Prospettive assistenziali, n. 148, ottobre - dicembre 2004
L’UNIONE
EUROPEA HA DEFINITO I PARAMETRI PER LO SVILUPPO DI UN’ASSISTENZA SANITARIA DI
QUALITÀ, ACCESSIBILE A TUTTI E SOSTENIBILE
Il 20 aprile
Il documento ha lo scopo di favorire da parte degli Stati membri
dell’Unione europea «la
definizione di un quadro comune che permetta di sostenere l’impegno nazionale
per la riforma e lo sviluppo dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza a
lungo termine».
Di seguito si riportano le parti riguardanti gli obiettivi previsti che
corrispondono a quelli perseguiti da questa rivista.
1. Obiettivi comuni per lo sviluppo dei sistemi sanitari
La diminuzione del rischio di
povertà legato alla malattia, agli incidenti o all’età, nonché il notevole
miglioramento dello stato di salute degli europei, sono risultati fondamentali
per i sistemi di protezione sociale. Essi devono continuare a fornire
assistenza di qualità, accessibile su base universale – vale a dire per tutta
la popolazione – e di solidarietà – vale a dire senza alcun legame con il
livello di ricchezza, sulla base di contributi collettivi – e sostenibili dal
punto di vista finanziario. Accessibilità, qualità e sostenibilità finanziaria
formano pertanto un insieme globale e integrato. Inoltre, una chiave dello
sviluppo e della riforma dei sistemi risiede nella loro capacità di istituire
un governo efficiente, fondato sull’inclusione e sulla responsabilizzazione
degli attori in questione – tra cui le parti sociali, le autorità regionali e
locali, i pazienti e la società civile – ed il coordinamento tra prestatari di
assistenza, organismi finanziatori, organizzazioni non governative e poteri
pubblici. A livello europeo, sarebbe in tal modo auspicabile che le parti
sociali settoriali potessero fornire un contributo concreto agli sforzi di
riforma. Alla luce degli orientamenti, approvati nel marzo 2002 dal Consiglio
europeo di Barcellona, e sulla base della Relazione congiunta adottata dalla Commissione e dal
Consiglio nel marzo 2003, la Commissione propone pertanto obiettivi comuni
successivi finalizzati a sostenere lo sviluppo dei sistemi in seno all’Unione
allargata.
1.1 Garantire l’accesso all’assistenza: universalità, equità,
solidarietà
Un notevole successo dei sistemi
sanitari europei è stato quello di rendere accessibile a tutti un’assistenza di
qualità elevata. Tali sistemi devono continuare a prevenire il rischio di
povertà o di esclusione sociale legato alla malattia, agli incidenti o all’età
avanzata, sia per i beneficiari dell’assistenza che per le loro famiglie. Tale
copertura universale deve basarsi sulla solidarietà, secondo le modalità
proprie a ciascun sistema. Nello specifico, tale solidarietà deve giocare a
favore di coloro che dispongono di un reddito basso e di coloro il cui stato di
salute necessita di terapie pesanti, lunghe o costose, comprese le cure
palliative e l’accompagnamento delle persone in fin di vita. Tuttavia, esistono
particolari difficoltà di accesso per taluni gruppi o individui, che ne
compromettono la capacità d’inserimento a livello sociale e professionale.
Peraltro, squilibri nella ripartizione regionale dell’offerta di assistenza, o
un’offerta insufficiente in rapporto alle esigenze, comportano tempi di accesso
all’assistenza smisuratamente lunghi. Le difficoltà di assunzione e gestione di
alcune categorie di personale portano a risultati analoghi. I sistemi sanitari
devono pertanto sviluppare un’offerta di assistenza sufficiente e adeguata alle
esigenze della popolazione.
Obiettivi:
a) garantire l’accesso ad una
assistenza di qualità, fondata sui principi di universalità, equità e
solidarietà;
b) prevenire il rischio di povertà o
di esclusione sociale legato alla malattia, agli incidenti, all’invalidità o
all’assistenza resa necessaria dall’età avanzata, sia per i beneficiari
dell’assistenza che per le loro famiglie.
