Prospettive assistenziali, n. 136, ottobre-dicembre
2001
Libri
DANILO
CORRA, I servizi socio-assistenziali dei Comuni - Guida operativa, Maggioli
Editore, Santarcangelo di Romagna (RN), 2000, pag. 352, L. 54.000
Danilo Corrà afferma che «il sistema dell'assistenza sociale è da
più di un secolo incentrato sul modello proposto dalla legge 17 luglio 1890, n.
6972 (c.d. legge Crispi)». In realtà, la legge suddetta non ha mai
regolamentato il settore dell'assistenza in quanto le sue disposizioni erano
rivolte, salvo la questione del domicilio di soccorso, alla amministrazione
delle Ipab, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza.
Si tratta di un "errore" che,
volenti o nolenti, copre le numerose e assai gravi carenze di applicazione
delle norme in vigore dal 1889 al 2000, norme che - ad esempio i regi decreti
6535/1889, 773/1931, 384/1934 ed il Dpr 616/1977 - stabilivano diritti esigibili
da parte delle persone non in grado di provvedere autonomamente alle loro
esigenze.
Numerose sono le altre affermazioni
fuorvianti contenute nel volume che spesso non fornisce ai lettori indicazioni
accettabili.
Basti pensare che, secondo l'Autore, «l'istituto educativo-assistenziale
garantisce al minore, per il quale non sia possibile un conveniente affidamento
familiare o ad un gruppo famiglia oppure ad una comunità alloggio, la
sicurezza, la crescita e lo sviluppo psico-affettivo e sociale, in vista del
suo inserimento in famiglia o nella società».
Addirittura, la capacità ricettiva
dell'istituto, ad avviso di Danilo Corrà «non
dovrà tendenzialmente essere superiore a 50 posti-letto».
RENATO PIGLIACAMPO; Ascolta il mio
silenzio, Edizioni Cantagalli, Siena, 1999, pag. 133, L. 18.000
Nel corso degli ultimi decenni, i
soggetti sordi hanno conquistato la loro piena dignità di persone e, quindi, il
loro diritto di vivere nella società di cui sono parte, alla pari con gli altri
cittadini.
Renato Pigliacampo è un esempio di
questa emancipazione. Divenuto sordo a dodici anni, ha conseguito la laurea ed
ha insegnato in una scuola per sordi. Attualmente lavora con la qualifica di
psicologo dirigente di primo livello dell'Asl di RecanatiCivitanova Marche ed
è docente nei corsi di specializzazione dell'Università di Urbino. Per
venticinque anni ha diretto il trimestrale II
sordudente.
Nel volume sono raccolte le poesie
scritte da Renato Pigliacampo e rivolte a tutti noi e non solo ai
"fratelli nel silenzio".
Le
edizioni Cantagalli hanno sede in via Massetana Romana 12, Siena.
PAOLINO CAUSIN, SEVERINO DE PIERI,
Disabili e società. L'integrazione socio-lavorativa in prospettiva europea,
Franco Angeli, 1999, pag. 231, L.32.000
Nel presentare il volume, gli Autori
ricordano che «l'integrazione
socio-lavorativa dei disabili aveva lasciato intravedere negli anni '90
un'emancipazione ed una liberazione dall'assistenza». II libro, che è
frutto di una ricerca, traccia invece un consuntivo della realtà veneta da cui
emerge che, pur in un'area economicamente evoluta come il Nord-est, è largamente
mancata l'integrazione sociale e lavorativa dei disabili; appare
insoddisfacente la diffusione di una cultura dell'handicap, che permetta una
reale integrazione sociale; gli interventi e le metodologie adottate dai
servizi sono ancora molto scarsi, scoordinati e quindi inefficaci; non è
adeguata la formazione degli operatori impegnati nell'area dell'handicap.
Solo gli handicappati fisici hanno potuto realizzare quasi sempre percorsi
scolastici e formativi e conseguire livelli di istruzione superiore o
universitaria secondo le proprie capacità.
Gli Autori sono fermamente convinti
della validità dell'integrazione sociale delle persone disabili, che, se messe
in condizioni idonee, in moltissimi casi sono in grado di raggiungere una
autonomia personale e sociale.
Prima di commentare la ricerca vera e
propria, Causin e De Pieri affrontano anche altri aspetti attinenti al mondo
dell'handicap; il modo di porsi della società nei confronti dei
"diversamente abili"; la transizione dalla scuola al lavoro con
l'analisi dei diversi modelli formativi e un confronto tra la realtà scolastica
italiana e quella degli altri paesi europei; il concetto di integrazione
sociale contrapposto alle istituzioni totali.
Un capitolo è dedicato al lavoro, con
una riflessione e presentazione delle esperienze dei progetti europei
finalizzati alla creazione di opportunità lavorative per tutti gli
handicappati, compresi i progetti per gli handicappati intellettivi.
Infine, viene affrontato il nodo delle
strutture diurne e residenziali, come le comunità alloggio, soluzione
decisamente preferita per gli handicappati che non possono restare in famiglia.
Gli Autori riconoscono l'importanza di
realizzare politiche sociali che sappiano dare risposte soddisfacenti alle
persone handicappate per alleviare conseguentemente anche il peso stesso delle
famiglie, che molto spesso rischiano di soccombere sotto il peso delle
responsabilità che richiede la gestione di un figlio handicappato in situazione
di gravità, in assenza di servizi di sostegno.
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