Prospettive assistenziali, n. 140, ottobre-dicembre 2002
esperienze
e risultati conseguiti
dal volontariato dei diritti dal 1998 al 2002
Sul n. 120, 1997, di questa rivista, avevamo segnalato le esperienze ed i risultati conseguiti dal 1962 al 1997 dall’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie) fondata nel 1962, dall’Ulces (Unione per la lotta contro l’emarginazione sociale) funzionante dal 1965 e dal Csa (Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) di Torino costituito nel 1970 (1).
Nel 1978 il Csa
ha creato il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti, con il compito
di provvedere alla tutela dei casi individuali.
Adesso
riportiamo i dati relativi alle principali attività svolte dalle suddette
organizzazioni dal 1998 al 2001.
• Interventi
presso il Ministero per la solidarietà sociale, On. Livia Turco, per ottenere
sostanziali modifiche al decreto legislativo 109/1998, il quale prevedeva che,
nei riguardi di tutti i soggetti necessitanti di prestazioni sociali (centri
diurni e comunità alloggio per soggetti con handicap intellettivo, Rsa, ecc.),
doveva essere presa in considerazione la situazione economica dell’intero
nucleo familiare. A seguito delle iniziative del Csa, è stato emanato il
decreto legislativo 130/2000 in cui è stabilito che i soggetti con handicap in
situazione di gravità e gli ultra-sessantacinquenni
non autosufficienti devono contribuire alle prestazioni assistenziali
esclusivamente in base alla loro condizione economica personale. Nel decreto
130/2000 è, inoltre, ribadito che gli enti pubblici non possono sostituirsi
all’interessato nella richiesta degli alimenti di cui agli articoli 433 e
seguenti del codice civile;
• prese di
posizione nei confronti della Federazione Alzheimer Italia e dell’Associazione
Italiana Malati di Alzheimer per le notizie fuorvianti contenute nelle loro
pubblicazioni. In esse non veniva né rivendicato il diritto alle cure gratuite
da parte del Servizio sanitario nazionale, né era condannata l’illegale
richiesta di contributi ai parenti dei malati ricoverati presso Rsa, case di
riposo e strutture similari;
• promozione della delibera
del Comune di Torino (2) del 28 febbraio 2000 in cui è previsto che agli utenti
delle comunità alloggio per disabili motori e nelle convivenze guidate viene
lasciata agli utenti una somma corrispondente al minimo vitale (lire 720 mila
per l’anno 2000) per contribuire direttamente alla cassa comunitaria per le
spese di vitto, utenze (luce, gas, ecc.) e socializzazione.
I suddetti soggetti, inoltre,
trattengono la pensione di invalidità e l’assegno di incollocabilità
(lire 401.380 per l’anno 2000) per le spese personali.
Agli utenti inseriti in
presidi, in un contesto di massima autonomia, ai quali non è richiesto di
contribuire direttamente alla cassa comunitaria, viene lasciata a disposizione
quale importo massimo esente la somma di lire 504.630 per l’anno 2000.
Per tutte le altre persone
(anziani, handicappati, ecc.) inseriti in altri servizi residenziali (case di
riposo, Rsa, comunità alloggio, ecc.), la quota lasciata a loro disposizione
per le spese personali è di lire 154.600 per l’anno 2000. Tuttavia il Servizio
sociale può proporre l’innalzamento della suddetta quota mensile per situazioni
personali particolari: per necessità di continue sostituzioni di capi di
vestiario dovute a comportamenti individuali problematici o ad esigenze
personali (documentate da parte dei presidi ospitanti) e per spese sanitarie a
carico dell’ospite (ticket e medicinali assolutamente necessari di fascia C, oppure
per protesi o ausili).
Tutte le quote sopra citate
vengono aggiornate in base ai dati Istat.
