Prospettive assistenziali, n. 159, luglio - settembre 2007
Editoriale
BASTA CON
Essendo stati finora
del tutto inefficaci i ripetuti e numerosi solleciti
rivolti alle autorità (1), il Csa (Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base) e
Com’è evidente si tratta di una somma di gran lunga inferiore al minimo
indispensabile per vivere, che copre solamente una parte delle spese relative
agli alimenti, al vestiario e alle esigenze esistenziali, nonché al pagamento
dell’affitto di casa e delle utenze.
È quindi calpestata
la dignità delle persone con handicap grave e gravissimo. Esse, infatti, per
poter sopravvivere sono costrette ad essere a carico dei propri congiunti (che
non sempre ci sono e hanno adeguate disponibilità
economiche) o ad elemosinare sussidi, ricorrendo soprattutto alla beneficenza
privata o a trascorrere la loro esistenza in istituti di ricovero (2).
Riteniamo pertanto ragionevole che al più presto il
livello della pensione di inabilità per i soggetti
sopra indicati venga elevato a 580,00 euro, corrispondente all’importo che l’Inps verserà a partire dal 2008 agli invalidi civili totali
di età superiore ai 60 anni (3). Al riguardo costituisce una grave
discriminazione (cfr. anche
la relativa legge 67/2006) che detta somma non venga erogata alle persone che
si trovano nelle identiche condizioni, ma hanno un’età inferiore ai 60 anni.
Adeguamento
dell’indennità di accompagnamento
Se le persone con handicap, impossibilitate a svolgere
qualsiasi attività lavorativa proficua, necessitano,
ad esempio perché colpite gravemente sul piano intellettivo, di essere
assistite 24 ore su 24 (perché prive di autonomia e incapaci di rendersi conto
dei pericoli ai quali andrebbero incontro da sole, devono essere alzate e
coricate, vestite, pulite e spesso anche imboccate, ecc.), lo Stato versa
l’indennità di accompagnamento (legge 18/1980) di appena 15 euro al giorno (4)!
Riteniamo dunque urgente che l’importo venga adeguato
alle prestazioni che devono essere fornite.
Appello alle istituzioni e alle
forze sociali
Di fronte alla
drammatica, disumana e incivile situazione delle persone alle quali sono erogati gli offensivi importi sopra indicati, Prospettive assistenziali rivolge un
accorato appello al Governo e al Parlamento affinché assumano le urgentissime
iniziative volte a porre gli opportuni rimedi.
Se il Presidente del
Consiglio dei Ministri, Romano Prodi, vuole veramente “aiutare quelli che stanno peggio”, come ha dichiarato a
Dai contatti da noi avuti con alcuni Parlamentari,
temiamo non sia imminente la concretizzazione della
sopra citata dichiarazione del Presidente del Consiglio dei Ministri,
nonostante le rilevanti disponibilità finanziarie conseguenti al gettito delle
tasse superiore alle attese (6).
Si consideri che recentemente sono
state aumentate, anche se in misura estremamente limitata, le pensioni
minime, ma finora né il Governo né le forze politiche hanno rilevato la
necessità dell’adeguamento dell’attuale importo da fame delle pensioni di
inabilità e di invalidità e dell’assegno di accompagnamento erogato alle
persone che – come abbiamo già segnalato – abbisognano quotidianamente di
prestazioni 24 ore su 24.
Riteniamo quindi indispensabile e urgente il sostegno
delle organizzazioni sociali, e non solo delle associazioni che operano nel settore
dell’handicap, sostegno che non dovrebbe limitarsi ad una generica solidarietà,
ma essere tale, sia per intensità che per durata, da
consentire il superamento delle indifferenze e delle resistenze di Ministri e
di Parlamentari.
I Consigli regionali, provinciali e comunali possono
svolgere un ruolo attivo mediante l’approvazione di mozioni e di ordini del giorno.
Confidiamo che
l’obiettivo primario dei politici, degli amministratori, degli operatori e dei
volontari sia volto a garantire la massima autonomia
possibile anche alle persone con handicap. Com’è ovvio questi soggetti, come
tutti i cittadini, hanno l’esigenza non solo di idonei
servizi sanitari e sociali (casa, trasporti e assistenza, ecc.), ma anche di
una adeguata disponibilità economica.
A questo riguardo
siamo rimasti esterrefatti dalla risposta fornitaci dal Comitato promotore
della proposta di legge n. 1902, presentata l’8
novembre 2006 alla Camera dei Deputati dall’On. Bellillo
e da altri Parlamentari (7). Alla richiesta avanzata il 27 giugno 2007 dal Csa di iniziative «del Comitato perché in occasione della
trattativa sulle pensioni venga anche affrontata la questione di quelle di fame
erogate agli invalidi, in particolare a coloro che, a causa delle loro
menomazioni, non sono in grado di svolgere alcuna attività lavorativa», è
stato risposto che «seguiremo solamente
un obiettivo alla volta». Dunque, il suddetto Comitato considera
prioritario il prepensionamento del o dei genitori lavoratori con figli affetti da gravi handicap, rispetto ad un aumento della
pensione diretto a consentire loro un autonomo livello di vita (8).
