UNA RISPOSTA AL PRETESTO DELLA SCARSITÀ
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Proposte per intervenire concretamente per l'eliminazione degli
sprechi e delle spese inutili e per l'acquisizione di nuove risorse
fondata su criteri di giustizia |
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Le risorse recuperate, mettendo in atto le azioni virtuose suggerite, dovrebbero – a nostro parere – essere utilizzate per finanziare il Servizio sanitario nazionale al fine di fornire, come da leggi vigenti, prestazioni diagnostiche e terapeutiche a tutti gli infermi, compresi i malati cronici non autosufficienti e le persone con demenza senile, i soggetti con disabilità intellettiva grave, i malati psichiatrici con limitata o nulla autonomia |
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APPROFONDIMENTI
INIZIATIVE SEMPLICI E FACILI PER L'ACQUISIZIONE DI IMPORTANTI RISORSE ECONOMICHE DA DESTINARE AL SERVIZIO SANITARIO NAZIONALE, IN PARTICOLARE AGLI INFERMI NON AUTOSUFFICIENTI (21 ottobre 2019) I soldi ci sono. Rassegna di sprechi e proposte operative per il recupero delle risorse (Prospettive assistenziali, 188/2014) Sprechi da sanare e risorse da reperire (nov. 2014) Possibili risparmi concernenti il Servizio sanitario nazionale e altri settori (Prospettive assistenziali, 177, 2012) Crisi economica: principi etici, basi culturali e iniziative operative (Prospettive assistenziali, 182, 2013) Una prima risposta al pretesto della scarsità delle risorse economiche indispensabili per le esigenze vitali delle persone non autosufficienti (Prospettive assistenziali,, 175, 2011)
Proposta di legge regionale sul recupero delle spese sanitarie nei confronti delle persone civilmente responsabili (Prospettive assistenziali, 171, 2010) Sprechi (rassegna tematica tratta da Prospettive assistenziali) Quarta rassegna di sprechi e spese non indispensabili (Controcittà, settembre 2013)
"Terza rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà, Giu-Lug 2012
"Altra rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà Numero speciale - Mar-Apr 2010
"Rassegna di sprechi e spese per attività non indispensabili" Controcittà Numero speciale - Gen-Feb 2009 |
Per quanto concerne le spese di investimento: COSTRUZIONE DI RSA 1. In merito per esempio alla costruzione di Rsa, Residenze sanitarie assistenziali, occorrerebbe puntare sull’istituto della concessione di pubblico servizio, in base al quale gli oneri per la creazione di strutture socio-sanitarie sono interamente assunti dal concessionario, che diluisce i costi sostenuti inserendoli nelle rette per il periodo temporale concordato. Nei casi in cui l’Asl (o il Comune) metta a disposizione i terreni o i fabbricati, il concessionario può essere obbligato a versare al proprietario le somme corrispondenti al valore dei succitati beni. Utilizzando detto istituto, l’anno scorso il Comune di Torino ha incassato quasi 6 milioni di euro dalla Cooperativa Valdocco per la gestione di una struttura sita in Via San Marino, Torino. RISERVA ALLOGGI 2. Una consistente
riduzione delle spese si otterrebbe con l’approvazione di una norma
analoga a quella del 1° comma dell’articolo 4 della legge 17 febbraio
1992, n. 179 “Norme per l’edilizia residenziale pubblica” in modo da
rendere obbligatoria la riserva di alloggi per alcune categorie di
assistiti (ad esempio comunità alloggio per i soggetti con handicap
intellettivo e limitata o nulla autonomia, gruppi appartamento per
malati psichiatrici, ecc.). Attualmente il succitato comma 1 è così
redatto «Le
Regioni, nell’ambito della disponibilità
loro
attribuite, possono
riservare una quota non superiore al 15% dei fondi di edilizia agevolata
e sovvenzionata per la realizzazione di interventi da destinare alla
soluzione di problemi abitativi di particolari categorie sociali
individuate di volta in volta dalle Regioni stesse. Per tali interventi
i requisiti soggettivi e oggettivi sono stabiliti dalle Regioni, anche
in deroga a quelli previsti dalla legge 5 agosto 1978 n. 457, e
successive modificazioni»;
In merito alle
SPESE DI GESTIONE proponiamo: RIMBORSI SPESE SANITARIE 1.
