Prospettive assistenziali, n. 154, aprile - giugno 2006
Notiziario
della Fondazione promozione sociale
L’attività di
tutela del Comitato per
Come i lettori ricordano,
La consulenza è fornita, previo appuntamento, a titolo gratuito e lo
sportello è attivo per:
– fornire le informazioni e il sostegno necessari ai familiari di soggetti
con handicap intellettivo e ai congiunti di adulti e
anziani cronici non autosufficienti (compresi i malati di Alzheimer), affinché
possano difendere al meglio i diritti dei propri familiari;
– aiutare i cittadini a predisporre correttamente le richieste agli Enti
pubblici per ottenere le prestazioni necessarie (ad esempio comunità alloggio);
– ottenere la prosecuzione delle cure presso ospedali o case di cura private convenzionate degli adulti e degli anziani
cronici non autosufficienti, quando non è possibile il loro rientro a domicilio
e non è disponibile un posto letto convenzionato con l’Asl
in una residenza socio-sanitaria;
– richiedere agli Enti locali l’integrazione delle rette di ricovero,
prevista dalle leggi vigenti, che riguardano gli anziani malati cronici non
autosufficienti ultrasessantacinquenni ed i soggetti con handicap in situazione
di gravità che non dispongono di risorse sufficienti
per il versamento dell’intera quota a loro carico.
Nell’ambito dell’attività di tutela dei casi individuali seguiti in questo ultimo periodo, merita raccontare la vicenda della
signora M.M., di anni 94, gravemente malata e non
autosufficiente a causa di un grave deterioramento cognitivo.
Dal caso singolo al problema generale
Dalle sue vicissitudini emerge quanto sia
vergognoso il comportamento dell’Amministrazione regionale nei confronti di
questi malati già duramente provati dalle loro gravi condizioni di salute.
Infatti,
nonostante le segnalazioni, come vedremo, inoltrate dalla Fondazione, gli
Assessori alla sanità e all’assistenza non hanno mosso un dito per impedire che
l’anziana donna fosse trasferita da un posto all’altro, come un pacco postale.
È vero che l’ammalata ha ottenuto il diritto alle cure sanitarie, ma
subendo tutti i disagi e i traumi conseguenti ai cambiamenti.
Per tali ragioni,
Risposta del Direttore sanitario dell’Asl
5 agli Assessori regionali e alla Fondazione promozione sociale
Riportiamo, altresì, per la completa conoscenza della situazione, la
lettera del Direttore sanitario dell’Asl
5, datata 21 febbraio 2006 e la nota riassuntiva redatta dalla stessa Asl in merito della signora M. M.
«Con riferimento alla lettera della
Fondazione promozione sociale, a firma della signora Maria
Grazia Breda, in data 15 dicembre 2005 relativa al
ricovero della Signora M. M., si ritiene che la situazione possa essere
affrontata su due piani:
1. quello dell’assistita, signora M. M., di cui l’Uvg dell’Asl 5, competente per
territorio, si è occupata e si sta occupando;
2. quello della gestione delle urgenze
e delle liste d’attesa degli anziani per il ricovero in strutture residenziali.
«Per il
punto uno si allega la sintesi degli interventi effettuati e proposti, in
ordine di data, dalla domanda presentata alla Uvg al ricovero in ospedale e ai successivi trasferimenti
in strutture riabilitative di primo livello. Per il punto due si tenta di
seguito la esposizione delle principali criticità. Il
numero di anziani è in costante aumento, questo lo
rileviamo dai dati forniti dalle anagrafi comunali, altrettanto sono in aumento
i nuclei famigliari composti da una sola persona, spesso anziana, e ancora,
sono in aumento gli anziani non autosufficienti per i quali viene richiesto sia
un intervento di ricovero in residenzialità che cure
a domicilio.
«Le Aziende
sanitarie locali hanno, con gli Enti gestori delle risorse assistenziali,
sviluppato le loro reti di intervento sul territorio cercando di differenziare
l’offerta di sevizi in modo da rispondere ai diversi bisogni in modo più
appropriato. Nonostante questo l’offerta non soddisfa
in tempo reale tutta la domanda, ma
si sono create oramai da anni delle liste d’attesa per accedere agli
interventi.
«I criteri per valutare le priorità e inserire i soggetti
in lista d’attesa sono quelli previsti dalla normativa regionale, ripresa nei
regolamenti aziendali.
«Il ricovero in ospedale e l’opposizione alla dimissione
creano il trasferimento in strutture riabilitative, non sempre appropriato, e
generano l’aspettativa o di una ripresa con
restituzione alle condizioni precedenti il ricovero o di un immediato
inserimento in residenzialità, a fronte del
persistere del problema. Aspettative queste, spesso
generate dallo stesso clinico che trasferisce in struttura riabilitativa, senza
un vero e proprio progetto assistenziale con il coinvolgimento di tutti i
possibili attori. In tal modo si sta diffondendo, pericolosamente, l’idea che
il passaggio in ospedale e poi in struttura riabilitativa faccia acquisire un
vantaggio sulla lista d’attesa, che verrebbe a ledere il diritto di coloro che stanno aspettando il posto in residenzialità,
nelle loro case con alto carico assistenziale dei famigliari, o già ricoverati
in residenzialità a proprie spese, rendendo infine
ingestibile la lista d’attesa e vanificando il lavoro di valutazione delle
priorità svolto dalle Uvg.
