Prospettive assistenziali     n. 166  aprile giugno 2009

 

 

 

Specchio nero

 

 

EVASIONE FISCALE: OGNI ANNO SI PERDONO 100 MILIARDI DI EURO

 

Riportiamo integralmente la notizia apparsa su Conquiste del lavoro del 6 febbraio 2009: «Forse non tutti sanno che i soldi non lasciati in Italia al fisco corrispondono a 7 punti percentuali del Pil. Se tutti gli evasori pagassero le tasse, infatti, gli italiani avrebbero in tasca 100 miliardi di euro in più all’anno, circa 8 miliardi e mezzo al mese. Un fenomeno tristemente noto e che ora ci viene riproposto grazie alla minuziosa inchiesta condotta da Roberto Ippolito, responsabile delle relazioni estere della Luiss, nel libro Evasori, chi, come e quanto.

«Il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, è intervenuto in modo molto deciso sulla questione: “Siamo pronti ad intraprendere una campagna contro l’evasione fiscale. Sarebbe un bel segnale se anche la Cgil e la Uil si unissero in questa battaglia civile, coinvolgendo tecnici e specialisti bipartisan”, ha detto in occasione della presentazione del libro. “Abbiamo fatto accordi con questo Governo e anche con quello precedente. Speriamo di formare un nuovo fronte comune sul tema dell’evasione. Il Governo sta cercando le risorse per affrontare la crisi, ma se si recuperasse solo una parte di quei 100 miliardi di evasione fiscale avremmo meno problemi degli altri Paesi. Per questo”, ha sottolineato Bonanni, “avvieremo una raccolta di firme nelle città per una campagna contro l’evasione e per un fisco più giusto”».

Sono trascorsi mesi dalla dichiarazione del Segretario generale della Cisl, ma finora non risulta alcuna campagna contro l’evasione fiscale.

 

 

IL CANCRO DEI PARADISI FISCALI

 

John Christensen (cfr. l’articolo “Il tesoro nascosto”, La Stampa del 4 aprile 2009) ha riferito che «secondo stime precedenti gli individui più ricchi del mondo hanno parcheggiato 11mila 500 miliardi di dollari offshore, con una perdita secca di 250 miliardi da versare in tasse ogni anno». Inoltre sulla base dei calcoli della Banca mondiale «i flussi di capitale frutto di attività criminale, corruzione ed evasione che passano i confini vanno da 1.000 a 1.600 miliardi di dollari all’anno».

L’Autore afferma che «i paradisi fiscali sono il cuore dei mercati finanziari globali con oltre 2mila miliardi di dollari che ogni giorno passano per i loro circuiti».

Paradisi fiscali sono «le isole Cayman, le isole del Canale, le British Virgin Islands e le Bermuda», mentre «tutti sappiamo del segreto bancario svizzero (…) o delle consorterie criminali in Liechtenstein».

Secondo John Christensen «la Banca mondiale e il Fondo monetario internazionale non hanno incluso nelle loro analisi il modo in cui i paradisi fiscali destabilizzano i mercati finanziari (…) o come incoraggiano la criminalità offrendo ospitalità a evasori, imbroglioni e trafficanti, diventando di fatto fiancheggiatori della corruzione che ha stroncato tanti Paesi».

Nell’incontro di aprile 2009 il G20 ha deciso una risolutiva stretta sui paradisi fiscali. Sarà attuata?

 

 

INPS: INGENTE L’EVASIONE CONTRIBUTIVA

 

Secondo quanto pubblicato da Conquiste del lavoro del 26 febbraio 2009 l’Inps «dichiara guerra al lavoro nero e punta a raddoppiare i controlli per recuperare 1,5 miliardi di contributi evasi».

Il Presidente dell’Inps Antonio Mastropasqua ha affermato che gli obiettivi sono i seguenti: «Far emergere il lavoro sommerso, recuperare i contributi evasi, combattere e annullare i contratti di lavoro fittizi che soprattutto in agricoltura sono strumenti per trasferire denaro pubblico alle organizzazioni mafiose, attraverso indennità sociali non dovute» ed ha aggiunto che «i nostri ispettori si muoveranno con l’intento di offrire innanzitutto un contributo di servizio e di consulenza alle imprese che spesso non sanno quali strumenti si possono adottare per far ricorso al lavoro in modo da non ledere i diritti dei lavoratori».

Ha precisato inoltre che gli ispettori dell’Inps «non inseguiranno le irregolarità formali e procedimentali ma, secondo quanto disposto dalla Circolare del Ministro Sacconi dello scorso mese di settembre e secondo le recenti linee guida dettate dal Ministero del lavoro, svolgeranno un’operazione di contrasto dei fenomeni di irregolarità che sul piano sostanziale ledono i diritti dei lavoratori» e che «il lavoro di intelligence dell’Inps e la collaborazione con l’Agenzia delle entrate ci consentirà di mandare a colpo sicuro i nostri ispettori».

Nell’articolo di Conquiste del lavoro viene ricordato che «nel 2008 l’82% delle aziende visitate presentava irregolarità».

Da parte nostra speriamo che si tratti di un impegno che verrà rispettato, poiché in merito all’evasione contributiva sono numerosi gli annunci di azioni segnalate come risolutive.

