Prospettive assistenziali, n. 149, gennaio - marzo 2005

 

 

Notiziario dell’Unione per la tutela degli insufficienti mentali

 

 

LE PRINCIPALI ATTIVITÀ SVOLTE NEL 2004

 

Presentiamo una relazione che fotografa, anche se a grandi linee, l’attività che l’Utim ha svolto nel corso dell’anno 2004.

Innanzitutto è bene ricordare che quest’anno l’assemblea dei soci aveva il compito di rinnovare il direttivo dell’associazione e vi ha provveduto nell’assemblea del 30 marzo 2004. Successivamente il Consiglio direttivo ha riconfermato nelle cariche le persone che già le ricoprivano in precedenza e cioè: presidente Vincenzo Bozza, vice-presidente Vittorio Torres, segretario Bruno Aimar, tesoriere Giuseppe Bergui.

Il direttivo dell’associazione, salvo casi particolari, si riunisce tutti i lunedì in sede alle ore 21 fino ad esaurimento delle tematiche.

• Costante è stata la partecipazione dell’Utim agli incontri periodici delle associazioni aderenti al Csa (martedì dalle 10 alle 12) dove vengono affrontate le tematiche comuni e vengono vagliate le iniziative e le difficoltà che si incontrano ogni giorno nel proprio territorio. Ciò serve a tutti per socializzare successi e sconfitte, ma soprattutto metodologie comuni di interventi. Particolare attenzione è stata data alla lettura ed all’approfondimento della legge regionale 1/2004 sui servizi sociali in Piemonte emanata in applicazione della legge 328/2000. Medesima attenzione è stata dedicata anche alla delibera della Giunta regionale n. 51/2003, accordo sui Lea (Livelli essenziali di assistenza) e su alcune delibere regionali riguardanti le strutture socio-assistenziali attivando, anche con il nostro contributo, appositi momenti di lavoro.

• Diverse sono le famiglie, anche fuori della nostra regione, che hanno parenti che frequentano centri diurni che si sono rivolte a noi per chiedere consigli e sostegno per opporsi alle illegittime richieste di contribuzione fatte loro da parte dei comuni, delle Asl e/o dei consorzi per la frequenza dei centri. Come è noto le leggi vigenti non consentono tali richieste e chi lo fa contravviene allo spirito e alla lettera dell’art. 25 della legge 328/2000 che fa riferimento, nel caso di handicappati maggiorenni riconosciuti in situazione di gravità ai sensi della legge 104/1992, alla situazione economica del solo assistito per determinare l’importo della compartecipazione.

In questo ambito molta importanza ha assunto il caso delle famiglie che hanno parenti che frequentano il centro diurno dell’Asl di Bergamo. Alcune di queste famiglie si sono rivolte a noi in passato per opporsi alla richiesta di pagamento di una parte della retta fatta dall’Asl, che gestisce il centro diurno su delega di vari Comuni.

Orbene, dopo uno scambio piuttosto significativo di lettere di richieste e di dinieghi motivati, tra Asl e famiglie, oltre a nostri interventi diretti con l’Asl e alcuni Comuni che hanno affidato alla stessa la gestione dei servizi socio assistenziali, l’Asl di Bergamo ha, nell’aprile 2004, inviato a tutte le famiglie un decreto ingiuntivo per il pagamento delle quote. Abbiano provveduto immediatamente a contattare un avvocato di Bergamo con il quale il giorno 20 aprile 2004, insieme alle famiglie resistenti, abbiamo impostato la linea difensiva e soprattutto è stata presentata immediatamente richiesta di sospensione del decreto ingiuntivo dell’Asl. Il Tribunale di Bergamo ha provveduto alla sospensione ed ha fissato la data per i processi nel corso dei quali si entrerà nel merito delle richieste dell’Asl e della opposizione delle famiglie.

• Continua la presenza costante di alcuni soci ai lavori delle IV Commissioni riguardanti la sanità e assistenza di diverse Circoscrizioni torinesi (purtroppo non siamo presenti su tutte) che ci permettono di conoscere meglio la situazione nel territorio venendo a contatto con operatori, famiglie e amministratori locali. Tra l’altro è da segnalare il positivo risultato raggiunto nella 7ª Circoscrizione da una nostra socia che con la sua costanza è riuscita a far approvare un ordine del giorno riguardante la contribuzione per i servizi residenziali degli anziani malati cronici non autosufficienti ultrasessantacinquenni e gli handicappati gravi circa l’applicazione dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 nonché dell’articolo 25 della legge 328/00 a cui è seguita la stampa di un libretto informativo sul diritto alle cure sanitarie con il logo della nostra associazione affiancato a quello della Circoscrizione 7 per mettere in risalto il ruolo che l’Utim ha avuto in questa occasione. A seguito delle iniziative assunte dall’Utim, anche le Circoscrizioni 2 e 6 hanno predisposto la stampa di un libretto analogo.

• Sullo stesso tema, “Tutti hanno diritto alle cure sanitarie”, dopo gli importanti risultati ottenuti al tavolo tecnico per l’applicazione dei Lea dai rappresentanti delle associazioni Avo, Sea Italia, Consulta per le persone disabili, Diapsi, Csa, Gruppi di volontariato vincenziano, Società S. Vincenzo de’ Paoli, Utim, si è deciso, con le stesse associazioni, di produrre un libretto informativo sul diritto alle cure sanitarie, i cui costi di produzione sono stati sostenuti dai due centri di servizio per il volontariato di Torino, Vssp e Idea Solidale, che è stato distribuito in iniziative pubbliche, è stato inviato a tutti gli abbonati a Prospettive assistenziali, Controcittà e altre riviste edite da altre associazioni.

