emoriale delle vittime dell'emarginazione sociale |
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IL MALE |
IPAB | |
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Nonostante la generosità dei benefattori, le Ipab hanno svolto, tranne rarissime eccezioni, la funzione di organismi deputati alla segregazione dei più deboli. Per buona parte di esse difatti si tratta di istituti di ricovero, di fatto emarginanti per la loro natura di strutture onnicomprensive e cioè destinate indistintamente a minori, anziani, handicappati, ecc.. Se una volta tali strutture erano ammesse, oggi non lo sono più. Purtroppo negli anni quasi mai hanno visto la loro conversione in servizi conformi alle esigenze delle persone in difficoltà, in alternative non segreganti, in piccole comunità in normali appartamenti, integrate nel territorio: la volontà di continuare a sussistere quali contenitori non solo di utenti ma di interessi legati a ciò che ruota intorno ad esse, è stata sempre più forte dei loro ricoverati. Le Ipab sono «uno strumento di segregazione per centinaia di migliaia di assistiti (al di là della buona fede e dell'impegno di molti che operano all'interno delle istituzioni); uno strumento di potere politico ed economico» (1).
Ciononostante, nel tempo le Ipab sono via via
"scomparse".
Dalle 21.819 Ipab
individuate dalla Commissione reale nel 1888, il loro numero si
riduce a circa 9.000 come sostiene il Ministero dell’interno nel 1970.
In data 30 giugno
1999 il Ministro per la solidarietà sociale trasmette al Parlamento
il rapporto sulle IPAB, ove tra le altre cose risulta che
sul territorio
nazionale sono esistenti solo più 4.200 Ipab.
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(1) L'ASSISTENZA ESPROPRIATA - I tentativi di salvataggio delle Ipab e la riforma dell'assistenza - Mario Tortello, Francesco Santanera. Nuova Guaraldi editrice. Firenze 1982. (Volume di 252 pagine) |