Prospettive
assistenziali, n. 135, luglio-settembre 2001
Notizie
Proposti dal Csa al Ministro
Maroni sei progetti sociali
In data 5
luglio 2001 il Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base
di Torino, ha proposto al Ministro Maroni i seguenti sei progetti speciali.
1. Progetto “Una
famiglia per ogni bambino”, il cui scopo è la riduzione a zero, nel più
breve tempo possibile, dei minori di età inferiore ai 10 anni ricoverati in
istituto. Gli interventi possibili sono a seconda delle situazioni: aiuti
psico-sociali ai nuclei familiari di origine, affidamenti familiari a scopo
educativo, adozione.
Competenze
attuative: Regioni, Comuni singoli e associati.
2. Progetto “Sostegno
al volontariato socio-assistenziale infra-familiare”, finalizzato a
incentivare la permanenza a casa loro degli adulti con limitata o nulla
autonomia a causa di gravi handicap.
Competenze
attuative: Regioni, Comuni singoli e associati.
3. Progetto “Sostegno
al volontariato socio-sanitario infra-familiare” avente la finalità di
promuovere la permanenza a casa loro di persone (minorenni o adulte) con
malattie invalidanti nelle fasi acute e croniche. Il progetto è, in
particolare, rivolto agli anziani cronici non autosufficienti, ai malati di
Alzheimer e ai pazienti con gravi problematiche psichiatriche.
Competenze
attuative: Regioni e Aziende sanitarie locali.
4. Progetto “Con
noi”, destinato alla creazione su tutto il territorio nazionale, favorendo
le zone più sprovviste, di 500 centri diurni (massimo 20 posti) per soggetti
ultradiciottenni con handicap intellettivo così grave da rendere impraticabile
il loro proficuo inserimento lavorativo. La priorità di accesso dovrebbe essere
prevista per i soggetti che vivono a casa loro.
Competenze
attuative: Regioni, Comuni singoli e associati.
5. Progetto “Dopo
la famiglia” consistente nella creazione di 500 comunità alloggio (massimo
8 posti) per i soggetti di cui al precedente punto 4, privi di sostegno
familiare con priorità per gli orfani di entrambi i genitori.
Competenze attuative:
Regioni, Comuni singoli e associati.
6. Indagine,
anche solo a campione, in merito alle pensioni integrate al minimo. Nel
2000 l’Inps ha erogato per le pensioni minime 41 mila miliardi e 711 milioni.
L’indagine dovrebbe avere lo scopo di accertare il numero, anche
approssimativo, delle integrazioni al minimo erogate a soggetti possessori di
patrimoni immobiliari e mobiliari allo scopo di valutare se gli eventuali
aumenti devono esser forniti a tutti o solo a coloro che non possiedono beni.
Competenze
attuative: Ministero per le politiche sociali.
Presentata alla regione
lombardia la proposta di legge di iniziativa popolare sulle persone malate croniche
non autosufficienti
In data 26 luglio 2001 sono state presentate alla
Regione Lombardia 15.300 firme certificate di cittadini della Lombardia che
hanno sottoscritto la proposta di legge di iniziativa popolare a favore delle
persone malate croniche non autosufficienti il cui testo questa rivista ha
pubblicato sul n. 133/2001.
La proposta di legge si propone di risolvere il
problema di coloro – per la gran parte si tratta di anziani – che a
causa della loro malattia sono state colpiti da cronicità e non autosufficienza
e che pertanto sono nella condizione di dipendenza sia per le cure che per
l’assistenza. Per la verità esistono già leggi nazionali e piani sanitari oltre
che un progetto obiettivo per la tutela della salute degli anziani, ma sono
disattese da sempre, tanto che nella mentalità comune non si ha coscienza del
diritto alle cure sanitarie per questa categoria di persone. La popolazione non
sa che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a rispondere in modo totale ai
loro bisogni sanitari. Va sottolineato che il bisogno generico di assistenza
sociale è bel al di sotto di quello sanitario tanto che la Cassazione con
sentenza n. 10150 del 1996 si è pronunciata dicendo che ogni qualvolta le
necessità di cura superano quelle di assistenza è la prima a prevalere e quindi
la risposta, che non può che essere globale e unitaria, spetta al Servizio sanitario.
Le Regioni, con in testa la Lombardia, fanno finta di
non sapere, di non sentire e proseguono per la loro strada proponendo alle
persone anziane croniche non autosufficienti bassi livelli di cura (dopo averle
espulse dagli ospedali) obbligandole a sottoscrivere, o meglio a fare
sottoscrivere ai loro parenti, impegni economici di impossibile portata, da tre
milioni mensili in su.
È la seconda volta che in Regione Lombardia viene
presentata una simile proposta: la prima che risale a circa 10 anni fa e che è
stata discussa e poi bocciata dal Consiglio regionale, sempre retto da Roberto
Formigoni, prima della chiusura della passata legislatura aveva suscitato un
forte dibattito. L’obiezione maggiore che è stata fatta riguardava i costi che
l’applicazione della proposta avrebbe comportato. Un’obiezione strumentale in
Lombardia viste le spese che il bilancio della sanità lombarda sopporta a
favore dei privati, tuttavia la nuova nostra proposta tiene conto anche dei
costi e stabilisce che gli aventi diritto alle cure, qualora ricoverati versino
una quota di partecipazione pari al 60% del loro reddito pensionistico.