La suddetta delibera
stabilisce, inoltre, che:
1) al fine di favorire i
rapporti familiari dei soggetti ricoverati in strutture residenziali «a partire dal primo giorno di rientro in
famiglia, la quota di contribuzione giornaliera dovuta è ridotta di lire 25.000
per ogni giornata (di almeno dieci ore consecutive)»;
2) «per quanto attiene la contribuzione dovuta dagli utenti inseriti in
iniziative di soggiorno che non prevedano la partecipazione diretta alle spese
di pernottamento e trasporto, si adegua la partecipazione al costo del servizio
a quanto disposto dalla normativa prevista per i servizi residenziali, con un
analogo parametro massimo di riferimento di lire 93.000 + Istat»;
3) «quale ulteriore agevolazione nell’ipotesi
che il cittadino assistito goda anche di redditi di fabbricati, di capitali o
di redditi diversi, ai fini del contributo si considera soltanto il 50% del
reddito effettivo ricavato, lasciando nella sua disponibilità il rimanente 50%
per le spese e le imposte di competenza»;
4) «la modalità di conteggio per ricavare la contribuzione giornaliera,
sia per i servizi residenziali che per i soggiorni, consiste nel calcolo di
tutti i redditi netti dell’interessato (conteggiati su dodici mensilità), nella
deduzione della quota esente e nella successiva divisione per 30,5 giorni
mensili»;
• come richiesto
insistentemente dall’Anfaa e dal Csa, la Giunta comunale di Torino ha approvato
in data 18 aprile 2001 una delibera in cui è autorizzata l’erogazione massima
di lire 10 milioni per ciascun progetto di autonomia per giovani in affidamento
familiare a scopo educativo. Il progetto deve essere avviato entro il
compimento del 21° anno di età del soggetto e concludersi non oltre il 25°
anno;
• varie prese di posizioni
nei confronti degli enti che, nei loro atti (ad esempio la delibera della
Giunta della Regione Emilia-Romagna del 30.12.1999 n.
2581), nei loro scritti sulla malattia di Alzheimer (Università cattolica del
Sacro Cuore e Fondazione Manuli) o in articoli
apparsi (riviste Pagine di
psicomotricità, La famiglia, Missione Uomo e Prospettive sociali e sanitarie) non hanno segnalato che le
persone colpite da demenza senile hanno diritto alle cure sanitarie, comprese
quelle ospedaliere, gratuite e senza limiti di durata e che le Asl ed i Comuni
non possono imporre contributi economici ai parenti dei suddetti malati qualora
essi siano ricoverati presso Rsa, case di riposo, ecc.;
• patrocinio della causa
avviata dal signor G.A. contro l’Opera pia Lotteri di
Torino che aveva ottenuto dal giudice l’emissione di un decreto ingiuntivo di
pagamento di una parte della quota sanitaria relativa al ricovero di un suo
congiunto. Il giudice di pace ha stabilito che detta quota è a carico dell’Asl
1, in quanto il motivo del ritardo dell’esame compiuto dall’Unità valutativa
geriatrica è stato attribuito alla stessa Asl;
• interventi rivolti al
Governo, al Parlamento e alle forze sociali al fine di ottenere l’aumento delle
pensioni i cui importi mensili nel 2000 erano i seguenti: per gli invalidi
civili lire 401.380, ciechi assoluti lire 434.050, sociali lire 530.350,
assegni sociali lire 643.600, minima Inps lire
720.900. Alle suddette autorità è stato, inoltre, segnalato che violando i più
elementari principi di giustizia sociale, le erogazioni suddette sono calcolate
indipendentemente dai patrimoni mobiliari ed immobiliari posseduti, ma
solamente in base ai redditi complessivi percepiti, i cui limiti sono a volte
molto elevati;
• elaborazione di proposte
rivolte alle Regioni ed ai Comuni singoli o associati per limitare i danni
della legge n. 328/2000 di riforma dell’assistenza e dei servizi sociali e
predisposizione di una petizione consegnata al Consiglio regionale piemontese
con oltre 12 mila firme;
• promozione della delibera
