Prospettive assistenziali, n. 145, gennaio-marzo
2004
Notiziario dell’Unione per la tutela degli insufficienti mentali
ACCORDO SULLE COMMISSIONI UVH (UNITÀ VALUTATIVE HANDICAP)
La commissione valutativa handicap ha, fra l’altro, il compito
di valutare e validare le proposte progettuali inerenti la persona che ha presentato, direttamente se ne è
capace o dalla famiglia o dal tutore, domanda di presa in carico ai servizi
socio-assistenziali.
Purtroppo si è verificato che
talvolta queste commissioni abbiano espresso
indicazioni di carattere politico-amministrativo che a nostro avviso non
rientrano nei loro compiti.
Infatti, ci è
capitato di leggere un parere riguardante la valutazione di un handicappato
intellettivo ultratrentenne in situazione di gravità che si esprimeva così: «Premesso che l’interessato usufruisce di inserimento in comunità alloggio e contestualmente del Cst (Centro diurno socio-terapeutico), cosa non compatibile
con le risorse disponibili; temporaneamente è ipotizzabile la frequenza della
comunità alloggio e del Cst di via… (2 giorni alla settimana)
a far data dal…».
Quindi la commissione esprimeva una
valutazione non sui bisogni e sulle opportune iniziative per provvedervi ma sulla sostenibilità della spesa
necessaria. L’utim
ha ritenuto che tale comportamento non fosse assolutamente accettabile.
Abbiamo, quindi, segnalato le
nostre perplessità agli amministratori della città di Torino (Sindaco,
Assessore, ecc.) ed ai responsabili delle quattro Asl
di Torino (Direttori generali e Presidenti Uvh) stigmatizzando che le risposte da dare ai bisogni dei
cittadini handicappati, sulla base delle certificazioni emerse dalle
commissioni Uvh, sono di competenza degli Enti e
ricadono sulle responsabilità politiche e amministrative dei loro
rappresentanti istituzionali.
È quindi compito del Consiglio
comunale, della Giunta e dell’Assessore competente assumere le eventuali
iniziative necessarie per garantire agli assistiti i servizi di cui necessitano, stabilendo di destinare più o meno risorse in
ambito sociale, piuttosto che in altri.
Abbiamo quindi ribadito
più volte insieme al Csa (Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base), nel corso della predisposizione del piano di zona di Torino attivato in
applicazione della legge 328/2000, con interventi puntuali e con documenti
scritti, la necessità che alle persone oggetto di valutazione in commissione
fosse comunicata e quindi consentita la possibilità di farsi assistere da un
proprio consulente tecnico, oppure da una associazione di tutela e/o di
presentare memoria scritta.
Con pari insistenza è stato
richiesto che, qualora il soggetto o, se impossibilitato, la famiglia o il
tutore, avessero la possibilità di presentare ricorso nel caso in cui la
valutazione sul progetto individuale non fosse ritenuta adeguata alla necessità
del soggetto.
Il Comune di Torino, attraverso i
suoi funzionari che conducevano i lavori dei tavoli in cui veniva
discusso il piano di zona, avallati dall’Assessore ai servizi sociali, pur
condividendo, almeno in parte, le preoccupazioni dell’Utim,
non ha accettato di riconoscere agli handicappati intellettivi ed alle loro
famiglie tali possibilità.
Abbiamo quindi continuato a porre
il problema, come peraltro già si faceva in precedenza, anche a livello
regionale, nelle piattaforme presentate al Consiglio regionale
e all’Assessore ai servizi sociali.
Il tema delle commissioni Uvh è inoltre stato sempre uno dei punti richiamati con più
forza in occasione delle diverse manifestazioni che si sono
svolte davanti alla sede del Consiglio regionale.
L’argomento è stato anche
sollevato ed affrontato nel corso della stesura dell’accordo regionale
applicativo dei Lea (Livelli essenziali di assistenza).
Al tavolo di lavoro sui Lea
sedevano anche due rappresentanti di una decina di associazioni
di volontariato, tra le quali l’Utim, che avevano
raccolto 35.000 firme a sostegno della richiesta di non applicazione dei Lea in
Piemonte.
Fra le varie proposte fatte dai
due rappresentanti delle associazioni, vi sono state anche quelle riguardanti
le commissioni Uvh inutilmente richieste al tavolo di
zona di Torino.
L’accordo raggiunto sui Lea, recepito dalla delibera della Giunta regionale piemontese n.
51-11389 del 23 dicembre 2003, si esprime in questi termini: «Rispetto alla valutazione effettuata dall’Uvh, l’interessato, se ne ha la capacità, o il familiare o
il tutore può avvalersi, in sede di valutazione o comunque
prima che la commissione si sia formalmente espressa, della perizia di propri
esperti e/o farsi rappresentare da un’associazione di categoria e/o
volontariato che opera a difesa dei diritti delle persone disabili.
«La commissione centrale per
le rivalutazioni degli ex ospedali psichiatrici di cui alla delibera della
Giunta regionale n. 74-28035 del 2 agosto 1999, integrata con le figure
professionali in possesso di specifica competenza sulle aree di cui al presente
atto, da individuarsi con apposito provvedimento
regionale, costituisce il livello di riferimento e di garanzia in ordine di
eventuali controversie che dovessero insorgere fra i diversi soggetti in merito
alle valutazioni espresse a livello locale».
Si può ben dire in conclusione
che le ragioni delle nostre richieste sono state riconosciute.
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