Certamente viene chiarito che il rapporto economico si svolge fra la persona
interessata e l’Asl che intratterrà successive relazioni con la struttura di
ricovero. Va precisato che i parenti dei ricoverati non hanno alcun obbligo né
economico, né sanitario, compresi quelli cosiddetti tenuti agli alimenti. In
proposito è significativo sottolineare che finalmente qualche Comune comincia a
pensare in termini corretti: la conferenza dei sindaci dell’Asl Milano 2 (Melegnano)
ha votato recentemente un documento in cui si dice che le spese di ricovero
devono essere imputate non ai Comuni o ai parenti dei malati cronici, ma alla
Asl stessa.
La proposta di legge presentata da 26 associazioni è
stata sostenuta dal centro sinistra e da Rifondazione Comunista che ha inserito
i suoi contenuti nel programma elettorale. Rifondazione Comunista si è anche
impegnata nella raccolta delle firme arrivando a raccoglierne oltre 3.000.
Inoltre, il candidato Sindaco sconfitto al Comune di Milano ed ora capo
dell’opposizione, Sandro Antoniazzi, si è pronunciato a favore della proposta
intervenendo al dibattito che ha chiuso la campagna di raccolta delle firme.
Resta invece grave il silenzio dei sindacati
confederali che propongono un maggiore intervento finanziario della Regione a
favore delle case di riposo che ricoverano anziani cronici senza affermare che
si tratta di malati che devono essere presi in carico dalla sanità.
Le 26 associazioni firmatarie, alcune delle quali
hanno rilevanza nazionale (Acli, Medicina democratica, Tribunale per i diritti
del malato, Co.di.ci), altre regionale o locale, si propongono di presentare,
prima di invitare formalmente il Consiglio regionale a discutere della
proposta, la situazione aggiornata degli anziani e delle persone croniche non
autosufficienti in Lombardia, chiamando ad intervenire le personalità del mondo
scientifico, medico e giuridico ed economico che la hanno sostenuta. Vogliamo
dimostrare che quanto si afferma e si vuole realizzare è giuridicamente
fondato, economicamente sostenibile e clinicamente dovuto e, soprattutto
eticamente corretto. Si avrà pure l’opportunità in quell’occasione di portare
una dura critica all’Atto di indirizzo e di coordinamento sulla integrazione
sociosanitaria, preso in considerazione nell’editoriale di questo numero.
(Fulvio Aurora)
Consegnate alla Regione
Piemonte le prime 7.458 firme a sostegno della petizione popolare
Il 21 giugno 2001 una rappresentante delle
associazioni di volontariato aderenti al Csa ha consegnato alla segreteria
della Presidenza del Consiglio della Regione Piemonte le prime 7.458 firme a
sostegno della petizione popolare, promossa per ottenere diritti esigibili per
la fascia più bisognosa della popolazione, in particolare per le persone che
non sono in grado di tutelare i propri interessi morali e materiali a causa
dell’età (bambini, fanciulli e adolescenti) o della gravità delle loro
condizioni psico-fisiche (handicappati con limitata o nulla autonomia, malati
di Alzheimer, anziani cronici e pazienti psichiatrici non autosufficienti) (1).
I cittadini elettori del Consiglio regionale
piemontese, con la petizione popolare, sollecitano l’Amministrazione
regionale perché assuma – tra l’altro – le seguenti urgenti iniziative:
– realizzi in numero sufficiente comunità alloggio con
non più di 8-10 posti letto per le persone in difficoltà prive di adeguato
sostegno familiare e centri diurni per gli handicappati intellettivi in situazione
di gravità in appoggio ai genitori che continuano ad accoglierli a casa;
– promuova gli interventi indispensabili per la
permanenza dei bambini presso le loro famiglie o, quando è necessario
allontanarli, perché i servizi sociali si adoperino per la ricerca di famiglie
affidatarie e non li ricoverino, come ancora accade, in istituti assistenziali;
– istituisca in tutte le Asl le cure domiciliari in
modo sufficiente a garantire le prestazioni indispensabili ai familiari che
accolgono un loro congiunto anziano malato e non più autosufficiente e/o malato
di Alzheimer;
– proceda rapidamente alla riconversione delle attuali
case di riposo, assolutamente inadeguate a ricoverare anziani cronici e non più
autosufficienti, e provveda alla dotazione del personale medico o
infermieristico e di assistenza adeguato alle esigenze e ai bisogni di queste
persone.
La raccolta delle firme prosegue fino al 30 novembre
2001.
(1) Il testo della petizione è stato pubblicato sul
n. 133, 2001 di Prospettive
assistenziali.
www.fondazionepromozionesociale.it