approvata dal Consiglio comunale di Torino il 4 dicembre 2000 in base alla
quale «nel caso di persone anziane non
autosufficienti, così valutate dalle competenti unità di valutazione
geriatrica, i loro parenti tenuti agli alimenti, ex art. 433 del codice civile»
sono esclusi «dalla contribuzione al
costo dei servizi socio-assistenziali»;
• promozione della diffusione
a livello regionale dei corsi di formazione prelavorativa
per i soggetti con handicap intellettivo medio, iniziativa ideata dal Csa. Dal
finanziamento iniziale di tre miliardi circa, si è giunti allo stanziamento di
nove miliardi;
• inserimento di soggetti con
handicap intellettivo medio presso normali aziende pubbliche e private, nonché
presso cooperative. Finora le assunzioni sono state oltre quattrocento;
• realizzazione, in
collaborazione con l’Utim (Unione per la tutela degli insufficienti mentali),
di tre cicli di sei incontri ciascuno nelle province piemontesi per la
promozione dell’inserimento scolastico, del diritto al lavoro e alla formazione
prelavorativa di soggetti con handicap intellettivo,
al ruolo delle famiglie e delle organizzazioni di tutela dell’utenza,
all’interdizione e alle esigenze di assistenza;
• promozione della corretta
applicazione della delibera della Regione Piemonte n. 20-26187 del 30 novembre
1998 che ha stabilito, sulla base di un apposito prontuario, l’erogazione
gratuita dei prodotti farmaceutici (esclusi quelli di fascia C) agli anziani
cronici non autosufficienti, ai malati di Alzheimer e agli altri soggetti
ricoverati presso Rsa pubbliche e private;
• prese di posizione in
merito alle indagini fuorvianti sugli anziani commissionate dalla Regione
Piemonte, dal Comune di Torino, dalla Fenacom e da
Forum, poiché nelle suddette ricerche era ignorato il diritto degli anziani
cronici non autosufficienti e dei malati di Alzheimer alle cure sanitarie
gratuite e senza limiti di durata;
• interventi dell’Anfaa
presso il Ministero della pubblica istruzione per ottenere il rispetto del
diritto di una bambina con handicap all’insegnante di sostegno;
• presa di posizione nei
confronti del Comune di Torino affinché non venga costruita nel capoluogo del
Piemonte una casa di riposo per anziani autosufficienti, anche per il fatto che
non ci sono richieste al riguardo da parte della popolazione;
• promozione della
costituzione delle seguenti organizzazioni di volontariato:
a) Associazione tutori
volontari, costituita a Torino il 27 gennaio 1998 con lo scopo di:
– promuovere una idonea
regolamentazione giuridica dell’interdizione, inabilitazione, tutela e curatela;
– assumere la tutela,
affidata al presidente dell’associazione stessa o ai suoi componenti dalle
competenti autorità, di persone minorenni o interdette;
– difendere i legittimi
interessi e diritti dei tutelati.
In particolare, per la
realizzazione degli scopi sopra indicati e nell’intento di agire a favore della
collettività, l’associazione si propone di:
– raccogliere e analizzare la
documentazione relativa all’interdizione, inabilitazione, tutela e curatela;
– organizzare corsi di
informazione e formazione;
– promuovere e partecipare a
convegni, seminari e altre analoghe iniziative;
– diffondere la propria
esperienza.
L’associazione ha sede in Via
Artisti 36, Torino, tel. 011.812.44.69 - fax 011.812.25.95 - e-mail:
b) Associazione “Mai più
istituti d’assistenza”, creata a Torino il 18 dicembre 2000, le cui finalità
sono le seguenti:
– promuovere da parte delle
Regioni e dei Comuni la creazione dei servizi alternativi all’inserimento a
tempo pieno in strutture residenziali dei soggetti non malati, siano essi
minori o adulti o anziani colpiti o meno da handicap;
– richiedere alle autorità
competenti il risarcimento dei danni morali e materiali subiti da persone
ricoverate in istituti d’assistenza durante la loro minore età.