l’approvazione di una legge dello
Stato per obbligare (attualmente è solo una facoltà) le Asl e le Aso a
richiedere a coloro che, per gravi colpe accertate dalla magistratura,
hanno procurato lesioni a persone (a seguito di infortuni sul lavoro,
malattie professionali, incidenti stradali, risse o per altri motivi) il
rimborso delle spese sostenute dal Servizio sanitario nazionale per la
cura dei soggetti danneggiati presso ospedali e strutture analoghe. A
questo riguardo non risulta che finora detti rimborsi siano stati
chiesti, per esempio, per le vicende Eternit e Thyssen; PREMO ASSICURAZIONI 2. la verifica della possibilità di aumentare
la quota versata al Servizio sanitario nazionale in merito ai premi di
assicurazione per auto e altri veicoli; RIDEFINIZIONE POVERTA' 3. la ridefinizione della povertà escludendo –
come dovrebbe essere ovvio – coloro che posseggono patrimoni immobiliari
di qualsiasi valore e di beni mobili di una certa consistenza. Nei casi
di effettiva necessità, a coloro che posseggono patrimoni potrebbero
essere concessi prestiti. Sulla base del sopra riportato principio
dovrebbero essere modificate le nome della Social Card; PENSIONI: INTEGRAZIONE AL MINIMO 4. modifiche
sostanziali dovrebbero essere apportate in merito alle erogazioni
effettuate dallo Stato per l’integrazione al minimo delle pensioni, per
la maggiorazione sociale e per gli assegni o pensioni sociali:
attualmente lo Stato versa ogni anno oltre 54 miliardi di euro. Vi sono
situazioni inaccettabili. Ad esempio l’ex lavoratore ultrasettantenne
che ha conseguito una pensione di 150 euro mensili (ad esempio perché ha
lavorato come dipendente per un breve periodo di tempo e in seguito ha
svolto attività in proprio) e possiede, oltre all’appartamento o alla
villa dove abita (di cui non si tiene conto qualunque sia il loro
valore), addirittura altri due alloggi (ad esempio seconda e terza casa
non affittati a terzi del valore complessivo di 400mila euro) i cui
redditi calcolati ai fini fiscali sono certamente inferiori a 6mila
euro, riceve dallo Stato ogni anno quale prestazione assistenziale
(integrazione al minimo e maggiorazione sociale) 453,87 euro mensili per
13 mesi che si sommano ai 150,00 euro della pensione. Mentre
l’integrazione al minimo è una provvidenza condivisibile (anche se
occorrerebbe che l’ammontare previsto fosse in grado di eliminare la
povertà assoluta), è inaccettabile che le integrazioni economiche siano
versate a coloro che posseggono beni immobili anche di importo molto
consistente e/o patrimoni (azioni, obbligazioni, denaro contante, ecc.)
di una certa entità oppure altri beni non indispensabili, ma aventi un
valore economico rilevante. Pertanto si propone: a) il blocco delle nuove erogazioni a coloro
che dispongono di beni immobili, compresa la prima casa, o beni
mobili di rilevante consistenza da definire; b) la non erogazione
delle addizionali economiche relative all’aumento del costo della vita a
coloro che già beneficiano delle provvidenze di cui sopra. PENSIONI: BLOCCO ADDIZIONALI 5. dovrebbe essere disposto il blocco delle
addizionali economiche relative all’aumento del costo della vita a
coloro che hanno una pensione inferiore a 467 euro mensili e che non
ricevono l’integrazione al minimo delle pensioni in quanto sono in
possesso di redditi superiori ai limiti previsti dalle norme vigenti.
Occorrerebbe altresì che l’Inps provvedesse a inquadrare dette pensioni
in un classificazione specifica, anche al fine di evitare che i relativi
beneficiari continuino ad essere inseriti fra i poveri, mentre in
effetti sono dei benestanti; PENSIONI INVALIDITA' 6. dovrebbero essere altresì riviste le norme
riguardanti l’importo delle pensioni di invalidità. Infatti l’umiliante
erogazione alle persone impossibilitate a svolgere qualsiasi attività
lavorativa proficua e totalmente prive di risorse economiche attualmente
(2013) di euro 275,87 al mese (euro 3.586,31 all’anno compresa la
tredicesima) viene assegnata anche a coloro che dispongono di un reddito
annuo non superiore a euro 16.127,30, importo che può anche comprendere
la proprietà di due alloggi non affittati a terzi. Riteniamo pertanto
assolutamente ingiustificata l’erogazione della pensione di invalidità a
coloro che hanno redditi superiori al minimo vitale da definire. Le
somme risparmiate dovrebbero essere erogate per elevare dette pensioni
di euro 275,87; VERIFICHE BANCARIE 7. Segnaliamo con
assolutamente positiva – e ne auspichiamo l’estensione per legge a
livello nazionale per tutti gli Enti che erogano contributi economici
socio-assistenziali –
la condizione imposta dal Consorzio Cisa di
Gassino a coloro che richiedono l’integrazione della retta
alberghiera a carico dei ricoverati presso strutture residenziali. La
condizione è la seguente: «Dichiara
altresì (…) di autorizzare espressamente e senza alcuna limitazione, ai
sensi dell’articolo 23 del decreto legislativo 196/2003, il Consorzio
Cisa, e per esso il responsabile del trattamento dei dati personali ed i
relativi incaricati, a richiedere i dati personali dell’assistito ad
enti terzi ivi inclusi Istituti di credito e banche, al fine di eseguire
le opportune verifiche sulle condizioni socio-economiche del medesimo».
