Notiziario della Fondazione promozione sociale
IL
SITO www.fondazionepromozionesociale.it:
UN
“FAI DA TE” UTILE PER OPPORSI ALLE DIMISSIONI DI CONGIUNTI MALATI
CRONICI
E NON AUTOSUFFICIENTI
Positiva è la recente evoluzione dell’iniziativa
assunta dal Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti (1) di inserire
nel sito www.fondazionepromozionesociale.it il fac-simile della lettera di
opposizione alle dimissioni di adulti e anziani colpiti da patologie
invalidanti e da non autosufficienza, che ancora necessitano di cure sanitarie
o socio-sanitarie e, quindi, non possono rientrare al domicilio.
Infatti, da qualche mese è in aumento il numero delle
persone che, sulla base del detto fac-simile e delle relative informazioni sui
comportamenti da tenere nei riguardi delle istituzioni, sono in grado di
procedere autonomamente a difesa del diritto alle cure dei loro congiunti
affetti da malattie inguaribili e non autosufficienza.
Alla Fondazione promozione sociale viene inviata la
fotocopia della lettera di opposizione, consentendo in tal modo alla stessa
Fondazione di conoscere la situazione e di fornire la consulenza eventualmente
richiesta.
Dalle telefonate pervenute emerge una situazione assai
allarmante.
Infatti molto spesso vi sono medici degli ospedali e
delle case di cura private convenzionate con il Servizio sanitario che, avuta
conoscenza dell’opposizione alle dimissioni, minacciano i firmatari di richiedere
l’intervento dei carabinieri, di sporgere denuncia penale di abbandono o di
porre a loro carico gli oneri relativi al prolungamento della degenza (2).
Ovviamente le persone sono alquanto preoccupate da
queste intimidazioni, soprattutto perché temono ritorsioni nei confronti dei
loro cari. Per questo motivo telefonano per essere rassicurati circa la
correttezza giuridica della loro azione e, di volta in volta, la Fondazione
suggerisce i comportamenti da adottare.
In tutti i casi finora presi in esame coloro che hanno
puntualmente seguito le indicazioni della Fondazione non solo non hanno subito
alcuna ritorsione, ma hanno altresì ottenuto per il loro congiunto la
prosecuzione della degenza o il trasferimento, a cura e spese della sanità, in
una struttura socio-sanitaria (residenza sanitaria assistenziale, casa
protetta, ecc.) convenzionata, superando la lista di attesa e con il
riconoscimento della quota sanitaria a carico dell’Asl.
In moltissimi casi, specialmente in località fuori del
Piemonte (3), la Fondazione è intervenuta anche per impedire la richiesta
illegale di contributi economici ai familiari di soggetti ricoverati presso
Rsa. Infine è da segnalare che molti casi hanno riguardato soggetti con
problemi psichiatrici gravi.
Dove siamo
intervenuti
Oltre agli interventi relativi a situazioni
verificatesi a Prato (4) e a Milano (5) sono state presentate, a seguito della
consultazione del sito della Fondazione promozione sociale, opposizioni ad
Alghero, Aosta, Bologna, Brescia, Cagliari, Chiavari, Cologno Monzese, Eboli,
Ferrara, Firenze, Genova, Lecce, Merano, Napoli, Padova, Pesaro, Pisa, Rimini,
Rho, Roma, Salerno, Trento, Treviso, Venezia, Verona e Volterra.
Conclusioni
Dall’esperienza si può concludere che il sito è
comunque un “fai da te” molto positivo che dovrebbe stimolare le organizzazioni
di tutela dei soggetti deboli a costituire comitati di difesa analoghi a quello
di Torino. La Fondazione promozione sociale è disponibile a fornire tutta la
collaborazione necessaria.
(1) Ricordiamo
che il Comitato per la difesa dei diritti degli assistiti funziona
ininterrottamente dal 1978. La gestione, già curata dal Csa, Coordinamento
sanità e assistenza fra i movimenti di base, è assicurata dal 2003 dalla
Fondazione promozione sociale Onlus.
(2) Si tenga
presente che colui che rivolge minacce commette un reato. Al riguardo la Corte
di Cassazione, Sezione II, con sentenza 89/182005 ha stabilito che «ai fini del delitto di violenza privata non
è richiesta una minaccia verbale o esplicita, essendo sufficiente un qualsiasi
comportamento od atteggiamento, sia verso il soggetto passivo sia verso altri,
idoneo ad incutere timore ed a suscitare la preoccupazione di subire un danno
ingiusto, onde ottenere, mediante tale intimidazione, che il soggetto passivo
sia indotto a fare, tollerare od omettere qualcosa». Al riguardo si veda
l’articolo di Elena Brugnone, “Abbandono di anziani malati cronici non
autosufficienti e minacce contro i familiari: profili penali”, Prospettive assistenziali, n. 124, 1999.
(3) Nella
Regione Piemonte il fenomeno è stato praticamente superato con l’approvazione
da parte della Giunta regionale in data 23 luglio 2007 della delibera n.
37/6500, in base alla quale è prevista l’erogazione di contributi ai Comuni
singoli e associati, qualora abbiano stabilito che il pagamento della quota
alberghiera di ricovero di anziani cronici non autosufficienti viene calcolata
esclusivamente sulla base delle personali risorse economiche degli assistiti,
senza alcun onere per i parenti, compresi quelli conviventi..
(4) Cfr.
“L’azienda Usl 4 di Prato si rivolge ai carabinieri per dimettere un anziano
gravemente malato”, Ibidem, n. 158, 2007.