltre il ponte” di Lanzo
Torinese; Associazione “Prader Willi”, Sez. di Torino; Associazione Promozione
Sociale; ASVAD, Associazione Solidarietà Volontariato a Domicilio; Associazione
Tutori Volontari; COGEHA, Collettivo Genitori dei portatori di handicap,
Settimo Torinese; GRH, Genitori Ragazzi Handicappati di Venaria-Druento (To);
Gruppo Genitori per il diritto al Lavoro degli handicappati intellettivi
(Torino); Unione per la Lotta Contro l’Emarginazione Sociale; Unione per la
Tutela degli Insufficienti Mentali; Vivere Insieme di Rivoli.
www.fondazionepromozionesociale.it