Prospettive
assistenziali, n. 140, ottobre-dicembre 2002
servizi socio-assistenziali del
comune di torino
per i
soggetti con handicap
Riportiamo
integralmente la relazione gentilmente inviataci dalla Divisione servizi
socio-assistenziali, Settore disabili, del Comune di Torino
TESTO
DELLA RELAZIONE
Il Comune di Torino dispone, accanto ai diversi
servizi diurni e residenziali rivolti ai soggetti con handicap, di cinque
interventi della massima importanza.
Pronto
intervento
Consiste in un intervento residenziale, attivato per
rispondere a richieste di emergenza familiare quando la rete parentale viene a
trovarsi nell’impossibilità di prendersi cura del congiunto disabile (ricovero
ospedaliero di un familiare, allontanamento temporaneo di un genitore…) o quando
il disabile si trova in uno stato di abbandono.
Un servizio residenziale di pronto intervento non
risponde solo ad uno specifico stato di emergenza, ma permette di accogliere
molteplici istanze ed assume un significato preventivo. Consente, infatti, a
genitori anziani di sperimentare brevi periodi di separazione dal figlio per
verificare nella realtà ciò che accadrà nel momento in cui non saranno più in
grado di accudire direttamente alla gestione del figlio disabile. Inoltre
consente di ridurre lo stato di stress psico-fisico del genitore o le
temporanee difficoltà relazionali del nucleo. Ultimo, ma non meno importante, è
la possibilità per gli operatori socio-assistenziali di riferimento della
persona disabile, di conoscere e sperimentare autonomie e potenzialità del
singolo in un contesto esterno alla famiglia, là dove viene formulata una
richiesta di servizio residenziale in assenza di pregressa conoscenza della
situazione.
Durante noi
e dopo di noi
Da alcuni anni assistiamo ad un generale invecchiamento
della popolazione, sia in termini di stasi demografica, sia in termini
dell’aspettativa di vita. Tale fenomeno coinvolge anche la popolazione
disabile, con famiglie sempre più mononucleari e frammentate e genitori sempre
più anziani.
Occorre dunque dare risposte di sostegno alla
famiglia, proposte e programmate in accordo con i servizi sociali competenti
territorialmente, per offrire ai familiari una rassicurazione circa le
possibili soluzioni residenziali del figlio “dopo di loro” e circa tempi, luoghi
e conoscenza del personale operante nella struttura che ospiterà il disabile.
Il progetto “durante noi e dopo di noi” consiste in un
insieme di iniziative a sostegno delle famiglie che si realizzano in:
• Interventi domiciliari: “Affiancamenti solidali”;
• Interventi extra domiciliari:
- Servizio di tregua e sollievo per le persone
disabili e le loro famiglie;
- Soggiorni climatici e minisoggiorni;
• Trasporti:
- Trasporti ed accompagnamenti persone disabili
intellettive e motorie;
- Pronto Passepartout;
• Sviluppo delle potenzialità del nucleo familiare (Parental training).
I progetti Parental
Training consistono in un’azione di sostegno alla sviluppo della cultura
dell’auto- mutuo-aiuto (Ama).
Sono esperienze capaci di rafforzare e valorizzare le
competenze delle persone in difficoltà, permettendo loro di condividere i
problemi, aumentare le opportunità di scelta, ampliare le reti informali di
sostegno e solidarietà.
Tale processo favorisce forme di protagonismo e di
partecipazione attiva alla vita sociale della comunità.
Se i cittadini riescono a costruire una rete di
sostegno reciproco, possono dare vita ad una comunità capace di aiutare i
propri membri con esperienze e soluzioni originali e durature.
Particolare rilievo assume l’attività di raccordo con
il volontariato in un disegno organico di strategia utile ad una diffusione
capillare delle opportunità offerte dall’Ama, con particolare riferimento anche
all’area dei servizi pubblici (sociali - sanitari - scolastici).
Assegno di
cura
Consiste nella erogazione alla famiglia di un
contributo economico finalizzato all’acquisto da parte del beneficiario di
prestazioni di lavoro domiciliare.
Sono attivi due tipi di assegno di cura in base alle
condizioni di autonomia dell’utente:
A – per persone in condizioni di non autosufficienza
determinata da gravi disabilità e da malattie di carattere degenerativo
invalidanti per le quali le competenti unità di valutazione handicap abbiano
valutato una condizione sanitaria almeno equivalente a quella che rende idonei
ad essere inseriti in strutture residenziali a rilievo sanitario per persone
non autosufficienti (Raf - Residenza assistenziale flessibile o Rsa - Residenza
sanitaria assistenziale);
B – per persone senza valutazioni da parte della Uvh -
Unità valutativa handicap, in condizioni di ridotta autosufficienza, con tasso
di invalidità pari o superiore al 74%, se di età inferiore ai 65 anni, o minori
con difficoltà persistenti a svolgere i compiti e le funzioni della propria
età.
