Prospettive assistenziali, n. 162, aprile-giugno 2008
ASSEGNATI ALLE REGIONI E ALLE PROVINCE
AUTONOME DI Bolzano
e trento i finanziamenti del fondo per le non
autosufficienze
il Ministro della solidarietà sociale, di concerto con i
Ministri della salute, delle politiche per la famiglia e dell’economia, ha assegnato,
come risulta dalla tabella allegata a questo articolo,
alle Regioni e alle Province autonome di Bolzano e Trento i finanziamenti
relativi al fondo per le non autosufficienze di cui all’articolo 1, comma 1264
della legge 296/2006, pari a euro 300 e 400 milioni rispettivamente per gli
anni 2008 e 2009.
Sulla base degli accordi intervenuti
nell’ambito della Conferenza unificata Stato-Regioni, le risorse «sono destinate alla realizzazione di
prestazioni e servizi assistenziali a favore di
persone non autosufficienti» e sono «finalizzate
alla copertura dei costi di rilevanza sociale dell’assistenza socio-sanitaria».
Le aree prioritarie di
intervento sono le seguenti:
«a) previsione o rafforzamento di punti unici di accesso
alle prestazioni e ai servizi con particolare riferimento alla condizione di
non autosufficienza che agevolino e semplifichino l’informazione e l’accesso ai
servizi socio-sanitari;
«b) attivazione di modalità di presa in carico della persona non
autosufficiente attraverso un piano individualizzato di assistenza
che tenga conto sia delle prestazioni erogate dai servizi sociali che di quelle
erogate dai servizi sanitari di cui la persona non autosufficiente ha bisogno,
favorendo la prevenzione e il mantenimento di condizioni di autonomia, anche
attraverso l’uso di nuove tecnologie;
«c) attivazione o rafforzamento di servizi socio-sanitari
e socio-assistenziali con riferimento prioritario alla domiciliarità,
al fine di favorire l’autonomia e la permanenza a domicilio della
persona non autosufficiente».
È, inoltre, stabilito che le prestazioni e i servizi di cui sopra «non sono sostitutivi di quelli sanitari».
Contributi
imposti illegittimamente dai Comuni ai congiunti degli assistiti
In sostanza
Si tenga conto che
Se
In sostanza,
Ne consegue altresì che le altre
Regioni e le Province autonome di Bolzano e Trento hanno ottenuto per gli anni
2007, 2008 e 2009 risorse economiche ampiamente sufficienti per la piena
attuazione delle vigenti disposizioni di legge.
Dunque, dal 2007 le suddette istituzioni non hanno nemmeno più il pretesto della
mancanza dei mezzi economici per discolparsi dal mancato rispetto delle leggi
vigenti (3).
Chi sono le persone non autosufficienti?
È sconcertante che siano previsti dalla
citata legge 296/2006 finanziamenti per complessivi 800 milioni di euro per le persone non autosufficienti senza che, né
nella stessa legge, né nei due decreti di ripartizione emessi dai Ministeri
della solidarietà sociale, della salute e delle politiche per la famiglia e
dell’economia e delle finanze, ne siano state definite le caratteristiche.
Risulta pertanto evidente la possibilità, purtroppo reale, della
dispersione delle somme disponibili in tanti rivoli, anche di natura
clientelare.
A nostro avviso occorrerebbe stabilire,
soprattutto in questa fase di avvio, che la
destinazione è vincolata agli adulti totalmente non autosufficienti e cioè
assolutamente e definitivamente non in grado di vivere autonomamente.
Per quanto riguarda i minori
occorrerebbe, invece, far riferimento a norme specifiche da individuare, tenuto
conto delle loro possibilità di acquisire una autonomia
almeno parziale.
Secondo le esperienze del Csa, Coordinamento sanità e assistenza fra i movimenti di
base, che opera ininterrottamente dal 1970, vi sono soprattutto tre gruppi di
soggetti non autosufficienti:
a) fra gli adulti, il gruppo più
numeroso è costituito da coloro la cui non autosufficienza è causata da
malattie (ictus, infarti, pluripatologie invalidanti,
morbo di Alzheimer e altre forme di demenza senile). La
caratteristica saliente di questi soggetti è l’alternarsi delle fasi acute e
croniche, com’è stato messo in evidenza nell’ottimo
documento del Ministero della salute riportato nel n. 159, 2007 di Prospettive assistenziali. Per dette
persone le leggi vigenti (la prima, la n. 692, risale addirittura al 1955,
confermata in ultimo dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del
29 novembre 2001 e dall’articolo 54 della legge 289/2002) stabiliscono il
diritto senza limiti di durata alle cure sanitarie (gratuite) e socio-sanitarie
(con oneri a carico del ricoverato, sulla base delle sue
personali risorse economiche per quanto concerne la quota alberghiera). Si
tratta dunque di persone che, come tutti i malati, devono essere curate dal
Servizio sanitario nazionale.