Sul medesimo tema è stata anche stampata una locandina informativa che è stata affissa per molti giorni sui mezzi pubblici della città di Torino.

Attualmente l’Utim, insieme alle suddette associazioni, sta raccogliendo le firme per una petizione rivolta al Presidente della Regione Piemonte ed ai sindaci piemontesi con la quale si chiede il rispetto e l’applicazione dell’art. 25 della legge n. 328/2000 circa la compartecipazione degli utenti ai costi dei servizi assistenziali. Finora ne sono state raccolte e consegnate circa 45 mila.

• Abbiamo studiato ed approfondito la nuova situazione che si è venuta a creare dopo la promulgazione della legge 6/2004 altrimenti conosciuta come legge sull’amministrazione di sostegno. Nel merito abbiamo avuto occasione di confrontarci con il Giudice tutelare di Torino con il quale abbiamo cercato di capire l’orientamento del Tribunale di Torino circa l’interpretazione dell’articolato di legge che, ripreso in seguito in diversi convegni ai quali abbiamo partecipato, ci permette di avere una buona conoscenza del tema.

Infatti, siamo anche stati chiamati in più occasioni a parlare ad operatori e volontari di altre associazioni sui cambiamenti che la nuova legge ha portato nel codice civile. Su questo tema ci è stato chiesto inoltre da parte dell’associazione tutori volontari una nostra disponibilità, che abbiamo dato, a fungere da consulenti esperti per un loro progetto che tende ad informare i volontari delle varie associazioni che entrano in contatto con i cittadini.

• Abbiamo richiesto ed ottenuto una audizione in IV Commissione sanità e assistenza del Comune di Torino il 3 marzo 2004 per protestare contro l’illegittima chiusura di una giornata di un centro diurno a gestione indiretta per handicappati gravi intellettivi. Su questa vicenda abbiamo anche sollecitato una interpellanza scritta (presentata dal Gruppo comunale di Rifondazione comunista) alla quale è stato risposto in modo del tutto insoddisfacente oltre che in contrasto con le delibere di riferimento che invece di essere applicate sono state “interpretate”.

• Costante è stata la pubblicazione sul periodico Controcittà della rubrica “Utiminforma” riguardante informazioni su temi inerenti i servizi assistenziali per gli handicappati intellettivi.

• Abbiamo partecipato e organizzato momenti dimostrativi con il Csa (Coordinamento sanità e assistenza) sulle inadempienze rispetto alle persone anziane malate croniche non autosufficienti. Ad esempio, a partire dall’11 ottobre fino al 2 dicembre 2004, tutti i lunedì e giovedì si è tenuto un presidio davanti alla Regione Piemonte per denunciare le inadempienze e le scarse risorse che vengono destinate a questa parte della popolazione.

• Il presidente della nostra associazione, Vin­cenzo Bozza, è stato nominato, in rappresentanza del Csa di cui l’Utim fa parte, componente del Gruppo misto partecipato di cui alla delibera del comune di Torino 5 agosto 2003 (mecc. 06283/019) riguardante l’accreditamento delle strutture socio assistenziali.

• Abbiamo organizzato un progetto, finanziato dal Centro servizi Vssp e per il quale è previsto anche un contributo del Comune di Torino, riguardante gli handicappati intellettivi frequentanti le scuole medie inferiori e superiori circa le possibilità di inserimento al lavoro o di assistenza sociale che si prospettano loro al termine del ciclo formativo.

Allo scopo sono stati organizzati quattro incontri in altrettante scuole della città di Torino che hanno visto la partecipazione di 60/70 persone ad ogni incontro fra le quali si sono notati familiari, insegnanti di sostegno, insegnanti generici, insegnanti di corsi professionali, operatori socio-assistenziali.

Analogo progetto è stato preparato, con un contributo da parte della Provincia di Torino, in altrettante zone della provincia: Ciriè, Giaveno, Pinerolo e Settimo Torinese.

• Un nuovo progetto, teso a far emergere il compito a cui sono chiamati gli operatori socio-sanitari dalla legge 6/2000 sull’amministrazione di sostengo, è stato elaborato e presentato ai due Centri di servizio per il volontariato (Vssp e Cesvol) e alla Provincia di Torino. Il progetto si propone di effettuare una vasta campana di informazione e di sensibilizzazione per far emergere i contenuti dell’art. 3, ultimo comma, della legge 6/2004.

• Abbiamo aiutato e accompagnato (del tutto gratuitamente) numerose famiglie di persone da interdire nel percorso necessario alla presentazione del ricorso per la pronuncia di interdizione presso il Tribunale di Torino.

Il peso di questa attività ricade quasi esclusivamente sul nostro socio Carlo Sessano che continua con impegno nel non facile compito di assicurare a chi si rivolge a noi la necessaria consulenza.

Nel corso del 2004 sono state preparate e seguite 85 pratiche per l’interdizione. A questo ora si sta aggiungendo la necessità di spiegare la nuova figura dell’amministratore di sostegno e di indirizzare nel modo più adeguato le persone per la presentazione delle richieste al giudice tutelare.

 

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