Prospettive assistenziali, n. 159, luglio - settembre 2007
Specchio
nero
ANCORA VIOLENZE SUGLI ASSISTITI ANCHE PER MANCANZA DI MISURE ADEGUATE PREVENTIVE
1. Su
Gli episodi risalgono al 2001/2002 e «coinvolgono proprio l’assistente che doveva
occuparsi di lei, il marito e un terzo ospite» della struttura assistenziale.
Si tratta di «una vicenda che per la delicatezza del caso non era mai emersa e che viene alla luce solo ora che il giudice, Luca del Colle, del
Tribunale di Pinerolo, ha condannato i tre imputati».
Le pene sono state
otto anni alla donna, sette al marito e sei all’ospite.
Arrestati i gestori «accusati di abbandono
di minori, violenza privata e malversazioni ai danni dello Stato».
A far scattare le indagini «sono state le dichiarazioni spontanee di ex dipendenti della struttura, ma anche di semplici
cittadini, che hanno raccontato quanto accadeva nella comunità che ospitava
venti bambini, figli di famiglie bisognose, e sei adulti disabili
psichiatrici».
Secondo i testimoni
le punizioni erano «punture di
spillo sul corpo, ceffoni, il ricatto di non far vedere loro i genitori».
Risulta, inoltre, che il personale era
ridotto al minimo e che i fanciulli erano nutriti «con cibi scadenti e persino scaduti».
Per ogni bambino «la cooperativa Onlus percepiva dal Comune
circa duemila euro al mese».
Secondo gli
inquirenti, proprio per non perdere alcune rette, uno dei gestori «avrebbe sottoscritto false dichiarazioni al
Tribunale per i minorenni affermando che alcune famiglie non erano idonee a
riottenere l’affidamento dei figli».
Urgenti iniziative da assumere
Il ripetersi delle violenze sui minori,
sugli adulti e sugli anziani incapaci di autodifendersi
esige l’assunzione di urgenti iniziative da parte del Parlamento e del Governo,
delle Regioni e dei Comuni (1).
In primo luogo occorre procedere alle
riforme del codice penale
indicate in questo numero nell’articolo di Elena Brugnone.
È altresì necessario una rigorosa
selezione del personale addetto alle strutture, in particolare quelle
residenziali, in cui sono accolte persone non in grado di autodifendersi
(2).
Inoltre occorre
che gli appalti a cooperative e agli altri enti siano predisposti sulla base di capitolati validi, contenenti in particolare
norme idonee a consentire controlli effettivi (3).
Infine è
necessario che la vigilanza sia affidata alle Province e quindi ad un ente
diverso da quello che appalta i servizi o li gestisce direttamente. Inoltre
dovrebbe essere prevista la presenza in dette commissioni anche di esperti segnalati da organizzazioni di volontariato o da
quelle di tutela degli assistiti (4).
PROCESSO ALLA CASA FARMACEUTICA PFIZER
PER AVER USATO BAMBINI NIGERIANI COME CAVIE
Come avevamo segnalato nel n. 154, 2006
di Prospettive assistenziali,
la casa farmaceutica Pfizer, è stata accusata di
aver sperimentato un farmaco usando come cavie bimbi nigeriani malati di
meningite.
Secondo quanto pubblicato su Avvenire del 22 maggio 2007 la
sperimentazione sarebbe stata condotta su 200 bambini nonostante che il farmaco
fino a quel momento fosse stato somministrato solamente a maiali.
Riferisce inoltre che nel ricorso
presentato dal Procuratore generale del Kano, uno
Stato della Nigeria «sono
ben 29 i capi d’accusa contestai alla Pfizer,
tra questi figurano condotta non etica, circonvenzione, cospirazione,
occultamento di prove e omicidio»; i test «avrebbero portato alla morte 18 dei 200 bambini e causato danni
irreversibili – malformazioni, cecità, paralisi – agli altri 182».
Da notare che «proprio la paura di essere utilizzati come cavie, aveva portato gli
abitanti di Kano a opporsi a
campagne di vaccinazione come quella contro la poliomielite lanciata negli anni
scorsi dall’Organizzazione mondiale della sanità».
PRETE STRARICCO E PROFITTATORE DI MALATI: ARRESTATO
Con il titolo sopra riportato, Marco
Sodano nell’articolo pubblicato su
Il sacerdote indicato da
Quando
Per quanto riguarda gli assistiti si
tratta di «schizofrenici, depressi gravi,
malati di Alzheimer, uomini e donne afflitti dai toni
più cupi della malattia mentale: 360 persone vivono in tre casermoni sfasciati.
Finestre senza vetri, letti senza lenzuola, rubinetti che non
chiudono, tubature spaccate. Barelle e carrozzine zoppe negli angoli.
