Prospettive assistenziali, n. 153, gennaio - marzo 2006
Notizie
SENTENZA DELLA CORTE
COSTITUZIONALE in materia di non
discriminazione e di sanità
Con la
sentenza n. 432, decisa il 28 novembre 2005 depositata in Cancelleria il 2
dicembre 2005,
In
merito,
Per
quanto concerne la «funzione dei singoli
“bisogni” di locomozione (fra i quali ben possono annoverarsi – ma non
necessariamente e non soltanto – quelli connessi alla salute o al lavoro)»
Precisa
inoltre che «distinguere, ai fini della applicabilità della misura in questione, cittadini
italiani da cittadini di paesi stranieri – comunitari o extracomunitari –
ovvero apolidi, finisce dunque per introdurre nel tessuto normativo elementi di
distinzione del tutto arbitrari, non essendovi alcuna ragionevole correlabilità tra quella condizione positiva di ammissibilità
al beneficio (la cittadinanza italiana, appunto) e gli altri peculiari
requisiti (invalidità al 100% e residenza) che ne condizionano il
riconoscimento e ne definiscono la ratio
e la funzione».
A questo
proposito la sentenza ricorda che «l’articolo
41 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286 (Testo unico delle
disposizioni concernenti la disciplina dell’immigrazione e norme sulla
condizione dello straniero) espressamente sancisce il principio secondo il
quale gli stranieri titolari della carta di soggiorno o di permesso di
soggiorno di durata non inferiore ad un anno, nonché i
minori iscritti nella loro carta di soggiorno o nel loro permesso di soggiorno,
sono equiparati ai cittadini italiani ai fini della fruizione delle provvidenze
e delle prestazioni, anche economiche, di assistenza sociale, incluse quelle
previste (...) per i sordomuti, per i ciechi civili, per gli invalidi civili e
per gli indigenti».
Norme fondamentali in materia di
sanità
Per
quanto riguarda lo «specifico versante
del diritto alla salute», nella sentenza viene
ricordato che
OBBLIGHI DEL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE NEI RIGUARDI DI
UN GIOVANE AUTISTICO
Come risulta dalla sentenza n. 15246 del 15-19 settembre 2005
emanata dal Tribunale di Roma «Antonio A.
e Giuliana V. sono genitori di tre figli, uno dei quali, Valerio, è affetto da
una grave forma di autismo. In seguito a trasferimento
di Antonio A., per ragioni di servizio, la sua
famiglia ha vissuto in Gran Bretagna dal gennaio 1993 al settembre 1997. Durante
questo soggiorno il giovane Valerio è stato ammesso in una delle numerose
strutture altamente specialistiche del Regno Unito per
la cura dell’autismo, l’Istituto Longdon H. S.; il costo del ricovero è stato sostenuto in misura
del 95% dal servizio sanitario pubblico italiano, in particolare della Asl Rm/B, anche successivamente
al rientro della famiglia A. in Italia. Nel dicembre
Nella
relazione presentata dal consulente tecnico incaricato dal Tribunale viene evidenziato che «il
giovane Valerio è affetto da una forma molto grave di “sindrome autistica” che richiede interventi continuativi di
carattere terapeutico-riabilitativo, scolastico e
parascolastico, ma soprattutto di tipo assistenziale e sociale, a fronte dei
disordini comportamentali e relazionali del malato. Egli ha individuato, nel
Comune di N., una struttura ricettiva, denominata Centro O., idonea a garantire
al giovane Valerio un sufficiente livello socio assistenziale, non disgiunto da
elementari contenuti di ordine socio riabilitativo, con minor dispendio
organizzativo ed economico, sia per la famiglia che per la comunità, rispetto
alla soluzione britannica, in attesa di una definitiva sistemazione del malato
in una struttura maggiormente idonea. Dopo il deposito della relazione del
consulente, il Tribunale ha acquisito documentazione comprovante la mancanza di
disponibilità di posti anche presso il Centro O.».
Conclusa
l’istruttoria, il Tribunale di Roma «ha
condannato
FIRENZE: INAMMISSIBILI CARENZE RISCONTRATE NELLE RSA
l’adina (Associazione per la
difesa dei diritti delle persone non autosufficienti), con sede in Firenze, Via
Vittorio Emanuele 135, tel. 055.48.68.38, fax 055.46.25.985, e-mail:
adina.firenze@email.it, ha pubblicato un libretto dal titolo Una vecchiaia serena…? in cui sono state raccolte e presentate dalla presidente
Anna Nocentini storie vere sugli anziani non
autosufficienti ricoverati presso Rsa (Residenze sanitarie assistenziali).
Fra le
testimonianze riportiamo quella di un familiare: «Come di consueto mi reco a far visita e
compagnia, nonché assistenza personale, ad una mia parente stretta che è
ricoverata in una struttura dove vengono assistite persone non autosufficienti.
Puntualmente si evidenziano situazioni di malessere e drammatiche realtà che
ormai, sfortunatamente consolidatesi, fanno parte della quotidianità. Non
essendo conosciute dalla maggior parte delle persone, ne elenco
soltanto alcune.
