Prospettive assistenziali, n. 140, ottobre-dicembre 2002
Per non
dimenticare
REALTÀ UMANE E SOCIALI DA PREVENIRE
E RISOLVERE (N. 13)
Predicare
bene e razzolare male
Nell’articolo “Non basta non passare oltre”, riportato
su “Mosaico”, luglio 2002, Andrea Canevaro riferisce che: «A New York fu fatto un esperimento. Fu chiesto a un gruppo di
seminaristi di preparare un’omelia sulla parabola del Buon Samaritano come
parte dell’addestramento alla predicazione. I giovani prepararono i loro testi
in un certo edificio. Poi uscirono e dovettero fare un tratto di strada per
recarsi altrove e intanto qualcuno li filmava. Lungo la strada, sul
marciapiede, c’era un uomo ferito e coperto di sangue che chiedeva aiuto (in
realtà, si trattava di un attore). L’80% dei seminaristi gli passò di fianco
senza nemmeno notarlo. Avevano appena finito di studiare la parabola e di
scriverci sopra delle belle parole, ma questo non impedì loro di passare
accanto all’uomo ferito ignorandolo completamente».
Dopo
sessant’anni celebrato in Austria il funerale di seicento bambini cavia
L’Austria ha recitato il 28 aprile 2002 un tragico
“mea culpa”. Lo ha fatto celebrando la pubblica sepoltura, dopo sessant’anni,
dei seicento bambini torturati e poi assassinati nella clinica psichiatrica “Am Spiegelgrund” da medici
nazisti, che su di loro avevano compiuto esperimenti mostruosi. Alla cerimonia
era presente il Presidente della Repubblica austriaca Thomas
Klestil.
L’avvio della cerimonia, come scrive Tito Lanza su La Stampa del
29 aprile 2002, è stato tristissimo «con
una voce che scandiva i nomi e l’età dei bambini trucidati: “Herbert Kolmar, 6 mesi”, Mirna Schuler, 3 mesi” le cui fotografie venivano mostrate da una
doppia fila di studenti delle scuole medie».
Precisa
il Lanza: «Sì,
ci sono le foto, perché i medici aguzzini fotografavano con metodica precisione
le loro vittime, prima di avvelenarle, sezionarle e poi allinearne
sistematicamente i cervelli in una macabra collezione, che è stata chiusa per
tutti questi anni in una cantina della clinica psichiatrica Am
Steinhof».
A coloro che ritengono che questi fatti non possano
più accadere, ricordiamo quanto abbiamo scritto nel n. 131, 2000 di Prospettive assistenziali e cioè che
negli anni scorsi «in un ospedale di
Londra, 122 neonati prematuri sono stati impiegati come cavie per testare un
nuovo macchinario: 28 sono morti e 15 hanno riportato danni cerebrali
gravissimi. La sperimentazione era stata autorizzata a condizione che i
genitori fossero adeguatamente informati e sottoscrivessero un atto di
consenso. Ciò non è accaduto. Anzi, in molti casi, erano state addirittura
falsificate le firme dei congiunti».
Florida:
bimbi uccisi e spariti – servizi sociali sotto accusa
Qualche mese fa la notizia di R.W.,
la bambina di 5 anni sparita in circostanze misteriose dalla casa dove era
stata messa dall’agenzia della Florida per l’infanzia abbandonata.
Ieri l’altro il caso del bimbo, sempre affidato
all’agenzia, picchiato a morte “per essersi sporcato i pantaloni”. Il caso sta
diventando motivo di imbarazzo politico per Jeb Bush, governatore dello Stato e fratello del presidente George W. La polizia pensa che il piccolo A.M. sia stato vittima
delle violenze di un baby sitter, R.C., 23 anni, cui
era stato affidato. Il corpo del bambino è stato trovato avvolto in un lenzuolo
lungo un’autostrada vicino a Tampa ieri l’altro ma la morte risale al 1°
luglio.
Fin qui l’agenzia non c’entra nulla. Ma
proprio il giorno della morte di A. una dipendente dell’agenzia, E.J. doveva compiere una visita a casa del piccolo per
verificarne le condizioni, perché c’era un sospetto di abusi. La E.J., dichiarò di aver fatto la sua visita, ma in realtà
non si presentò mai a casa. M. e ora i responsabili dell’agenzia stanno
indagando sul suo comportamento. Analoga la vicenda di R.W.:
i dipendenti che dovevano verificarne le condizioni non si accorsero di nulla
per un anno, non compirono mai le visite e compilarono i moduli a casaccio. Di R.W. non si è più
trovata traccia.
(da
Avvenire, 14 luglio 2002)
USA: psicofarmaci ai bambini cattivi
Riportiamo integralmente la notizia pubblicata su Il Mattino di Bolzano e Provincia dell’8
agosto 2002: «”Non sta mai fermo in classe, troppo vivace e disattento”: questa è la
malattia che le maestre di una scuola elementare di New York hanno diagnosticato
a un alunno di 7 anni. La cura? Un cocktail di psicofarmaci che l’ha ridotto,
dopo due anni, come uno zombie rovinandogli il cuore. La madre ha fatto causa
alla scuola e ai pediatri che hanno prescritto i medicinali al figlio “con
leggerezza e senza motivo”. Negli Stati Uniti sono circa un milione i bambini
che prendono psicofarmaci per “guarire” dall’iperattività
e “imparare” a stare fermi e concentrati».
Dati sconvolgenti sulla mancanza d’acqua
Un miliardo e mezzo di persone – un quarto dell’umanità
– oggi soffrono per scarsità d’acqua. Nel 2002 potrebbero diventare tre
miliardi.
Acqua significa salute. Se in paesi ricchi come
l’Italia, che pure ha le sue (molto relative) carenze idriche, la speranza di
vita è passata in un secolo da 44 anni a 80, si deve anche al fatto che le
nostre case hanno acqua potabile per bere e cucinare e acqua calda e fredda per
lavarsi.
Salva più gente l’acqua pulita che la penicillina.
Così, secondo l’Organizzazione mondiale
della sanità, ogni giorno nel mondo muoiono diecimila persone a causa della
mancanza o della cattiva qualità dell’acqua: 70 malattie su cento in qualche
maniera hanno a che vedere con la siccità.
(da La Stampa
dell’11.9.2002)