Per calcolare il contributo:
• si definisce il costo del servizio di cui il
beneficiario necessita, entro un progetto predisposto dai servizi sociali e
sanitari, considerando le modalità di erogazione previste dai contratti
nazionali collettivi di lavoro vigenti;
• si considerano (ridotte delle quote eventualmente
già erogate come reddito di mantenimento) le spese effettivamente sostenute per
il pagamento del canone di affitto, oppure, se il beneficiario vive in una casa
di cui è il proprietario un componente del nucleo familiare, l’ammontare
mensile delle spese condominiali generali, ad esclusione di quelle sostenute
per il pagamento del riscaldamento.
L’assegno mensile di cura non può superare il costo
del servizio definito come necessario e non può essere superiore, se di tipo A,
ad euro 1.291,14; se di tipo B, ad euro 387,34.
Se nel nucleo vi sono due anziani o disabili che
richiedono l’intervento, il massimale del contributo erogabile è aumentato del
50%; tale massimale è ulteriormente incrementato del 30% se nel nucleo vi sono
altri anziani o disabili che richiedono l’intervento.
I redditi perpeciti dai beneficiari del contributo di
assegno di cura di cui alla lettera A e dai loro conviventi si calcolano al 60%
del loro valore se provengono da attività lavorative, e all’80% se provengono
da prestazioni previdenziali o assistenziali erogate da Enti previdenziali; si
calcolano per intero gli eventuali contributi economici del Comune a sostegno
del reddito. I redditi percepiti dai beneficiari del contributo di assegno di
cura di cui alla lettera B, e dai loro conviventi si calcolano nella misura
intera degli importi percepiti a qualsiasi
titolo.
Il beneficiario o il suo rappresentante legale devono
utilizzare i contributi per l’assegno di cura ed il sostegno domiciliare
mediante l’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato con un terzo,
secondo le modalità di erogazione previste dal contratto nazionale collettivo
di lavoro per i lavoratori domestici, o attraverso l’acquisto della prestazione
da organizzazioni ed imprese per un costo pari all’applicazione di tale
contratto.
Il contributo per l’assegno di cura non può essere
erogato a favore di cittadini ricoverati in strutture socio-assistenziali o
sanitarie; tuttavia per documentate esigenze di assistenza da garantire,
l’intervento può proseguire durante ricoveri ospedalieri del beneficiario, a
condizione che viva solo e non possa fruire di altre risorse di sostegno, per
un periodo limitato e solo per garantire gli interventi indispensabili.
Tregua
programmata
Il servizio di tregua, in seguito alla sperimentazione
di ricoveri di sollievo presso presidi residenziali, è stato introdotto per la
prima volta nel capitolato dei servizi residenziali per persone disabili
affidati con gara d’appalto 101/2000 e consiste nell’accoglienza temporanea e
programmata della persona disabile presso strutture residenziali e nella
sperimentazione di momenti di vita all’esterno del nucleo familiare.
Tale sperimentazione si sta estendendo ad altri
servizi in convenzione.
L’accoglienza si realizza all’interno di strutture
residenziali (comunità alloggio, Raf, Rsa, ecc.) che abbiano già un gruppo di
ospiti permanenti e che offrano al disabile l’opportunità di conoscere il
contesto comunitario, creando un riferimento “amicale”.
Si tratta di un servizio che sostiene le famiglie e le
avvicina alla conoscenza della struttura residenziale, le solleva
temporaneamente dai compiti di assistenza continuativa. in momenti particolarmente critici o ad intervalli di
tempo programmati e permette loro di sviluppare i propri rapporti interni.
Per l’utente significa sperimentare momenti di vita
esterni al nucleo familiare, fare esperienza di vita comunitaria, a contatto
con operatori professionali che lo accolgono, avere la possibilità di
intraprendere nuove relazioni sociali e di partecipare (nel limite della
patologia) a gite, uscite, eventi ed iniziative locali.
Si tratta di fare un momento esperienziale unico che
consente di verificare la reazione del disabile nei confronti dell’inserimento
temporaneo in una struttura e di differire nel tempo la richiesta di
residenzialità definitiva
Il servizio di tregua deve essere organizzato in
strutture che possano garantire il ripetersi della stessa esperienza di
ospitalità temporanea con un’adeguata programmazione. In questo modo gli ospiti
potranno accogliere un compagno come se fosse “un amico in visita” e le
famiglie sono rassicurate dalla prevedibilità dell’evento; le strutture inoltre
hanno la possibilità di preparare l’accoglienza delle persone che continueranno
nel tempo la frequenza in base al programma.