A questo riguardo vige ancora da parte
di molti dirigenti della sanità una concezione da usuraio: se vieni ricoverato in Rsa (Residenza sanitaria assistenziale)
la sanità spende per ciascun utente ricco o povero circa 1.500 euro al mese; se
vieni curato a casa ricevi quasi sempre niente e qualche volta il 20-30% del
suddetto importo. Ne deriva che molto spesso la priorità delle cure domiciliari
non è perseguita dalle Asl nell’interesse del malato,
ma solo per risparmiare denaro (4);
b) il secondo gruppo comprende le
persone con handicap intellettivo grave e gravissimo, e quindi con autonomia
molto limitata o nulla. Se non vi sono patologie associate, per detti soggetti
è opportuno che la competenza sia del settore
socio-assistenziale ai sensi dell’articolo 38 della Costituzione (5);
c) il terzo gruppo è composto da soggetti non in grado di svolgere autonomamente le
funzioni essenziali. Tuttavia, essendo integre le loro
capacità intellettive, sono capaci di individuare le loro necessità e di
informare compiutamente le persone incaricate del loro sostegno materiale. Le
iniziative da assumere sono quelle riguardanti la “Vita indipendente”.
riteniamo che gli interventi occorrenti siano quelli
indicati da Gianni Pellis nell’articolo “L’assistenza
personale autogestita: una realtà innovativa per le
persone con handicap fisico molto grave” pubblicato sul n. 137, 2002 di questa
rivista, in cui l’Autore «con disabilità
permanente, tetraplegico dal 1986, con conseguenti
gravi limitazioni alla possibilità di essere
autosufficiente nello svolgimento delle più essenziali funzioni della vita» descrive
le sue esperienze volte alla “Vita indipendente”.
In detto articolo Gianni Pellis, che all’epoca dell’articolo viveva da solo e
lavorava a Torino presso la ditta Alenia Spazio,
precisa che «molte azioni della mia
giornata, come l’essere alzato e coricato, le operazioni di igiene
personale, l’essere imboccato per i pasti, l’essere accompagnato per gli
spostamenti sia in casa che all’esterno, solo per indicare i più importanti
bisogni primari, non trovano nessun aiuto o beneficio nemmeno dalla tecnologia
più sostificata».
Tabella relativa alla
ripartizione del fondo per le non autosufficienze
Risorse
destinate alle Regioni Anno
2007 Anno 2008 Anno 2009
e alle Province autonome
Regione
Abruzzo 2.465.822,97 7.432.203,75 9.917.890,63
» Basilicata 1.091.862,06 3.298.818,21 4.402.101,90
» Calabria 3.505.080,92 10.579.509,43 14.117.806,90
» Campania 8.306.535,61 25.149.260,16 33.560.383,96
» Emilia Romagna 7.957.228,26 23.859.399,15 31.839.131,31
» Friuli Venezia
Giulia 2.325.233,85 6.953.107,97 9.278.562,14
» Lazio 8.394.171,09 25.896.773,16 34.557.901,31
» Liguria 3.512.701,80 10.504.331,44 14.017.485,77
» Lombardia 14.564.791,95 44.083.734,18 58.827.457,99
» Marche 2.933.259,89 8.811.246,45 11.758.151,62
» Molise 698.305,37 2.097.901,19 2.799.540,39
Provincia autonoma di Bolzano 733.344,42 2.214.772,83 2.955.499,53
» » » Trento 845.783,83 2.539.708,60 3.389.109,47
Regione Piemonte 7.797.985,90 23.510.441,74 31.373.465,74
» Puglia 6.280.392,67 19.008.767,46 25.366.214,76
» Sardegna 2.614.073,59 7.898.185,72 10.539.719,40
» Sicilia 8.252.014,25 24.872.970,70 33.191.690,00
» Toscana 7.157.034,75 21.479.781,71 28.663.655,19
» Umbria 1.759.806,01 5.294.189,44 7.064.821,36
» Valle d’Aosta 242.748,17 732.863,21 977.967,97
» Veneto 7.561.822,61 22.782.033,49 30.401.442,68
Ministero della solidarietà sociale 1.000.000,00 1.000.000,00 1.000.000,00
Totali euro 100.000.000,00 300.000.000,00 400.000.000,00
(1) Nell’articolo di questo numero “Inquietanti le delibere delle Giunte
delle Regioni Emilia-Romagna e Toscana sulle non
autosufficienze” sono elencati i provvedimenti assunti da Tribunali, Tar e dal Consiglio di Stato in cui viene confermato che,
per quanto concerne gli ultrasessantacinquenni non autosufficienti ed i
soggetti con handicap in situazione di gravità, gli oneri assistenziali devono
essere calcolati esclusivamente sulla base delle loro personali risorse
economiche, senza alcun onere per i parenti conviventi o non conviventi.
(2) Ricordiamo, ad esempio, che, come risulta dalla sentenza del Tar della Lombardia n. 291/08 del 19 dicembre 2007 (cfr. Prospettive assistenziali, n. 161, 2008), il Comune di Milano aveva
imposto ai genitori di versare 22 mila euro all’anno per il ricovero del loro
figlio colpito da handicap grave ricoverato in istituto, nonostante che le
risorse complessive dell’intero nucleo familiare fossero di appena 36 mila
euro.
(3) Ovviamente i Comuni avevano e hanno la possibilità di reperire i fondi
necessari sia riducendo gli stanziamenti destinati alle attività non vitali per
la popolazione (ad esempio quelli relativi al tempo libero), sia aumentando le
entrate (ad esempio elevando di qualche centesimo di euro le aliquote
concernenti l’Ici (Imposta comunale sugli immobili). La vera questione di
sempre riguarda la scelta fra l’aiuto alla persona più debole e le agevolazioni
a favore degli altri cittadini.
(4) Circa la priorità delle cure domiciliari si vedano gli articoli apparsi
sul n. 161, 2008 di Prospettive
assistenziali. I primi risultati dell’attuazione dell’accordo dell’Asl To
5 con i Consorzi socio-assistenziali sull’assegno di cura per anziani non
autosufficienti sono riportati in questo numero nella rubrica “Notizie”.
(5) Cfr. Mauro Perino, “Per una
corretta definizione del ruolo del settore socio-assistenziale”, Prospettive assistenziali,
n. 154, 2006.