Prospettive assistenziali, n. 158, aprile - giugno 2007
Notiziario
dell’Unione per la tutela degli insufficienti mentali
Più di un anno fa è stata
inaugurata nel Comune di Vinovo (To), la nuova
comunità alloggio residenziale da dieci posti letto per soggetti con handicap
in situazione di gravità. Più di mille furono le firme raccolte a sostegno di
una petizione presentata il 15 novembre 2000 all’allora sindaco di Nichelino e
presidente del Consorzio intercomunale socio-assistenziale tra I Comuni di
Nichelino, None, Vinovo, Candiolo (Cisa 12) dall’Utim, al fine di sollecitare l’apertura nel contesto cittadino di una nuova struttura residenziale per
disabili gravi da non più di 8-10 posti letto. Furono mobilitate le
associazioni presenti in Nichelino ed altre organizzazioni sociali (Comitati di
quartiere, ecc.). Dopo circa cinque anni da allora, grazie anche ad altre
importanti azioni di sensibilizzazione, finalmente la
comunità alloggio è divenuta concreta realtà.
Il 2 novembre 2005 è iniziata la
gestione (affidata dal Cisa 12
e dall’Asl 8 alla Cooperativa sociale “Il sogno di
una cosa”) con l’inserimento dei primi ospiti. La comunità alloggio è una
risposta importantissima a favore dei servizi per l’handicap, fornita dal Cisa 12 e dall’Asl 8, pur risolvendo in parte le esigenze di residenzialità presenti nel territorio.
Ricordiamo peraltro che l’ente
pubblico ha il dovere di intervenire per assistere una persona con handicap in
situazione di gravità. Difatti in qualsiasi momento il nucleo familiare può
chiedere all’ente gestore dei servizi socio-assistenziali – ai sensi degli
articoli 154 e 155 del regio decreto n. 773/1931 – l’assistenza per il proprio
congiunto con grave handicap (assistenza che si esplica
quantomeno nelle forme previste del ricovero residenziale in istituto o,
sicuramente meglio, in una comunità alloggio). E l’ente gestore è obbligato ad
intervenire, altrimenti si può configurare il reato di omissione
di atti d’ufficio (cfr. Roberto Carapelle, Giuseppe D’Angelo, Francesco Santanera,
A scuola di diritti, Utet Libreria, Torino, 2005, ove sono riportate istruzioni
dettagliate in merito).
È interessante però soffermarci
sul fatto che la nuova comunità alloggio residenziale
di Vinovo, già funzionante dal 2005 come abbiamo visto, ha nel contempo
permesso di attivare al proprio interno due rilevanti servizi volti a
rispondere l’uno alle eventuali emergenze temporanee e l’altro alle necessità
di ricoveri di sollievo o di tregua. Si tratta di due servizi essenziali che è stato possibile attivare riservando allo scopo due dei
dieci posti letto della comunità alloggio.
Il pronto intervento, ricordiamo,
è fondamentale nel momento in cui la famiglia che assiste un
congiunto handicappato con limitata o nulla autonomia, debba
affrontare una situazione di emergenza. Per esempio un ricovero in ospedale, un
evento luttuoso, oppure la necessità di assentarsi per un periodo più o meno lungo per diversi motivi. In questi casi non è affatto semplice trovare qualcuno – parenti o
conoscenti – disponibile ad assistere il proprio congiunto handicappato. Pertanto
il servizio di pronto intervento è indispensabile per dare alla famiglia la
tranquillità di poter contare su una struttura residenziale territoriale in
caso di eventuale necessità.
Il nuovo servizio di tregua,
invece, permette un periodo di accoglienza – breve o
brevissimo, saltuario o periodico – presso la stessa comunità alloggio, per
motivi molteplici, in genere però programmabili. Per
esempio: preparare il momento del distacco, abituare il congiunto a relazionarsi con il nuovo ambiente residenziale e le nuove
persone, avvicinare la famiglia stessa alla nuova struttura. Altresì, il
momento di tregua, periodicamente previsto, può consentire ai congiunti di
“riprendere fiato”, ristabilire una dimensione di vita familiare o di coppia,
anche al fine di continuare col vigore necessario ad occuparsi ancora del
proprio figlio, soprattutto con la frequenza a un
centro diurno.
Il servizio di tregua è dunque un
servizio importantissimo e va visto in un’ottica di
“prevenzione”. L’invito rivolto alle famiglie interessate è quello di
valorizzare il più possibile tale opportunità, considerandola come un concreto
investimento proprio nei loro confronti ovvero di quanti volontariamente e con
spirito di sacrificio si fanno carico di accudire un
figlio con handicap grave.
Per poter attivare il servizio di
tregua, così come gli altri, occorre chiaramente contattare il Consorzio Cisa 12. L’Utim però consiglia
sempre di presentare una richiesta scritta.
Il relativo modulo facsimile,
valido anche per la richiesta più generale di servizi assistenziali
e socio-sanitari, è in distribuzione presso lo “Sportello dei diritti”
dell’associazione Auser di Nichelino (telefono
011.68.19.617, orario 9-12). Lo stesso modulo è peraltro anche scaricabile da
internet sul sito web del Comune di Vinovo (www.comune.vinovo.to.it alla voce
“Assistenza e politiche sociali”, altrochè sul sito della Fondazione promozione
sociale, www.fondazionepromozionesociale.it).
www.fondazionepromozionesociale.it