Per quanto concerne la procedura, una volta
individuata la risorsa in termini di collocazione e di tempi disponibili (si
tratta di inserimenti integrati in situazione di assenza utenti stabili),
vengono individuati gli utenti con caratteristiche compatibili.
Si procede poi ad una prima conoscenza del disabile da
parte degli operatori dell’accoglienza (nel caso dell’Rsa per gravissimi la persona viene visitata dalla
Commissione medica del servizio alla presenza degli operatori sociali di
riferimento). Superata la fase dell’avvicinamento si fa richiesta all’Uvh di
validazione del progetto.
Al fine di creare una rete di solidarietà soprattutto
tra i familiari, i servizi territoriali
progettano ammissioni di cittadini il più possibile afferenti al
territorio in cui è ubicata la struttura.
Gli attori coinvolti sono la Divisione Servizi
socio-assistenziali, gli operatori socio-assistenziali dei servizi
territoriali, i gestori delle strutture residenziali, le famiglie e le
associazioni.
Affidamenti
diurni e residenziali
L’esperienza in questi anni ha confermato la validità
dello strumento “affidamento” per poter mantenere la persona al proprio
domicilio, riducendo il rischio di istituzionalizzazione e/o di isolamento
sociale, rappresentando una preziosa fonte di sostegno alla famiglia d’origine
(laddove presente) o al singolo beneficiario, spesso in condizioni di ridotta
autonomia.
L’azione di sostegno svolta da persone volontarie nei
confronti delle persone disabili si sta configurando come una risorsa da
promuovere e da diffondere in modo sempre più capillare attraverso forme
diverse di collaborazione con le forze del terzo settore.
Si tratta di un servizio di volontariato svolto da
famiglie o da persone singole selezionate dall’amministrazione comunale.
L’affidamento diurno consiste in attività di sostegno
e supporto alle famiglie di origine e di aiuto alla persona disabile nelle
attività di tutti i giorni. L’affidamento residenziale consiste nell’ospitare
nella propria abitazione una persona disabile al fine di evitare o ritardare
l’inserimento in strutture residenziali.
Agli affidatari è garantito un rimborso spese e la
copertura assicurativa per il servizio prestato: per gli affidamenti diurni la
quota va da un minimo di euro 170,43 ad un massimo di euro 462,75 mentre per
gli affidamenti residenziali da un minimo di euro 330,53 ad un massimo di euro
661,06.
* * *
Le linee programmatiche-operative che l’Amministrazione
comunale ha individuato per la qualificazione degli interventi nei confronti
dei soggetti con handicap intellettivo, mediante l’approccio metodologico della
“presa in carico globale”, si propongono le seguenti finalità:
-
riequilibrare i servizi che non sono
presenti al momento in uguale numero sui territori circoscrizionali;
- realizzare servizi mirati, specifici a seconda dei bisogni
espressi;
- rivisitare l’assetto organizzativo dei servizi per consentire un
nuovo disegno che incrementi le possibilità di risposta, utilizzando strumenti
di analisi dei livelli di prestazione erogati;
- valorizzare il potenziale socio-educativo delle famiglie e delle
diverse forme del privato sociale, favorendo gli spazi di lavoro comune con il
mondo del volontariato.
L’azione operativa conseguente è stata orientata alla
verifica del flusso delle liste d’attesa (scarto tra “osservato” ed “atteso”)
che ha consentito di evidenziare la presenza di un trend costante di nuove
richieste di persone disabili intellettive e/o pluriminorate (15/20 nuove
richieste annue per i servizi diurni con frequenza a tempo pieno e con elevata
necessità di intervento educativo-assistenziale, 50/60 nuove richieste per
l’inserimento in attività di tipo territoriale-laboratoriale miranti
all’acquisizione di abilità ed autonomie, oltre 100 richieste finalizzate
all’orientamento ed all’inserimento occupazionale e lavorativo).
La programmazione e la gestione delle risorse ha reso
possibile soddisfare le richieste delle persone in situazione di urgenza,
privilegiando coloro che si trovano in condizione di maggiore gravità sia
riferita alla disabilità, sia al nucleo familiare.