Gli abiti, recuperati nelle parrocchie. La tavola,
apparecchiata grazie alla beneficenza del banco alimentare».
Secondo il magistrato Eugenio Facciola
che ha condotto l’indagine è «una
situazione pazzesca».
I dipendenti sono oltre trecento e «da anni tirano a fine
mese con lo stipendio ridotto al 40%», per cui «alla voce personale c’è un buco di 40 milioni».
Secondo Mario Sodano
è caduto nei guai «anche l’ex vescovo di
Cosenza Giuseppe Agostino. Avrebbe dovuto vigilare, invece firmava
carte per conferire a Liberto il dominio perpetuo sul Papa Giovanni. E pensare che fu lui per primo, nel luglio 2004, dopo aver visitato
il Papa Giovanni, a definirlo “una bestemmia sociale. Mi sono vergognato
come uomo, come cristiano e come vescovo”».
Tuttavia, la
situazione, a quanto risulta, non è cambiata dal 2004 all’arresto di monsignor
Liberto.
Anche in questa
vicenda, è assai deplorevole che le attività di vigilanza e controllo non
abbiano funzionato.
(1) Nell’allegato 1 dell’editoriale del n. 149 di Prospettive assistenziali sono stati segnalati gli articoli
pubblicati dal n. 1, 1968 al n. 148 sulle violenze inflitte a minori, soggetti
con handicap e anziani. Successivamente sono stati
pubblicati i seguenti articoli: “Come prevenire le violenze nelle strutture
residenziali per minori, adulti e anziani”, “Agghiaccianti violenze subiti dai
minori assistiti presso due comunità di Torino”, “Ancora violenze nella Casa
della divina provvidenza di Bisceglie” e “Rosemary Kennedy lobotomizzata perché troppo vivace”, n. 149, 2005;
“Continua l’eutanasia da abbandono di anziani malati” e “Una scuola degli
orrori”, n. 150, 2005; “Scoperto dai Nas un altro
istituto lager” e “I bambini deportati dalla colonia di Réunion
fanno causa alla Francia”, n. 152, 2005; “Firenze: inammissibili carenze
riscontrate nelle Rsa” e “Roma: chiuso dai carabinieri un altro ospizio
abusivo”, n. 153, 2006; “Violenza sessuale di un educatore su una bimba di
cinque anni: ignorate ancora una volta le misure preventive” e “Nigeria:
bambini cavie per i test della casa farmaceutica Pfizer”,
n. 154, 2006; “Romania: bimbi abbandonati a loro stessi e messi all’asta”, n.
155, 2006; “La follia dell’ultimo manicomio” e “Un esercito di bambini
sfruttati in Europa”, n. 156, 2006; “Condannata una infermiera per non aver
pulito un malato”, “Scoperto un altro ghetto per anziani”, “Primi risarcimenti
ai bambini aborigeni dell’Australia sottratti alle loro madri” e “Minori
abusati”, n. 157, 2007; “L’azienda Usl 4 di Prato si
rivolge ai carabinieri per dimettere un anziano gravemente malato”, n. 158,
2007.
(2) Allo scopo riprendiamo la proposta contenuta nel volume di Maria Grazia Breda e di Francesco
Santanera, Handicap:
oltre la legge quadro - Riflessioni e proposte, Utet
Libreria, secondo cui «centri
scientificamente riconosciuti validi, scelti di comune accordo dagli enti e dai
sindacati dei lavoratori, dovrebbero essere incaricati di rilasciare una
dichiarazione attestante che l’operatore è adeguato per le caratteristiche
della sua personalità e per la sua professionalità, a svolgere determinate
attività con i minori, i soggetti con handicap grave e gli anziani cronici non
autosufficienti. Ovviamente dovrebbe essere garantita la totale riservatezza
nei confronti di coloro che non ottenessero la suddetta
certificazione, riservatezza totale anche nei riguardi dell’ente pubblico e
privato che li ha indirizzati, al quale nulla deve essere comunicato né
direttamente né indirettamente, ad esclusione di quanto scritto nella
certificazione consegnata direttamente a ciascun operatore ritenuto idoneo».
(3) Cfr. Mauro Perino,
“Esempio di convenzione tra enti pubblici e soggetti privati: norme volte a
garantire idonei standard qualitativi e quantitativi di personale”, Prospettive assistenziali,
n. 158, 2007.
(4) Cfr. il punto 6 della
petizione popolare di cui è in corso la raccolta delle firme. Il testo, già
allegato al n. 153, 2006 di Prospettive assistenziali, può essere richiesto all’Associazione
promozione sociale, Via Artisti 36, 10124 Torino, tel. 011.812.44.69, fax
011.812.25.95, e-mail: info@fondazionepromozionesociale.it.
www.fondazionepromozionesociale.it