Prospettive assistenziali, n. 150, aprile - giugno 2005
Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
NO ALL’ADOZIONE da
parte DEGLI OMOSESSUALI
Premessa
In Spagna infuria la polemica sulla riforma del diritto di famiglia: un
difficile confronto civile, politico e religioso, nel quale confluiscono
problemi importanti come
il matrimonio, la filiazione, le nozze gay, la questione femminile. Una nuova
legge nazionale, che consentirà non solo il matrimonio fra omosessuali ma anche
l’adozione di figli, deve ancora completare il suo iter parlamentare. Alcuni
parlamentari regionali (Navarra, Province Basche, Aragona, Catalogna) hanno già
approvato modifiche in tal senso. Ogni decisione sulla legislazione familiare
spetta ovviamente agli spagnoli, chiamati a decidere alla luce delle trasformazioni,
sociali e ideali, avvenute nell’attuale fase di sviluppo storico della loro
società. Su un punto però l’Associazione nazionale famiglie adottive e
affidatarie sente il dovere di intervenire, portando
nel dibattito la sua esperienza ultraquarantennale per dissentire sull’adozione
da parte delle coppie gay.
Si può affrontare il tema
dell’adozione da due punti di vista opposti: partendo da quello degli adulti o
da quello dei bambini senza famiglia. Se partiamo
dagli adulti, riconoscendo un loro “diritto” al figlio a tutti i costi,
arriviamo a concedere l’adozione a tutti quanti la vogliono. Se partiamo invece
dalle esigenze affettive ed educative del bambino
dichiarato adottabile perché privo di assistenza morale e materiale da parte
dei familiari, sovente già segnato dagli abusi
e dalle violenze subite, dobbiamo chiederci quali genitori lo Stato
debba dare loro avendo la possibilità di scegliere; infatti per ciascun
bambino adottabile in Italia ci sono 15/20 domande di adozione da parte di
coniugi aventi i requisiti previsti dalla legge n. 184/1983 e successive
modifiche. Vi è quindi un’ampia possibilità di scelta, che consente di
individuare i genitori aspiranti adottivi che danno le migliori garanzie dal
punto di vista affettivo ed educativo.
Numerosissime sono anche le
domande relative ai bambini stranieri, tanto che
migliaia di coppie, che hanno ottenuto il decreto di idoneità dal Tribunale per
i minorenni non riescono ad avere il bambino.
In base ai dati sopra citati non
ci sembra il caso di estendere le possibilità di adozione
ad altri gruppi di adulti. D’altra parte, sotto il profilo affettivo ed educativo, è sicuramente preferibile che i bambini
adottabili siano accolti da una mamma e da un papà, se possibile con altri
fratelli o sorelle, e cioè da una famiglia come quella della maggioranza dei
loro coetanei. L’Anfaa, pur ritenendo che debbano essere eliminate le
discriminazioni che gli omosessuali ancora oggi subiscono, ribadisce
che i diritti dei bambini in stato di adottabilità
sono prioritari, devono essere tutelati e non devono essere utilizzati per
legittimare la convivenza degli omosessuali. Segnaliamo su questo tema
l’importante dichiarazione di Paolo Hutter, noto
esponente dell’Arcigay, che già dieci anni fa, nel 1994, ha affermato: «L’adozione non è da intendersi come un
diritto dei cittadini aspiranti genitori ma come un diritto dei bambini
abbandonati, il diritto di avere dei genitori. Anche
secondo noi per un bambino abbandonato – dichiarato legalmente in stato di adottabilità – è meglio avere
un padre e una madre. E oltretutto ciò è addirittura
ovvio in Italia dove per ogni bambino dichiarato adottabile ci sono decine di
coppie eterosessuali (non solo, ma anche benestanti, quarantenni, ecc.) che
attendono da anni un bambino da adottare».
Come ha anche ricordato Fabrizio Papini, vice-presidente dell’Anfaa fiorentina «l’adozione non è un’opera buona, né un
rimedio contro la sterilità e neppure un modo per appagare il desiderio di
posterità degli adulti.
L’adozione è il mezzo per rendere operante il diritto di ogni
bambino abbandonato ad avere una famiglia. Ne deriva che non esiste un diritto
all’adozione per gli adulti (per nessun adulto), sono
viceversa i bambini ad avere “diritto” a una famiglia». Precisiamo altresì
che l’attenzione nei confronti dell’infanzia disagiata può trovare una positiva risposta anche attraverso il sostegno di progetti
di solidarietà che molte associazioni e organizzazioni non governative
promuovono nei Paesi in via di sviluppo.
ANCHE L’ON. CASINI È CONTRARIO ALL’ADOZIONE
DA PARTE DELLE COPPIE GAY
L’on. Pier Ferdinando Casini,
presidente della Camera dei Deputati, in data 11 maggio 2005 ha dichiarato: «Fermo restando il diritto di coppie dello
stesso sesso di vivere insieme e di condividere un nucleo reciproco di affettività, dissento fermamente dalla legislazione di
alcuni Paesi, come la Spagna, in materia di adozione. Tra il legittimo
desiderio di due persone dello stesso sesso di poter adottare un figlio e il
diritto del minore ad avere una affettività naturale
da parte di una madre e di un padre credo vada attribuita prevalenza alla
tutela del diritto del più debole. Una scelta diversa andrebbe altrimenti
incontro al diritto del più forte».
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