«Si sottolinea
che i fondi per pagare i ricoveri in casa di cura sono erogati dalla Regione
Piemonte a budget annuale, sulla scorta di tariffe concordate a livello
regionale e delibera della Giunta regionale, mentre quelli per pagare i
ricoveri in residenzialità sono presenti nella quota capitaria e, anche se rivisti annualmente, non sono stati
incrementati in ragione della domanda.
«Si è consapevoli che questa vicenda evidenzia delle
contraddizioni organizzative e un contrasto di interesse
tra le esigenze del singolo e quelle della “lista d’attesa”, che neppure una
maggiore disponibilità di risorse appianerà del tutto».
Infine il Direttore dell’Asl segnala la già
citata situazione a dir poco allarmante. Risulta infatti che per il solo distretto di riferimento
nella lista di attesa per ricovero in Rsa vi sono:
«n. 41 persone; la signora M. M. risulta in lista al 37° posto; al primo posto utente
che ha presentato la domanda il 5 marzo 2003 attualmente ricoverato presso una
struttura privata con pagamento a carico dello stesso».
Alla sopra riportata lettera del Direttore sanitario
dell’Asl 5 è allegata la seguente nota:
«7.7.2005
- Domanda Uvg presentata dal figlio P. A. con
richiesta di interventi domiciliari ed eventuale
ricovero temporaneo in caso di necessità, allegata alla domanda scheda del
medico di medicina generale datata 15 giugno 2005;
19.7.2005 -
9.08.2005 - Il figlio P. A. scrive a codesta Uvg modificando la
richiesta assistenziale e richiedendo il ricovero in residenza per anziani;
22.09.2005 - Viene
valutata dall’Assistente sociale della Commissione Uvg
ed emerge che trattasi di signora che viveva a casa propria con l’assistenza di
una badante. La signora ha due figli non conviventi, P. A. residente a S. e P.
G. residente a V. Il reddito della signora è di euro 1.409,92, comprensivi di assegno di accompagnamento
attualmente sospeso per ricovero;
10.10.2005 - La
commissione Uvg esprime parere favorevole al ricovero
in struttura Rsa e pone la signora nella specifica graduatoria per il ricovero;
17.10.2005 - L’esito della valutazione viene comunicato alla
signora;
18.10.2005 -
24.10.2005 -
25.10.2005 -
11.11.2005 -
15.11.2005 - I figli scrivono al Direttore sanitario dell’Asl
17.11.2005 -
1. di approfondire le condizioni
sanitarie della signora M. M. per avere elementi sulle
possibilità di gestione domiciliare ed un eventuale inserimento parziale presso
un centro diurno;
2. di
offrire 1’Adi nel primo periodo di rientro al
domicilio con la fornitura di tutti gli ausili necessari;
3. di
rivedere i figli non appena in possesso degli elementi suddetti proponendo agli
stessi le possibilità famigliari per il rientro a domicilio;
23.11.2005 -
4.01.2006 -
9.01.2006 -
11.01.2006 -
19.01.2006 -
Considerazioni della Fondazione
Mentre la assoluta gravità della situazione è
esposta nella lettera della Fondazione promozione sociale, osserviamo che:
– le condizioni di salute della signora M. M. sono
valutate molto meno gravi dalla casa di cura rispetto alla Commissione Uvg, molto probabilmente per giustificare le dimissioni. Al
riguardo ricordiamo che dopo un certo periodo di tempo le
case di cura private ricevono dalla Regione Piemonte una retta di degenza
decurtata del 20-40%;
– i figli hanno garantito, sia direttamente sia tramite personale da essi pagato, costante sostegno alla loro madre durante la
degenza presso le case di cura X
e Y;
– la signora M. M., a conferma dell’estrema gravità delle sue condizioni di
salute, è deceduta il 5 marzo 2006, nell’ultima casa di cura convenzionata dove
era ricoverata con retta a carico del Servizio sanitario regionale;
– per quanto riguarda la segnalazione del Direttore generale dell’Asl sul fatto che «il
primo posto utente che ha presentato la domanda il 5 marzo 2003» per il
ricovero presso una Rsa, alla data di cui sopra è «ricoverato presso una struttura privata con pagamento a carico dello
stesso», a causa delle inadempienze della Regione Piemonte, il paziente ed
i suoi congiunti hanno speso finora, calcolata la retta di 70 euro al giorno, oltre 70mila euro!
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