Prospettive assistenziali, n. 132, ottobre-dicembre 2000

 

Interrogativi

 

istituti ghetto in onore

del giubileo 2000?

 

L’organizzazione Celebrity ha promosso la sottoscrizione di una emissione celebrativa del Giubileo 2000 costituita da «una preziosa lamina in argento 800 decorata con pregiati smalti raffiguranti il logo del Grande Giubileo A.D. 2000, racchiusa in un’elegante custodia-libretto di 32 pagine a colori con le illustrazioni delle indulgenze nei luoghi giubiliari nel mondo».

La suddetta organizzazione ha deciso «con atto notarile pubblico di devolvere una ulteriore quota dei nostri introiti ad iniziative mirate alla solidarietà». Pertanto «gli acquirenti delle esclusive emissioni celebrative di Celebrity contribuiranno direttamente alla realizzazione di case di accoglienza per disabili gravi».

Al fine di avere notizie più precise e, soprattutto allo scopo di «avere assicurazioni che non verranno costruiti né istituti, né villaggi», il Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base ha inviato una lettera raccomandata R.R. alla Direzione di Celebrity, Via Carlo Felice 77, Roma, in data 11 settembre 2000.

Finora non è pervenuta alcuna risposta. Perché?

 

Anziani segregati

in un ricovero abusivo

 

«Legati al letto, abbandonati a se stessi in condizioni igieniche precarie. Sarebbe questo l’agghiacciante scenario scoperto ieri all’alba in una clinica privata di Ascoli Piceno. In giornata sono stati tutti trasferiti in altre strutture ospedaliere i venti anziani che si trovavano chiusi a chiave all’interno delle loro stanze nella “Casa di Giobbe”, dove sei di loro erano addirittura legati ai rispettivi letti circondati da un odore insopportabile (...). È emerso che la struttura operava senza le necessarie autorizzazioni e che la retta che gli anziani pagavano ai quattro gestori della “Casa di Giobbe” finiti in manette si aggirava intorno ai due milioni e mezzo: gli anziani impegnavano quindi la loro pensione, ma in alcuni casi erano proprio i parenti stretti ad integrare la spesa, quando la pensione non era sufficiente».

Come risulta da quanto pubblicato su Avvenire del 13 ottobre 2000 «nella struttura lavoravano i quattro arrestati, ai quali si affiancavano altre quattro persone durante il giorno per piccole mansioni. Due le palazzine dove i pensionati erano ospitati. In una di queste, piuttosto vecchia, è stata accertata la mancanza di acqua calda, la presenza di un solo bagno senza finestre e di una cucina con una bombola di gas. La seconda palazzina, seppure di nuova costruzione, è stata trovata anch’essa in condizioni igieniche decisamente precarie e con troppi letti nelle piccole stanze. È in questa struttura che sono stati scoperti i sei anziani legati con fettucce di canapa. Nei pressi dei due edifici erano iniziati i lavori di costruzione di un terzo».

Che cosa fanno gli enti preposti al controllo? Non è possibile intervenire prima? Non è il caso di colpire penalmente coloro che abusivamente aprono e gestiscono strutture di ricovero di soggetti non autosufficienti?

 

Malata di alzheimer morta strangolata all’ospizio di piacenza?

Una signora anziana, malata di Alzheimer, ricoverata presso l’ospizio Vittorio Emanuele di Piacenza, sarebbe morta strangolata dai lacci del corpetto di contenzione fattole indossare da due assistenti.

L’episodio, che è attualmente al vaglio della magistratura per l’accertamento delle eventuali responsabilità, è avvenuto in una struttura in cui, come viene affermato in una interrogazione presentata da Isabella Bertolini al Consiglio regionale dell’Emilia-Romagna, vi sarebbe carenza di personale.

La Consigliera chiede, inoltre, alla Giunta regionale «a chi si debbano ascrivere le responsabilità dell’accaduto, se esiste una disposizione regionale sui mezzi di contenzione o se sia stata la direzione dell’istituto piacentino a prescriverli e con quali motivazioni».

Da parte nostra vorremmo sapere dal Presidente della Giunta regionale, dagli assessori e dai Consiglieri dell’Emilia-Romagna se non ritengono che i malati di Alzheimer siano soggetti che, pur essendo attualmente inguaribili, devono essere curati dal settore sanitario, se possibile a domicilio e presso centri diurni e, quando ciò non sia attuabile, presso strutture sanitarie.

 

Perché il fisco è buono con chi evade?

Come risulta da La Stampa del 5 novembre 2000, una tirata d’orecchi agli esattori del Fisco è arrivata dalla Corte dei Conti che accusa lo Stato di recuperare molto poco in fatto di imposte accertate (cioè di evasioni scoperte): tra le 2 e le 18 lire su cento contestate.

Nel 1999, per fare un esempio, il Fisco è riuscito a riscuotere solo il 2,4% sulle somme contestate sulla base delle cartelle esattoriali. E non è andata meglio nel periodo ’94-’98, quando per contestazioni della contabilità Iva, per ogni 100 lire ne sono state incassate solo 1,2. Il tipo di evasione a più alto rischio di esazione sembra essere – in base ai dati sugli anni fiscali già conclusi – quello praticato sull’accisa dei prodotti petroliferi: secondo la Corte, infatti, nel periodo ’94-’98, per ogni 100 lire contestate ne sono state incassate 0,03. Segue poi il mancato, o minor pagamento dell’Iva (1,2 lire pagate ogni 100 accertate), l’evasione del canone tv (1,8 lire ogni cento), l’imposta di bollo (5,1 lire ogni 100).

 

www.fondazionepromozionesociale.it