L’associazione ha sede in
Torino, Lungo Dora Voghera 134, presso Roberto Tarditi,
tel. e fax 011.899.02.47 - e-mail: rotardit@tin.it;
• pubblicazione dell’articolo
di Massimo Dogliotti (Prospettive
assistenziali n. 135, 2001) in cui viene confermato l’obbligo da parte dei
Comuni di assistere i minori, i soggetti con handicap e gli anziani in
difficoltà e conseguente azione promozionale affinché le Regioni ed i Comuni
assumano le occorrenti iniziative legislative e deliberative;
• presa di posizione contro
il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 febbraio 2001, che,
in violazione alle leggi vigenti (il decreto ha valore meramente amministrativo),
ha la finalità di ridurre drasticamente gli obblighi del Servizio sanitario
nazionale nei riguardi degli ultradiciottenni colpiti da malattie invalidanti e
da non autosufficienza;
• ripetuti interventi di
denuncia circa la sottrazione all’esclusiva destinazione alla fascia più
bisognosa della popolazione dei patrimoni delle Ipab ed ex Ipab, il cui valore
ammonta complessivamente a 110-140 mila miliardi di lire;
• costituzione dell’Ulces nel processo contro il gestore ed alcuni operatori
della casa di riposo di Ceva (Cuneo). Il processo si
è concluso con la loro condanna per esercizio abusivo della professione
sanitaria;
• denuncia delle pensioni
abusive funzionanti a Torino utilizzate per il ricovero di anziani cronici non
autosufficienti;
• prese di posizione contro
la creazione o la ristrutturazione di istituti per handicappati o per minori in
Italia e nei paesi del Terzo Mondo: ampliamento di Casa Serena dell’Anffas di
Trento; proposta avanzata dalla rivista “Anch’io”
per la creazione di istituti per soggetti con handicap; costruzione in Liberia
di un nuovo istituto di ricovero per minori patrocinato da Luciano Pavarotti; complesso da edificare a Roma per 30 soggetti
con handicap deciso dalla Comunità di Capodarco;
ristrutturazione da parte della Diocesi di Susa
(Torino) della cascina Monardera per realizzare una
casa di riposo per 120 anziani, una struttura per il recupero di handicappati,
una comunità per 6 minori e un ambulatorio; costruzione da parte della Diocesi
di Torino di una struttura per 100 anziani fra autosufficienti, parzialmente
autosufficienti e malati cronici in una zona (Eremo di Pecetto)
estremamente scomoda e isolata; proposta della Provincia di Torino di
trasferire in un’unica struttura di Torino una comunità alloggio per minori e
tre comunità per gestanti e madri; costruzione da parte del Cottolengo di
Torino di un istituto a Bucarest per 150 soggetti con handicap;
• appoggio alle iniziative
dell’associazione Papa Giovanni XXIII che ha aperto case famiglia in Bolivia
(3), Brasile (7), Cile (3), Russia (1), Tanzania (4) e Zambia (5);
• promozione della creazione
da parte delle Asl (e non da parte dei Comuni) di centri diurni sanitari per i
malati di Alzheimer e soggetti colpiti da altre forme di demenza;
• disbrigo, a titolo gratuito,
da parte dell’Utim delle pratiche per la pronuncia dell’interdizione di persone
(anziani cronici non autosufficienti, malati di Alzheimer, handicappati
intellettivi, ecc.) totalmente e definitivamente incapaci di tutelare i propri
interessi morali e materiali. Le pratiche svolte dal 1997 al 2001 sono state
155 con un risparmio complessivo per gli interessati che oscilla fra 400 e 600
milioni di lire;
• predisposizione delle
proposte di delibera per il riconoscimento del volontariato infra-familiare
da parte dei Comuni (per i soggetti aventi diritto all’assistenza) e delle Asl
(per le persone malate e non autosufficienti). La prima delibera in materia è
stata approvata dal Cisap, Consorzio dei servizi alla persona fra i Comuni di
Collegno e Grugliasco (Torino), il 16 gennaio 2001;
• prese di posizione nei
confronti del Vidas (Assistenza domiciliare gratuita
agli inguaribili di cancro) che, nella campagna promozionale per la raccolta di
fondi, non aveva segnalato ai malati e ai loro familiari l’obbligo imposto
dalla legge alle Asl di curare gratuitamente e senza limiti di durata anche le
persone colpite da tumore o da qualsiasi altra patologia;
• interventi, con raccolta di
adesioni da parte di gruppi di base, nei confronti del Consiglio regionale piemontese