In particolare, sulla base delle
specificità proprie ad ogni sistema, gli Stati membri convengono di:
- offrire a tutta la popolazione
assistenza di qualità adeguata alle esigenze. Particolare attenzione verrà
rivolta, inoltre, alle persone che necessitano di cure lunghe o costose, alle
persone e ai gruppi con particolari difficoltà di accesso – come le minoranze
etniche e i migranti – e alle persone a basso reddito;
- garantire l’accessibilità,
finanziaria e fisica, dei sistemi di assistenza per i disabili;
- offrire una presa in carico
adeguata delle persone anziane, in particolare attraverso un coordinamento
potenziato tra i servizi di assistenza sociale, le cure primarie, i servizi
ospedalieri e le istituzioni
specializzate;
- promuovere i dispositivi di cure
palliative e di accompagnamento delle persone in fin di vita;
- ridurre, dove necessario, gli
squilibri regionali nell’offerta dell’assistenza;
- ove necessario, sviluppare delle
strutture adatte, dotate di personale qualificato, per aumentare l’offerta e
ridurre i tempi di accesso ai trattamenti, particolarmente quando questi
comportano danni alla salute e alla qualità della vita dei pazienti. Nel quadro
di una politica di coesione economica e sociale, è possibile fornire un aiuto
allo sviluppo delle infrastrutture, specialmente quelle ospedaliere: le istanze
competenti per i fondi strutturali, in particolare il Feder ed il Fondo di
coesione, dovranno esaminare come tale sostegno possa essere impiegato appieno
nelle regioni eleggibili;
- promuovere la gestione di risorse
umane in modo da affrontare le conseguenze dell’invecchiamento demografico nel
settore dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza a lungo termine, in
particolar modo prevenire o compensare la mancanza in alcune categorie di
personale grazie a un buon investimento per la formazione iniziale e continua e
al miglioramento della qualità dell’occupazione, compresa quella della salute e
della sicurezza sul lavoro. Il contributo del Fondo sociale europeo va
pienamente impiegato in questo ambito. La comunicazione sulla mobilità dei
pazienti completa inoltre questo obiettivo attraverso la proposta di promuovere
la mobilità transfrontaliera dei professionisti sanitari e di migliorare la
conoscenza dei flussi in questione;
- prendere in considerazione,
nell’insieme di tali misure, i problemi specifici che uomini e donne possono
incontrare, in particolare in tema di politiche di gestione delle risorse umane
e di promozione della qualità dell’occupazione.
1.2 Promuovere la qualità dell’assistenza
Offrire accessibilità e qualità deve
continuare ad essere uno degli obiettivi prioritari dei sistemi europei.
Tuttavia oggigiorno è diventato molto più complesso raggiungere questo
obiettivo, rispetto a quando sono stati creati tali sistemi, in particolare per
due motivi essenziali:
- l’impatto del progresso tecnico
continua ad essere incerto, segnatamente nel contesto di una società che sta
invecchiando. Può in effetti migliorare l’efficacia del sistema di assistenza,
aumentare l’aspettativa di vita in buona salute e aumentare i costi,
soprattutto quelli per i nuovi farmaci. D’altra parte, l’aumento del livello di
istruzione, in particolare per i “baby
boomers” che iniziano ad andare in pensione, ha gli stessi effetti potenziali:
favorisce i comportamenti più sani e la prevenzione, ma fa aumentare al
contempo la richiesta di cure, soprattutto innovatrici;
- l’offerta di assistenza è oggi più
ricca, varia e complessa di quanto non lo fosse al momento dell’introduzione
dei sistemi di assistenza. Le risorse globali investite nella sanità riflettono
una scelta politica, e tale investimento avrà un impatto positivo sull’economia
a lungo termine. Tuttavia, nel contesto di risorse pubbliche limitate,
l’investimento in un qualsiasi settore ha necessariamente conseguenze sugli
altri settori (1). Le risorse, ampiamente pubbliche, investite nella sanità
devono essere quindi impiegate nel modo più efficiente ed efficace possibile al
fine di migliorare la sanità.
Questi cambiamenti, accentuati dal
processo di invecchiamento, richiederanno in misura sempre maggiore di valutare
la qualità e il beneficio reali per le persone e per la salute dei farmaci,
trattamenti o modalità di presa in carico disponibili. Per attuare questo,
occorre un approccio preventivo, che permetta di migliorare il “benessere”
globale, nonché un’efficace gestione del sistema di assistenza, basata su un
coordinamento potenziato fra tutti gli attori e la loro responsabilizzazione
nella gestione delle risorse e dell’offerta assistenziale.
