Prospettive assistenziali, n. 151, luglio - settembre 2005
Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
NUOVO
PROCEDIMENTO PER L’ACCERTAMENTO DELLO STATO DI ADOTTABILITÀ: QUARTO RINVIO
A distanza di quattro anni dalla
frettolosa approvazione della legge n. 149/2001 che ha apportato modifiche,
molto contrastate dall’Anfaa, alla legge n. 184/1983 in materia di adozione e affidamento dei minori, è stato approvato il
quarto decreto legge (n. 115 del 30 giugno 2005) che, all’art. 8, proroga al 1°
luglio 2006 l’entrata in vigore del nuovo procedimento relativo
all’accertamento dello stato di adottabilità dei minori previsto dal titolo
III, capo II della suddetta legge n. 149/2001. La motivazione addotta è la
discussione in corso al Senato del disegno di legge n. 3048 relativo alla
disciplina della difesa d’ufficio nei giudizi civili minorili.
Resta quindi
ancora in vigore la procedura prevista dalla legge n.184
/1983.
Ricordiamo che la nuova normativa
prevede che la segnalazione dei minori in possibile stato di adottabilità
sia indirizzata non più al Tribunale per i minorenni ma al Procuratore della
Repubblica presso il Tribunale per i minorenni (art. 9, comma 1), il quale la
trasmette al Tribunale per i minorenni, se ritiene vi siano i presupposti di
legge per chiedere l’apertura del procedimento di adottabilità.
L’art. 8 prevede che questo
procedimento debba svolgersi con l’assistenza legale del minore, dei genitori e
degli altri parenti che abbiano rapporti significativi
con il minore stesso; inoltre, fin dall’apertura del procedimento, i genitori
del minore devono essere invitati dal Tribunale per i minorenni a nominare un
difensore che potrà partecipare a tutti gli accertamenti disposti dallo stesso
Tribunale; essi, con l’assistenza del difensore, potranno «presentare istanze anche istruttorie e prendere visione ed estrarre
copia degli atti contenuti nel fascicolo previa autorizzazione del giudice»
(art.10, comma 2).
Aspetti indubbiamente positivi delle modifiche introdotte sono l’eliminazione di
un livello di giudizio (e cioè del ricorso previsto presso lo stesso Tribunale
per i minorenni) e la definizione di tempi certi per la dichiarazione
definitiva dell’adottabilità: i ricorsi in Corte di appello e in Cassazione
devono infatti essere discussi entro sessanta giorni dal deposito degli atti.
La nuova normativa prevede, altresì, che la Sezione per i minorenni della Corte
di appello debba depositare la sentenza entro quindici
giorni dalla sua pronuncia.
Purtroppo, l’attuazione di queste
positive innovazioni è ancora una volta rinviata.
Per prevenire l’abbandono e gli
infanticidi: una positiva decisione del ministero per
le pari opportunità
«Non abbandonarlo, puoi partorire anche senza
dare il tuo nome. Il suo futuro sarà protetto».
Questo è lo slogan dell’importante campagna di informazione
che il Ministero per le pari opportunità ha lanciato le scorse settimane
attraverso i mezzi di informazione.
Il suddetto
Ministero, con la collaborazione della Commissione per le pari opportunità fra
uomo e donna, ha anche pubblicato un libretto in cui viene
precisato che la scelta della donna di non riconoscere il proprio nato «è rigorosamente protetta dalla legge» e
che «per partorire in anonimato ci si può
recare presso i centri ospedalieri pubblici della propria zona di residenza,
nei reparti di ginecologia e ostetricia, o ci si può rivolgere alla Als, servizi sociali, sanitari ed educativi».
Inoltre, viene segnalato che «anche
se clandestina» l’immigrata può far nascere il bambino «in una struttura pubblica senza temere di subire provvedimenti di
espulsione», che «sia la donna
sposata che quella non sposata hanno il diritto di riconoscere o meno il
neonato» e che nel caso di non riconoscimento «l’Ufficiale di stato civile, dopo aver attribuito al neonato un nome
e un cognome, procede entro 10 giorni alla segnalazione al Tribunale per i
minorenni per la dichiarazione di adottabilità».
In merito alla
campagna promossa dal Ministro Stefania Prestigiacomo, gli Assessori alla solidarietà sociale e
alle pari opportunità della Provincia di Torino, in un comunicato del 20 luglio
2005 hanno però espresso la loro piena adesione all’iniziativa e, anche «sulla base delle esperienze positive
condotte dalla stessa Amministrazione provinciale torinese e da numerosi altri
entri pubblici e privati», hanno sottolineato che «per evitare gli infanticidi e gli abbandoni che mettono in pericolo la
vita dei neonati, non è sufficiente (anche se necessario) informare le donne in
difficoltà in merito al loro diritto – sancito da leggi vigenti da decenni – al
segreto del parto. Occorre, altresì, che alle gestanti venga
fornito il necessario sostegno psico-sociale perché
possano assumere, con la massima loro responsabilizzazione possibile, le
decisioni circa il riconoscimento o meno dei loro nati. Per essere efficace,
questo sostegno deve essere assicurato prima, durante e dopo il parto, come
prevede la tuttora vigente legge 6 dicembre 1928 n. 2838».