Ad esempio (cfr. Avvenire del 30 gennaio 1999 e Prospettive assistenziali, n. 125, 1999) «secondo i dati del Ministero del lavoro relativi al 1° semestre 1998 delle 11.938 aziende ispezionate, molto più della metà, ben 7.774, sono state multate e sono state accertate 3.360 truffe per oltre 34 miliardi. A Roma, su 34 lavoratori regolari, ben 221 risultano irregolari. Nel 1997 solo la metà degli occupati godeva delle tradizionali tutele del lavoratore dipendente: l’Italia si è così collocata al secondo posto tra i Paesi europei, dopo la Grecia, per incidenza del lavoro sommerso sul Pil (27,3%). Nel 1997 l’economia sommersa ha prodotto 530.000 miliardi con quasi 10 milioni di ore di lavoro. I lavoratori in nero sono stati 5 milioni di cui 2 milioni utilizzati in part-time e 3 milioni a tempo pieno. I minori che risultano utilizzati nel sommerso sono stati 300.000 e i clandestini 250.000. Tra i settori più colpiti quelli dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’industria e dei servizi».

 

 

FARMACI PER PUNIZIONE IN UNA CLINICA

DI PARMA: ARRESTATO LO PSICHIATRA

 

Su La Stampa del 17 aprile 2009, Franco Giubilei ha segnalato che «è finito agli arresti domiciliari il Direttore sanitario della residenza sanitaria psichiatrica per minori C. nell’Appennino parmense. Le accuse al dottor R. S., psichiatra: maltrattamenti ai ragazzi della comunità, somministrazione di psicofarmaci a forza e, in alcuni casi, a scopo punitivo. L’inchiesta del Pubblico Ministero Francesco Gigliotti riguarda anche sette suoi collaboratori, iscritti nel registro degli indagati.

«Tutto è partito dalla denuncia di un ex operatore della struttura, L. V., con un esposto alla Procura che parlava di metodi in uso nei vecchi manicomi, come la “fialatura”: una sorta di sedazione farmacologica per punire i ragazzi che non rispettavano l’autorità degli educatori.

«Veniva somministrato un mix di psicofarmaci che “nello spazio di pochi minuti causano una profonda debolezza e sonnolenza, con un senso di impotenza che nel ragazzo si esprime in tristezza e sonno”. Il trattamento sarebbe stato riservato ai ragazzi fra i 14 e i 19 anni di età».

 

 

L’ARCIVESCOVO DI POMPEI ESALTA LA FUNZIONE DEGLI ISTITUTI DI RICOVERO

DELL’INFANZIA E IGNORA I DELETERI EFFETTI DELLA CARENZA DI CURE FAMILIARI

 

Nell’omelia del 20 settembre 2008 durante la quale ha chiesto la riapertura degli orfanotrofi (cfr. “Specchio nero” del n. 164 di Prospettive assistenziali), Mons. Carlo Liberati, Arcivescovo di Pompei, dopo aver affermato che «gli orfanotrofi [sono] me­rito e vanto di questo Santuario», ha sostenuto che nell’istituto di Pompei erano stati accolti «forse 100mila bimbi in un secolo» e che essi «sono di­ventati uomini e donne sotto il cielo di Dio e hanno spiccato alto il volo per le vie della vita come i gabbiani che si librano ancora oggi sotto il cielo di Pompei».

Stupisce che dopo oltre cinquant’anni dagli studi sui nefasti effetti della carenza di cure familiari, l’Arcivescovo di Pompei li ignori al punto da proporre la riapertura degli orfanotrofi e delle analoghe strutture di ricovero.

La posizione a favore dell’istituzionalizzazione dei minori è un vecchio e purtroppo duraturo comportamento del Santuario di Pompei la cui direzione con lettera del 23 giugno 1964 aveva segnalato all’Anfaa, Associazione famiglie adottive e affidatarie, che «attualmente non abbiamo alcun interesse a collocare nostre ricoverate presso famiglie. Questo stesso Santuario si impegna esclusivamente di inserire nella vita le orfanelle o figlie di carcerati in maniera dignitosa e autonoma».

 

 

LONDRA: NEFASTE CONSEGUENZE

DEL RICOVERO IN ISTITUTO DI MINORI

 

Secondo quanto è stato scritto su Avvenire del 6 aprile 2009 «centinaia di ragazze che furono ospiti di orfanotrofi e istituti per minori in Gran Bretagna negli anni ’70 ed ’80, cui furono date forti dosi di tranquillanti, potrebbero aver partorito figli con malformazioni provocate dai farmaci. Lo afferma la bbc, che ha scoperto che dieci ex residenti di una casa di accoglienza per bambini gestita dalla Chiesa anglicana a Gravesend (Kent) hanno avuto figli con difetti congeniti. Queste giovani “difficili” furono trattate con massicce dosi di sedativi. La diocesi di Rochester ha detto che coopererà alle indagini. “Kendall House” fu gestita dalla Chiesa anglicana fino agli anni Ottanta. Oggi non è più un luogo di accoglienza per minori. Molte ragazze venivano sedate per lunghi periodi. T. C., che lasciò la struttura nel 1984 a 16 anni, ha avuto tre figli, tutti con malformazioni alla nascita: il più grande ha problemi di respirazione, il secondo è nato cieco e la terza ha il palato aperto e la mascella inferiore sottosviluppata. Fu sedata 1.248 volte in 32 mesi con tranquillanti ed antidepressivi. Le venne data dieci volte la dose oggi raccomandata di Valium».