Prospettive assistenziali, n. 160, ottobre - dicembre 2007
Notiziario dell’Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie
CONVEGNO NAZIONALE SULL’AFFIDAMENTO FAMILIARE di minori a scopo educativo ORGANIZZATO
DALLA REGIONE PIEMONTE A TORINO IL 21 E 22 FEBBRAIO 2008
Al fine di
contribuire alla conoscenza e al confronto sulla variegata realtà
dell’affidamento oggi, anche attraverso esperienze messe in atto in altre
realtà territoriali e dal privato sociale,
Gli obiettivi si
possono così sintetizzare:
- ridefinire il
ruolo e le potenzialità dell’affidamento nell’ambito delle priorità definite
dalla legge n. 184/1983, tenendo conto che deve essere disposto nei casi in cui
non sia praticabile, anche temporaneamente, un supporto alla famiglia d’origine
tale da consentirvi la permanenza del minore e non sussistono le condizioni per
la dichiarazione dello stato di adottabilità;
- ribadire
il valore dell’affidamento familiare quale strumento per aiutare un minore in
difficoltà e sostenere nel contempo la sua famiglia di origine;
- mettere in
evidenza le competenze istituzionali riguardanti le
condizioni occorrenti per la realizzazione degli affidamenti come presupposti
per la loro riuscita (Parlamento, Governo, Regioni, Comuni, Magistratura
minorile, ecc.);
- presentare buone
prassi di affidamento, attraverso testimonianze
dirette da parte dei soggetti interessati.
Nell’ambito di questo evento sono previste le seguenti iniziative:
1. una mostra sulle
iniziative di sensibilizzazione ed informazione sull’affidamento organizzate dai servizi pubblici e dalle associazioni, allo
scopo di documentare la storia e l’evoluzione dei linguaggi, delle immagini e
dei messaggi utilizzati nel corso degli anni. La mostra prevede la possibilità
di esporre materiale informativo (dépliant, volantini, manifesti) e di
proiettare video;
2. uno stand di
raccolta bibliografica delle pubblicazioni in materia di affidamento
familiare predisposte dagli enti ed associazioni in indirizzo. Lo stand sarà allestito dalla Regione Piemonte sulla base dei
volumi ricevuti;
3. al fine di
consentire la massima divulgazione di quanto realizzato dai destinatari della
presente,
Per ulteriori informazioni: dottoressa Antonella Caprioglio, Ufficio Minori, Direzione Politiche sociali e
Politiche per la famiglia della Regione Piemonte (tel. 011.432.48.86; e-mail:
antonella.caprioglio@regione.piemonte.it)
Seminario di studio COME “CURARE L’ADOZIONE”
Si è tenuto a Torino il 6 novembre 2007 il seminario di
studio “Curare l’adozione” promosso dalla Regione Piemonte, dal Centro di
terapia dell’adolescenza di Milano e dalla Cooperativa
Paradigma di Torino.
Riportiamo la lettera aperta
distribuita dal Csa (Coordinamento sanità e
assistenza fra i movimenti di base), cui l’Anfaa aderisce, agli organizzatori,
ai relatori e ai partecipanti del seminario.
Anche in materia di adozione occorre non solo curare le situazioni di disagio
ma anche garantire le attività di prevenzione
Per tutti i minori,
e non soltanto per i bambini adottati, devono essere attuate
tutte le necessarie misure di prevenzione del disagio.
Per i minori
adottabili dette attività riguardano:
- la puntuale
segnalazione, da parte degli operatori dei servizi socio-assistenziali e
sanitari, all’autorità giudiziaria dei minori in situazione di privazione di assistenza morale e materiale;
- la tempestività
delle dichiarazioni dello stato di adottabilità e le
loro appropriate motivazioni sui fatti accertati, anche in relazione alla
sostenibilità delle decisioni assunte nei casi di ricorso alle Corti di appello
e di Cassazione;
-
l’oculata valutazione delle famiglie adottive e la loro preparazione,
concentrando le attività sulle coppie più giovani e quindi, in linea di principio, più adeguate alle
esigenze dei bambini;
- il sostegno alle
famiglie adottive, con particolare attenzione a quelle che hanno accolto minori
con handicap o malattie gravi o grandicelli o problematici a causa delle vicende sofferte (si veda al
riguardo quanto previsto dalla delibera della Giunta della Regione Piemonte del
3 agosto 2007 n. 109/6736);
- la ponderata
scelta degli affidatari in tutti i casi in cui vi è
anche una minima probabilità che il minore possa essere adottato senza dover
subire il trauma di una nuova separazione. Qualora questa soluzione non sia
praticabile va assicurato il passaggio graduale ad un’altra famiglia ed il
mantenimento dei rapporti del minore con la famiglia affidataria,
secondo modalità da definirsi in base alle specifiche
situazioni.