che con la legge n. 37/2000, violando le norme costituzionali, i principi
fondamentali del pluralismo e lo stesso buon senso, ha attribuito all’Unione
nazionale mutilati per il servizio (Unms),
all’Associazione nazionale mutilati e invalidi del lavoro (Anmil),
all’Associazione nazionale mutilati e invalidi civili (Anmic),
all’Ente nazionale sordomuti (Ens) e all’Unione
italiana ciechi (Uic) «l’esercizio della rappresentanza e tutela degli interessi morali ed
economici delle rispettive categorie di mutilati e invalidi», prevedendo
addirittura che «gli enti strumentali
della Regione possono stipulare apposite convenzioni con le associazioni (Unms, Anmil, Anmic,
Ens e Uic) per delegare ad
esse lo svolgimento dei compiti e funzioni che la legge non attribuisce in via
esclusiva alla pubblica amministrazione»;
• partecipazione ai gruppi di
lavoro istituiti dal Comune di Torino per la predisposizione dei piani di zona
cittadino e circoscrizionali;
• predisposizione di una
petizione presentata al Consiglio regionale piemontese con 12.566 firme. La
petizione riguarda i servizi per i minori, i soggetti con handicap
intellettivo, gli anziani cronici non autosufficienti, la prevenzione
dell’emarginazione, dell’istituzione degli uffici provinciali di pubblica tutela,
la promozione del volontariato infrafamiliare, il
trasferimento ai Comuni delle residue competenze assistenziali gestite dalle
Province, ecc.;
• presa di posizione contro
il rifiuto delle scuole private, comprese quelle cattoliche, di inserire
allievi con handicap intellettivi;
• promozione dell’apertura di
Rsa gestite dal settore sanitario, quale primo passo per il riconoscimento
effettivo delle condizioni di malattia in cui versano i ricoverati. A Torino e
Provincia sono una decina le Rsa gestite da Asl;
• riconoscimento all’Anfaa da
parte della Corte d’Appello di Genova del diritto di costituirsi in giudizio a
difesa di un minore di
• segnalazione alla Procura
della Repubblica in merito ai trasferimenti di anziani cronici non
autosufficienti e di malati di Alzheimer da una casa di cura privata ad
un’altra allo scopo di evitare la riduzione (20-40%) dell’importo della retta,
stabilita dalla Regione Piemonte dopo un certo periodo (60 o 120 giorni) di
degenza;
• diffusione di numerose
notizie, provvedimenti della magistratura compresi, concernenti i diritti delle
persone in difficoltà (minori, soggetti con handicap, anziani malati, ecc.);
• promozione della
regolamentazione relativa alla permanenza di familiari in ospedale;
• prosecuzione delle
iniziative intraprese dal Csa - Comitato per la difesa dei diritti degli
assistiti per:
– evitare l’esclusione dalla
piena competenza del Servizio sanitario nazionale degli anziani cronici non
autosufficienti, dei malati di Alzheimer e di pazienti psichiatrici. Dal 1978
al 2001, gli interventi sono stati almeno 5 mila;
– contrastare le richieste di
versamento di contributi economici avanzate da Regioni, Comuni e Asl nei
confronti dei parenti di assistiti maggiorenni colpiti da handicap grave o da
malattia e non autosufficienza;
– appoggio alle richieste di
intervento presentate da cittadini e nuclei familiari in difficoltà alle quali
gli enti di assistenza non avevano dato seguito;
– istanza avanzata al giudice
tutelare per la nomina di un amministratore provvisorio;
• attività di vigilanza,
tramite l’apposita Commissione del Csa riconosciuta dal Comune di Torino,
delle strutture assistenziali della Città;
• verifica della corretta
attuazione da parte della Regione Piemonte e delle Province della legge 68/1999
sul collocamento al lavoro dei soggetti con handicap;
• iniziative presso la
Regione Piemonte per ottenere maggiori finanziamenti alla legge 43/1997 per la
realizzazione di comunità alloggio e convivenze guidate per persone con handicap.
Dagli iniziali sei miliardi si è giunti a 25;
• promozione dei ricorsi al
Tar del Lazio dei ricorsi presentati dai Comuni di Collegno, Grugliasco,
Nichelino, Rivoli e Torino contro il decreto Berlusconi, Tremonti
e Sirchia del 29 novembre 2001 sui Lea - Livelli essenziali di assistenza;
• collaborazione con varie
associazioni (Servizio emergenza anziani, Consulta per le persone in
difficoltà, Diapsi, Aima,
Gruppi di volontariato vincenziano, Società S.