Queste tematiche
verranno affrontate nel convegno “Il diritto di tutti i bambini fin dalla
nascita alla famiglia e la prevenzione dell’abbandono” che la Provincia di
Torino organizza insieme all’Associazione promozione
sociale e che si terrà a Torino venerdì 21 ottobre 2005 ed il cui programma è
allegato a questo numero di Prospettive
assistenziali.
UNA IMPORTANTE INIZIATIVA DELLA SEZIONE ANFAA DI NOVARA
SU “L’ADOZIONE E L’AFFIDAMENTO SI IMPARANO A SCUOLA”
Come abbiamo più volte rilevato, il numero degli alunni
adottati e affidati è notevolmente cresciuto e l’Anfaa ha assunto numerose
iniziative (incontri e corsi per insegnanti, genitori, ecc.) per favorire la
loro piena integrazione, rispettando la storia personale di ognuno.
Un contributo determinante per
il superamento dello stereotipo che fonda i legami familiari esclusivamente sui
legami biologici, è stato fornito con i libri Siamo tutti figli adottivi e L’affidamento si impara a scuola, che contengono unità didattiche sulla filiazione e la genitorialità, in cui sono privilegiati i rapporti
affettivi e formativi rispetto a quelli cosiddetti “del sangue”, mettendo in
primo piano il diritto di tutti i bambini, compresi quelli in situazione di
handicap, a crescere in una famiglia e in un contesto accogliente. Le unità
didattiche suggerite stimolano la sensibilità sociale dei ragazzi sui problemi
dell’infanzia con difficoltà familiari o in stato di adottabilità,
confermando così che il sistema scolastico può anche farsi carico di alcuni
aspetti dell’educazione sociale e familiare.
Particolarmente intensa su questa tematica
è stata l’azione svolta dalla sezione Anfaa di Novara, che negli anni scorsi ha
sperimentato in diverse scuole dell’obbligo nuovi strumenti di comunicazione.
Ultimo, in ordine di tempo, è la realizzazione
del Cd-rom “Il bosco delle betulle”, basato sul gioco e la narrazione, di cui
uniamo una breve presentazione della dottoressa Matilde Treno.
Ulteriori informazioni
possono essere richieste a Emilia Pistoia, Presidente della sezione Anfaa di
Novara (via Roggia Ceresa 24, 28100 Novara, tel.0321/625.912, e-mail: emiliapistoia@virgilio.it).
Testo della
presentazione
Lo spirito fondamentale del gioco
(e la sua qualità essenziale) è l’assoluta imprevedibilità: un folletto
inafferrabile e sfuggente (Nannetti).
Il gioco è una parte
indispensabile nella crescita del bambino e determinante
per avviare un sano apprendimento di tipo motorio, psichico, sociale.
Con l’attività ludica il bambino, infatti, impara ad agire senza lasciarsi
scoraggiare dagli errori e senza pensare al tempo, sviluppando così la sua
creatività e fantasia.
Il gioco rilassa il
bambino e, come accade per l’adulto, diventa alla stesso
tempo un diversivo alle tensioni infantili e adolescenziali.
Attraverso il gioco
è anche possibile avvicinarsi a tematiche complesse e
difficili come l’adozione e l’affidamento familiare che sono spesso
incomprensibili per un bambino, ma con i colori, le forme, la fantasia, la
narrazione e la propria “magica” rappresentazione pittorica si aiuta il bambino
e la classe ad ascoltare senza timore ciò che l’adulto racconta.
Il Cd realizzato
offre proprio la possibilità di affrontare questi argomenti percorrendo “un
sentiero magico” in cui lo spettatore incontra personaggi del mondo animale con
cui interagire, da osservare, sostenere e “svelare”.
Durante la
narrazione delle varie storie i protagonisti di ogni
vicenda affrontano un problema oppure un dramma che risolveranno grazie al
riconoscimento dei loro “oggetti magici” (stelle brillanti, scrigni, diari
fantastici …), il cui intenso e profondo potere trasformativo
consentirà di approdare a un lieto fine.
La rappresentazione
del contenuto del Cd è graficamente intuitiva, il percorso e
la ricerca delle storie avviene in un ambiente virtuale semplice e
rassicurante.
Il cammino
interattivo contenuto nel Cd accompagna il bambino mano nella mano durante tutto il viaggio. Di tanto in tanto appaiono dei
questionari a cui è necessario rispondere per riprendere il percorso narrativo
e raggiungere uno spazio immaginario in cui, con pennello e matita attivati dal
mouse, è possibile “metterci del proprio” colorando
qua e là.
Il percorso,
tuttavia, non si ferma solo a questo.
Il disegno, la
riflessione personale e i ruoli dei personaggi possono trasformarsi e dar vita a un gioco collettivo. La competenza
dell’insegnante, o dell’educatore, che condurrà l’esperienza descritta
consentirà, nel rispetto dell’individualità di ogni
bambino, di riconoscere le difficoltà e le potenzialità di ogni personaggio
della storia, anche attraverso un confronto e un’analisi dei punti di forza del
gruppo stesso che potranno essere rappresentati, discussi e condivisi con gli
altri.
Il Cd “Il bosco
delle betulle” è uno strumento di grande utilità in
quanto offre un “dizionario grafico, linguistico ed espressivo” in grado di
trasmettere valori e offrire argomenti indispensabili per la crescita del
bambino e del gruppo, incoraggiando così “all’ascolto delle proprie emozioni” e alla condivisione del proprio
vissuto emotivo con gli altri.
www.fondazionepromozionesociale.it