Prospettive assistenziali, n. 139, luglio-settembre 2002

 

manifesto dell’ulivo sulla sanità *

 

La salute di tutti e per tutti

Un paese è forte quando i suoi cittadini stanno bene e si sentono sicuri. La salute condiziona le opportunità di ciascuno di noi, le nostre possibilità di crescere, comunicare, partecipare alla vita civile e sociale. La salute è un diritto fondamentale della persona, garantito dalla Costituzione italiana. Tutelare questo diritto è la missione del Servizio sanitario nazionale, uno dei pilastri del sistema di garanzie civili e sociali della nostra Repubblica.

 

Il Servizio sanitario nazionale si basa su tre principi fondamentali:

universalità di accesso e libertà di scelta del luogo di cura.

Chiunque può utilizzare il Ssn, Servizio sanitario nazionale senza essere discriminato in base alle reddito o per ragioni di età, culturali, sociali o razziali;

globalità della copertura per tutti i servizi e le prestazioni necessarie e appropriate.

Il Ssn si fa carico della prevenzione, della cura e della riabilitazione; offrendo prestazioni di qualità, necessarie ed efficaci; tutelando non solo la salute delle persone ma anche quella dell’ambiente in cui viviamo;

finanziamento pubblico attraverso la fiscalità generale.

Tutti contribuiscono alla spesa del Ssn, secondo le proprie possibilità economiche e non in ragione del proprio stato di salute.

 

Il valore del Servizio sanitario nazionale

A quasi venticinque anni dalla nascita del Ssn, questi principi restano validi e condivisi dalla stragrande maggioranza dei cittadini. La loro attuazione ha contribuito a determinare il netto miglioramento della salute degli Italiani, dimostrato anche da prestigiose e indipendenti valutazioni internazionali.

L’organizzazione e il funzionamento del Ssn vanno tuttavia sempre più adeguati ai nuovi bisogni dei cittadini e vanno adattati alle diverse situazioni locali. La riforma costituzionale approvata dall’Ulivo e confermata con un referendum popolare, riafferma l’uguaglianza dei diritti di tutti i cittadini e riconosce nel federalismo solidale e cooperativo lo strumento più adeguato a sviluppare le migliori soluzioni organizzative a tutela del diritto alla salute, rispettando e valorizzando meglio le peculiarità e le diverse esigenze locali.

Il disegno di legge del Governo di ulteriore modifica costituzionale (la cosiddetta devolution) mette invece in discussione i principi fondamentali del Ssn ed espone il sistema delle garanzie ad una pericolosa disgregazione con il rischio di aumentare le disuguaglianze tra le Regioni e le disparità di trattamento tra cittadini. Parallelamente, le velleitarie ancorché incoerenti proposte annunciate in questi mesi dal Ministro della salute rivelano ormai sempre più il loro vero, unico obiettivo: privatizzare il patrimonio di risorse, competenze professionali e fiducia che il Ssn ha accumulato in questi decenni.

 

Il nostro impegno

L’Ulivo riafferma la necessità di salvaguardare i principi fondamentali del Ssn e si impegna per la loro piena attuazione in un sistema sanitario moderno, efficace e sostenibile. In particolare:

1) quanto all’universalità, a realizzare le condizioni perché tutti possano fruire delle cure di cui hanno bisogno nel luogo in cui vivono e lavorano, garantendo in ogni caso l’assistenza sanitaria indipendentemente dalla Regione in cui, anche occasionalmente, ci si trovi;

2) quanto alla globalità, a operare perché siano assicurati le prestazioni e i servizi sanitari e sociosanitari efficaci ed appropriati in base alle necessità di ciascuno; i livelli essenziali di assistenza introdotti dalla riforma dell’Ulivo non sono i livelli “minimi” delle garanzie (come vorrebbe la maggioranza governativa in carica e come è scritto nel disegno di legge sulla devolution), ma devono costituire lo strumento con cui sono resi espliciti e realmente fruibili i diritti di cittadinanza di cui tutti devono godere;

