L’inspiegabile comportamento omissivo della
Caritas italiana
Finora
sono rimasti del tutto inascoltati i numerosi appelli da noi rivolti alla
Caritas italiana (1), e nessuna risposta hanno avuto le lettere inviate al
Direttore nazionale dell’ente e le istanze indirizzate ripetutamente al
responsabile della Caritas torinese.
Tenuto
conto della gravità della situazione dei malati cronici e degli oneri spesso
insopportabili imposti illegittimamente ai congiunti, il Csa ha deciso di
sollecitare i partecipanti (oltre seicento) del 33° convegno nazionale delle Caritas, tenutosi a Torino dal 22 al
25 giugno 2009, ad assumere iniziative concrete a tutela delle esigenze e dei
diritti degli anziani non autosufficienti con la distribuzione del volantino
riprodotto nell’allegato 1.
Al
riguardo avvertiamo che il testo dell’opuscolo segnalato nell’allegato 1 è
reperibile nel sito: www.fondazionepromozionesociale.it in cui è riportata
anche l’analoga pubblicazione redatta dal Sindacato dei pensionati Cgil di
Torino.
Allegato 1
Riportiamo
il testo del volantino “Appello a tutte le Caritas per eliminare una delle
cause alla povertà”, distribuito insieme all’opuscolo “Tutti hanno diritto alle
cure sanitarie compresi anziani malati cronici non autosufficienti, malati di
Alzheimer, malati psichiatrici, handicappati con gravi patologie” in occasione
del 33° convegno nazionale delle
Caritas, tenutosi a Torino dal 22 al 25 giugno 2009.
«chiediamo
alle caritas di intervenire per
ottenere dagli ospedali e dalle case di cura private convenzionate il rispetto
del diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie degli anziani malati cronici
non autosufficienti.
«Il diritto alle cure sanitarie e socio-sanitarie è
sancito dalle leggi vigenti: la prima, la n. 692, risale addirittura al 1955.
«Pertanto nei casi in cui sia gravemente colpito da
patologie invalidanti e da non autosufficienza, l’anziano non curabile a
domicilio ha il diritto esigibile:
a) durante la fase acuta alle cure sanitarie fornite gratuitamente e
senza limiti di durata presso ospedali e case di cura private convenzionate;
b) durante la fase cronica alle cure socio-sanitarie fornite senza
limiti di durata presso Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) e strutture
analoghe (case protette, ecc.).
«Durante la fase cronica il malato è obbligato dalle
disposizioni in vigore (articolo 25 della legge 328/2000 e decreti legislativi
109/1998 e 130/2000) a versare la quota alberghiera di ricovero (che non può
essere superiore al 50% della retta totale) nell’ambito delle sue personali risorse
economiche (redditi e beni), senza alcun onere per i congiunti conviventi o non
conviventi. Queste disposizioni sono rispettate solo in Piemonte e in poche
altre zone.
«Le leggi vigenti garantiscono inoltre la continuità
terapeutica senza alcuna interruzione durante la transizione delle fasi acuta e
cronica.
«purtroppo in
quasi tutte le zone del nostro paese
le succitate leggi non vengono rispettate, costringendo le famiglie degli
anziani cronici non autosufficienti a svolgere funzioni di competenza del servizio sanitario.
«Il IV Rapporto del Ceis Sanità, Università di Tor
Vergata di Roma, presentato il 20 dicembre 2006, conferma le nefaste
conseguenze economiche nei confronti delle famiglie i cui componenti non
autosufficienti vengono dimessi da ospedali e da case di cura private
convenzionate pur avendo ancora la necessità di continue prestazioni sanitarie.
«Secondo detto Rapporto risulta che nel 2004 (ultimo
dato disponibile) ben 295.572 famiglie
“sono scese al di sotto della soglia di povertà a causa delle spese sanitarie
sostenute”.
«Le dimissioni da ospedali e da case di cura private
convenzionate sono subite dai congiunti (spesso si tratta di persone
ultraottantenni o ultranovantenni) perché non conoscono i diritti dei malati.
«Le cure domiciliari sono prioritarie: dovrebbero
essere incentivate dalle regioni
ma non possono essere imposte soprattutto ai congiunti molto anziani e ai figli
che lavorano.
«accettare le
dimissioni da ospedali e da case di cura private convenzionate significa sul
piano giuridico sottrarre volontariamente il malato dalle competenze della
sanità e assumere volontariamente gli oneri economici e tutte le responsabilità
civili e penali.
«chiediamo
quindi alle caritas di difendere
i diritti degli anziani malati cronici non autosufficienti fornendo le
necessarie informazioni, possibilmente tramite un opuscoletto.
«Essere inguaribili non significa essere incurabili».
(1) Su Prospettive assistenziali sono stati pubblicati i seguenti
articoli: “Perché la Caritas italiana non provvede a diffondere notizie sul
diritto dei malati cronici alle cure sanitarie e socio-sanitarie?”, n. 151,
2005; “Inquietante comportamento della Caritas italiana sul diritto alle cure
sanitarie degli anziani cronici non autosufficienti”, n. 153, 2006; “Come mai
la Caritas non difende il diritto alle cure sanitarie degli anziani colpiti da
patologie invalidanti?”, n. 154, 2006; “Per quali motivi la Caritas continua a
non segnalare il diritto degli anziani cronici non autosufficienti alle cure
sanitarie?”, n. 158, 2007.