Prospettive assistenziali, n. 162, aprile-giugno 2008
Notiziario
dell’Unione per la tutela degli insufficienti mentali
PROGETTO “HANDICAP INTELLETTIVO: LAVORO O ASSISTENZA? - GUIDA AI PERCORSI
DOPO L’OBBLIGO FORMATIVO”
L’Utim – in collaborazione con le associazioni di
volontariato Agafh (Associazione genitori di adulti e fanciulli handicappati) di Orbassano,
Geaph (Genitori e amici dei portatori di handicap) di
Sangano, Ggl (Gruppo
genitori per il diritto al lavoro) di Torino, Grh
(Genitori di ragazzi handicappati) di Venaria e Druento,
La possibilità di inserimento
in una attività lavorativa o la necessità di rivolgersi per tempo ai servizi
socio-assistenziali dipende infatti anche da una corretta informazione.
Questi sono stati gli argomenti affrontati:
Handicap
intellettivo e lavoro: i diritti esigibili, i diritti da conquistare
L’importanza di un corretto orientamento quale premessa
dell’integrazione sociale nella vita adulta per chi ha autonomia e potenzialità
lavorative: che cosa può insegnare l’esperienza di oltre 500 assunzioni ottenute dalle
associazioni di volontariato (a
cura del gruppo genitori per il
diritto al lavoro).
Dalla
scuola al lavoro: quali percorsi possibili nel territorio di integrazione
tra scuola superiore e formazione professionale
- Le opportunità
formative specifiche: il corso prelavorativo e il
corso Fal (Formazione e avvio al lavoro) (a cura
degli insegnanti della formazione professionale);
- Il Centro per l’impiego provinciale: come funziona,
quando ci si iscrive, quali sono le tutele
previste, il servizio di inserimento
lavorativo per il collocamento mirato al lavoro (a cura degli operatori del servizio).
L’importanza
dei servizi socio-assistenziali per chi non è avviabile
al lavoro
Dal diritto di accesso
ai servizi di tutti al diritto ai servizi del “durante e dopo di noi”. I risultati ottenuti dal volontariato dei diritti, le richieste e
le proposte delle associazioni di tutela per sostenere le famiglie e mantenere
il più a lungo possibile al proprio domicilio la persona con handicap
intellettivo in situazione di gravità (a
cura dell’Utim).
I servizi
socio-sanitari e socio-assistenziali del territorio
- Il Consorzio socio-assistenziale: a chi si rivolge, i
criteri di accesso, le modalità di presa in carico, i
servizi disponibili, la programmazione futura (a cura dei servizi sociali del
Comune o del Consorzio o della Comunità montana);
- L’Uvh (o Uvap),
Unità di valutazione handicap: quando interviene, come si accede, che cos’è il Pai (Piano assistenziale
individuale) (a cura della Commissione Uvh);
- Il centro diurno assistenziale:
perché è una valida alternativa al ricovero in istituto? (a
cura dei gestori del servizio);
- La comunità alloggio
socio-assistenziale e/o il gruppo appartamento: dal ricovero per momenti di
sollievo all’inserimento definitivo. Illustrazione degli
obiettivi del servizio e di come si svolge la vita comunitaria (a cura dei
gestori del servizio).
Per questi due
ultimi temi è stata chiesta ai relatori la loro disponibilità
a far visitare un centro diurno e/o una comunità alloggio alle famiglie che
volevano rendersi conto di persona del loro funzionamento.
Alla fine
del ciclo degli incontri possiamo dirci soddisfatti per la partecipazione che
ha visto una media di almeno una trentina di persone per ogni incontro, ma
soprattutto perché in molti interventi è stata rilevata l’importanza data alla
giusta aspettativa di inserimento al lavoro per le
persone con handicap intellettivo che ne hanno la capacità.
Altro
aspetto riconosciuto come positivo è stata la scelta
di chiamare a parlare i rappresentanti dei vari enti che in molteplici aspetti
sono tenuti ad intervenire nel processo di integrazione sociale delle persone
handicappate.
La partecipazione degli operatori addetti è stata anche l’occasione per
mettere in relazione i vari servizi fra di loro e
farli interagire con il pubblico.
Un’ultima
considerazione va riservata all’aspetto economico dell’iniziativa. Purtroppo,
nonostante l’importanza degli argomenti,
In
compenso, molto prima dell’Utim, nell’elenco dei
beneficiari dei contributi alle organizzazioni di volontariato, nel cosiddetto
settore del “welfare”, sono stati assegnati
finanziamenti a progetti che si occupavano di animali:
con il dovuto rispetto e senza nulla togliere a questi, pensavamo che le iniziative
relative al “welfare” fossero prioritariamente
rivolte alle persone o che le loro esigenze fossero almeno alla pari a quelle
degli animali. Evidentemente ci siamo sbagliati.