È urgente superare
la discrezionalità degli enti socio-assistenziali e attuare i diritti esigibili
sanciti dalla legge della Regione Piemonte n. 1/2004
Occorre quindi che
al più presto possibile gli enti gestori delle attività socio-assistenziali
(Comuni singoli e associati) recepiscano mediante
appositi provvedimenti, come ha fatto il Cisap
(Consorzio dei Comuni di Collegno e Grugliasco) con la deliberazione del 22 febbraio 2006, le
norme della legge della Regione Piemonte n. 1/2004, in particolare quelle in
cui:
a) viene identificato «nel
bisogno il criterio di accesso al sistema integrato di interventi e servizi
sociali»;
b) è sancita la
priorità di intervento a favore dei «soggetti in condizione di povertà o con
limitato reddito o con incapacità totale o parziale di provvedere alle proprie
esigenze per inabilità di ordine fisico e psichico, con difficoltà di
inserimento nella vita sociale attiva e nel mercato del lavoro», nonché dei
«soggetti sottoposti a provvedimenti
dell’autorità giudiziaria che rendano necessari interventi assistenziali» e
dei «minori, specie se in condizione di
disagio familiare»;
c) è previsto che «la valutazione del bisogno si conclude con la predisposizione di un progetto
personalizzato, concordato con la
persona e la
sua famiglia, finalizzato ad indicare
la natura del bisogno, la complessità e l’intensità
dell’intervento, la sua durata e i relativi costi»;
d) viene stabilita l’esigenza di «riconoscere a ciascun cittadino il diritto di esigere, secondo le
modalità previste dall’ente gestore istituzionale, le prestazioni di livello
essenziale di cui all’articolo 18» la cui corretta e tempestiva erogazione
consentirebbe il superamento di gran parte delle attuali carenze di intervento
del settore assistenziale;
e) consente ai cittadini la
presentazione di ricorsi «contro
l’eventuale motivato diniego» delle prestazioni richieste.
È altresì di notevole rilievo il 3°
comma dell’articolo 35 della Legge regionale n. l/2004 che dispone
quanto segue: «I Comuni che partecipano
alla gestione associata dei servizi sono tenuti ad
iscrivere nel proprio bilancio le quote di finanziamento stabilite dall’organo
associativo competente e ad operare i relativi trasferimenti in termini di
cassa alle scadenze previste dagli enti gestori istituzionali».
Occorre promuovere
una nuova cultura della genitorialità e della filiazione
Dalle nostre esperienze ultraquarantennali (l’Anfaa
funziona ininterrottamente dal 1962) emergono in modo inequivocabile le nefaste
conseguenze sui figli e sui genitori adottivi derivanti dalla concezione
secondo cui la genitorialità e la filiazione sono
sempre e solo legate alla procreazione.
Nuovo concetto di
maternità, di paternità e di filiazione
Ritenere ancora oggi
che la personalità di ognuno di noi dipenda prevalentemente dal Dna di coloro
che ci hanno messi al mondo è una concezione arcaica.
È invece vero ed
accertato che le nostre caratteristiche salienti (capacità o meno di stabilire
rapporti con gli altri, cultura, autostima, visione del mondo, carattere, ecc.)
dipendono essenzialmente dall’ambiente familiare e dal contesto
sociale in cui ognuno di noi (figlio biologico o adottivo) è cresciuto.
L’adozione di un bambino è equiparabile all’innesto di un
pesco su un susino o su un mandorlo. I frutti, belli o brutti, buoni o cattivi,
sono sempre e solo pesche, allo stesso modo di quel che avviene
quando le radici sono di pesco.
Le parole di Papa Giovanni II
Il 5 settembre 2000 Papa Giovanni II
ha affermato che «adottare dei bambini,
sentendoli e trattandoli come veri figli, significa riconoscere che il rapporto
tra genitori e figli non si misura solo sui parametri genetici. L’amore che
genera è innanzitutto dono di sé. C’è una
“generazione” che avviene attraverso l’accoglienza, la premura, la dedizione».
Il ruolo culturale
degli operatori sociali e sanitari
Affinché si diffonda la nuova cultura
della vera genitorialità e della vera filiazione è
indispensabile anche l’apporto dei magistrati e degli operatori sanitari e
sociali.
Compete a tutti
comprendere che il vero valore della filiazione e della genitorialità
consiste essenzialmente nei rapporti educativi e reciprocamente formativi fra
figli (biologici e adottivi) ed i loro genitori (biologici e adottivi) ed
attivarsi affinché a livello culturale, scolastico e sociale questi principi vengano recepiti.
In realtà siamo tutti figli adottivi!
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