DEOSPEDALIZZAZIONE PROTETTA 8. occorrerebbe limitare in tutta la misura del
possibile il trasferimento degli anziani malati cronici non
autosufficienti e delle persone con demenza senile dagli ospedali alle
case di cura private convenzionate per attività di lungodegenza. In
alternativa – tenendo anche conto delle positive esperienze in atto da
anni a Torino – predisporre reparti di deospedalizzazione protetta
presso le Rsa aventi lo scopo di fornire le necessarie cure
socio-sanitarie e di promuovere l’inserimento domiciliare qualora i
congiunti del paziente siano idonei e disponibili, nonché il ricovero
presso idonee Rsa; IPAB: VERIFICHE SUI PATRIMONI 9. preso atto che un numero assai rilevante di
Ipab, Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficienza, è stato
privatizzato con l’assegnazione gratuita dei beni mobili e immobili
(sovente molto consistenti), occorrerebbe: verificare se dette Ipab privatizzate
continuano o meno a svolgere attività di sostegno ai poveri e alle
persone in gravi difficoltà, com’è previsto dalle loro tavole di
fondazione; individuare le Ipab privatizzate e
l’ammontare di beni mobili e immobili posseduti al momento della
privatizzazione; verificare la situazione presente dei beni di
cui sopra e fornire i dati relativi alle eventuali alienazioni
illegittime con i relativi importi e pareri sulla loro corrispondenza
ai valori di mercato; accertare ogni altro elemento utile in merito
alla correttezza dell’operato degli amministratori in relazione alle
finalità istitutive dell’ente e agli scopi perseguiti. Come esempio di Ipab
privatizzate con rilevante patrimoni si segnala l’Opera Pia Barolo
di Torino. Come risulta dalla pubblicazione della Regione Piemonte,
Assessorato all’assistenza, Le Ipab
in Piemonte, 1980, e dal volume di
Piercarlo e Renato Grimaldi, Il
potere della beneficenza - Il patrimonio delle ex opere pie,
Franco Angeli Editore, 1983, i beni immobili e mobili dell’Opera Pia
Barolo risultano essere i seguenti: a) 119 particelle accatastate per un totale di
3 milioni 57mila 740 metri quadrati di terreni localizzati in quattro
Comuni del Piemonte: Venaria Reale mq 759.419, Leinì 684.079, Borgaro
Torinese 284.490, Saluzzo 1.329.752; b) fabbricati siti in: a) Torino, Piazza Savoia
6, Via Corte d’Appello 20/22 e Via delle Orfane 7, comprendente la sede
della stessa Opera Pia, l’Istituto famiglie operaie, 13 negozi e 31
alloggi; b) Torino, Via Cottolengo 22, 24 e 24 bis, dove hanno sede
l’Istituto delle Maddalene e il Pensionato S. Giuseppe; c) Torino, Via
Consolata 18 e 20 (Istituto Sant’Anna); d) Torino, Via Santa Giulia 7;
e) Venaria Reale (Torino), Via Scesa 9, 11, 13, 15 e 17 (vani
complessivi 250) e Via Amati 118/1-2-3-4-5-6 e 7 (totale vani 284); f)
Ceres (Torino), Via Ala, Case operaie (vani 15) e Pensionato S. Giuseppe
(vani 10); g) Mondrone (Torino) (vani 10); h) Moncalieri (Torino),
Istituto Sant’Anna; c) distributore benzina, magazzino e terreno,
Torino, Via Cigna; d) titoli per un valore nominale di 26 milioni
483mila 784 lire; IPAB - EX IPAB: DESTINAZIONE RISORSE AI POVERI 10. c’è la necessità di porre in atto le
necessarie e urgenti iniziative volte ad evitare che le istituzioni non
rispettino, come purtroppo spesso avviene, l’esclusiva destinazione alla
fascia più debole della popolazione delle risorse delle Ipab ed ex Ipab
che in base alla legge devono essere destinate esclusivamente alle
persone e ai nuclei familiari in condizioni di grave disagio
socio-economico, come purtroppo ha fatto il Comune di Torino nel 2008
sottraendo al settore socio-assistenziale ben 43 milioni di euro
provenienti dalla vendita di patrimoni immobiliari Ipab; PATRIMONIO PUBBLICO 11. vi è poi, come
bacino da cui attingere per le prestazioni socio-sanitarie, l’immenso
patrimonio pubblico calcolato (cfr.