3) quanto al finanziamento pubblico attraverso la fiscalità generale, a battersi perché esso sia mantenuto e valorizzato quale strumento di solidarietà. L’Ulivo chiederà che nella prossima Finanziaria alla sanità venga riservata una quota del Pil pari al 7%, non solo per adeguare il finanziamento al resto d’Europa ma soprattutto per garantire così l’effettiva attuazione dei livelli essenziali di assistenza, compresa l’integrazione sociosanitaria. Appare indispensabile per assicurare prestazioni efficaci e di qualità un più deciso investimento nei servizi territoriali. L’Ulivo si opporrà con fermezza al tentativo di ridimensionare il meccanismo di finanziamento pubblico con l’introduzione di fondi assicurativi sostitutivi, calibrati sui redditi medio-alti e sostenuti da generose deduzioni fiscali. Le esperienze internazionali dimostrano che la tassazione generale, e non le assicurazioni private, costituisce il modo più equo e più economico per finanziare le costose risorse necessarie al buon funzionamento di un moderno sistema sanitario. I sistemi assicurativi selezionano i pazienti in base al rischio sanitario, escludono dalla copertura le malattie croniche e degenerative; ignorano la prevenzione e moltiplicano la burocrazia e i costi amministrativi. Nessuna assicurazione privata è in grado di garantire, con un premio di circa 1300 euro all’anno, dal medico di famiglia alle vaccinazioni per i bambini, dall’intervento di pronto soccorso al trapianto;

4) quanto alla natura pubblica del Ssn, a contrastare la strategia di privatizzazione del Governo, riaffermando l’esclusività della funzione pubblica di tutela e la necessità della natura pubblica delle aziende sanitarie; nonché, nel quadro di un sistema misto pubblico-privato di produzione dei servizi, l’impegno alla collaborazione con tutti i soggetti privati, lucrativi e non lucrativi, accreditati secondo criteri di qualità, omogenei a livello nazionale;

5) quanto alla perequazione finanziaria tra le Regioni, a calibrarne in prospettiva la concreta efficacia, tenendo conto sia delle differenze nelle loro capacità fiscali (così da non far dipendere le prestazioni e i servizi sanitari essenziali dalla ricchezza delle regioni in cui le persone vivono) sia delle differenze nelle loro caratteristiche demografiche e sociali, e quindi anche nei loro bisogni di assistenza sanitaria. Il federalismo fiscale non va interpretato come un federalismo d’abbandono, a questo fine, riaffermata la necessità di salvaguardare la quota capitaria ponderata, l’Ulivo propone la costituzione di un Fondo speciale, distinto e separato dal Fondo sanitario nazionale, destinato a finanziare l’adeguamento e la qualità dei servizi sanitari del Mezzogiorno, come peraltro prevede l’art. 119 della Costituzione.

 

Servizio sanitario nazionale e federalismo

L’art. 117 della Costituzione assegna alle Regioni la competenza legislativa nel campo della tutela della salute, riservando allo Stato, oltre che la determinazione dei livelli essenziali e uniformi di assistenza, il compito di stabilire i principi fondamentali del Servizio sanitario nazionale.

L’Ulivo considera irrinunciabili:

1) la programmazione nazionale e regionale per la determinazione degli obiettivi di salute e la programmazione regionale dei servizi sanitari, a livello sia ospedaliero, sia territoriale;

2) il ruolo delle autonomie locali nella programmazione nazionale e regionale, nonché la loro partecipazione all’approvazione, attuazione e verifica della programmazione locale;

3) l’aziendalizzazione come modello organizzativo e gestionale da sviluppare e ulteriormente perfezionare:

a) definendo gli obblighi di responsabilità e trasparenza, nonché gli impegni di carattere etico, dei direttori delle aziende, quale necessario contrappeso rispetto alla autonomia gestionale loro riconosciuta;

b) assicurando l’efficace coinvolgimento, in funzione di garanzia della qualità della salute, dei comuni e delle associazioni dei cittadini;

c) promuovendo il ruolo degli organismi di consultazione e concertazione interni all’azienda;

d) valorizzando pienamente la dirigenza medica nel governo clinico dell’azienda;

