Prospettive assistenziali, n. 156, ottobre - dicembre 2006
Interrogativi
PER QUALI MOTIVI È STATO ISTITUITO L’OSSERVATORIO SULL’ATTUAZIONE DELLA LEGGE 328/2000 SULL’ASSISTENZA?
Viene
ormai riconosciuto da tutti che la legge 328/2000 di riforma dell’assistenza
non prevede alcun diritto esigibile (1).
Anche
Alfonsina Rinaldi, consulente dell’On. Livia Turco,
Ministro per la solidarietà sociale, artefice della legge 328/2000, non solo
aveva riconosciuto che non era stato previsto alcun diritto esigibile ma anche
che «i soggetti che hanno comunque priorità d’accesso rispetto alle risorse effettive,
sono esattamente gli stessi che la legislazione precedente copriva» (2).
Come avevamo già osservato (3), poiché i contenuti della legge
328/2000 sono semplici dichiarazioni, non vincolanti per Regioni, Province e
Comuni, ha senso chiederne l’attuazione?
Si
vuole, forse, come purtroppo hanno fatto le Regioni Emilia Romagna, Liguria,
Puglia e Toscana nelle loro leggi attuative della 328/2000, ottenere la
ripetizione di affermazioni prive di conseguenze
pratiche per i cittadini?
Affinché
una legge sull’assistenza (e per qualsiasi altra materia) sia valida e quindi
applicabile, non deve prevedere diritti esigibili da parte delle persone e dei
nuclei familiari in difficoltà?
in base a quali motivi il Forum permanente del terzo settore, Cgil, Cisl Uil,
Anci (Associazione nazionale Comuni italiani), Upi (Unione Province italiane) e Legautonomie
hanno deciso di creare un apposito osservatorio sulla legge 328/2000? (4).
Maria Guidotti, portavoce del Forum del terzo settore, segnala
che l’osservatorio «si occuperà di
monitorare costantemente l’attuazione della norma per registrarne i punti
critici che ad oggi la rendono inapplicabile e formulare nuove proposte di
miglioramento in collaborazione con tutti i soggetti coinvolti» (5). Forse
per accertare la consistenza del vuoto?
Dato che
la legge 328/2000 è una scatola vuota, perché, come ha precisato
Per il
funzionamento dell’osservatorio verranno richiesti
contributi al settore pubblico?
Non
sarebbe più proficuo per i cittadini ed i nuclei familiari in difficoltà che,
finalmente, il Forum del terzo settore, Cgil, Cisl, Uil, Anci,
Upi e Legautonomie
promuovessero leggi regionali, come quella del Piemonte n. 1/2004 (6) fondate sul riconoscimento di diritti esigibili?
PERCHÉ CONTINUA L’UTILIZZO SCORRETTO DEL TERMINE ADOZIONE?
1. su Sempre
del mese di dicembre 2005 Luca Allais scrive: «L’apilcoltura si
è rilevata un’ottima opportunità di lavoro e di aggregazione
per i ragazzi. Il miele, infatti, è un prodotto che piace molto ai kenioti, ma
non è possibile acquistarlo per il costo elevato. (…)
Un costo proibitivo che può essere evitato sviluppando una produzione locale. Per
questo è nato il progetto “Adotta un apicoltore in Africa”».
2. Il Sea (Servizio emergenza anziani) ha lanciato la campagna «“Adotta un anziano”: 30.000 anziani soli
aspettano una visita, un gesto di amicizia, un aiuto
per la spesa, un accompagnamento per una passeggiata».
3. Come riportato da Informadisabile n. 32, 2005 «nell’ambito della legge regionale 29/1997, articolo
11 “Sensibilizzazione culturale, documentazione e consulenza”,
4. Il canile di
Cavour nell’articolo “Adozioni sotto
l’albero di Natale” apparso su Monviso del
10 dicembre 2005 segnala la situazione di «un’allegra
tribù di cani e gatti “temporaneamente” residenti presso il canile di Cavour» e
sostiene che «chi li adotta direttamente
o a distanza compie un’opera buona».
5. Il Sindaco del Comune
di Predona (Alessandria) ha annunciato (cfr. Il Secolo XIX del
21 febbraio 2006) che «chi adotterà uno
dei nostri cani avrà in cambio un contributo una tantum di 400 euro».
7. Su
8. L’Amministrazione
comunale di S. Mauro torinese, al
fine di alleggerire il canile che attualmente ospita
20 cani randagi, promette un premio di 250 euro «a chi adotta un ospite del canile» (
Come abbiamo evidenziato in “Proposte per un linguaggio
appropriato in materia di adozione”, Prospettive
assistenziali, n. 149, 2005, «l’adozione
è l’atto sociale e giuridico in base al quale i bambini diventano figli a tutti
gli effetti di genitori che non li hanno procreati e, parallelamente, i
genitori diventano padre e madre di un figlio non nato da loro».
Tutte le volte che
si utilizza il termine adozione in modo inappropriato, come nei casi succitati,
non si dà una connotazione sbagliata dell’adozione perché viene
considerata un semplice sostegno economico o un’opera buona o un gesto di
amicizia?
L’uso strumentale della parola adozione non provoca
conseguenze molto negative per le persone adottate, soprattutto se si tratta di
bambini?
Non è un modo per disconoscere la loro
condizione di figli veri a tutti gli effetti?
10. Su “Tutto Scienze Tecnologie” (
11. Su
12. Per ristrutturare scuole ed edifici fatiscenti, il Sindaco di Cleto (Cosenza) ha
chiesto alle imprese: «Adottateci». Poiché «tutti gli
edifici pubblici sono stati considerati inagibili», il Sindaco «ha preso carta e penna e ha scritto a Luca Cordero di Montezemolo, presidente della Confindustria,
e ai grandi gruppi imprenditoriali d’Italia» chiedendo «se vogliono adottare il nostro Comune» e sponsorizzare le
ristrutturazioni. (
(1) Ricordiamo che sul n. 14/2000 di Prospettive sociali e sanitarie, commentando
il testo approvato alla Camera dei Deputati, Emanuele Ranci Ortigara
aveva segnalato che fra «le previsioni
più innovative» del testo, diventato poi quello della legge 328/2000, la «affermazione di un vero e proprio diritto
dei cittadini ad usufruire delle prestazioni e dei servizi del sistema
integrato». La presenza nella legge 328/2000 degli inesistenti diritti
esigibili era stata rilevata anche da Maurizio Giordano, esponente dell’Uneba, la potente organizzazione cattolica a cui aderiscono centinaia di enti privati e di Ipab (Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza),
da Paola Rossi, presidente
nazionale dell’Ordine degli assistenti sociali, nonché dal docente di diritto
Franco Dalla Mura. Cfr. Maria
Grazia Breda, Donata Micucci
e Francesco Santanera, La riforma dell’assistenza e dei servizi sociali. Analisi
della legge 328/2000 e proposte alternative, Utet
Libreria.
(2) Cfr. “Anche l’esperta
dell’ex Ministro Livia Turco riconosce che nella
legge 328/2000 sui servizi sociali non ci sono nuovi diritti, anzi”, Prospettive assistenziali,
n. 135, 2001.
(3) Cfr. “È ragionevole
insistere nell’attuazione della legge 328/2000?”, Ibidem, n. 148, 2002.
(4) Cfr. Avvenire del 28 settembre 2006.
(5) Cfr. Vita del 6 ottobre 2006.
(6) Cfr. Giuseppe D’Angelo, “La nuova legge regionale piemontese
sull’assistenza”, Ibidem, n. 147,
2004.
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