Vincenzo de’ Paoli) per la
presentazione al Consiglio regionale piemontese di una petizione contro il
decreto di cui al punto precedente;
• realizzazione di incontri
della Scuola dei diritti “Daniela Sessano”, rivolti ad associazioni e gruppi di
volontariato interessati a sviluppare la promozione e la difesa dei diritti dei
minori in difficoltà, degli anziani cronici non autosufficienti, dei malati di
Alzheimer e dei soggetti con handicap aventi limitata o nulla autonomia;
• azioni presso il Ministero
della pubblica istruzione e le organizzazioni sindacali Cgil,
Cisl e Uil per ottenere le
prestazioni di ausilio materiale a favore degli alunni con handicap per la cura
della loro persona e per le altre esigenze particolari, compresi gli interventi
rivolti ai bambini delle scuole materne per l’utilizzo dei servizi igienici;
• organizzazione da parte
dell’Istituto italiano di medicina sociale, della Scuola dei diritti “Daniela
Sessano” dell’Ulces, dell’Utim (Unione per la tutela
degli insufficienti mentali), della rivista Prospettive
assistenziali, del Bollettino “Handicap & Scuola” del 2° convegno
europeo “Handicappati intellettivi e soggetti con sindrome di Down nell’Europa
del 2000: gli obiettivi raggiunti, i diritti da conquistare”, Milano, 22 e 23
ottobre 1998, i cui atti sono stati pubblicati dalla rivista “Difesa sociale”,
n. 1, 2001;
• organizzazione da parte
dell’Anfaa dei convegni:
– “Adozione in pericolo -
Esigenze e diritti dei bambini senza famiglia; le proposte di legge in
discussione in Parlamento” (Genova, 29 maggio 1999);
– “Diventare genitori -
Diventare figli - Il futuro dell’adozione” (Como, 3 giugno 2000);
– “20.000 bambini hanno
diritto ad una famiglia ma restano in istituto” (Taranto, 18 novembre 2000) in
collaborazione con la Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, Prospettive
assistenziali ed il Coordinamento “Ubi minor”;
• “Esigenze e diritti delle
gestanti e delle madri in difficoltà, nonché dei loro nati - L’attuazione della
legge 328/2000 sui servizi sociali e il trasferimento delle competenze dalle
Province ai Comuni, alla luce delle esperienze acquisite in settant’anni di
attività”. Il convegno è stato promosso dalla Provincia di Torino con il
patrocinio del Comune di Torino e la collaborazione della Scuola dei diritti
“Daniela Sessano” dell’Ulces e la Redazione di Prospettive assistenziali, e si è svolto
a Torino il 21 ottobre 2002;
• organizzazione del convegno
nazionale “Esperienze concrete del volontariato dei diritti. Come tutelare le
esigenze delle persone non in grado di autodifendersi: minori totalmente o
parzialmente privi di sostegno familiare, handicappati intellettivi, soggetti
con sindrome di Down, anziani cronici non autosufficienti, malati psichiatrici
con limitata o nulla autonomia, persone affette dal morbo di Alzheimer o da
altre forme di demenza senile” (Milano, 16 ottobre 1999). Promotori: la Scuola
dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, Anfaa,
Utim, Prospettive assistenziali. Gli
atti sono stati pubblicati dalla suddetta rivista;
• organizzazione del convegno
regionale piemontese “L’orientamento degli allievi con handicap intellettivo:
dall’integrazione scolastica, all’inserimento lavorativo e sociale” (Torino, 30
novembre 2002), promosso dal Csa, dalle riviste Prospettive assistenziali e Handicap
& Scuola, con il patrocinio del Comune di Torino e la collaborazione
del V.S.S.P., Centro Servizi per il volontariato, Sviluppo e Solidarietà in
Piemonte;
• pubblicazione da parte
della rivista “Difesa sociale” degli
atti dei convegni:
a) “Esigenze e diritti di gestanti, madri e
neonati in difficoltà: aspetti etico-giuridici e
ruolo delle istituzioni, degli operatori e del volontariato”, Milano, 27-28
aprile 1995. Il convegno era stato promosso dall’Istituto italiano di medicina
sociale, da Prospettive assistenziali,
dal Centro internazionale studi famiglia e dall’Associazione promozione sociale;
b) “Anziani attivi e anziani malati cronici
nell’Europa del 2000: orientamenti culturali ed esperienze a confronto”
(Milano, 24-25 ottobre 1996), organizzato dall’Istituto italiano di Medicina
sociale, dalla Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces,
dall’Associazione promozione sociale e dalle riviste Sanitas Domi e Prospettive
assistenziali;
• pubblicazione sulla rivista
“Infermiere - Informazione”, n.
