Prospettive assistenziali, n. 153, gennaio - marzo 2006
Interrogativi
Secondo
il succitato quotidiano il sindaco, Massimo Garavaglia,
esponente della Lega Nord «giustifica il
provvedimento della Giunta, che ha già stanziato 10 mila euro nel prossimo
bilancio per l’operazione, come un servizio per l’intero territorio che non
c’era e auspica che siano soprattutto le donne extracomunitarie a servirsene. La
ruota degli esposti, che sarà attiva dai primi mesi del 2006, vuole avere
carattere sovracomunale e servirà anche per
rispondere alla forte domanda di adozione».
In
merito a questa iniziativa di predisporre una ruota
contro gli abbandoni dei neonati, il Csa
(Coordinamento sanità ed assistenza fra i movimenti di base) ha inviato a
Massimo Garavaglia una lettera in data 9 dicembre
L’istituzione
della medioevale ruota non ignora totalmente le esigenze delle donne in
difficoltà e dei loro nati?
Com’è
stato rilevato nel convegno di Torino del 21 ottobre 2005 “Il diritto di tutti
i bambini fin dalla nascita alla famiglia e la prevenzione dell’abbandono”,
organizzato dalla Provincia di Torino e dall’Associazione promozione sociale,
non è solo
necessario informare le donne in merito alla possibilità di partorire in
ospedale con la garanzia dell’assoluto anonimato, ma è altresì indispensabile
la predisposizione di servizi altamente specializzati (1-
Infatti,
come ha giustamente rilevato Paolo Raspanti, presidente
della sezione di Firenze dell’Anfaa (Associazione nazionale famiglie adottive e
affidatarie) nel comunicato stampa del 3 febbraio 2006 «non è accettabile che la partoriente venga
lasciata sola prima e dopo il parto e che ci si preoccupi solamente di
salvaguardare la sopravvivenza del bambino».
Anche il movimento per la vita ha predisposto
una “ruota degli esposti”, inaugurata a Firenze il 4 febbraio 2006.
Su
A che
cosa possono servire le ruote di Marcallo con Casone e di Firenze, visto che se le donne partoriscono in
ospedale, oltre a ricevere esse stesse e il bambino le
necessarie cure, possono lasciare il neonato senza riconoscerlo?
Le ruote
servono forse per favorire il parto a domicilio e per trasferire i bambini
appena nati e quindi debolissimi dall’abitazione al luogo in cui i congegni di
medievale memoria sono collocati?
È questo
il rispetto della dignità e delle esigenze dei neonati e delle donne?
Perché
fin ora il Comune di Marcallo con Casone
e il Movimento per la vita non hanno intrapreso azioni
per obbligare le Province inadempienti (e non sono poche) a rispettare
le norme della legge 2838 del 1928 che le obbliga tuttora (salvo diversa
normativa approvata dalle Regioni) a fornire il necessario sostegno psico-socio-economico alle gestanti in condizioni di
disagio?
PERCHÉ
con un ritardo di alcuni decenni,
Premesso
che oltre alla malattia di Alzheimer vi sono altre
forme di demenza senile, non è sconvolgente che Valeria De Bortoli,
Segretario nazionale della Federazione nazionale dei pensionati Cisl, ometta di segnalare nella circolare n. 288/LC/rb del 22 novembre 2005 gli obblighi del Servizio sanitario
nazionale?
Non è
forse vero che dal 1978, atto di entrata in vigore
della legge 833, la sanità è obbligata a curare i suddetti soggetti non solo a
domicilio ma anche mediante il ricovero gratuito presso ospedali e case di cura
private convenzionate durante le fasi acute e presso strutture socio-sanitarie
quali le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) nel corso di tutto il periodo
della cronicità, senza alcun limite temporale?
Perché
nella citata circolare, il Segretario nazionale della Cisl
non precisa che durante la fase cronica il costo della
degenza presso le strutture socio-sanitarie è a carico del Servizio nazionale
nella misura minima del 50% della retta totale, mentre l’utente deve versare al
massimo il 50% ma limitatamente alle sue personali risorse economiche?
E per
quali motivi omette di evidenziare che in base alle leggi vigenti, i congiunti,
compresi quelli conviventi, non hanno alcun obbligo giuridico di svolgere le
funzioni assegnate dalle leggi vigenti al Servizio sanitario nazionale, né sono
tenuti a versare alcuna somma per il ricovero?
Non
sarebbe opportuno che
Per quale
ragione non avverte gli associati e le loro famiglie che le dimissioni delle
persone colpite da demenza senile da ospedali e dalle case di cura private
convenzionate possono essere bloccate con il semplice invio di
alcune lettere raccomandate tenuto conto che, com’è previsto dalla
circolare in oggetto, il costo di un malato di Alzheimer curato a casa si
aggira su 20-30mila euro l’anno?
Infine
non riusciamo a comprendere in base a quali principi
PER
QUALI MOTIVI L’ISTITUTO DI RICOVERO PER MINORI VIENE ORA CHIAMATO CASA
FAMIGLIA?
Abbiamo
più volte precisato su questa rivista che il ricovero di minori in istituto è estremamente negativo.
Si veda,
ad esempio, l’articolo “Perché costruire nei Paesi poveri istituti per bambini
in difficoltà quando esistono valide alternative”,
pubblicato sul numero 151/2005.
Per
quanto concerne il nostro Paese il Parlamento, mediante la legge 149/2001, ha
stabilito la chiusura di tutte le nostre strutture di ricovero (escluse le
comunità alloggio) entro e non oltre il 31 dicembre 2006.
Poiché,
com’è ovvio, le conseguenze estremamente negative e
spesso permanenti dell’istituzionalizzazione non riguardano solo i fanciulli
italiani, ma tutti i minori compresi quelli del terzo mondo,
non si comprende per quale ragione siano state destinate rilevanti risorse
economiche per costruire nuovi complessi residenziali per decine e decine di
bambini nelle zone colpite dal maremoto del dicembre 2004.
Come si
può sostenere che si tratti di iniziative decise a fin
di bene?
Inoltre
è possibile sapere in base a quali criteri nei
giornali (cfr. ad esempio
Non si
tratta di un espediente che non modifica in nulla e per nulla le ricordate
negative conseguenze per i minori che saranno ricoverati?
Altresì,
non è un artificio fuorviante nei confronti dei benefattori?
(1) Oltre ad avere più volte segnalato ai Sindacati Cgil, Cisl e Uil
le vigenti norme di legge e le esperienze acquisite dal Csa
(Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di base) e dalla Fondazione promozione sociale sia in materia di
opposizione alle dimissioni ospedaliere di anziani ancora necessitanti di cure
sanitarie e non curabili a domicilio, sia per quanto riguarda le vertenze sulle
contribuzioni economiche, ricordiamo i numerosi articoli apparsi su Prospettive assistenziali elencati nella
nota 15 dell’editoriale dello scorso numero “Una irragionevole e
controproducente proposta di legge dei Sindacati dei pensionati Cgil, Cisl e Uil
sulla non autosufficienza”.
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