Per quanto concerne Prospettive
assistenziali ci impegnamo
a continuare e considerare questo problema come assolutamente preminente
rispetto a tutti gli altri e quindi a intraprendere tutte le iniziative
necessarie fino a quando non verrà disposta dal Parlamento una soluzione
accettabile.
(1) Da
anni su Prospettive assistenziali viene
denunciato l’importo da fame della pensione di invalidità e viene richiesto
l’adeguamento dell’indennità di accompagnamento. Fra gli ultimi articoli si
vedano i seguenti: “Proposte del Csa in merito alla
nuova legislatura nazionale”, n. 151, 2005; “2003 anno europeo delle persone
con handicap: un’occasione mancata”, n. 152, 2005; Giuseppe D’Angelo, “Livelli
essenziali di assistenza sociale e diritti esigibili”,
n. 153, 2006; “Chiediamo al nuovo Parlamento e al nuovo Governo provvedimenti
che superino la discrezionalità/beneficenza e riconoscano diritti esigibili ai
soggetti deboli” e Roberto Tarditi, “Lettera aperta
al Presidente Ciampi”, n. 154, 2006; “Lettera al
Presidente della Repubblica”, n. 156, 2006; Roberto Tarditi,
“Come si fa a vivere con 242,84 euro al mese?” e “Lettera aperta ai promotori,
agli organizzatori e ai partecipanti della Conferenza nazionale della
famiglia”, n. 158, 2007. Le questioni riguardanti il
livello da fame della pensione di invalidità e l’indennità di accompagnamento
sono state, inoltre, affrontate in occasione dell’indagine conoscitiva sulle
condizioni sociali delle famiglie in Italia svolta dalla Commissione affari
sociali della Camera dei Deputati (cfr. l’audizione di Maria Grazia Breda del Csa del 29 novembre
2006) e della Conferenza nazionale sulla famiglia tenutasi a Firenze dal 24 al
26 maggio 2007, nonché nel corso di numerosi incontri avuti con Ministri,
Sottosegretari, Parlamentari e autorità
regionali, provinciali e locali.
(2) Com’è
noto il costo del ricovero è di gran lunga superiore all’importo della pensione
di inabilità. Infatti per i soggetti molto gravi la
retta mensile varia da
(3) Cfr. Conquiste del
lavoro del 27 luglio 2007.
(4)
L’indennità di accompagnamento è stata istituita con lo scopo di assicurare
alle persone con handicap invalidanti una somma tale da compensare le maggiori
spese sostenute a causa delle menomazioni. Tuttavia l’importo mensile (euro
457,66) non tiene in considerazione le profonde differenze tra i soggetti
necessitanti di assistenza 24 ore al giorno e quelli
con limitazioni ridotte, ad esempio una parte degli individui con handicap
fisici meno gravi.
(5) A
nostro avviso fra «quelli che stanno
peggio» vi sono altresì, come abbiamo più volte rilevato su questa rivista,
gli anziani cronici non autosufficienti, sovente dimessi in modo selvaggio (e
cioè senza garantire le prosecuzione delle cure a domicilio o presso strutture
residenziali) da ospedali e case di cura private; i minori con genitori in
condizioni di rilevante disagio o con notevoli incapacità educative; i nuclei
familiari ai quali i servizi pubblici scaricano i soggetti colpiti da patologie
o da handicap invalidanti; le gestanti prive di adeguati sostegni psico-socio-economici anche per quanto concerne la
complessa e difficile decisione, che dovrebbe essere la più responsabile
possibile, di riconoscere o non riconoscere i loro nati.
(6)
Nell’articolo “Entrate, un altro boom” apparso su Avvenire del 25 agosto 2007, viene rilevato che «nei primi otto mesi i versamenti legati
alla dichiarazione dei redditi sono saliti del 21%. In cassa 7,8 miliardi di euro di maggior gettito».
(7)
Secondo la proposta dell’On. Bellillo «il lavoro di cura e di assistenza a
familiari invalidi, con totale e permanente invalidità lavorativa che assume
connotazione di gravità (…) e che sono assistiti totalmente nell’ambito della
famiglia, svolto da lavoratori e lavoratrici, è equiparato alle attività
usuranti». La presa di posizione contraria di Prospettive assistenziali è stata motivata
negli articoli “È corretto incentivare l’assistenza familiare totale dei
soggetti con handicap in situazione di gravità?”, n. 157, 2007 e “Botta e
risposta in merito alla proposta di legge sull’assistenza familiare totale dei
soggetti con handicap grave”, n. 158,
(8)
Occorre a nostro avviso considerare anche le situazioni non infrequenti in cui
i soggetti con handicap e limitata o nulla autonomia restano orfani.
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