«Gli ospiti vengono
spesso lasciati in stanze al buio (forse per risparmiare la corrente
elettrica?).
«Gli ospiti che non hanno
patologie sofferenti si ritrovano nel soggiorno comune insieme ad altri che urlano, si lamentano, piangono per le loro
malattie, gettandoli in uno stato d’animo di angoscia tanto da venirne loro
stessi “contagiati” (perché le Rsa non hanno almeno tre sale a disposizione per
dividere in gruppi i vari pazienti invece di raggrupparli tutti insieme in una
stanza comune?).
«Spesso ci sono ricoverati che
allungano le mani in pazienti di sesso femminile, magari immobilizzate su sedie
a rotelle, per palpeggiarle. Si può trovare il personaggio psicotico che
picchia senza motivo altri ricoverati che fisicamente non possono difendersi
neppure a parole. C’è quello che dice parolacce o si masturba e così via senza
che alcun operatore intervenga in quanto gli ospiti vengono
tutti abbandonati nella stanza comune senza alcun controllo. Infatti
quando qualcuno cade viene ritrovato anche dopo ore prima di essere soccorso.
«Il personale addetto, ovvero gli “operatori”, sono figure improvvisate per fare
assistenza agli anziani ed intervengono anche come infermieri senza alcuna
specializzazione o preparazione. Capita così che, nel muovere un anziano
fisicamente debole, possono anche rompergli un arto. Quindi il personale delle
Rsa dovrebbe, oltre a usare sensibilità e cervello,
essere anche ben preparato alle cure del paziente. Le pulizie delle camere, dei
bagni, della sala da pranzo sono molto carenti.
«La cura dell’igiene orale nei
ricoverati dovrebbe essere eseguita con la massima attenzione e controllo, sia in presenza di protesi dentarie che dei pochi denti, in
alcuni casi, rimasti. Questo servizio previsto è costantemente “dimenticato” e
pertanto disatteso, con le conseguenze del caso: infiammazioni, infezioni. Così come la pulizia dell’ospite, anche quella giornaliera: unghie
sporche, macchie di cibo nel viso e sui vestiti.
«Manca personale, possibilmente
specializzato, per intrattenere e coinvolgere gli ospiti durante la giornata,
magari anche con musica.
«Alimentazione per gli anziani
che devono essere imboccati. In pochi minuti
il personale cerca di farli mangiare, ma siccome trattasi di patologie “grandi
invalidi” che già deglutiscono con difficoltà o hanno masticazioni
lente, questi riusciranno al massimo a buttar giù pochi cucchiai e nessuno si
prende cura di farli bere. D’altra parte il personale ha pochissimo tempo a
disposizione e nessuna motivazione ad impegnarsi, né esiste alcun controllo da
parte delle assistenti sociali che hanno fatto il
ricovero; pertanto se le famiglie non intervengono personalmente o remunerano
persone private per imboccare il proprio caro, dopo un po’ l’anziano passa ad
essere alimentato con flebo, sondini ed altre torture fino a soccombere quanto
prima. Finalmente! Tanto le Rsa hanno liste di attesa
chilometriche.
«Le Rsa pretendono dai ricoverati
e dagli enti erogatori troppi soldi per i servizi che non offrono».
ROMA: CHIUSO DAI CARABINIERI UN ALTRO
OSPIZIO ABUSIVO
a seguito di una segnalazione anonima, i Carabinieri hanno ispezionato Villa Nobili, una struttura a due passi da Ardea, a trenta minuti di auto da Roma.
Hanno
scoperto un uomo di novantacinque anni, una donna ottantacinquenne e una
giovane di trentadue anni con problemi psichiatrici «quasi reclusi in una struttura che non aveva uno straccio di qualsiasi
certificazione per fare assistenza geriatrica o di qualsiasi altro tipo».
È,
quindi, stata immediatamente sequestrata e chiusa dagli uomini dell’Arma.
I
ricoverati erano custoditi da una cittadina bulgara senza permesso di soggiorno
e priva di qualunque qualifica. La titolare è stata
denunciata.
Purtroppo continuano a
proliferare le strutture abusive che traggono notevoli vantaggi economici dal
ricovero dei vecchi e degli adulti malati.
È questa la triste conseguenza
delle mancate prestazioni del Servizio sanitario nazionale che continua a
violare le leggi vigenti che gli impongono di curare anche le persone non
autosufficienti.
Da notare che, come
è stato precisato su Avvenire del
30 agosto 2005, «nel periodo compreso fra
il gennaio 2002 e l’agosto 2003, i Nas avevano
effettuato 4.109 ispezioni in strutture sanitarie e sociali per anziani,
durante le quali erano state rilevate 1.620 infrazioni penali e 1.053
infrazioni amministrative, 15 persone erano state arrestate, 998 segnalate
all’autorità giudiziaria e 591 all’autorità amministrativa».
Nello stesso periodo «i militari avevano chiuso 80 “case” ed effettuato centinaia di sequestri di mezzi, infrastrutture
ed attrezzature per un valore complessivo di 48 milioni di euro».
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