3/1998, degli atti del convegno “Inguaribilità e
incurabilità: il diritto alle cure sanitarie delle persone con malattie
croniche” (Torino, 7 novembre 1997), organizzato dal Collegio Ipasvi, dalla Scuola dei diritti “Daniela Sessano” dell’Ulces, dal Csa - Comitato per la difesa dei diritti degli
assistiti e da Prospettive assistenziali;
• pubblicazione da parte
dell’Anfaa degli opuscoli “L’adozione - Diventare madre e padre di un bambino
procreato da altri” e “Una famiglia in più su cui contare - L’affidamento
familiare aiuta i bambini in difficoltà a diventare grandi”;
• pubblicazione curata dall’Asvad, Associazione solidarietà e volontariato a domicilio,
della “Breve guida per le famiglie ed i volontari che assistono i malati di
Alzheimer”, predisposta da F. Santanera e Anna Maria
Gallo;
• ristampa da parte del Csa -
Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti dell’opuscolo “Ospedale
vietato ai malati cronici anziani”;
• pubblicazione dei seguenti
volumi della collana “Persona e società: i diritti da conquistare”, edita
dall’Utet Libreria:
– Volontariato - Trent’anni di esperienza: dalla solidarietà ai
diritti, di F. Santanera e A.M. Gallo;
– Come difendere i diritti degli anziani malati, di F.
Santanera e M.G. Breda;
– I malati di Alzheimer: dalla custodia alla cura, di M. Dogliotti, E. Ferrario, P. Landra e F. Santanera;
– Storie di figli adottivi - L’adozione vista dai protagonisti, di E. De Rienzo, C.
Saccoccio, F. Tonizzo e G. Viarengo;
– Cure materne e adozione, di N. Quémada;
– La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali - Analisi della
legge 328/2000 e proposte alternative, di M.G. Breda, D. Micucci e F. Santanera;
– Gli assistenti sociali visti dagli utenti - Che cosa fanno, come
dovrebbero agire, di M.G. Breda e F. Santanera;
• pubblicazione presso
l’editore “Rosenberg & Sellier”
dei volumi:
– Nicola, un’adozione coraggiosa - Un bambino handicappato grave
conquista una vita adulta autonoma, di G. Basano;
– Anni senza vita al Cottolengo - Il racconto e le proposte di due ex
ricoverati,
di E. De Rienzo e C. De Figueiredo.
(1) Fanno parte del Csa le
seguenti organizzazioni: Associazione Geaph, Genitori
e Amici dei portatori di Handicap di Sangano (To);
Associazione Genitori Fanciulli Handicappati ex Ussl
34 di Orbassano (To); Associazione Italiana
Assistenza Spastici di Torino; Associazione Nazionale Famiglie Adottive e
Affidatarie; Associazione “La Scintilla” di Collegno-Grugliasco (To); Associazione “Odissea 33” di Chivasso
(To); Associazione “Oltre il Ponte” di Lanzo
Torinese; Associazione “Prader Willi”, sezione di Torino; Associazione
Promozione Sociale; Asvad, Associazione Solidarietà
Volontariato a Domicilio; Associazione Spina Bifida; Associazione Tutori
Volontari; Cogeha, Collettivo Genitori dei portatori
di handicap, Settimo Torinese; Comitato Integrazione Scolastica Handicappati;
Coordinamento dei Comitati Spontanei di Quartiere di Torino; Coordinamento
Para-tetraplegici; Cumta, Comitato Utenti Mezzi
Trasporto Accessibili; Grh, Genitori Ragazzi
Handicappati di Venaria-Druento (To); Gruppo
Inserimento Sociale Handicappati ex Ussl 27; Ulces, Unione per la Lotta Contro l’Emarginazione Sociale;
Utim, Unione per la Tutela degli Insufficienti Mentali; “Vivere Insieme” di
Rivoli (To); Associazione Mai più istituti di
assistenza; Associazione Vita sana; Ggl, Gruppo
genitori per il diritto al lavoro delle persone con handicap intellettivo.
(2) Si precisa che da molti
anni il Comune di Torino non richiede alcun contributo economico ai parenti dei
soggetti maggiorenni colpiti da handicap che frequentano centri diurni o sono
ricoverati presso comunità alloggio o istituti.