Obiettivo:
promuovere un’assistenza di qualità
per migliorare lo stato di salute e la qualità di vita delle persone. In particolare e sulla
base delle specificità di ogni sistema, gli Stati membri dovranno provvedere
a:
- promuovere pratiche e trattamenti
che apportino benefici effettivi per la salute e per la qualità della vita,
sulla base di un progresso scientifico adeguato. I costi e i benefici dei
farmaci, dei materiali e dei trattamenti devono essere valutati secondo
procedure proprie ai sistemi nazionali in questione, anche attraverso lo
sviluppo di una cooperazione europea in questo settore;
- integrare la dimensione di genere
nella definizione delle politiche sanitarie e di prevenzione, al fine di
prendere meglio in considerazione le problematiche specifiche degli uomini e
delle donne e migliorare l’efficacia della loro presa in carico;
- garantire un elevato livello di
formazione iniziale e continua dei professionisti, nel quadro di una formazione
perenne;
- sviluppare politiche sanitarie e
di sicurezza sul lavoro che siano fondate sulla prevenzione dei rischi e che
permettano di garantire posti di lavoro di migliore qualità a tutti i
lavoratori, in particolare ai lavoratori di età avanzata, al fine di
contribuire alla riduzione della mortalità prematura (prima dei 65 anni) e
all’aumento della durata della vita senza gravi invalidità;
- stanziare le risorse umane e
finanziarie per le Regioni, per i servizi e per le diverse tipologie di
assistenza in funzione delle effettive esigenze, in modo da ottenere il
migliore impatto possibile sulla salute e sulla qualità di vita dei
beneficiari. La comunicazione sulla mobilità dei pazienti completa tale
obiettivo, proponendo l’identificazione di “centri di riferimento” e
promuovendone la messa in rete;
- promuovere forme di
amministrazione che favoriscano la capacità di adattamento dei sistemi alle
necessità, in particolar modo grazie ad un coordinamento efficace tra le parti
interessate (bilanci pubblici, assicuratori, professioni sanitarie, strutture
ospedaliere, istituzioni ed organismi di prevenzione, compresi gli istituti
scolastici, autorità regionali e locali interessate nei sistemi sanitari,
pazienti e cittadini);
- definire i diritti dei pazienti e
delle loro famiglie, così come le modalità di coinvolgimento della società
civile organizzata. La comunicazione sulla mobilità dei pazienti completa tale
obiettivo proponendo di raccogliere e migliorare l’informazione disponibile in
tema di diritti degli individui e di regolamenti europei e nazionali di presa
in carico dell’assistenza.
1.3 Garantire la sostenibilità finanziaria per un’assistenza accessibile
e di qualità
Continuare ad offrire assistenza
accessibile e di qualità, senza ridurre il finanziamento di altri settori o
politiche prioritarie, è una sfida importante per tutti gli Stati membri,
attuali e di nuova istituzione, che devono confrontarsi con la necessità di
garantire un adeguato finanziamento del loro sistema sanitario, al fine di
offrire prestazioni di qualità pur adattandosi alle nuove esigenze, in
particolare quelle legate all’invecchiamento e ai progressi tecnologici. Una
quota considerevole delle spese sanitarie e di assistenza agli anziani è
finanziata dai bilanci pubblici, che sono soggetti alle richieste del patto di
stabilità e di crescita. Al fine di assicurare la disponibilità di risorse
pubbliche sufficienti a soddisfare le esigenze del sistema sanitario, occorre
che gli Stati membri beneficino di posizioni di bilancio sicure e sostenibili.
La riduzione accelerata dei debiti pubblici e l’aumento dei tassi di
occupazione costituiscono strumenti importanti per contribuire alla
sostenibilità delle finanze pubbliche (…).
(1) Secondo l’Oecd-Healthcare 1996 le spese sanitarie aumentano dello 0,5 %
mentre la ricchezza aumenta dell’1 %. Secondo lo studio condotto dal Comitato
di politica economica dell’Unione europea pubblicato nel
www.fondazionepromozionesociale.it