Soggetti
disabili adulti presi in carico
Dati complessivi al 31 dicembre 2001
Servizi
residenziali N° strut. Gestione N°
utenti
al
31/12/01
Servizi in
città
Comunità alloggio 7 diretta 45
Comunità alloggio 16 indiretta 108
Casa famiglia 1 indiretta 2
Convivenze guidate 2 diretta 7
Convivenze guidate 11 indiretta 31
Gruppo appartamento 9 indiretta 31
Raf 2 indiretta 13
Istituti 3 indiretta 20
Rsa 5 indiretta 26
Totale 51 257
Pronto intervento 1 indiretta 7
Posti in pronto intervento n. 20 indiretta
Ne hanno usufruito n. 99 persone
con 231 passaggi
Servizi in
provincia
Comunità alloggio 26 indiretta 101
Convivenze guidate 1 indiretta 0
Gruppo appartamento 2 indiretta 2
Raf 14 indiretta 59
Istituti 4 indiretta 35
Rsa 5 indiretta 9
Totale 47 197
Servizi in
regione
Comunità alloggio 14 indiretta 23
Casa famiglia 9 indiretta 9
Convivenze guidate 2 indiretta 3
Gruppo appartamento 2 indiretta 3
Raf 5 indiretta 11
Istituti 10 indiretta 42
Rsa 1 indiretta 1
Totale 42 91
Servizi fuori
regione
Istituti 8 indiretta 20
Comunità
alloggio 2 indiretta 2
Totale 10 22
Servizi
Comune/Provincia/Regione
Raf 12 indiretta 30
Rsa 11 indiretta 28
Totale 23 58
Totale
generale 174 632 *
* N°
115 nuovi posti nell’anno.
Servizi
diurni N° strut. Gestione N°
utenti
al
31/12/01
Centro socio-terapeutico 22 diretta 332
Centro socio-terapeutico
laboratori diretta 38
Centro socio-terapeutico 12 indiretta 211
Centro attività diurna 7 diretta 101
Centro attività diurna laboratori diretta 15
Laboratori 6 diretta 85
Educativa territoriale
Cst/Cad/Circoscrizioni diretta 443
Educativa territoriale 4 indiretta 149
Centro lavoro guidato 12 indiretta 114
Spazio di esposizione e vendita 1
Totale
generale 64 1488
1045 persone
inserite
in attività
continuative
Inseriti
nell’anno n. 159
Dimessi
nell’anno n. 120
Affidamenti N°
utenti
al
31/12/01
Diurni nell’anno
93 nuovi 140
Residenziali nell’anno
7 nuovi 31
Totale 171
Per quanto attiene i servizi diurni si segnalano:
• Il progetto qualificazione del servizio
di ristorazione all’interno dei servizi diurni.
Il Settore disabili ha assunto, dal 1
settembre 1999, la referenza tecnica ed organizzativa circa il servizio di
ristorazione all’interno dei centri Socio-terapeutici comunali.
La complessità di tale attività è da
riferirsi:
1) all’obbligo dei controlli previsti dal
decreto legislativo n. 155/1997, operativo dal 28 giugno 1998, al fine di
garantire la salubrità degli alimenti nell’ottica di prevenzione dei rischi
2) alla redazione degli schemi dietetico
nutrizionali di base (valutazione dei fabbisogni nutrizionali) e delle diete
speciali
3) alla necessità e all’interesse
riscontrato in merito ad azioni informative-formative in tema di educazione
alimentare sia per i familiari sia per gli operatori.
L’Amministrazione si avvale, per lo
specifico, della collaborazione del laboratorio chimico merceologico della
Camera di commercio di Torino e del Servizio di dietetica e nutrizione clinica
dell’Ospedale Mauriziano “Umberto I” di Torino.
Il servizio mensa presso i centri diurni
è gratuito.
• Il progetto InGenio: 37 tra servizi ed associazioni partecipano in via Montebello n.
28/10 alla vetrina della Città di Torino per l’esposizione, la valorizzazione e
la vendita delle creazioni artistiche e artigianali prodotte da persone
“diversamente abili”.
• Per l’accesso alle prestazioni sociali
a rilievo sanitario erogate per i cittadini torinesi occorre rivolgersi ai
servizi di territorio. Una commissione integrata tra servizi socio-educativi
assistenziali e sanitari (UVH) definisce il progetto individualizzato e la
tipologia di intervento da attivarsi.
• Per quanto concerne la mobilità è stato
reimpostato e potenziato il servizio taxi, rivolto ai residenti in Torino che
presentino disabilità motoria tale da impedire l’accesso e la salita sui mezzi
pubblici di trasporto, nonché ciechi assoluti. Nel corso dell’anno 2001 si è
registrata una crescita elevata di domande – n. 988 – di cui n.715 con esito
positivo, portando i beneficiari a 3476 (+487 rispetto al 2000).
Si segnalano inoltre:
• l’Informahandicap e il Servizio
Passepartout che assolvono a compiti di accoglienza, informazione e
orientamento ai cittadini attraverso una consulenza qualificata ed
un’informazione puntuale, costantemente aggiornata;
• il progetto “Motore di ricerca: comunità attiva”,
che vede la collaborazione di 70 Associazioni e organizzazioni no-profit per
l’organizzazione di circa 90 opportunità di integrazione in iniziative di tempo
libero, sportive e culturali per il coinvolgimento di circa un migliaio di
persone.