Prospettive assistenziali, n. 149, gennaio - marzo 2005
Specchio nero
ANCORA VIOLENZE NELLA CASA DELLA DIVINA PROVVIDENZA DI BISCEGLIE
Secondo
quanto è stato pubblicato su
Da
notare che nel n. 37, 1977 di Prospettive
assistenziali (1) avevamo segnalato quanto segue in merito alla stessa casa della divina provvidenza di Bisceglie: «Accoglie
3800 persone e dà lavoro a 2000 persone (tutte assunte
con sistemi clientelari) e riceve ogni anno dall’Amministrazione provinciale di
Bari per le sole rette 20 miliardi. Era un vero e proprio “lager” l’istituto
ortofrenico di Bisceglie dove ieri è stata effettuata una ispezione per ordine della procura del
tribunale per i minorenni di Bari (…). Si sono appresi particolari
agghiaccianti che non trovano riscontro in nessuno dei più turpi casi del
genere venuti alla luce negli ultimi venti anni. L’istituto ospita malati
sofferenti di insufficienza mentale: duecento hanno
meno di 18 anni, il più piccolo ne ha cinque; alcuni sono ricoverati da pochi
mesi; altri da anni; un ragazzo di dodici anni è lì da quando ne aveva uno e
mezzo. L’ispezione ha permesso di accertare che tre bambini erano bloccati con
medioevali attrezzi di contenzione; altri tre erano ‘ancorati’ con in piedi ad altrettanti tavoli, con cinte consunte: ai
letti, maniglie con fasce pendenti; negli armadi, viti, manicotti ed altri
rudimentali aggeggi usati per ‘tenere a freno’ i
malati». (Gazzetta del
Popolo del 9 gennaio 1977, l’Unità del 10 gennaio 1977 e Con Nuovi Tempi del 23 gennaio 1977).
Sul n.
43, 1978 di questa rivista avevamo riportato il provvedimento assunto dal
Tribunale per i minorenni di Bari che aveva disposto l’immediata dimissione
dalla suddetta Casa della provvidenza di una minore «non affetta da deficienza mentale tale da renderne
necessario il ricovero».
Infine,
ricordiamo la lettera “Per la sollecita celebrazione dei processi relativi alla vicenda della casa della divina provvidenza” (2) inviata da 815 operatori
socio-assistenziali e altri cittadini al Consiglio superiore della
Magistratura, al Primo Presidente della Corte di appello di Bari, al
Procuratore generale e al Procuratore della Repubblica di Bari, nonché al
Consigliere istruttore di Trani e al Procuratore
della Repubblica della stessa città «perché
siano, senza più indugi e ritardi, istruiti e celebrati i procedimenti penali
in corso presso i giudici istruttori di Bari e di Trani
nei confronti di amministratori e dipendenti della “Casa della divina
provvidenza” di Bisceglie, nonché contro funzionari
pubblici», in quanto «da notizie di
stampa risulta che entrambi i processi, in cui sono state elevate imputazioni
per gravissimi reati (peculato, maltrattamenti aggravati, lesioni personali,
reati elettorali, appropriazione indebita per centinaia di milioni di pensioni
di invalidità spettanti ai ricoverati) sono del tutto fermi».
L’ACCORDO FRA IL COMUNE DI PAVIA
ED I SINDACATI CGIL, CISL E UIL SUI CONTRIBUTI ECONOMICI VIOLA LE LEGGI VIGENTI
Per
l’accesso alle prestazioni sociali agevolate,
È assai
singolare che nella suddetta deliberazione, assunta dalla Giunta allo scopo di
«realizzare un sistema di valutazione
della capacità economica del nucleo familiare con l’utilizzo di criteri
unificati, che diano certezza di parità di trattamento e congruenza della
prestazione sociale agevolata», non vengano prese
in alcuna considerazione le norme sancite dai decreti legislativi 109/1998 e
130/2000, nonostante che detti provvedimenti siano esplicitamente richiamati
nella stessa deliberazione. Le disposizioni ignorate riguardano il possesso di
beni mobili (azioni, obbligazioni, ecc.) e immobili (alloggi, negozi, terreni, ecc.).
Ne
consegue che la delibera della Giunta comunale di Pavia non solo viola le leggi
vigenti (4), ma sancisce una innegabile disparità di
trattamento fra i cittadini che posseggono proprietà anche di rilevante importo
e coloro che non dispongono di alcun bene mobile o immobile.