4) la realizzazione dei distretti sanitari e sociosanitari, al fine di assicurare un efficace diritto di accesso alle prestazioni sanitarie, la continuità terapeutica e assistenziale, il collegamento ospedale-territorio e l’effettività dell’integrazione sociosanitaria;

5) il collegamento virtuoso tra la ricerca e la didattica con l’assistenza, secondo il metodo dell’intesa tra organi universitari e servizi sanitari regionali e coinvolgendo maggiormente, in termini di didattica, ma altresì di ricerca, le tante risorse delle aziende sanitarie, delle aziende ospedaliere e degli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico;

6) la riaffermazione del rapporto di pubblico impiego per il personale del Ssn, con la conseguente esclusività dello stesso anche per quanto riguarda la dirigenza sanitaria;

7) la formazione continua (nelle due forme dell’aggiornamento professionale e della formazione permanente) di tutto il personale del Ssn.

 

Attuazione del decreto legislativo n. 229/1999

Lo stallo e le difficoltà in cui versa il Servizio sanitario nazionale, stanno determinando un netto peggioramento della qualità dei servizi e una progressiva riduzione delle opportunità offerte ai cittadini. In buona parte queste difficoltà sono determinate dalla manifesta incapacità di governo del sistema da parte del Ministro della salute e delle Giunte regionali del centrodestra nonché dalla mancata attuazione della riforma sanitaria. L’Ulivo considera indifferibile e urgente il varo di alcuni provvedimenti attuativi relativi a:

a) accreditamento dei professionisti e delle strutture pubbliche e private;

b) riorganizzazione del Ministero della salute con la valorizzazione e il potenziamento delle funzioni di coordinamento, monitoraggio e vigilanza;

c) effettiva e completa applicazione dei livelli essenziali di assistenza;

d) revisione delle tariffe e introduzione del finanziamento aziendale per funzioni assistenziali;

e) avvio dei fondi integrativi del Ssn;

f) definizione del testo unico delle leggi in materia sanitaria.

 

Collaborazione istituzionale

La salvaguardia dei principi fondamentali del Ssn ed il loro continuo adattamento alla rapida evoluzione della sanità, costituiscono l’oggetto dell’impegno congiunto del governo centrale e dei governi regionali. La forma di Stato che emerge dal nuovo titolo V della Costituzione richiede lo sviluppo di strumenti efficaci di collaborazione orizzontale tra i governi regionali e verticale fra questi ed il governo centrale.

Anche su questo punto il progetto di cosiddetta devolution tace. Occorre invece definire al più presto, come prevede l’art. 120 della Costituzione, le procedure che garantiscano effettivamente la tutela dei livelli essenziali di assistenza.

L’Ulivo propone che si proceda rapidamente a costituire un organismo permanente di confronto e coordinamento della produzione legislativa nazionale e regionale e di concertazione dell’azione amministrativa dei governi regionali. Per quanto riguarda la sanità, tale organismo dovrebbe prioritariamente garantire il coordinamento delle funzioni sovraregionali (ad es. organizzazione dei trapianti, attività di ricerca dei centri di eccellenza) e regolare gli accordi interregionali per la mobilità sanitaria.

 

Priorità assoluta una proposta per la

non autosufficienza

Alla luce della direzione di marcia intrapresa dal Governo con l’approvazione del Dpef - documento di programmazione economico-finanziaria, che determina un forte ridimensionamento della spesa sanitaria pubblica e istituisce mutue integrative e/o sostitutive per il settore sociosanitario, l’Ulivo si fa promotore di una iniziativa legislativa a sostegno della non autosufficienza in considerazione della rilevanza sociale che la condizione riveste soprattutto per le fasce più deboli della società e in particolare per gli anziani con l’istituzione di un Fondo alimentato dalla solidarietà di tutti i cittadini.

 

 

* Cfr. le nostre osservazioni riportate nell’editoriale di questo numero.

 

 

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