La Stampa del 19 ottobre 2010) in 408
miliardi di euro, comprendente immobili e proprietà per un valore di 78
miliardi, delle Regioni (11), dei Comuni (227) e delle Province (29).
Inoltre c’è il tesoro dello Stato italiano azionista di oltre 2.500
società per un importo stimato in 140 miliardi di euro (La
Stampa del 12 agosto 2010); le spese
militari del nostro Paese (593 dollari per abitante e 1,8% del Pil)
addirittura superiori a quelle della Germania (558 dollari per abitante
e corrispondente all’1, 4% del Pil), nonché a quelle del Giappone (401
dollari, 1% del Pil) (La Stampa
del 9 settembre 2013), SPESE DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 12. tenuto anche conto
delle rilevanti spese di gestione, il Presidente della Repubblica
dovrebbe valutare la possibilità di vendere la villa Rosebery di Napoli,
estesa su una superficie di mq. 66.056 e di ridimensionare la tenuta di
Castelporziano che copre una superficie di 5.862 ettari e comprende ben
3,1 chilometri di spiaggia ancora incontaminate. Inoltre dovrebbe
operare una consistente riduzione delle spese riguardanti l’oramai
anacronistica struttura dei Corazzieri a cavallo. Ricordiamo nuovamente
(cfr. Prospettive assistenziali,
n. 175, 2011) che i dipendenti della
Presidenza della Repubblica sono oltre 2mila, mentre i Sovrani
d’Inghilterra ne hanno 300 e la Casa Bianca 466; UNIFICAZIONE COMUNI 13. una riduzione notevole della spesa pubblica
sarebbe sicuramente realizzata con l’unificazione dei Comuni (in totale
8.094) di cui ben 3.532 hanno meno di 2mila abitanti; ABOLIZIONE DEI PRIVILEGI 14. altri risparmi si potrebbero ottenere
facilmente eliminando gli inaccettabili privilegi dei Parlamentari,
compresi gli ex Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato e dei
Consiglieri regionali, e quelli delle altre istituzioni (Corte
costituzionale, Corte dei Conti, ecc.); VOLONTARI PER VERIFICHE FISCALI 15. sarebbe di estrema importanza la
partecipazione di volontari (in particolare pensionati laureati e
diplomati) per il disbrigo delle attività di accompagnamento, come
testimoni tenuti al segreto professionale, di un singolo agente della
Guardia di Finanza (oggi sono due) nelle attività di verifica, per
esempio, dell’emissione degli scontrini fiscali, con l’ovvia esclusione
degli interventi investigativi e accertativi; PARTECIPATE INEFFICIENTI 16. vi è l’urgente necessità di intervenire nei
confronti delle oltre 5mila società partecipate dai Comuni la cui
situazione di inefficienza è stata denunciata da Avvenire dell’8
dicembre scorso; PRIVILEGI REGIONI A STATUTO SPECIALE 17. consistenti
risparmi sono praticabili affrontando la questione delle Regioni a
statuto speciale. Come è stato riferito da
Avvenire
del 15 dicembre scorso, mentre nel 2012 la spesa pro-capite della
Regione Valle d’Aosta ammontava ad euro 11.725 (Provincia autonoma di
Bolzano euro 9.355, Provincia autonoma di Trento 8.717) , quella del
Piemonte era di 2.412 (Lombardia 2.220, Veneto 2.094), fatto che
contrasta nettamente con i più elementari principi di giustizia. Ciò premesso, ci sembra
che possano essere reperite le risorse economiche per il Servizio
sanitario nazionale, il cui costo rispetto al Pil è inferiore a quello
degli Stati Uniti, della Germania e della Francia.
Torino, 20 dicembre 2013 |