Inoltre
l’accordo sindacale e la deliberazione in oggetto non fanno alcun riferimento
al comma 2 ter dell’articolo 3 del testo unificato
dei decreti legislativi 109/1998 e 130/2000 in base ai quali, ai fini dei
calcoli concernenti l’Isee, deve essere presa in
considerazione «la situazione economica
del solo assistito» qualora si tratti di soggetto con handicap in
situazione di gravità o di ultrasessantacinquenne
non autosufficiente.
Infine,
è stupefacente che
Alcuni
parlamentari (primo firmatario Marco Zacchera) hanno presentato alla Camera dei
deputati in data 13 maggio 2004 una proposta di legge in cui
è previsto che il vigente primo articolo della legge 184/1983: «Il minore ha diritto di crescere ed essere
educato nell’ambito della propria famiglia» venga
sostituito dal seguente: «Ogni bambino ha
diritto ad una famiglia ed ogni famiglia ha diritto ad
adottare».
Mentre,
com’è ovvio, il diritto a crescere «nell’ambito
della propria famiglia» richiede l’adempimento dei doveri dei genitori ed
eventualmente degli altri congiunti del minore, è inaccettabile che detto
fondamentale e lapalissiano principio venga sostituito
con il diritto «ad una famiglia» e
cioè ad una qualsiasi famiglia.
Inoltre,
è assurdo il riconoscimento a tutte le famiglie del «diritto ad adottare». Attualmente
ogni coppia di coniugi può segnalare la propria disponibilità all’adozione e
ogni singola persona ha la facoltà di avanzare istanza per l’adozione in casi
particolari. Con la modifica prevista dall’On. Zacchera la
disponibilità all’accoglienza dei minori diventerebbe un diritto.
Si
tratta, però, di un diritto assurdo, fra l’altro non previsto in nessun Paese,
anche perché non vi è né in Italia né all’estero un numero di bambini
adottabili e cioè «privi
di assistenza morale e materiale da parte dei genitori e dei parenti tenuti a
provvedervi» sufficiente a soddisfare tutte le richieste.
ROSEMARY KENNEDY:
LOBOTOMIZZATA PERCHÉ TROPPO VIVACE
Nelle
scorse settimane è deceduta all’età di 86 anni Rosemary
Kennedy, la sorella del famoso presidente degli Stati Uniti.
Secondo quanto è stato scritto da Roberta Pasero
su Dipiù del 24 gennaio 2005, Rosemary «aveva un
lieve ritardo mentale, qualche difficoltà nell’apprendimento scolastico, però
era una ragazza che frequentava i salotti, che amava le feste da ballo e i
viaggi in Europa. Era soltanto un po’ troppo
libera e vivace sessualmente».
Per
questo il padre, che è stato ambasciatore degli Stati Uniti in Gran Bretagna,
decise «di farla sottoporre a una lobotomia: un intervento
chirurgico al cervello che, secondo i piani paterni, avrebbe dovuta renderla
meno ribelle e meno esuberante con i ragazzi».
Dal
giorno dell’intervento,
effettuato nel 1941 quando aveva 23 anni, Rosemary «ha trascorso tutta la vita come un
vegetale, mentalmente assente, senza rendersi conto di ciò che capitava intorno
a lei, rinchiusa, o, meglio, sepolta in un istituto per disabili mentali, dov’è
morta».
Da notare
che, come precisa Roberta Pasero, «per anni i Kennedy
affermarono che Rosemary era diventata suora di
clausura, poi dissero che assisteva minorati mentali».
(1) Cfr.
l’editoriale “L’assistenza - Ancora abusi,
maltrattamenti, torture e morti: Governo e Parlamento stanno a guardare”.
(2) Cfr.
Prospettive assistenziali
n. 48, 1979.
(3) La delibera in oggetto
prevede, altresì, i criteri per l’accesso ad altri servizi: telesoccorso,
mantenimento di anziani al proprio domicilio, ecc. L’intesa sottoscritta dall’Amministrazione
comunale e dai Sindacati comprende anche gli asili nido, i centri estivi, la
refezione e il trasporto scolastico.
(4) I decreti legislativi
109/1998 e 130/2000 stabiliscono che l’Isee «è definito dalla somma dei redditi»
aumentata «nella misura del 20 per cento
dei valori patrimoniali». È prevista una franchigia di euro
51.645,69 per i nuclei familiari residenti nell’abitazione di proprietà e di
euro 15.493,70 per il patrimonio mobiliare posseduto.
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